Cronache della settimana

Cronache della settimanaCronache della settimana - Domenica' scorsa, durante la trasmissione del terzo atto della Lucia, sul più bello, quando eravamo preparati al godimento di quella bella melodia in do minore che costituisce la prima parte della famosa aria « Ardon gl'incensi », che è che non è, ecco che attacca il finale del secondò atto che avevamo già sentito prima, e dopo, in continuazione, coime se niente fosse, l'allegretto del HI atto. Non drammatizziamo. Un errore. .Clie però non dovrebbe essere commesso. Rimedio: quando debbono trasmettere opere in dischi, facciano sorvegliare la trasmissione da un maestro. Non pretendiamo che si incomodi un qualsiasi direttore, basta .l'ultimo dei sostituti a garantire il regolare funzionamento di un grammofono e la perfetta trasmissione delle opere. Per martedì era annunziata l'operetta Armi ed amori di Varney. Conoscevamo l'autore di Fanfan la tulipe, ma non sapevamo che fra le sue quaranta operette ci fosse una intitolata l'Armi ed amori. Siamo andati a scartabellare fra le Storie della musica; niente. E allora che cosa abbiamo scoperto? Che l'operetta Armi ed amori non è altra che / moschettieri al convento, rifatta persino nel titolo. Ora, perchè l'E.I.A.R. fa questo? Prima di tutto è lecito farlo? E con quale senso del buono gusto e del rispetto che si deve all'autore e al pubblico? La situazione trattata dal librettista era scabrosa... Ma era proprio necessario dare Quell'operetta? Non ine esistono dìù nel vastissimo repertorio mondiale operette degne di esBere ascoltate? Vorremmo poi sapere perchè ci hanno propinato la commedia: Il costruttore di ponti, dell'inglese Sutro. Di fronte ai capolavori noi non discutiamo; ma se ci debbono venire a gabellare'roba simile, allora facciamo una questione di nazionalismo e diciamo franco e netto che è tempo di finirla, e che se si debbono trasmettere commedie straniere senza ragione allora non vogliamo più saperne: ci sono autori italiani- che alla radio non sono stati mai presentati; cisono centinaia di commedie italiane di ogni tempo che valgono Il costruttore di ponti, (recitazione lenta e incolore) e L'ottava moglie di Barbablù. Fate posto agli autori italiani, •senza inspiegabili limitazioni: avremo per lo meno la soddisfazione di dire: questa è roba nostra. Con ciò non vogliamo incoraggiare il mal vezzo di scegliere tra le commedie italiane quelle di carattere più leg- f;ero, gli atti unici tisicuzzi e malermi -sulle gambe di stoppa. Questo continuare a trattare da minorenne il pubblico italiano è un residuo "di-mentalità ottocentesca che oggi non ha più giustificazione, e che, se' mai, tende a perpetuare una opinione di fatto assolutamente fallace e non rispondente alla realtà. A otto anni, dai libri delle quarte classi elementari i nostri bambini sanno già chi furono e che cosa fecero-Antonio. Canova e Ludovico Antonio Muratóri, e Carlo Gozzi e Carlo Goldoni, per non parlare di Dante e degli altri maggiori. Per restare in argoménto, il pubblico italiano, dalla ■ guerra in poi, ha visto tanto teatro e tanto cinematografo, che volerlo 'condannare a sentire certa roba è proprio tale segno d'incomprensione che non riusciamo a spiegarcelo. H difetto è del sistema, è organico. L'E.I.A.R. non ha un programma, o, se l'ha, è vecchio, stantìo e sorpassato. Desideriamo che l'Ente radiofonico italiano abbia un programma degno dell'Italia nuova, de gno dal popolo nostro, degno del gran pubblico che ascolta. Se siamo costretti^ a limitare la nostra critica ai programmi settimanali, gli è perchè il programma generale ci sfugge: non possiamo credere, difatti, che Jutto si limiti a quelle infelici opinioni, espressa nella relazione della commissione di vigilanza, della quale abbiamo altra volta parlato. Un programma ci deve essere, deve essére chiaramente e largamente definito, branca per branca, sezione 'per sezione, e affidato poi alla cura,.all'intelligenza, alla competenza, alila laboriosità di un solo, unico responsabile — insistiamo, sissignori, sul dittatore artistico o direttore generale dei programmi, chiamatelo come volete, — che coordini nelle Bue mani tutti i servizi artistici, il servizio dei programmi, consigli, ri. veda, decida, e discarichi soprattutito da ogni responsabilità, che non aa, ea a n o oel n ebi, e o odi aeoue aa a a iR. o o to n rsci n o o aa ae ne o e e i, edi ò al e g- lesia quella esecutiva, i capi di ufficio o di reparto, i direttori, i quali figurano oggi come capri espiatori di una situazione di cui essi non possono essere ritenuti colpevoli. Intendiamoci: non è col sacrificio di Tizio, Caio e Sempronio che si risolve il problema; forse si peggiorerebbe, che, in fondo, costoro il meccanismo lo hanno in mano. Non ci vogliono vittime; ci vuole un capo. Quando ci sarà un capo, e la macchina si rimetterà in movimento, e filerà come deve, con risparmio di tempo e di denaro, allora tutto sarà chiaro, ordinato, preciso e la marcia ascensionale procederà senza quegli intoppi che oggi sono quotidiani, e con quella giovanile speditezza, quella morbidità e, soprattutto, quella prontezza d'intuito e di esecuzione che sono essenziali in un- organismo sensibilissimo come la Radio. Oggi, di certo e di chiaro non ci sono che i programmi dell'orchestra « Cetra » e le canzoni dei dischi Parlophon — moderazione, non è questa la maniera di farsi la pubblicità; moderazione! — che siamo a questo: il programma di venerdì prossimo porta: « Concerto sinfonico » e, a otto giorni di distanza, non si sa chi lo dirigerà e che musiche saranno eseguite L'unica serata interessante della settimana è stata quella di iersera. Varsavia ci ha trasmesso un eccellente programma di musica sinfonica. Nel celebre Concerto in re maggiore di Beethoven il violinista Milstein ha dominato con sovrana signorilità: intonazione perfetta, cantabiVtà, colore hanno vivamente imrjresaionato. Indubbiamente un violinista di qualità eccezionali. Neil' intervallo Mario Pelosini ha iniziato l'invocato ciclo di dizioni di poesia con. tre liriche di Giovanni Pascoli: La mia sera - I due fanciulli - Le due aquile. Mario Pelosini non ha bisogno di essere soffiettato: per-Jui parla la sua arte. Chi ha detto la prima delle tre liriche del grande poeta, come 1' ha detta iersera il Pelosini è un grande artista della parola, un artista inimitabile e insuperabile. Finalmente un alito di vera" emozione è scaturito dai nostri altoparlanti: gli ascoltatori l'avranno lietamente accolto" nei loro cuori, e ne saranno grati all'E.I.A.R. Non bisogna però distanziare troppo le dizioni di poesia: bisogna stabilire un giorno della settimana, di tutte le settimane, e dare al popolo italiano questa gioia dello spirito, secondo l'alto comandamento. L'E.I. A.R. ha contratto iersera un impegno e un dovere, e certamente li assolverà fino in fondo con lieto e devoto animo. Auditor.

Persone citate: Beethoven, Canova, Carlo Goldoni, Carlo Gozzi, Giovanni Pascoli, Ludovico Antonio Muratóri, Mario Pelosini, Milstein, Pelosini

Luoghi citati: Italia, Varsavia