Il capitano Scappelli su idrocor: conquista all' Italia la Coppa Blériot

Il capitano Scappelli su idrocor: conquista all' Italia la Coppa Blériot Un altro prodigio dell'ala italiana: 309 chilometri in mezz'ora Il capitano Scappelli su idrocor: conquista all' Italia la Coppa Blériot qIl comunicato ùffièi^^lrnacvmtdpmsRoma, 21 notte. Il Ministero delf Aeronautica comunica : « Questa mattina è stata effettuata la prova per la coppa di velocità « Luigi Bleriot ». n tentativo si è svolto sul mare Adriatico, fra Porto Corsini e Porto Recanati, sopra un circuito a forma triangolare lungo chilometri 327,6162 approvato dall'Acro Club di Francia. La prova è stata effettuata con il controllo dei commissari sportivi e dei cronometristi appositamente delegati dall'Aero Club di Francia, dal pilota capitano Pietro Scapinelli sull'idrocorsa « Macchi C 72 » munito di motore Fiat A S da 2400 cavalli. Il regolamento delia Coppa Bleriot, che è. stata istituita per premiare il pilota che per primo raggiungerà la velocità oraria di 1000 chilometri mantenendosi in volo a tale velocità per un tempo non inferiore a 30 minuti primi, stabilisce che il trofeo sarà assegnato temporaneamente a quel pilota ohe avrà raggiunto la velocità dì 600 chilometri all'ora e che sarà tolto ad esso da quel concorrente che riuscirà a realizzare una velocità superiore almeno del 5 per cento. In 30 minuti di volo, U capitano Scapinola aveva percorso chilometri 309,687 e aveva perciò raggiunto la media oraria di chilometri 619,3748, aggiudicando così all'Italia l'importante trofeo. L'apparecchio lui tagliato il traguardo di partenza alle ore 9, 12 primi, 56 secondi e 3/5; e quello di arrivo alle ore 9, 44 primi, 40 secondi e 4/5, impiegando 31 primi, 44 secondi e 1/5 a percorrere il circuito realizzando perciò la media oraria di chilometri 619,3748. La prova del capitano Scapinelli è la prima che si effettua per la coppa di velocità « Luigi Bleriot ». il fulmineo volo Ancona, 21 notte. La formula della preparazione per l'odierno successo è quella stes sa che lia consentito tutte le altre affermazioni del Reparto Alta Velocità: messa a punto della macchina alata, allenamento del pilota, quindi attesa per cogliere il momento propizio alla grande prova. Il giorno innanzi che il ten. col. Cassinelli effettuasse con il noto successo il suo tentativo ufficiale sulla base dei 100 chilometri, erano arrivati all'idroscalo « Sanzio Andreoli » lo scafo e il motore del bolide affidati al capitano Scapinelli, in tutto identici a quelli del record dei « 100 n. L'atmosfera di entusiasmo creata nella modesta ma valorosa squadra dei motoristi e dei montatori — squadra distaccata dal reparto di Desenzano e che tutti i piccoli e grandi sacrifici della preparazione tecnica conosce e sa valorizzare con perspicacia ammirabile — non aveva interrotto il lavoro all'aeroporto. Una giornata di maltempo seguì alla domenica trionfale e quando il colonnello Bernasconi ed il tenente colonnello Gassinelli tornarono dopo una breve sosta nella cittadina gardesana, il capitano Scapinola aveva già assistito — insieme all'ing. Piecardi della Fiat — al collaudo del motore.sul carrello. Si riapriva quindi, come per i precedenti tentativi, una «-/ose di attesa », si tornavano a rivivere le ore febbrili ed ansiose della vigilia della corsa. La giornata decisiva Ed ecco la giornata decisiva, la giornata dell'affascinante e glorioso trionfo, che presenta condizioni generali discretamente favorevoli se non proprio ideali; chiarità nel golfo e calma atmosferica, specchio d'acqua propizio tanto al decollo quanto all'ammaraggio. Come al solito il punto di conve gno è all'altezza di Falconara. Nella calma del mare che ha un po' di onda lunga, il « Camoscio » manovra con la precisione richiesta dalla delicatezza del decollo della macchina scarlatta. A bordo del pontone la toletta dell'idrocorsa si svolge sollecita, con una regolarità cronometrica, attenta, minuziosa, diremmo quasi amorosa. Contro lo specchio grigio azzurro dell'acqua che ha riflessi d'acciaio, agile e lieve si staglia la sagoma elegante del « puro san gue ». ti capitano Scapinelli, ventinovenne appena, quegli che sarà tra poco U più veloce e il più resistente navigatore delle piste del cielo, completa calmissimo la sua semplice toletta di volo. Sulla prua dello scafo — piccola meravigliosa officina na tante — il colonnello Bernasconi vi gila su tutti i preparativi; non or dina, il comandante, alle maestranze educate alla sua scuola, non incita, non sollecita. Accanto al mago della velooità sono l'ing. Piccardi, conoscitore perfetto di questa macchina che possiede qualità sbalorditive, ed il tenente dott. Gabbi. Tutto è pronto. « Scaldato » il motore, il capo motorista Borghesi ha finito l'opera sua: il bolide è affidato ai muscoli d'acciaio e alla volontà di vittoria di Scapinelli. Il pilota è nella fusoliera; le èlithe girano a ralenti; un'ultima raccomandazione: « Stringa i denti Scapinelli! ». E l'ordine del comandante: « Molla! ». Tolti i irmi, l'idrocorsa Inizia gi¬ ^^ lato dal verricello. Un attimo ancora e galleggia lasciato solo al dominio dei suoi 2400 cavalli, alla mano abile del guidatore. La marcia veloce delle eliche ha ritmi più intensi, vibrazioni più sonore. Un urlo selvaggio e possente: la macchina è già lontana, solleva fontane di zampivi La galoppata vertiginosa Il « puro sangue » ha decollato dopo la lunga e difficile corsa svila pista ondulata, si è staccato dolcemente dal mare malgrado il fortissimo carico d'essenza e di olio, ed rccvsmnpecgsgsml i ì l e o a l i i e a a o e i a a a e o o , o l o i i E ¬ ora s'innalza leggero come una libellula, prende quota, vira a tutto motore, taglia il traguardo di partenza. La corsa vertiginosa è incominciata, la matassa dei 300 e più chilometri si dipana rapidissimamente. Scapinelli ha raggiunto un'altezza notevole e scorge facilmente, oltre la zona terrestre che dovrà sorvolare, la spiaggia di Porto Recanati, prima méta della fantastica galoppata. Lascia aUa sua sinistra il cocuzzolo di Montagnolo, s'inoltra nella zona collinosa, scompare oltre neU'abbacinìo del sole che filtra nel limpido imbuto e che gli renderà faticoso il mantenimento della giusta rotta. ' Il bolide è su Porto Recanati, compie la prima virata al vertice del triangolo, quindi ritoma indietro con il motore a pieno regime, sfiora l'estremo lato nord dell'aeroporto di Loreto, sorvola nuovamente tutta la zona collinosa del promontorio dominato dal semaforo e dall'eremo dei Camaldolesi. Mantenendo la quota di sicurezza su tutto il percorso terrestre, Scapinelli raggiunge il mare poco oltre le torrette, sfreccia dì fianco il pontone, seguendo il segno rettilineo della spiaggia. Fino al momento in cui il corsiero dell'aria non è riapparso sulla costa, si sono vissuti attimi di trepidazione a bordo del pontone e della vedetta. Ma la corsa si può dire appena iniziata. Il colonnello Bernasconi riesce a seguire per qualche tempo il volo sicuro della macchina, inchiodato alla lente del cannocchiale piazzato sulla torre del natante; è difficilissimo poter individuare il bolide ad occhio nudo e solo per brevissimo tratto del nostro punto di osservazione. Scapinelli è ormai fuori del campo visivo, è scomparso dietro il velo di vapori che grava sulla riviera óltre Senigallia e s'addensa sempre più, e vola ad una velocità che si avvicina ai 170 metri al secondo. Senigallia, Fano, Pesaro, Cattolica, Riccione, il Lungomare di Rimir nì e poi ancora Belluria, Cervia... episodi quasi insignificanti del fulmineo viaggio nella spazio. Toccata la riva di Porto Corsini il primo lato del circuito è superato; la virata sul pilone è compiuta e la seconda anche alla Fabbrica Vecchia sul viadotto della litoranea (ne dà l'annunzio la radio della vedetta che acuisce l'impazienza e dà nuovi palpiti di emozione intensa). Verso il traguardo! Il bolide ritorna velocissimo sempre, viaggia tra la foschia che appesantisce l'orizzonte, ormai sicuro di guadagnare la meta. Scapinelli deve ormai sentire il peso della fatica tremenda che gli procura la difficilissima guida del corsiero e il grigiore della rotta, ma lo sostiene il desiderio bruciante della vittoria da conquistare a qualunque costo, l'orgoglio di discendere dall'apparecchio presentando al suo comandante il nuovo luminoso trionfo. Poco più di dieci minuti trascorrono dal radiomessaggio dì Porto Corsini al ritorno dell'idrocorsa nel cielo della rada anconitana. Il « puro sangue » compie l'ultimo sforzo generoso. Un colpo d'ala ed ecco il traguardo. Il motore meraglioso canta il suo epinicio di vittoria! Vittoria fulgidissima che premia la realizzazione tecnica, che esalta la simpatica figura del pilota vicentino, che scrive un'altra pagina di gloria per l'Aviazione fascista. Saetta la macchina veloce davanti a noi e lascia nella sua scia lontano il rombo acuto che si ripercuote in mille echi tra il mare e la collina bassa con ritmo melodioso. Eccola ancora su Ancona verso il mare dove si è portata con una leggera deviazione per efettuare la virata, discende dall'alta quota ancora mantenuta, plana dolcissimamente si avvicina; al ma¬ , a o a d re procede a volo radente, riprende contatto con l'acqua. Il pilota ha compiuto la manovra con una disinvoltura che strappa l'applauso. La sirena del « Camoscio » manda il primo saluto al vittorioso che è lontano da noi, al largo. Il tenente colonnello Cassinellipilotando il piccolo C.R. 20, ruota elegantemente sulla macchina da corsa, quindi ammara vicinissimo e grida al pilota il suo plauso, mentre sopraggiunge il Savoia 59 del sergente Romano ad incrociare bassissimo sullo specchio d'acqua. Imotoscafo della 8.I.S.A. raggiunge l'M. C. 72 che viene rimorchiato lentamente incontro alla vedetta. Il colonnello Bernasconi e l'ing. Piecardi sono con noi per porgere al capitano Scapinelli le loro felicitazioni; poi quando il bolide viene ripreso a bordo del pontone il comandante del reparto abbraccia e bacia il pilota appena disceso dal castello motore e con lui si congratula vivamente. H cronometrista cav. Damiani ci ha preceduti all'arrivo e comunica al colonnello Bernasconi i risultati ufficiali della fantastica corsa; la macchina è entrata nel circuito alle ore 9,12'51" 3/5 e ne è uscita alle 9,44'40" 4/5 coprendo così il percorso di Km. 327,6162 in 31'44" 1/5 alla media oraria di Km. 619,3748. La media indicata dalle previsioni, leggermente ridotta dalle tre virate compiute: risultato magnifico che compensa tre anni di lavoro tenace e di preparazione severa, che consacra una superiorità industriale ed un campione prodotto dalla scuola di Desenzano. Le impressioni di Scapinelli Subito dopo la vertiginosa galoppata nel cielo della riviera marchigiano-romagnola, che lo ha. portato alla conquista del Trofeo Bleriot, il capitano Scapinelli ha brevemente parlato del suo volo e ha così riassunto le site impressioni: « Il decollo è stato laboriosissimo a causa del forte carico e del l'onda lunga trovata per buon tratto. Poi il volo si è svolto regolarmente su tutto il percorso terrestre, ove ho trovato, tanto all'andata quanto al ritorno, visibilità abbastanza buona; quando ho ripreso la rotta sulla costa, dopo Senigallia, la foschia è andata aumentando e, nel tratto fino a Porto Corsini e ritorno, la scarsissima visibilità mi ha dato non poche preoccupazioni, per la difficoltà di seguire attentamente la rotta. Ma il motore e l'apparecchio hanno risposto meravigliosamente e io sono felicissimo di essere riuscito vittorioso dall'aspra prova ». Prima di partire per Reggio Emi lia, ove si reca per qualche ora in famiglia, il capitano Scapinelli è stato nuovamente oggetto di vibranti manifestazioni di simpatia da parte della folla che si addensava nei dintorni dell'albergo. L'encomio di S. E. Balbo Nel pomeriggio è pervenuto al valoroso pilota il seguente telegramma di S. E. Balbo: « Desidero le giunga subito il mio affettuoso compiacimento per il superbo volo di stamane che ricompensa la sua fede, il suo valore e il suo ardire. Per suo merito la Coppa Ble riot, irraggiungibile premio messo all'estremo limite delle possibilità, è da oggi affidata alla nostra ala che sapra anche conquistarla definitivamente in un giorno non lontano quando saetterà per il cielo' alla velocità dei mille chilometri all'ora. Cordialmente, Balbo ». L. SPAZZI, Viva impressione in FranciaParigi, 21 notte. Il nuovo record stabilito dal capitano Scapinelli ha prodotto una grande impressione negli ambienti aeronautici parigini 1 quali non si figuravano che a cosi poca distanza l'Italia avrebbe potuto conseguire un altro ambitissimo alloro. Tra gli altri 11 giornale La Libertà scrive poche ma chiare parole: «L'Italia sta conquistando nel campo della velocità una superiorità prodigiosa ». Le accoglienze di Reggio Emilia a Pietro Scapinelli Reggio Emilia, 21 notte. Il capitano Pietro Soapiuelll, dopo il trionfo di Ancona, è arrivato questa sena a Reggio, ove risiede la sua famiglia e dove Io attendeva una grande folla convocata da un manifesto del Fascio. Rappresentanze del Gruppi rionali con 1 gagliardetti e bandiere lo accompagnarono prima alla sede del Gruppo Rondacelo, ove ricevette le vive congratulazioni delle maggiori autorità, e quindi trasportato a braccia fra continue acclamazioni fino alla sua abitazione. e a a i, a a e e rIl e o I tre artefici L'articolo 1° del regolamento della Coppa Bleriot dice: « Il signor Luigi Bleriot crea una prova internazionale di velocità dotata di un oggetto d'arte del valore di 100 mila franchi. Questa prova ha per oggetto di ricompensare la più grande velocità realizzata con un apparecchio avente un essere umano a bordo ed azionato con i soli mezzi di bordo ». Il pioniere francese creò a suo tempo questo trofeo aviatorio quando, assegnata definitivamente la « Coppa Schnelder » nessun incentivo restava più al costruttori ed al piloti per perfezionare apparecchi e motori al fine di raggiungere quella fantastica velo- e e e d a i o l e o , a a a l a r e o e o n è i a o o o è e a e i e e o : o l a a . n o e cita di 1000 chilometri all'ora che oggi ancora pare una meta irraggiungìbile. Nel regolamento della « Coppa Bleriot » infatti si legge che rimarrà definitivo detentore della Coppa chi volerà alla velocità media oraria di 1000 chilometri, per almeno mezz'ora. Ma l'uomo che primo attraversò la Manica in volo, non volle che il suo trofeo restasse cosa materialmente irraggiungibile ed In una clausola del regolamento precisò che 11 primo detentore sarebbe stato quel pilota che avesse raggiunta una velocità media oraria di almeno 600 chilometri per mezz'ora di volo. Detentore provvisorio, che l'avrebbe poi ceduta a sua volta a chi realizzasse una velocità di almeno il cinque per cento superiore, fermo restando però la clausola che il possessore definitivo sarà colui che raggiungerà la velocità media oraria di 1000 Km. Pur con l'aggiunta della clausola dei 600 Km. orari, la Coppa Bleriot pareva destinata a rimanere lungamente depositata presso l'Aero Club di Francia. Sottoporre un motore ad uno sforzo continuo per mezz'ora consecutiva, ad una velocità media chilometrica che rappresentava fino a poco tempo fa il massimo della velocità pura che si ottiene nel breve spazio di tre chilometri in linea retta, pareva un'impresa azzardata che ben poche probabilità di successo poteva avere. Il più potente motore del mondo L'unica aviazione attualmente nel mondo, che potesse tentare per prima la conquista, sia pur temporanea, della « Coppa Bleriot » era l'Italia. La nostra aviazione, grazie alla perfetta organizzazione è oggi, infatti, l'unica che abbia macchine e uomini che possano tentare imprese del» genere. Detentrice con Agello del record assoluto di velocità, detentrice con Cassinelli del record mondiale dei 100 Km., l'Italia è oggi la prima Nazione che incide il suo nome sulla « Coppa Bleriot ». Gli artefici di questo successo meraviglioso che ha del commovente nella sua grandiosità, sono: la «Macchi» costruttrice dell'apparecchio, la « Fiat» che creò il motore « A. S. 6 », e la Scuola di alta velocità di Desenzano che diede gli uomini capaci di tali imprese. Apparecchio e motore sono già noti a tutti. I tecnici della « Fiat » crearono il meraviglioso motore, il più potente del mondo, che stupì i tecnici per le geniali soluzioni in esso applicate. Conquistando agevolmente 11 record mondiale di velocità assoluta che pareva saldamente in possesso degli inglesi. Lo stesso motore, che servì al breve volo che doveva segnare la maggior velocità raggiunta dall'uomo, dimostra oggi le sue eccezionali doti di resistenza superando brillantemente il grave sforzo di mezz'ora consecutiva di volo al massimo della velocità. In trenta minuti 11 capitano Scapinelli ha percorso chilometri 309.687 ad una media oraria di Km. 619,3748, quasi 20 chilometri di più della media richiesta per entrare in possesso della « Coppa Bleriot ». La Scucia di Desenzano L'uomo che ha compiuto la nuova grande impresa proviene, come abbiamo detto, dalla Scuola di Alta Velocità di Desenzano, da quel mirabile reparto voluto e creato dal Ministro Balbo nel 1928 per dare all'Italia non 11 campione d'eccezione, ma un nucleo di uomini ugualmente capaci delle più grandi imprese. Tutti 1 componenti della Scuola di Alta Velocità sono dei volontari, a suo tempo selezionati. I piloti, per avere l'onore di appartenere al glorioso reparto, devono rispondere a diversi requisiti: essere giovami, sani,' avere almeno un minimo di tre anni di volo ed essere dichiarati idonei a pilotare apparecchi di alta velocità dal gabinetto palco-fisiologico (istituito esclusivamente per la visita al piloti) di Torino. Due appartenenti al reparto di Desenzano erano nella nostra città in questi giorni: il capitano Baldi ed 11 tenente Buffa, vincitori della « Coppa Blbescu». Dal capitano Baldi appunto abbiamo avuto durante una conversazione, alcuni ragguagli sul funzionamento della scuola di alta velocità. Egli ci diceva appunto come dal 1930 quaranta piloti si trovino a Desenzano agli ordini del colonnello ingegnere Berna¬ il pilota ed II « Fiat A. 8. 6 » sconi, primo comandante della scuola, ottimo tecnico e magnifico pilota. Questi uomini vennero addestrati al pilotaggio degli apparecchi di alta velocità, gradualmente, razionalmente, con metodo. I piloti passano successivamente da un apparecchio meno veloce, ad uno più veloce e cosi di seguito fino a giungere al « Macchi Fiat 52 » su! quale per essere dichiarato pilota di alta velocità devono raggiungere almeno la media chilometrica oraria di 500 Km. E* solo allora che possono fregiarsi dello speciale distintivo istituito per i velocisti, una V rossa sull'aquila d'oro (brevetto di alta velocità). A sentire i piloti di Desenzano niente di speciale occorre per raggiungere l'ambito brevetto. La perfetta preparazione, il fatto di dipendere tutti da un uomo solo che li allena con lo stesso metodo, portandoli gradatamente allo stesso livello tecnico, ed imprimendo loro si può dire quasi lo stesso « stile », facilita enormemente il raggiungimento di quella perfetta tecnica di volo dimostrata In tutte le occasioni dai nostri mirabili velocisti. Molto rigore vi ò per i piloti di Desenzano: non si raggiunge la perfezione senza sacrifici. Prima di ogni altra cosa bisogna assoggettarsi ad uno speciale regime di vita: niente fumare o pochissimo, niente alcool, buon nutrimento e molte ore di riposo. Nell'allenamento, sono comprese varie specialità sportive: nuoto, canottaggio, tennis, pugilato, scherma ed atletica in genere. Il fisico di ogni pilota deve sempre essere, mantenuto nella massima efficienza. Alle 22 ogni sera bisogna già essere a letto. Al mattino viene data la sveglia alle sette. Il vittorioso I piloti risiedono, con il loro comandante, in una palazzina prossima all'idroscalo, e la loro vita si svolge costantemente In quel luogo. Volt d'allenamento, esercizi sportivi, lezioni del comandante sugli apparecchi e sul motori occupano tutta l'Intera giornata. II capitano Pietro Scapinelli conte di Leguigno, patrizio di Modena e di Reggio 6 stato assegnato alla scuola di Desenzano nel 1930, e destinato alla squadriglia dei velocisti che si prepararono per la « Coppa Schnelder » del 1931. Egli 6 nato a Vicenza nel 1904 e proviene dagli ufficiali di complemento. Partecipò, come è noto, al « meeting » aviatorio di Zurigo classificandosi con un « Fiat C.R. 30 » secondo nella Coppa Dal Molta vinta dal compagno tenente colonnello Cassinelli con un apparecchio analogo. La perfetta organizzazione della scuola di alta velocità ed il buon metodo in essa seguito sono dimostrati dal fatto che tutti 1 records ed i meravigliosi successi che l'Italia ha ottenuto nel campo aviatorio in questi ultimi tempi, sono stati conquistati da uomini diversi (Agello, Cassinelli, Baldi, Biuta ed oggi Scapinelli) ma che tutti ad essa appartengono. L'Italia ha conquistato ormai nel campo della velocità una superiorità schiacciante, prodigiosa. Del tempo ci vorrà, molto crediamo, prima che possa venire tolto questo ambitissimo primato all'ala fascista. G. TONELU, LbzeblpccsendnretngmtdcdccmRpcqgcdaspectcRpmcmtnrFadvpomnrcbvtlmlscnpuSièsc