Compagni di crociera

Compagni di crociera Compagni di crociera JONIO, ottobre. H mare cattivo fa diventare gli uomini buoni. Questo me l'ha detto il commissario di bordo, a proposito di due nemici irreducibili che, allora che s'incontrano sulla nave nelle ore di bonaccia, si lanciano sguardi cosi infiammati da far pensare se la vantata incombustibilità dei materiali non sia messa a prova troppo rischiosa; ma che, non appena U greco mare accenni, infido, un brivido d'« onda lunga », si rintanano in lor cabina a gemere, lunghi distesi sul lettino, mansueti e vinti come cuccioli in punizione. Si tratta di due colleghi forestieri-: collaboratore d'un giornale hitleriano, l'uno; d'un foglio sozial-demokrat, l'altro. I/uno ha un teutonico nasetto all'insù; l'altro un semitico nasone all'ingiù. Si pensa che a questi possa averlo abbassato uno swing del primo; che al primo l'abbia rialzato un uppercut dell'altro. Da sopra i nasi, allora che i due si avvistano, gli occhi riscintillano. Non una parola, però. E' una collera agguatante e silenziosa, proprio come l'«onda lunga» che ci tormenta. Le mie simpatie vanno, con licenza dei miei lettori di naso curvo, al corrispondente dél'Angriff. Mi piace perchè sta solo ; e perchè, amando la solitudine, non ne fa una posa nè un disdegno. S'accompagna a lui, qualche volta, un altro giovine segnato alla bottoniera d'una croce uncinata: uno strano ragazzo, mezzo penitente mezzo poeta, che va sul pónte del sole a risanare i tagli della Mensur, e quando le ferite scottano e mordono, invece d'urlare, si mette a cantare a pieni polmoni il saluto di Sigmundo alla primavera. Anche il corrispondente hitleriano ha un che d'eroico, in quel suo appartarsi e mirare i flutti a braccia conserte, e anche nella risoluta nettezza del profilo, di vero dolicocefalo biondo. Soltanto, piccino com'è, si direbbe Sigfrido visto col canocchiale alla rovescia. Il sozial-demokrat, allora che gli capita d'incontrarlo, fa con malignità giudèa l'atto di cercare per terra un oggetto perduto. Quel che li persuade a un educato modus vivendi è l'accoglienza, la cortesia ormai storica della nostra gente di bordo, il rispetto alla nave italiana che sì protettivamente li ospita e li porta. Sospirosi, profondissimi elogi al paese nostro salgono dai petti sia dell'uno che dell'altro. Non è dunque soltanto il mare adirato, ma anche la ridente Italia che riesce per istanti a metterli d'accordo. Otto Tressler, primo attore del Burgthéàter di Vienna, mi ha detto che in queste crociere così amabili per tutti, nostrani e forestieri, l'Italia guadagna tanti voti quanti sono i forestieri imbarcati, di qualsiasi razza, paese, confessione e partito. Del quale TVeSsler, stupendo sessagenario che porta, diritto e limpido e san £UÌgno, la sua chioma bianca come una civetteria di cavaliere settecentesco, dirò che a bordo stupisce tutti. Decisamente, egli ha trent'anni. I a moglie, Hilde Wagener, diafana e dolce, e d'almeno sei lustri più giovine, lo guarda ancora con sì sommesso amore, mentre egli passa e ripassa sui ponti, col pugno al fianco e il passo ardito d'un bucaniere in vedetta! Talvolta eccolo che declama alle onde, le quali certo gli figurano liquide, ideali platee: e potrà magari essere quel brano del Guglielmo Teli che già sillabò, stentoreo, nell'anfiteatro di Taormina; oppure il pezzo suo preferito : la tirade guerriera di quel Cyrano de Bergerac ch'egli ha recitato pel primo sulle scene tedesche ! Ma un altro straniero accaparra il favor delle dame : ed è herr Alexander, redattore e fotografo del Wiener-Journal, uomo che ha sempre un obbiettivo nascosto e un sorriso palese. Quando mai cesserà di sorridere, herr Alexander? O quando mai avrà cessato? Neppure, io credo, quel giorno in cui si accorse di non aver più un soldo d'una sua antica fortuna, e si diede a fare il giornalista così come aveva fatto il milionario: ilare, galante, disinvolto, gemutiteli, felice còme sempre. Vera eleganza di Vienna; vero stile « stephanskind » ! E dunque egli sorride. A tutti. A tutto. Ad ogni istante che passa, par f*li dire d'arrestarsi perchè è bello, òrride anche al paesaggio; allo stesso cielo quand'è nuvolo, allo stes ; 80 mare quand'è grosso, *** L'Europa centrale^ qui in vetrina con un campionario da museo. Ci sono dei tipi che sono antonomasie, allegorie. Non l'avete visto mai, in qualche operetta di Benatzki o di Stoltz, il nobile transilvano duro di faccia, arso di pelle, col pince-nez sul naso schiacciato di coccodrillo? O il grosso pomerano dalla gota liscia come una pancia di porcellino? 0 l'ebreo romeno che si fa sempre, camminando, i conti in saccoccia, sì che un tintinnio perpetuo lo precede e-lo segue per tutti gli anditi della nave? O l'universitario germanico, che invece conta i passi dopo i pasti, le miglia percorse dal transatlantico, 1 cirri intorno alla luna nelle notti di sentimento? O il boemo di mezza età, guardingo e cortese, buon appetito e buona grazia, che al ballo bacia ogni dama sulle punta delle dita, ma in sala da pranzo si serve primo, 6ènza più tener conto delle signore? Coi molti Tedeschi ed Ungheresi, la nave ospita anche uno spagnolo delle Baleari,- bruno e secco come un cigarrito, ma dai baffetti contati e dalle mosse rattratte e studiose, quasi che alcuno vada reggendolo, burattinaio invisibile, con dei fili. Poi c'è un cinese, che però non s'è mai vestito da cinese, neppure al ballo in maschera della serata di gala, e molto ha deluso i bambini che se ne erano incuriositi. E un americano, il quale invece tiene fede al suo ruoto ubbriacandosi coscienziosamente ; maprelonglinedi lundoschsigPae vsponala Vileichnono<Tagiore.pirsmangnfodéto agprseadaptepuIl simqubjMgiteil tadapeerm'itrprtidinovedipaspfespfaciadlounavdcuMNlaspmseteengiulaceladè ptesaptadgì mchgclinptucoranzpvmpvdgegvmftaladtasqcptogdldscccidslldlWOmzrgdpfom a sono sbornie pudiche, gentili, ese le quali va a salutare, dondoni, le bambole del basar, meraviiandosi che non barcollino, esse, eppure pel mal di mare; o in vista Zara, additandone i campanili nghetti sovrastanti alle distillerie, omanda se siano bottiglie di marahino. Astemio, viceversa, è un vecchio gnore magiaro, che ha passato a arigi la sua voluttuosa giovinezza, vi è tornato dopo la guerra per osarvi una circassa, quasi bambia, che, quando non è con lui, è nel nursery a giocare coi fanciulli. iaggia egli sempre per mare con , e sempre in brevi crociere: poié, come m'ha confidato con sereo, giudizioso cinismo, il mare è meo tentatore di quanto si creda; e, altra parte, gli adulteri in quindici orni non hanno tempo di matura. La sposetta ci guarda senza care, spalancati gli occhi di puro meraldo ; e udendo me ridere, ride nche lei. Dice ancora, il bianco sinore, che non gli spiace perdere le orze, ma i desideri (« ò mon àge, ésirer c'est beaucoup »), e, ordinao l'ennesimo bicchiere d'aranciataggiunge che l'orrore della senilitàropria ed altrui, non riesce ad esergli mitigato che dalla vista delle dolescenti, forma giusta e pelle porosa: le sole, secondo lui, che estimonino quaggiù in terra della urità dei cieli, della grazia di Dio che udendo, s'allontana sdegnatismo, come da insopportabili fatuitàuel giovine tedesco segnato al lab-, ,, , jo ed al collo dai tendenti dellaMensur, e torna sopra i ponti solegiati a intonare la Walkyria. Ha parecipato a questa Crociera per rifare viaggio di Ulisse. Già un'altra vola s'era messo sulle orme di Eneaa Troia a Fiumicino. Lo chiamanoer tutto il mondo, le voci deglroi : sino al giorno in cui a richiamarlo sarà il suo fiirher, squillata la iana germanica della riscossa. Al-ro entusiasta del nostro periplo, è irofessore De Magistris, il più infacabile camminatore e rievocatore i cose viste ch'io m'abbia mai coosciuto : testa al vento, barbone aento, tutto preso in quella sua gioia i vivere ricordando, di viaggiarearallelamente, nel tempo e nello pazio. E', come forse saprete, proessore di geografia: ma sa tuttopiega tutto; e siccome, quando sa scalo in qualche luogo storico, iceroni non possono che stare zittd ascoltarlo, è lui il primo a daroro la mancia, per compensarli dn silenzio che, una volta tanto, non vrà ingiuriato la verità. **# Al ballo di gala, il collega sozialdemokrat si mette in caramella. Suro: tanto di monocolo col nastroMi fa ricordare il comico BambiNon-manca che il frak a risvolti vioa. — Perchè — si domanda il corrpondente déll'Angriff — non s'mésso anche un naso di cartone? E e ne va, fastidito della troppa gene, al momento stesso in cui fa la suntrata il collega di Vienna, con ungirandola di sorrisi che offusca peun istante lo scoppio gemmato deampadari. C'è un tappeto bianco eleste, sotto i nostri piedi, che para continuazione del mare solcatalla luna. La musica è lenta. L'or dolcissima. Passano e ripassano lpiù belle donne di bordo: una conessa veneziana, una sportiva angloassone, una divorziata dalmata, unprincipessa congolese, bruna, stecchia, carica di gioielli come un alberdi Natale. Passa un'immacolata signora, invano assediatissima da tut galanti della Crociera, certo fatta dmateria incombustibile come la navhe ci porta; e un'altra che, per ragione opposte, fu battezzata cabinlass, cioè classe unica, sull'esempinglese che la nuova nostra nave rpete. E un'altra ancora, ammirabiluttavia nei suoi quarant'anni, cheome Averroè riuscì a seppellire uaggio di sole, deve aver sigillatnelle proprie carni fluidi segreti, fore misteriose. Passa e ripassa il campionario allegorico femminino : lviennese, che recita, la boema chmangia, l'ungherese che gioca a pingpong; la spagnola che prova contrvento degli effetti di sciarpa; la tedesca erudita che stamane rileggevgli Idilli di Gessner nel cielo di Gre eia; la toscanina timida che sceglgli angoli appartati per non esserveduta, o per essere veduta distintamente; l'americana dell'Utah dalfaccia unta di vaselina; la giovinea francese dall'incredibile seno, nea gracilità d'angelo da cui s'aspettdebba spuntare un'ala ; la dama briannica, occhi turchini e capelli rosi, che vuole mangiare isolata frquattro specchi, e gioire, giocandcoi proprii sguardi, d'un prisma pepetuo d'azzurrità. La musica è lena. L'ora è tentatrice. Soltanto gocchi imperterriti del professore dgeografia, che ormai tace non aven do più nulla da descrivere, hann'aria di considerare gli scolli audadelle navigatrici come dei semplisoggettf d'orografia : dei terreni acidentati, o forse anche vulcanici, dcui però non vale che la scienza si ocupi. La musica è lenta, è molle, intenerita, e l'accompagna il palpidel mare. Non dan rumore i passul gran tappeto bianco e celeste. ampadari d'argento rispondono alluna. La caramella del collega soziademokrat risponde al sorriso del colega viennese. La soavità d'HildWagener risponde alla truculenza Otto Tressler. Il silenzio del Commissario di bordo risponde al silenzio del signore cinese, cui la festa crimoniosa deve dare qualche nostagia di mari iridescenti e di batted'amore: nostalgia del suo remopaese, che gli farà certo considerafa scena come se fosse dipinta sugorli d'un ventaglio, o sulla parete mi palanchino. MARCO RAMPERTl

Persone citate: De Magistris

Luoghi citati: Europa, Italia, Taormina, Utah, Vienna, Zara