Economia programmata

Economia programmata Economia programmata e a a o d i i a e e e i a i e l e o n e ri e, a di e] ei e o vi e zi ei ti r ee ie ao: à peoa , Pochi mesi or sono, a cura dOU'Qaservatorio Economico annesso alla Scuola di Scienze Corporative esistente nell'Università pisana e diretto dall'on. Giuseppe Bottai, usciva un volume di grande interesse sulla «Crisi del Capitalismo». Il lavoro costituiva il primo risultato delle indagini svolte. dall'Oaaervatorio, il quale ha precisamente il compito di raccogliere e coadiuvare tutto l'enorme materiale di dati e di informazioni d'ogni genere che riguardano studi ed esperienze' su quella che può definirsi ormai la nuova economia. Compito veramente utilissimo per facilitare l'orientamento degli studiosi davanti alla pletora di pubblicazioni d'ogni genere, buone e mediocri e cattive,, lo quali tutte vengono sovente superate dall'incalzare degli eventi. .-, Il lavoro raccoglieva alcuni studi di notévole importanza, fra ideali uno, particolarmente significativo, di Ugo Spirito, sulla crisi del' capi-;. talismo e sul sistèma, corporativo., che fu riportato integralroente.pochi giorni fa, dal Pòpolo dlttalta, e^che ha avuto il grande merito di prò-, cisare-, ancora, in forma rigidamente logica, tutta ^essenza v'era,''del Corporativismo, inteso come.nuòv» organizzazione dell'economia .nazjlo-. najè e internazionale. Una-preéisazione non inutile soprattutto pei- «b* loro che nel Corporativismo vedovano solo' un innocuo motivo ideologico davanti al quale. si-rjo|èyanp bruciare magari quotidianamente gli ■ incensi. della • esaltàziónef; réttor rica — assai poco costosi -^msf/Cflo non avrebbe mai- potuto ;ai»BÌu»eTe parvenza di vita reale. ' ■. ... ... ' Il lavoro raccoglieva altresì diversi scritti di studiosi stranieri: -E:.F. M.'Durbin, Gaetano.Piron,:ErHes>0Pattersòn e Werner Sombart. Quest'ultimo, nel suo - capitolo-jinille correnti sociali della Germania d'oggi, aveva concretato, in modo-proét' so e chiarissimo quelle concezioni di economia autarchica che, fra gli.'.altri, il Fried aveva enunciato, qualche anno or sono, nella sua- ben ;nòja « Fine dèi capitalismo ». ■ H volume si chiudeva con un capitolo, di. orientaménto bibliografico, singolarmente utile.,-. . ,In questi giorni,, per cura dello stesso Osservàtorto, .sta'per. uscire un altro volume che.completa U:prl-. mo, il quale costituiva essenzialmente ima esposizione."di. vedute teoriche; In questo, si' cerca myaco crete e di positivo nello nuove esperienze », cioè quanto si è fatto o'tà sta facendo. Siamo ormai, in fatto di- nuova, economia,.noi '$w&:é&W■^' tico e-già' si-.può. esaminare -noiv solo lé costruzioni' ideologiche ,'ma quelle reali. Il ■■ passo che si è compiuto è; già molto grande." Per questo lavoro hanno collaborato il Brocard per la Francia," J.;^.. Hobson per l'Inghilterra, Lewis Lor-. win per gli Stati,Uniti," Carlo Landàuer per la Germania e Gerard Dobbert, studioso tedesco, per l'eccr nomia sovietica. Conchiude il libro uno scritto, di Ugo Spirito suljja economia ' programmatica corporati'' va. che è anche l'unica economia nuova ehe sia entrata ormai nella • sua pratica attuazione, insieme-f quella sovietica; quest'ultima ''naturalmente indirizzata sopra tutt'altre basi ideali e politiche. L'economia programmata., ci/bi l'economia non più lasciata alle libere leggi della domanda e-dell'offerta — produrre quanto si1, vuole, quando si- vuole a -come si vuole'Hiin-quanto a principio1 o tendenza o aspirazione, è vecchia come la storia. Ma' salvo realizzazioni parziali ed in ogni caso transitorie e contingenti, essa non. scese mai' dal' limbo delle ideologie astratte. Nel secolo scorso poi, 'quando l'economia capitalista raggiungeva il massimo-del suo sviluppo, svolgendo cioè per intero la sua funzione storica ed economica, ogni concezione di economia regolata doveva rimanere, come tutte quelle del gruppo di Saint-Simon, o successivamente del Fouri'er; di ProUdhon, di Blanc, di Owèn, nel campo delle utopie, oppure assumervi una forma particolare, questa volta critica, attraverso gli sviluppi marxisti. Fu la guerra, accelerando prodigiosamente i temni. delle trasformazioni e delle evoluzioni econòmiche, a far precipitare la situazione ed'a delineare la decadenza e la crisi dell'economia libera. Ma-prima ancora che la situazione econòmica indicasse, con l'imperiosa forza della realtà, l'irrevocabilità della crisi, la Rivoluzione Fascista aveva iniziato la nuova via e gettato le basi, ancora ideali e tendenziali, della nuova economia. La Carta del Lavorò, che studiosi ed economisti stranieri hanno scoperto e studiato negli'.ultimi mesi, conta già ben otto armi di vita! La realizzazione dell'economia programmata è ancora' nella fase di elaborazione -sia in Francia che in Inghilterra. La posizione del problema, ancora iniziale,: vi- appare tratteggiata con assoluta evidenza nelle pagine del Brocard e dell'Hot»» son. La forza delle tradizioni e soprattutto l'identificazione della concezione economica del liberalismo con quella noli tic a hanno reso più lento lo svolgersi delle idee, ma: appunto per questo l'evoluzione si compie in modo singolarmente profondo. L'economìa regolata vi si è imposta come problema fondamentale insieme a quella della nuova organizzazione politica e sociale, e se ne sono avuti esempi eloquenti nella situazione interna del socialismo francese e del laburismo inglese. Si può dire ormai che l'esempio fascista -ha già assunto valore cosi universale da provocare il delinearsi di tendenze e di sviluppi impreveduti nei partiti stessi che . fino. a poco tempo fa-l'avversavano. Il cammino compiuto in -questo campo;:'ancho

Luoghi citati: Francia, Germania, Inghilterra