Rose sulla tomba di Eleonora Duse

Rose sulla tomba di Eleonora Duse Ottobre ad Asolo ll tb di El D Rose sulla tomba di Eleonora Duse ASOLO, ottobre. La gente che arriva di questa stagione ad Asolo, fra il cader di settembre ed ottobre, più in là, fin verso i giorni dei morti, è la solita, la piccola borghesia che non ha osato di affrontare la stazione climatica in alto Adige o in Cadore per paura dei prezzi 0 quella più semplice e più fedele che preferisce questi paesi ridenti e pittoreschi fra il quartiere del fiume — Pieve di Soligo, Cison di Valmarino, Valdobbiadene (i tre petali della Rosa), oppure Crespano, Possagno, Asolo deliziosi, umili, solitari, pieni di canzoni e di nostalgie con musichette discrete di zampilli e di fontane... Non ci sono molte cose da vedere se non l'orizzonte che d'ogni dove è stupendo, la cima lontana delle prealpi, le chiesette raccolte e disadorne che rassomigliano ai tabernacoli, se vuoi eccettuare « la basilica delle uova » a Pieve che adesso Umberto Martina, il prediletto allievo di Tito, dovrebbe decorare e il tempio di Canova che è un glorioso monumento nazionale. Tutto il resto si rassomiglia, con un monumento in mezzo alla piazza e il catalogo dei martiri e dei beati pubblicato sulle < tavole quadre » a mo' di reliquia, di paese in paese... La casa del general Vaccari La gente che sale ad Asolo per la strada solitaria di Valdobbiadene, affollata di villeggianti che giungon d'ogni parte del Veneto, vuol vedere subito la casa che è in piedi, bianca e verde di dove il tenente general Vaccari lanciò le divisioni all'assalto. E' in mezzo alla piazza, di fianco della fontana, nella discesa, accosto al Viale Garibaldi che fu offerto al Comune da Ruggero Vendri un agricoltore, che ha insegnato a molti nel Sud America e che sulle colline di Perusai ha fatto dei miracoli. Fra il secondo ed il terzo balcone « i forestieri » d'Italia leggon quel che v'è pubblicato : « il tenente generale Giù- l panorama pseppe Vaccari la notte del 10 di Ottobre 1918 con un ordine del giorno, ormai sacro ai fasti d'Italia, lanciò il ventiduesimo corpo d'armata, alla Vittoria di Vittorio Veneto ». Le comitive salgono verso Crespano — una chiesa ed un ponte magnifico eretti da Canova — salgono a Possagno che di tutto il quartiere del fiume sembra davvero la reliquia. Possagno è la patria di Canova. Il tempio che ricorda meravigliosamente Il Pantheon di Roma e che costò due milioni, ha molti anni di vita; l'anima più fine e squisita dell'artista è esaltata attraverso la sua stessa creazione poderosa. Soltanto nel 1822 ]a salma che riposa in una grande urna di marmo vi fu trasportata e quel che era disperso, raccolto con spirito di devozione e di amore; nel Campidoglio il Mausoleo, nella Chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari, a Venezia, è serbato il suo cuore, e all'Accademia la sua mano destra. Tutti quelli che a San Marco, fra il serpentino e il bardiglio han voluto scoprire le goccie di sangue del Signore serbate nella più fragile urna ermetica 0 le ossa incrociate di San Giovanni, sanno che vi son queste altre cose ugualmente rare e curiose da vedere e arrivan a Possagno un po' da per tutto, perchè a Londra, a Berlino, a Vienna, si sa che quella di quassù è uno delle gipsoteche più preziose, forse perchè duecento modelli, i libri, i disegni, son tutti di Canova. % Asolo è un po' la capitale e il suo am i a ne 0 e o— o, ), eni e e ui, e oi a il en to uao a, a fn u e cco al olud ai « i 'è ù- soggiorno — da settembre a ottobre — prediletto da molti e non soltanto dai veneti. E' la città melodiosa degli Armeni della Villa Ararat, degli americani 0 dogli inglesi — le colonie di Via XXII Marzo o di Casa Ruskin a- Venezia oppure quelle di Firenze, di Fiesole, di Settignano — il rifugio del poeti, dei musici, del cantori, dei pittori, l'eterno riposo di Eleonora Duse. Il Castello della Regina di Cipro Nel Castello Caterina Cornaro, regina di Cipro, aveva la sua corte galante. Letterati ed artisti erano le «persone » di una commedia senza epilogo. Lo storico Cardinal Pietro Bembo nel suo celebre libro volle narrare le feste del piacevole indugio di tanta gente illustre, ma seppur la cittadina non avesse la statua di Paride e la tavola d'altare di Lorenzo Lotto, le resterebbe un panorama che digrada lentamente in una tavolozza di mezze tinte fra la vetta e la callaia. Al suo mercato, un giorno, i contadini giun- . sero con le maschere contrp i gas asfissianti, ma le belle piazze rióffersero lo stesso splendore caratteristico di commerci in un magico caleidoscopio di sfumature delicatissime. Più alta dei paesi vicini, Asolo è quasi l'eremo e la roccia, l'asilo di tutti gli innamorati di una terra che ■■. è più sola e più sua », la più ospitale che si possa sperare, di una generosa signorilità, e di una pronta affabilità. Ma di sera, passando dalle vie maggiori, non meravigliarti se col « trevisano » delle « alte » senti parlar forestiero, e sopra tutto inglese, perchè molti che son giunti quassù venti anni or sono vi son restati e non la Iascierebbero per nessuna cosa al mondo. I fiori crescono dietro i muretti al di là dei cancelli, créscono per Eleonora Duse; sono nutriti, amati, abbeverati, dalla fedeltà di un popolo. Forse nessuno ancora è appassito. i>n dama b Nessuno sa di chi sia. Mani ignòte abbandonano le rose — anche ier sera — e nessuno lascia un nome 0 un ricordo; questo è il grande amore di Asolo per la Sua creatura prediletta. Talora il teatro si riapre per lei. Do1 veva riaprirsi in questi giorni con una sola recita di Pilotto e della signorina Palmer. Non fu possibile e so che la signorina Palmer ne fu profondamente addolorata. Così è restato chiuso e, di fuori, l'ombra della grande tragica lo custodisce. (Bisognerebbe raccogliere tutte le ettere di Eleonora Duse: Flrenz3, Hotel Italie, 20 Ottobre '20, al suo medico, « apparenza e realtà sono due cose non una, c non sempre conciliano. A casa mia ad Asolo non ho potuto rimanere. Il freddo... Mentre mi pensavo guarita mi ritorna questo malessero di stare al mondo »). La gente piega le ginocchia, recita le orazioni, cerca la strada che d'scende. Qualcuno ripete il nome del soldati che sono caduti li attorno o legge l'ammonimento severo che è inciso nelle dure colonne del Piave dove il sentiero tocca l'Isola della Guerra sulle pietre abbandonate del greto: « Italia, Italia, la giovinezza caduta in campo è sangue rosso e belle... Guardati tu che leggi, questi nomi sono fiamme ardenti e bruciano ogni lingua impura... ». Sono i primi arditi che si rovesciarono con la fronte al cielo, sulla terra della Rotonda; tre pietre chiuse dai platani. G. 0. GALLO Il panorama stupendo di Asolo