Storia di un terribile morbo studiato e vinto da italiani

Storia di un terribile morbo studiato e vinto da italiani IL CONGRESSO DI MEDICINA DEL LAVORO Storia di un terribile morbo studiato e vinto da italiani l a a o i a -' i i' i e e a a a Milano, 5 notte. La legge italiana per l'assicurazione sulle malattie professionali, il cui regolamento è stato recentemente approvato, contempla una malattia che ha una tragica istoria. E' una malattia che ha seminato stragi forse incalcolabili in molti paesi e che, sul Gottardo, durante gli anni del traforo, ebbe 11 suo più triste, più pietoso, ma insieme più vittorioso epilogo. E' un'infezione grave, il cui agente patogeno è stato scoperto dE un italiano, il Dubini, il cui ciclo di sviluppo è stato nettamente rivelato da italiani, la cui cura è stata additata pure da italiani. L'opera del Governo fascista Il Governo fascista, ben sapendo che solo una lotta profilattica senza quartiere può farla scomparire, ha deciso che ovunque se ne scopra un caso, sia subito segnalato per richiamare intorno ad esso l'attenzione dèlie autorità sanitarie, per circoscriverlo non solo, ma per trarre da osso notizie utili alla scoperta e all'eliminazione degli eventuali focolai di infestazione. Perciò, il Governo fascista, oltre a comprendere l'anchilostomiasi tra le malattie professionali indennizzabili, ha contemplato tale malattia tra quelle comunque denunziagli da parte, di qualsiasi me'dico e in qualsiasi caso, anche se il nesso col lavoro non sia dimostrabile. Italiani e stranieri, convenuti per le celebrazioni ramazzlniane, hanno voluto soffermarsi oggi a trattare siffatto argomento, sia perchè esso avrebbe dato adito a commemorare un'altra gloria medica italiana, il Dubini, che nel 1838 scoperse l'anchilostoma, il parassita cioè cui è dovuta la malattia, sia perchè meritava un certo aggiornamento. Cosi oggi, alla Clinica del Lavoro, sotto la presidenza del venerando prof. Perroncito,, il, Jrnf. Gustavo.. Quarelli, incaricato 'dell'insegnamento delle malattie professionali nella Regia Università dì Torino, ha rievocato la figura di Angelo Dubini, che fu medico dell'ospedale Maggiore di Milano, mettendone dottamente R chiaramente in luce la vita onesta e operosa, come uomo, medico, scienziato, padre, cittadino e patriota. Dubini ebbe un'attività assolutamente eccezionale e il Quarelli ci ha mostrato come lo scopritore dell'anchilostóma abbia sentito ancora come un suo ammiratore in vita — Paolo Mantegazza — l'Influenza del Settecento in cui gli enciclopedisti divulgarono la scienza con spirito pratico, ritornando ai modelli delle opere di Aristotele e di Plinio. Fu nel 1838 che per la prima volta egli trovò l'anchilostoma nell'intestino del cadavere di una donna e fu nel 1843 che rese nota l'esistenza di questo verme intestinale umano, che in seguito doveva essere accertato come l'agente patogeno di una grave malattia a carattere spiccatamente anemizzante, sovente mortale; che forse era già noto agli antichi egizi- e che probabilmente in Italia era già presente sul finire del secolo XVII, se e presumibile sì identificasse in una speciale forma di anemia gravissima, di cui parla il Ramazzini nella sua celebrata opera. Le prime voci inascoltate Purtroppo, se Dubini fosse stato ascoltato — come ha detto il Devoto — non sarebbero passati 42 anni dalla scoperta del parassita al riconoscimento della patologia da anchilostoma. Migliaia e migliaia di morti in Italia e milioni all'estero si sarebbero risparmiate. Cosi si sarebbero evitati pure i danni incalcolabili dipendenti dalle giornate di lavoro perdute. La tragedia del Gottardo, l'epidemia micidiale che ha colpito un numero sì considerevole di operai addetti a quel traforo, è stata causata ditatti dal parassita scoperto da Dubini e contro il quale nessun provvedimento era stato preso. Dono il Dubini, che per vent'annl ha insistito su questo verme anemizzante micidiale, dopo una voce inascoltata di Giacomo Sangalli, per registrare qualche cosa di positivo difatti biso.gna giungere al 1878 anno in cui Battista Grassi e i fratelli Parona fanno pure un passo innanzi su quello studio della patologia da anchilostoma, pubblicando le loro ricerche sullo sviiuppo di tale verme, sulla differenziazione da quello di altri e stabiliscono che si può fare diagnosi di anchilostomiasi, basandosi sulla presenza di tali uova nelle delezioni dei colpiti. Nel 1879 Edoardo Perroncito studia il ciolo evolutivo delle larve e propone come mezzo di cura il felce maschio; mentre Camillo Bozzolo, pure a Torino, definisce come anchilostcmiasi la malattia dei fornaciai. E' finalmente l'autopsia del 4 febbraio 1880 di un operaio del Gottardo, morto nella Clinica Universitaria torinese, che svela le terribili conseguenze dell'azione del verme. I duemila esemplari di anchilostoma trovati nell'intestino di quell'individuo agli occhi di Concato, Perroncito, Bozzolo e Paglioni appaiono come i diretti resiponsabili della grave anemia che aveva colpito l'operalo, e 1 due primi studiosi non tardano anzi ad affermarlo alla Accademia Medica di Torino; mentre Bozzolo e Paglioni si recano al Gottardo a perfezionare l'inchiesta clinica tra gli operai stanchi, deboU, pallidi, anemici, ridotti in tali tristi condizioni dalle larve di anchilostoma che, sviluppatesi dalle uova nel terreno propizio, sono penetrate nell'intestino di tali lavoratori e converti-, tesi in vermi perfetti, hanno Iniziato la loro opera distruggitrice del sangue. Una nuova èra Una nuova èra presto è segnata per studi vittoriosi. Camillo Bozzolo estende i primi tentativi di cura, fatti col Graziadei nel 1879 nei fornaciai e può dare alla fine del 1880 le prove decisive del valore terapeutico del limolo, lvirtù che resterà fessBtrsst^ta per mi¬ tidstvste 1 loubrisagCime fgerDvpmadDildsalocndfapledgsticnppdcqqsbnpCi hzlPmsvzmtnlcptnmlim«lcdlnedspmpcepqtsltssgnn ti anni, sì da far dire ancora nel 1911 dal famoso esploratore sir H. H. Johnston: «La scoperta di Bozzolo ha rivoluzionato l'intero problema dell'assistenza salutare nelle regiqni tropicali e sub-tropicali della terra, non solo per 1 bianchi ma anche per le razze di colore ». E' solo in anni più recenti che una cura nuova semplice e radicale, a base di cloroformio associato a olio di ricino, e studiata nel suo più idoneo dosaggio, è introdotta nella pratica in larga estensione, con successo dal prof. Ceresolì. Anche la profilassi riceve un impulso dopo il misfatto del Gottardo e le sue conquiste fanno si che, nel trs>foro del Sèmpione, non si hanno a registrare vittime di anchllostomiasi. Si può dire che all'indolenza con cui erano state accolte le segnalazioni di Dubini sia di poi subentrata una notevole attività di ricerche. Ma ancora il problema della patologia da anchilostoma non può dirsi risolto in tutti i suoi aspetti clinici, igienici, sociali. Perciò dopo l'applaudita commemorazione di Dubini fatta dal Quarelli, che di Dubini illustrò pure altre opere, alla Clinica del Lavoro si è tenuta una seduta densa di comunicazioni e di discussioni, su alcuni punti cruciali inerenti all'anchilostomiasi. Il dott. Mazzitelli di Carrara ha trac ciato un efficace quadro della diffusio ne attuale dell'anchllostomiasi nel mondo, mettendo in rilievo che il terreno favorevole allo sviluppo delle uova del parassita può estendersi dal 36° parallelo nord al 30» sud. Per quanto riguarda l'Italia, l'oratore ha presentato un grafico, che convincerebbe anche i più scettici a por mano alla lotta profilattica, quella lotta che per fortuna, specialmente nelle classi rurali, il Governo fascista ha già intrapreso. A questo punto è simpatico ricordare come pro^ prio 'stamane •sia"gl«ntìt":«trettamente dal Ministero per gl'Interni copia della circolare inviata in questi .giorni e a questo scopo ai Prefetti del Regno. Con questo atto, il Governo ha voluto dimostrare quanta attenzione porti al problema, oggi sul tappeto delle discussioni di questo' consesso internazionale. Hanno poi svolto comunicazioni professori Devoto, Cavagliano, Preti, Cazzaniga, Martin, Ronchetti, Penso, i dottori Cirla, Vernetti, Blina, mentre hanno interloquito i professori Ragazzi, Pometta e altri. Ne parleremo domani sottolineando le questioni più interessanti discusse, Per la cronaca odierna, diremo che prima di chiudere la seduta, il prof. Stassen, rappresentante del Belgio, ha rivolto un caldo saluto e un vivo ringraziamento al prof. Perroncito, i cui primi studi sull'anchilostomiasi sono stati tenuti nel debito conto con profitto nella vittoriosa lotta contro quella malattia nelle miniere del Belgio. Il Perroncito si è infine largamente congratulato con gli studiosi convenuti per il nuovo contributo di studi portato all'appassionante questione. ANGELO VIZIANO etanugAgIpcdvscèqamrtpdrèèèscrgEtftpTecPcvdqpscpiodlApn