Le modalità di un nuovo "token,, allo studio

Le modalità di un nuovo "token,, allo studio L'ESPERIMENTO AMERICANO E LA QUESTIONE DEI DEBITI Le modalità di un nuovo "token,, allo studio e e n i a New York, 10 notte. I negoziati per la revisione del debito di guerra inglese si sono aperti oggi in modo effettivo con una riunione dinanzi al tavolo coperto.del consueto tappeto verde tra i delegati inglesi, l'ambasciatore Ronaldo Lindsay e il capo esperto finanziario Leith Ross, e i delegati americani? Sottosegretario di Stato alla Tesoreria Acketon e il consigliere economico al dicastero degli Esteri, Livesey. La posizione dei delegati di Washington è in base alla formula ufficiale di « simpatizzanti ascoltatori ». Si continua infatti nelle sfere governative a dichiarare che «l'Amministrazione non ha opinioni fatte e non intende avviare discussioni au una strada definita. Essi staranno solo a sentire ciò che verrà detto dai rappresentanti del Governo di Londra, assicurandoli fin dall'inizio che le loro parole troveranno orecchie pronte a misurarne tutte le nuances. Si sa tuttavia che Acketon ha avuto nei giorni scorsi e finanche stamane lunghi colloqui con Roosevelt dal quale certamente ha dovuto ricevere istruzioni precise in vista delle discussioni del pomeriggio con i delegati britannici. Al tempo stesso si annunzia che alla Casa Bianca si stanno esaminando le modalità del pagamento del nuovo « token » per il 15 dicembre venturo, essendosi ormai riconosciuta l'impossibilità di addivenire ad una sistemazione, magari provvisoria, del debito entro le prossime settimane. II punto di vista del Congresso Le discussioni sul debito britannico hanno occupato gran parte del pomeriggio. Uscendo dal dicastero del Tesoro i delegati britannici hanno detto che le trattative saranno riprese nel corso di queste settimane. Le delegazioni inglese e americana non hanno voluto fare dichiarazioni sulle questioni esaminate nelle trattative odierne. Al dicastero del Tesoro i giornalisti sono soltanto riusciti ad apprendere ciò che già sapevano da lungo tempo, ossia che nessun accordo potrà essere concluso senza la ratifica del Congresso, il quale ultimo rimane contrario a una sostanziale riduzione del debito senza adeguati compensi. Da fonte inglese risulta inoltre che i rappresentanti del Governo britannico han no tracciato un quadro della situazione fiscale generale allo scopo di dimostrare l'incapacità dell'Inghilterra a pagare la totalità del debito. La politica britannica in queste trattative consisterà — insomma — nel suggerire un pagamento di una percentuale del debito totale in base alle stipulazioni dell'accordo di Losanna. A quanto è dato appurare negli ambienti responsabili di Washington, non esiste la più lontana probabilità che il Governo americano accetti una somma come quella contemplata dal Governo di Londra. Esso esigerà un pagamento molto più sostanzioso di quello rappresentato dall'accordo di Losanna. L'amministrazione di Roosevelt, insomma, non ha ancora abbandonato l'idea che l'Inghilterra debba essere chiamata, se non altro, a pagare la totalità del debito. In altre parole, la sola concessione che Roosevelt crede possibile di fare all'Inghilterra è la cancellazione degli interessi. Siccome il debito ammonta a 800 milioni di sterline, delle quali metà sono state già versate, la somma che l'Inghilterra dovrebbe effettivamente pagare si ridurrebbe a qualcosa come 200 milioni di sterline oro, dato il deprezzamento della sterlina intervenuto in questi ultimi mesi. I funzio nari della tesoreria riconoscono che se il problema del debito fosse sistemato su questa base, non si incon trerebbero seri ostacoli in seno al Congresso. Quest'ultimo, in vista degli sviluppi importanti avvenuti negli ultimi anni, potrebbe addiveni re alla cancellazione degli interessi sul debito. Senonchè anche oggi, a quel che sembra, i delegati britan nici hanno basato l'intera loro argo mentazione sull'accordo di Losanna e insistito sulla intima correlazione folstmnadpilsdsrszdiqregznlnK , à i a e l l i e 0 e l a i i a a e fra riparazioni e debiti di guerra ossia hanno insistito su un tema che le orecchie americane non intendono sentire. L'accordo minerario L'accordo intervenuto a Washington ieri l'altro tra padronato delle miniere americane e sindacato minatori non ha ancora posto termine a tutte le ostilità fra operai membri del sindacato ufficiale e operai appartenenti alle organizzazioni rivali, istituite e mantenute per lo più dallo stesso padronato. Tuttavia ha ristabilito la calma quasi completa nei distretti minerari dello Stato di Pensilvania I rappresentanti degli operai e i rappresentanti dei minatori riconoscono oggi che l'accordo segna l'inizio di una nuova èra nei rapporti tra datori di lavoro e prestatori di opera negli Stati Uniti. Firmato il documento i delegati hanno redatto in comune una dichiarazione nella quale è detto che « indubbiamente raccordo è il più grande per portata e importanza che sia stato mai negoziato negli Stati Uniti sin dall'inizio della nuova èra economica ». L'accordo a quanto è dato ora conoscere stabilisce la fusione di tutte le separate organizzazioni degli operai lavoranti nelle miniere degli Stati di Pensilvania, Ohio, Virginia occidentale, Virginia, Mariland, Tennessee, e di una parte dello Stato di Kentucky in una unica organizzazione, ossia il Sindacato minatori americani al quale l'accordo conferisce esistenza legale, e diritto di trattare con il padronato a nome delle masse minerarie. In base alla nuova sistemazione il sindacato è autorizzato ad avere nelle varie miniere propri agenti di controllo sulla estrazione del combustibile e di istituire speciali commissioni incaricate di ricevere, vagliare, e trasmettere le doglianze e le rivendicazioni degli operai. Di massima importanza per questi ultimi è la clausola nella quale è stabilito che i proprietari delle miniere non hanno più il diritto di imporre agli operai di abitare nelle case affittate loro dalle compagnie di sfruttamento delle miniere, e di fare acquisti solo nei negozi di proprietà delle stesse compagnie. Chi è al corrente dello sfruttamento al quale in molti distretti, specie nel Kentucky, sono sottoposti i minatori da parte del padronato grazie alla istituzione delle così dette « zone chiuse », dalle quali gli operai non possono uscire sotto alcun pretesto, può comprendere l'enorme importanza della vittoria riportata su questo punto dal sindacato minatori. Il nuovo Sindacato Non è vittoria completa perchè il padronato minerario del Kentucky non ha ancora aderito all'accordo, e dichiara anzi di ignorarlo; ma presto o tardi dovrà venire a patti perchè la sua forza è fin qui derivata niente altro che dagli appoggi venuti dai legislatori di Washington e dalle autorità statali e locali. Roosevelt può dichiararsi soddisfatto dell'esito dei suoi tentativi di conciliazione perchè è riuscito, nel caso dell'industria mineraria come spera di riuscire nel caso delle altre industrie nazionali, a isolare i nemici dei nuovi codici del lavoro, e porre di fronte a loro il blocco dei convertiti al nuovo ordine economico che egli sta introducendo nel Paese. In base all'accordo concluso ora a Washington saranno immediata sfSuiPmente congedati circa seimila giova- ni lavoranti nelle miniere tutti di età inferiore ai 17 anni. Il Ministero competente può oggi annunciare che con gli accordi in parola il 95 per cento dell'industria mineraria è mineraria « tradunionista ». Il nuovo codice porta la firma del presidente del sindacato minerario, John Lewis, e del rappresentante del padronato, Adamo Morrow. Il sindacato minerario, ora ufficialmente riconosciuto, ha attualmente mezzo milione di iscritti mentre ai primi di marzo di que- sfanno, al momento in cui Roose- velt entrava alla Casa Bianca, ne ayeva appena 150 mila. -' R.

Persone citate: Adamo Morrow, John Lewis, Ronaldo Lindsay, Roosevelt