Mentre a Ginevra si svolge un'intensa attività diplomatica a Parigi si confida nell'opera mediatrice di Mussolini

Mentre a Ginevra si svolge un'intensa attività diplomatica a Parigi si confida nell'opera mediatrice di Mussolini IXv DISARMO IX UNA NUOVA FASE CRITICA Mentre a Ginevra si svolge un'intensa attività diplomatica a Parigi si confida nell'opera mediatrice di Mussolini fksssltà dell'accorilo I negoziati per il disarmo subiscono un periodo di incertezze e di tensione; non mancano le polemiche e gli attacchi di chi desidererebbe che l'auspicato accordo andasse all'aria. E' il momento in cui bisogna conservare i nervi a posto, poiché, malgrado tutto, a noi sembra che si stia arrivando al punto della trattativa finale: quando il compromesso è vicino è naturale che il mercanteggiamento assuma gli aspetti più vivaci; ma in fondo non conviene a nessuno e non è nell'intenzione di alcuno di rompere definitivamente i ponti. • Fra le proposte maturate nell'ultima fase ginevrina e le controproposte avanzate dal Governo tedesco esistono si delle notevoli divergenze; ma queste non ci appaiono tali Sa ritenere impossibile l'intesa, tanto più che Berlino non ha dimostrato,, nemméno nella forma, un irrigidimento assoluto. Sì, ci sono ancora Idi mezzo le questioni spinose della durata del periodo di prova e del materiale bellico offensivo; ma abbiamo assistito a dibattiti partenti 'da ben più opposte tesi (basti quello idi Losanna intorno alle riparazioni) per non aver fiducia in un avvicinamento progressivo. C'è una condizione di necessità per cui non si può restare nelle posizioni attuali: la Parte V del Trattato di Versailles, quella che regola il disarmo della Germania, è morta; a meno di riconoscere, di diritto o di fatto poco importa, la libertà alla Germania di provvedere alla propria difesa secondo il proprio giudizio unilaterale, occorre sostituirla con una convenzione speciale. I gruppi nazionalisti francesi insorgono furiosi contro questa cosidetta politica delle concessioni $ ne incolti ano i cosidetti uomini di sinistra; però con un uomo di destra come Tafdieu Presidente del Consiglio fffSgombrata la terza zona renana, la testa di ponte di Magonza, atto che costituì la concessione capitale. Invero non si tratta di concessioni, si tratta di un ritorno al senso della realtà che non fu rispettato a Versailles, dove furono previsti degli obblighi impossibili a mantenersi se non imponendo uh regime eterno di inferiorità ai vinti. Con le riparazioni, col disarmo, più della'Germania fu la Francia ad assumersi delle responsabilità insostenibili; ad una ad una deve scaricarle pena'il pericolo di cadere sotto il fardello. Perciò nella politica francese dal '23 (quando fallì l'impresa della Ruhr) ad oggi, vi è una coerenza di abbandoni da posizioni impossibili, che è stata superiore all'avvicendarsi degli uomini e dei governi. Ma fortunatamente per la Francia e per l'Europa, questo passo decisivo sulla via della riduzione degli armamenti, che è poi un passo verso la normalità nei rapporti inter nazionali, può avvenire dopo che si è avuto un evento importantissimo, basilare per i destini futuri del no> Btro continente, la firma del Patto a Quattro. Se si resta fedeli allo spi rito e al metodo della grande iniziativa mussoliniana, non c'è più la minaccia di trovarsi di fronte all'incognita, al salto nel buio; poiché le clausole dei Trattati di pace riguardanti il disarmo dei vinti sono esau rite, noi possiamo e dobbiamo prevenire il pericolo opposto di una formidabile esplosione reattiva di chi quelle clausole ha subite per quindici anni. Il principio della parità dei diritti, che non può essere infirmato e che ebbe un solenne riconoscimento nella dichiarazione dell'll Dicembre 1932, avrà un'applicazione graduale nel periodo in cui gli Stati europei cercheranno di uscire dai residui della psicosi bellica per ascendere a quella più perfetta comprensione reciproca di collaborazione nella giustizia che è il grande motivo ideale della politica estera di Mussolini. . Un anno di più o di meno nel periodo di prova? Dieci millimetri di più o di meno nel calibro dei cannoni da stimare offensivi ò difensivi? Ma via; non possono essere questi gli ostacoli capaci di arrestare quel faticoso travaglio che, sotto la guida dell'Italia fascista, deve portarci ad un'atmosfera di vera pace. Occorre che i governanti siano all'altezza dei tempi nuovi, come lo sono certamente i popoli; occorre che essi sappiano eliminare gli irrugginiti meccanismi burocratici dove esperti e tecnici vivono ed agiscono sotto l'impèro della formula; occorre che I pregiudizi delle clientele e delle alleanze non abbiano il sopravvento: mpmIdttCHnmngenufmcmtlszNsctcd l i e poiché purtroppo quelle stesse manovre ostruzionistiche che ieri denunziammo a proposito del memorandum italiano per il riassetto dell'Europa centro-orientale, sono in movimento contro un accordò equo, pratico per la riduzione degli armamenti. ALFREDO SIGNORETTI. Il Duce riceve gli Ambasciatori di Inghilterra e di Francia Roma, 10 notte. Il Capo del Governo ìia ricevuto, questo pomeriggio, gli Ambasciatori d'Inghilterra e di Francia. Le conversazioni ginevrine Ginevra, 10 notte. H ciclo di conversazioni diplomatiche preannunziato ieri nella seduta dell'Ufficio di Presidenza della Conferenza del disarmo dal signor Henderson è in atto : nella sola giornata di oggi si sono registrati una mezza dozzina di incontri che hanno avuto per protagonisti Di Soragna, Paul-Boncour, Nadolny, Eden e Norman Davis. Gli ambienti ginevrini, che si sono abituati in questi ultimi tempi a una più realistica valutazione dei fatti, non esagerano l'importanza di questi colloqui, ammettendo facilmente che è attraverso le vie diplomatiche normali che si svolgono, secondo ogni probabilità, in questo momento i negoziati di fondo. L'attività che qui si sta svolgendo resta comunque un riflesso diretto della linea politica a cui si ispirano i vari Governi, e come tale essa mantiene in pieno il suo interesse. E' così "che si e seguita con particolare attenzione 1 attività spiegata dal signor Nadolny, il quale si è incontrato successivamente con Paul-Boricour e con Norman Davis. Tra Norman Davis e Nadolny Si ha l'impressione che da parte tedesca si facciano degli sforzi per creare un'atmosfera più favorevole e particolarmente per disperdere il senso di sfiducia, artificiosamente diffuso in questi ambienti all'indomani della notifica della risposta tedesca a Roma e a Londra. Norman Davis, in particolare, si è dichiarato assai soddisfatto della visita resagli dal rappresentante tedesco, affermando che, grazie alle assicurazioni fornitegli da questi, le sue prospettive, per quanto riguarda la possibilità di una soluzione nel campo del disarmo, sono notévolmente migliorate. Dal canto suo il signor Henderson, mettendo immediatamente in esecuzione l'idea esposta ieri, si è posto in contatto con le delegazioni più interessate per l'elaborazione dei testi riveduti del progetto MacDonald originario. Coadiuvano il Presidente in questo lavoro di adattamento il signor Benes, che ha la carica di relatore generale della Conferenza del disarmo, e il signor Eden, come rappresentante della delegazione che ha presentato, a suo tempo, tale progetto di Convenzione. Sembra però che non tutti siano d'accordo circa l'opportunità di lanciarsi in una seconda lettura del Piano inglese, ciò che porterebbe di nuovo la commissione in discussioni interminabili. Il Commissario per le minoranze Le Commissioni dell'Assemblea hanno frattanto tutte terminato loro lavori oggi, di modo che doma ni l'Assemblea potrà tenere la sua seduta finale. Fra le ultime risoluzioni approvate in sede di Commissione è da rilevarsi la mozione votata dalla seconda Commissione in merito ai profughi ebrei. Tale mozione rico nosce che la presenza in diversi Pae si di un gran numero di persone di origine ebraica provenienti dalla Germania costituisce un problema di ordine economico, finanziario e sociale, la cui soluzione non può es sere trovata se non attraverso una collaborazione internazionale. Si propone pertanto il Consiglio societario di procedere alla nomina di un Alto Commissario per negoziare e dirigere questa collaborazione, e particolarmente per assicurare, nei limiti del possibile, del lavoro ai suddetti profughi. Il Consiglio societario costituirà un organismo amministrativo, nel quale saranno rappresentati gli Stati ed eventualmente le organizzazioni private. Per quanto riguarda le spese di questa collaborazione e dell'ufficio di Alto Commissario, si propone che la Lega stanzi un anticipo di 25 mila franchi, restando inteso che altri fondi.potranno essere costituiti con contributi delle organizzazioni private che si interessano al problema. Si ritiene che tra gli Stati che saranno invitati a farsi rappresentare nel Consiglio di amministrazione per l'opera dei rifugiati ebrei si troveranno, a lato di diversi Paesi europei, dove tali rifugiati sono venuti a cercare asilo, un certo numero di Paesi transoceanici suscettibili di offrire a questi delle possibilità di collocamento. Si apprende frattanto che, da par te della Federazione Nazionale un gherese sono state inviate al Segretariato generale delle petizioni contro le manifestazioni antirevisioniste organizzate in Rumenia e nel corso delle quali sono state commesse delle gravi violenze contro la minoranza ungherese. La Federazione in parola attira l'attenzione della Lega su questi incidenti, e prega il Consiglio di prendere le misure necessarie per la protezione della minoranza ungherese in Rumenia. G. T. trtuntitffcmaaplscnsttnvlmsdsmtngtmPlsmsngrqpcrWr i i n l r a i i i e o a Si guarda a Roma Parigi, 10 notte. L'atteggiamento del Governo britannico, quale sembrerebbe risultare dall'ultimo Consiglio di Gabinetto, è stato salutato a Parigi come-j una prova che la Francia può rimanere sulle proprie posizioni e rifiutarsi a ulteriori mercanteggiamenti in materia di disarmo. Il Temps e altri oi..'ani ufficiosi sostengono infatti nei loro articoli che il fronte franco-anglo-americano permane incrollabile e che la Germania deve ormai dire chiaro e subito se intende associarsi alla convenzione .che gli altri Stati stanno per firmare o se preferisce assumersi la responsabilità di rimanere sola fuori del consorzio dei firmatari. Nella realtà questa visione delle cose appare piuttosto discutibile e non tutta la stampa amica del Ministero sembra disposta a farla sua. Ripresa di intransigenza? La Germania ha già ripetutamente esposto la pròpria volontà di trattare e non ha mai fatto una questione sine qua non dell'accettazione ne varietur al contenuto della nota orale del 2 ottobre, che anzi sin dal primo momento essa ha tenuto a presentare come una semplice base di discussione e che appunto per questo non volle consegnare in un documento ufficiale. In quanto all'Inghilterra non bisogna confondere le manifestazioni elettoralistiche del congresso di Birmingham con la volontà d'azione del Gabinetto e tanto meno poi con le vedute di MacDonald. Per quel che è dell'Italia, la sua volontà di cooperare ad una equa transazione fra le tesi in presenza è ormai tanto nota che sarebbe ozioso supporre che essa possa venir meno nel momento in cui se ne fa maggiormente sentire il bisogno. Rimarrebbero gli Stati Uniti a nome dei quali Norman Davis ha compiuto nei passati giorni più di un gesto vivace che ha potuto accreditare a Parigi la fiducia che il Governo di Washington sia disposto a sostenere la Francia sino in fondo; ma qualche giornale americano ha già buttato parecchia acqua fredda su tali illusioni e nemmeno da questo lato sembra quindi che la Francia possa aspettarsi un collaudo incondizionato ad una eventuale ripresa di intransigenza. In complesso non è vero, insom ma, che la porta della conciliazione sia chiusa e primo a non crederlo è presumibilmente lo stesso Governo francese. Un foglio parigino del mattino, facendo il bilàncio delle risposte date dai varii paesi ai quesiti principali sul disarmo, pubblica la lista seguente redatta in base di no e di si: Non riduzione degli armamenti exalleati: parere della Francia: sì; dell'Italia: sì; dell'Inghilterra: sì (con riserve); della Germania: sì ( con riserve). Periodo di prova di 4 anni : Francia, sì; Italia, sì; Inghilterra, sì (con riserve); Germania: sì (con riserve). Controllo automatico permanente: Francia, sì; Italia, sì; Inghilter: ra, sì (con riserve); Germania, si (con riserve). Aumento degli armamenti germa nici: Francia, no; Italia, sì; Inghil terra, sì (con riserva); Germania, sì. Sanzioni: Francia, sì; Italia, no; Inghilterra, no; Germania, no. In questo computo il giornale parigino non tiene conto delle tesi degli Stati Uniti, ma è da presumere che ciò sia perchè anch'esso ritiene che difficilmente all'atto pratico il Governo di Washington si rifiuterà a sottoscrivere alla decisione presa dall'Inghilterra. In conclusione i pun ti controversi sarebbero soprattutto quelli della concessione dei prototipi alla Germania e della concessione delle sanzioni alla Francia. Che debba essere assolutamente impossibile di trovare Una base di compromesso in un campo di divergenze così limitato dovremmo rifiutarci ad ammetterlo nrima che siano stati fatti gli estremi tentativi di avvicinamento. La riduzione degli effettivi Il discorso di Vichy è stato accolto in Germania senza ostilità, cosa dj cui gli organi ministeriali francesi non esitano a compiacersi. D'altra parte questa stessa parte della stampa parigina continua a sostenere con calore Daladier e Boncour contro l'offensiva giornalistica attribuita ai circoli militari e contro gli intrighi dell'industria pesante. La radicale Ere Nouvelle e il socialista Populaire sono col Governo nel ritenere che se il controllo è accettato e se tutte le condizioni che vi sono state poste vengono applicate, la Francia riossa, senza pericolo, acconsentire riduzioni dei propri effettivi, anche prima del compimento dei quattro anni di prova. Battendo su questo punto, Jean Luchaire osserva nel Nótre Temps che gli organi dell'industria pesante non hanno nessun diritto di sostenere che il Governo francese viene meno ai propri imnegni verso il Consiglio superiore della difesa nazionale quando ammette la trasformazione dell'esercito francese in esercito a ferma breve, giacché la standardizzazione delle forze armate europee è già stata arjprovata dal Consiglio stesso molti mesi fa. R Governo non ha dunque più bisogno di consultare lo Stato Maggiore, e nuand'anche decidesse di modificare in qualche punto il progetto votato da quest'ultimo nessuno potrebbe rimproverarglielo. « Lo Stato Mag: dorè ha soltanto il diritto di formulare una opinione. Ma, data questa opinione, il cui carattere è esclusivamente tecnico, la. decisione non sptiteeCnagmtctmdenagdinmcddraguqsFdMiVfcmacnegssledvTclzmbtimbtsnnnfgspszvscugimnciR spetta a lui, bensì al potere esecutivo. Non facciamo confusione di poteri! ». L'insieme della situazione è stato esaminato questa mattina in un Consiglio di Gabinetto tenuto al Ministero della Guerra. Si ritiene che, ad onta degli sforzi fatti per obbligare la Germania a pronunziarsi m modo definitivo prima del 16 corrente, Daladier e Boncour abbiano già contemplato la possibilità di un ritardo nella convocazione della commissione generale, qualora un ritardo possa avere come risultato di evitare la rottura, eventualità che non sorride né all'Inghilterra né alla stessa Francia. Si prevede qui che nei prossimi giorni l'Italia farà un nuovo sformo di mediazione per avvicinare le tesi in presenza. Notizie di dubbia origine attribuiscono al Governo dì Koma il proposito di preconizzare la concessione alla Germania, a titolo di parificazione giuridica nominale, dj una certa quantità di artiglieria pesante di un calibro superiore a 105, che il Reich dovrebbe impiegare alla difesa delle frontiere e di una scorta di carri d'assaito da cinque tonnellate da utilizzare pei la sicurezza interna. L'ambasciatufe di Francia De Chambrun attenderebbe di essere ricevuto quanto orima da Mussolini. C. P.