Filtri
 

Cassinelli sull'idrocorsa Macchi-Fiat batte il record mondiale dei 100 Km. alla media di Km. 629.370

Cassinelli sull'idrocorsa Macchi-Fiat batte il record mondiale dei 100 Km. alla media di Km. 629.370 Una nuova grande vittoria dell'ala fascista Cassinelli sull'idrocorsa Macchi-Fiat batte il record mondiale dei 100 Km. alla media di Km. 629.370 ( ISTostro servizio particolare ) Il comunicato ufficiale Roma, 9 mattino. H Ministero dell'Aeronautica comunica: « Questa mattina è stato battuto il primato internazionale di velocità per idrovolanti su 100 Km. La prova si è svolta sul mare Adriatico fra Pesaro e Falconara sopra un circuito a forma triangolare regolarmente riconosciuto dalia Federazione aeronautica internazionale. Il tentativo è stato effettuato col controllo dei Commissari ufficiali della F.A.I. dal pilota tenente colonnello Guglielmo Cassinelli sull'idrocorsa « Macchi C. 72, motore Fiat A.S. 6 » do 2400 cavalli. L'apparecchio ha tagliato il traguardo di partenza alle ore 8, 7 primi, 6 secoiidi, e quello di arrivo alle ore 8'16,38" impiegando 9 primi e 32 secondi raggiungendo una velocità media oraria di chilometri 629,370. Il rècord intemazionale dì velocità su base di 100 chilometri apparteneva all'Inghilterra ed era stato battuto dal tenente Boothman, che durante la gara per la « Coppa Schneider» del 1931 raggiunse in due giri di 50 Km. l'uno la velocità oraria di 551,800 Km. (Stefani) L'eccelsa conquista — Ancona, 9 mattino. (L. S.) La giornata buona è finalmente venuta, annunciata da una aurora limpida. Da giorni si attendevano i segni che auspicassero mare e vento favorevoli. Sul finire della prima decade di settembre il reparto alta velocità di Desenzano si era diviso in due: sul Benaco continuava la vita normale dell'idroscalo, dell'officina, del volo e degli studi; in Ancona si preparavano l'uomo e la, macchina per una delle tante super-1 be prove dell'ala tricolore.- I Già da tempo il colonnello Bernasconi, in una ricognizione lungo le coste della penisola, aveva scelto la zona della riviera marchigiana che, iniziandosi dal porto di Ancona, si spinge in quasi perfetta linea retta fino a Pesaro e su questo tratto aveva stabilito di fissare la base per il record dei 100 chilometri {esattamente chilometri 100 e 20 metri), tratto che anche dal punto di vista aerologico presentava una situazione costante abbastanza favorevole. Erano stati perciò piazzati i piloni vertici: uno a Casebruciate e due a Pesaro {uno sul molo del porto canale e l'altro a due chilometri di distanza sul ponte della ferrovia, dovendo stabilire il lato minimo del triangolo e consentire att'apparecchio-record di limitare la perdita della velocità nella virata per compiere il percorso di ritorno). La base di studio e di allenamento era stata facilmente sistemata presso l'idroscalo Sanzio Andreoli, comandato dal cav. Dario Trabucco, ufficiale della riservo aeronautica, ove i piloti del reparto alta velocità e le squadre dei meccanici avevano trovato cordiali e simpatiche accoglienze e tutto il conforto richiesto dalla delicatezza e dalla complessità dei preparativi. La preparazione si è svolta silenziosamente come è costume dell'Ar- l ma azzurra che tutto il mondo ha stupito con la sua tecnica perfetta e e à a e è i l o i 0 l , a o e a e e io a ln a, r-1 I ae a e, si a eil a), a oe. oe o di oel ca maa iae ie ona ei nr- l'audacia temprata nelle prove più rischiose. Giungevano intanto da Roma i commissari nominati dall'Aero Club d'Italia per incarico della Federazione aeronautica internazionale — Popò, Cetani e Marchiori — e U cronometrista ufficiale cav. Damiani. Pronto il pilota, pronta la macchina da corsa. Solo il tempo favorevole mancava all'appuntamento del desiderio e della volontà. Un'altra giornata attivissimo trascorse tra la rada e l'idroporto nell'attesa vana delle condizioni propizie. Ita giornata buona doveva però finalmente venire. L'alba s'era appena annunciata con un lieve chiarore rosato dietro il fondale del Guasco e dei Cappucci ni quando gli uomini di manovra traevano daZZ'hangar l'apparecchio scarlatto e lentamente lo facevano scivolare sul piano inclinato e lo fissavano « ille guide del pontone. Pun tualìssimo, come sempre, il Camoscio aveva lasciato l'ormeggio di fronte al largo di Traiano e aveva gettato le ancore nello specchio d'acqua dell'idroscalo. Dalla banchina il colonnello Bernasconi seguiva la delicata manovra d'imbarco dell'idrovolante. Poi egli stesso saliva sul pontoncino che la vedetta prendeva a rimorchio e accompagnava al largo nella rada tranquilla nell'ora in cui ritornava lentamente la flottiglia peschereccia delle motobarche dopo la fatica notturna. Si iniziano i voli di ricognizione suUa base mentre il convoglio indugiava nella ricerca dello specchio d'acqua più favorevole al decollo del bolide. Sul pontone si attendeva con impazienza l'ordine di decollo. Finiva l'incubo di attesa e incominciava l'ansia lancinante della gara. Erano le 8 e pochi minuti. Avviate le eliche il motore subiva l'ultima prova. Poi la macchina scarlatta che Cassinelli già dominava — chiuso nella fusoliera, cuore e anima fusi col poderoso motore — scendeva rapidamente in mare, fremeva sulle acque lievemente increspate, si apprestava allo slancio nello spazio, alla breve decisiva lotta col tempo. Il colonnello Bernasconi dava il segnale del via. Sicuro, rapido, guidato dalla matto maestra adusata al comando della macchina superba, l'idrocorsa filava aprendosi un duplice varco spumoso sulla liquida pista, continuava la corsa vertiginosa per circa quattrocento metri, quindi si staccava dall'acqua con manovra perfetta. Decollo stupendo, preludio alla gara meravigliosa. Il trionfale ammaraggio Il tenente colonnello Cassinelli puntava deciso su Ancona cabran do sensibilmente, effettuava la ra pida geometrica virata, si portava alla quota di ottocento metri, si metteva in linea di volo e ripassava a totto gas al disopra del pontone e della vedetta. Un attimo dopo perdendo quota leggermente, saettava sulla base alla destra del vertice di Casebruciate ove erano in attesa il cronometrista Damiani e il commissario sportivo Marchiori. La corsa per il primato era incominciata. Oltre la cortina caliginosa spariva la breve linea della freccia rossa, dileguava l'eco del motore: Cassinelli era in rotta sulla costa rettilinea fino al punto estremo del molo di Pesaro. La virata imponeva una certa perdita di velocità. da Individuato il secondo pilone di Pesaro, quello interno, Cassinelli ini-dava il percorso inverso diminuendo e immediatamente la quota per ripren- i i a dere almeno in parte il tempo perduto nella curva poco prima abilmente superata. Il bolide esce dal circuito a una quota inferiore ai cento metri. Il cronometro di Damiani scatta per la seconda volta. Il tempo realizzato dice che [Cassinelli ha vinto l'ardita e difficilissima prova; ha vinto per sè e per la squadra eroica di Desenzano. L'idrocorsa è ancora sullo slancio del finale impetuoso, prosegue oltre seguendo la lin-ea detta riva che sì'incurva, presso Ancóna. Con una manovra che rivela il pilota di gran classe, la macchina scarlatta discende, discende ancora, ammara dolcemente, flotta, si arresta two lontano dal nostro motoscafo. Il pilota esae dal posto di comando, si pone a cavalcioni sul castello motore. TI primato è stato conquistato. La media dell'inglese tenente Boothman (ottenuta su due passaggi della Coppa Schneider del 1931, chilometri 551,800) è largamente superata. Damiani dirà all'idroscalo che la velocità data dal cronometro è di chilometri 629,370. A bordo del motosoafo del «Sisa» il capitano Scapinelli, l'ing. Piccardi della « Fìat » sono i primi a congratularsi col pilota che non appare eccessivamente provato e che riferisce subito al comandante le sue impressio-ni sul volo, impressioni che si riassumono così, sinteticamente: « La prova si è svolta in modo eccellente; apparecchio e motore si sono comportati in modo meraviglioso ». C'è esultanza di cuori nel manipolo di uomini che hanno avuto la fortuna di vivere più da vicino, l'emozione del cimento; esultanza che subito la radio comunica all'aeroporto ove il ritorno del convoglio è annunciato dagli idrovolanti di appoggio e dalla pazza gioia del maresciallo Fruet che caprioleggia col « C.R. 20 » nel cielo della città. Il motoscafo ■ della « Siso » si stacca dalla vedetta e l'equipaggio schierato rinnova il triplice alala. Quando l'artefias del nuovo grande successo aviatorio, il tenente colonnello Cassinelli (ancora chiuso nella combinazione di volo) sbarca col colonnello Bernasconi all'idroscalo, non possono sottrarsi alla, calorosa fervidissima manifestazione che la folla tributa con commovente entusiasmo. La folla anonima è grande nel suo spontaneo slancio di ammirazione e di affetto. La folla che ha seguito giorno per giorno la preparazione zmqctnsav1D3slpAstgèfbsscP?1 fmedia \ nvpgrcgfdla1rlnspdella giornata vittoriosa, sa e com- prende l'alto significato della conquista odierna; sa e comprende quale somma di sacrifici essa abbia richiesto; sa e comprende e « sente » quale titolo di orgoglio e di valore essa attribuisca all'Italia fascista. L'odierno primato si aggiunge alla serie dei più recenti assicurati all'I-1 talia dai meravigliosi velocisti di1 Desenzano : e non sarà l'ultimo, I quello di oggi! Lo dice la, folla col sitò alala di vittoria, lo dice l'offer- ! ta augurale dei fiori die la figlia del comandante Trabuoao ha fatto-] all'eroico pilota, il quale incide oggi iZ suo nome sul libro d'oro delle- massime conquiste dell'aria, lo dirà- ancora il popolo anconitano che im-1provviserà più tardi un'altra vi-|,brante manifestazione al valoroso, i tal momento detta sua partenza per-]Desenzano, ove vivrà la letiziai del- o1 l'ora accanto alla sposa e alla bim-- ba che l'attendono. e Il nuovo primato Il 10 aprile dell'anno XI, a Desenzano, Agello, su idrocorsa « M. 72 » munito di motore « Fiat A. S. 6 », conquistava il record assoluto di velocità con Km. 682,403. Ieri, ad Ancona, il tenente colonnello Guglielmo Caseir nelli della Scuola alta velocità di Desenzano. con apparecchio e motore analogo (M. 72, Fiat A. S. 6), batteva il record mondiale di velocità su 100 Km. alla media di Km. 629,370. Due records meravigliosi della glorio^ 3a. ■ ala italiana che non conosce, soste sotto l'impulso magnifico del Capo che l'ha rinnovata e l'ha portata fra ■ le primissime nel mondo. > ., Se prodigioso appare il record di • Agello, non menò lo è quello di Cassinelli. Quest'ultimo, anzi, dal lato tecnico è più dimostrativo e dice maggiormente le possibilità del motore che è servito per conquistarlo. E' noto' infatti che il record di velocità pura su base viene compiuto su quattro passaggi di tre chilometri in linea retta, sui quali viene fatta la media. Il record del 10Ò Km., al contrario, si ef fettua su un triangolo che comporta \ necessariamente tre virate. Il motore che ha conquistato il nuovo primato, il «Fiat A. S. 6», il più potente esistente nel mondo, e che è già stato descritto in occasione del record di Agello, è un prodotto d'eccezione al quale la Casa torinese è giunta attraverso fasi successive. Infatti l'« A. S. 2 », che nel 1926 aggiudicava all'Italia, nel cielo di Norfolk, la * Coppa Schneider » ed il primato assoluto di velocità bàttendo poi nel 1927 nel cielo di Venezia il proprio record, l'< A. S. 3 » che nel 1928, all'indomani della vittoria inglese a Venezia, riaffermava, stabilendo un nuovo record, il primato della tecnica aviatoria italiana, l'< A. S. 5 » che sfortunate contingenze impedirono di partecipare alla « Coppa Schneider » del 1929, sono i motori che segnano le tappe gloriose che portarono alla creazione dell'« A. S. 6 ». Si aggiunga inoltre che da questo motore, nel quale si sono risolte difficoltà annose con soluzioni nuove, è nato il « Fiat A. 30 R. A. » che montato sull'apparecchio « Fiat C. R. 30 » biposto conquistava pochi giorni or sono la « Coppa Bibescu » col volo Roma-Bucarest e che prima aveva già assicurato all'Italia, sempre sul « C. R. 30 » e con lo stesso Cassinelli, la * Còppa Dal Molin » disputatasi durante il meeting di Zurigo. Il tenente colonnello Cassinelli, il brillante pilota che ha conquistato il nuovo primato, appartiene a quel mirabile reparto di alta velocità di Desenzano, voluto dal nostro Ministro e comandato dal colonnello Bernasconi, che tanti magnifici campioni ha già dato all'ala Fascista. Egli è nato a Casale Monferrato il 31 gennaio del 1897. Volontario di guerra in Fanteria, veniva ferito nel 1917 durante un combattt- a 1 1 I ! mento ad Oppachiasella. Innamorato dell'aviazione vi entrava nel 1918 con la qualifica di osservatore. Prendeva parte a molte azioni di guerra prima in Italia e quindi in Francia, e per il suo ardimento veniva decorato con la medaglia d'argento e la croce di guerra al valore militare. In seguito era promosso per merito di guerra. Brevettato pilota, assumeva il comando di squadriglia e di gruppo. Nel 1926 si aggiudicava la « Coppa di Ferro » messa in palio tra i piloti del 13.o Stormo, appunto chiamato lo « Stormo di ferro ». Nel luglio del 1930 passava alla Scuola di alta velocità di Desenzano, vincendo in o-] i seguito, cornerà abbiamo detto la Cc-pe- pa Dal Molin al meeting di Zurigo. à- col nuovo primato sui 100 Km., l'a-1 viazione dell'Italia Fascista si afferma -| ancora una volta clamorosamente nel , mondo. Infaticabilmente, la gloriosa. rì armata azzurra, prosegue verso le mè- lte P1U ^celse, verso le conquiste ptù -iardue' Senza arresti- Vmmmmm t.