La città delle mode scomparse

La città delle mode scomparse Viaggio tra il passato e il futuro La città delle mode scomparse (DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE) e o l i e a ^ i o a a a . e i a , , d o l l o a o e e e i i l o ù o i , o e o e e . e i l o l ti a o a e a BADEN-BADEN, settembre. La città dei cento alberghi (le pensioni non si contano), che ha una popolazione di almeno qualche migliaio di camerieri, pronta la più gran parte a parlare in ogni lingua, ad ogni ora (non desidererebbe di meglio), era predestinata a diventare, coi tempi che corrono, la cittàcrisi. Non l'è giovato di essere il capolavoro delle arcadie di tutto il mondo: forse anzi questa cert'aria che la contorna, aria d'idillio finito male, ha contribuito a renderla più scostante, triste, piena di presentimenti. A quel che sembra il meglio che vi si cerca è « bere acqua » — bere acqua salutare come ai loro tempi Adriano imperatore e Antonino, che qui s'incontravano per le terme costruite da loro, oggi dirute e sotterranee: bere acqua calda 67° Celsius, godere le fresche ombre della Lichtentalenallee, e dei parchi e giardini, ristorarsi dì sonno. Baden-Baden è tornata a essere insomma quel che era stata in orìgine, un luogo di cura, una stazione termale, climatica, terapeutica, raccomandatissima da specialisti in malattie del ricambio, un soggiorno ideale per chi è affetto da artriti, nevralgie e reumatismi, per chi soffre di catarro nelle inferiori e superiori vie respiratorie, e avanti dicendo. Contro i venti del Nord e i venti dell'Ovest riz~i il baluardo delle sue colline, a Est e a Sud la Foresta Nera provvede a regolare e a render costante, mitissima, la temperatura del suo cielo balsàmico; talché la gente venuta qui si guarda intorno con blanda letizia, con una scoperta soddisfazione di ritrovarsi in un mondo bene arieggiato, pulito. Troppa felicità Se una cosa guasta e toglie un poco alla perfetta euforia dei villeggianti, quest'è proprio l'eccesso di zelo che la città intera, dal borgomastro ai'portieri e maìtres d'hotel, si fa obbligo di mettere in opera per contribuire alla loro personale, privata felicità. Non dico dei provvedimenti contro i rumori, rumori di tram (ci sono in tutto due linee) rumori d'autoveicoli (di camion e carri pesanti quasi non se ne vedono) provvedimenti generosi se pure alquanto superflui; e non dico della comodità a cui si è studiosamente pensato, di far trovare al visitatore straniero, di qualunque confessione religiosa esso sia, la sua chiesa, in guisa che ciascheduno a piacimento, americano o inglese, russo o rumeno, levantino od ebreo, può ascoltare e parlare per le più varie sfumature il preciso linguaggio, l'unico, del suo Dio: siamo ancora fin qui in tema di salute, ed è altrove che comincia l'equivoco. Non ci si vuoi dare per inteso che la clientela- di Baden-Baden non è la medesima di quando De Musset, se non sbaglio, scriveva che V Europa aveva due capitali, Parigi d'inverno e Baden-Baden d'estate. L'appellativo superbo di Kurort Europas, luogo di cura di tutt' Europa, caduto di moda dal vocabolario alberghiero per città più provvedute di questa, tanto meno si oserebbe come una volta ripeterlo qui, dove il mondo tedesco, totalità o quasi di questa clientela, si è oggi ancora ridotto; per via delle note ragioni, che tengon lontani gli austriaci, i vienneci, dalle frontiere della Germania hitleriana. Inopportune a dir poco e piuttosto importune, sono perciò le cure a cui ciascuno sente d'esser fatto segno, importuno lo stuolo servizievole di quelli che vi vengono incontro, negli inalatori, se colà vi avviene di andare, o negli stabilimenti di fanghi, dov'essi basterebbero per dieci e son invece per uno, importuna l'intenzione manifesta di utilizzare se stessi per il vosiro piacere, di gradire, di trasformare in oro tutto quanto toccate (per sè o per voi poco importa) sempre infine con la persuasione che ciò ch'è prezioso, costoso, perfetto, sia giusto appunto quel che cercate. Fiori e musica Negli sterminati caffè e ristoranti i globi elettrici lancinanti sopra gli spazi deserti dei tavoli illuminano gli eber con la falange dei camerieri in sotfordine, dritti e a pied'arm davanti il solitario avventore; g lo scialo dei fiori e. delle mu¬ slgllzapfctgssrvtmqscenapfaBlcdvvctlrnccds siche non ha l'eguale che in quel delle luci. Fiori freschi, rinnovati ogni giorno, ai tavoli e alle finestre e sulle terrazze lungo i marciapiedi e nelle verande; musiche d'alto potenziale che non smuovono nessuno e attirano come quelle tanto più semplici, alla buona, dei baracconi di fiera o dei veglioni all'aperto, in campagna. Preferiti i quattro grandi concerti sinfonici quotidiani ammanniti nel giardino del Kurhaus, a piena orchestra, gloriosa tradizione locale. Non si sta in piedi e anzi i posti a sedere sopravanzano di gran lunga, col vantaggio evidente che qui gli incontri, le frequentazioni dilettose, si mantengono senza sforzo entro un quadro di bello stile mondano : il lusso di questi concerti è infatti già compreso nella tassa di soggiorno, e ad essi si ha diritto nè più nè meno che alle cure dietetiche. I divertimenti patriottici Di sera specialmente, meglio che a mezzogiorno e alle cinque, sia l'ora più disponente agli svaghi e sia il fatto del doppio concerto gratuito, alberghi, ristoranti, caffè, BadenBaden, tutto si svuota, per passare da un padiglione all'altro dove i concerti si svolgono, e mescere a volontà dei cocktail musicali: qualche battuta di Salame presa di qua, da quest'altra parte qualche po' dell'Eroica. Sólo te vecchie zie, di colore cachetico, se ne stan quiete al loro posto imbustate e solenni, capaci ancora di sentire, che so, nella Sinfonia incompiuta di Schubert, una continuazione melodica della fore sta e del vento. Tutto sommato, se non è questa l'ideai clientela domandata dalla celebrità del luogo, non è a dire però ch'essa sia tanto da meno dell'altra, di lusso, a cui Baden-Baden era avvezza. Serenità, semplice gioia della vita è quanto di meglio si chiede da chi vien qui, non il ricreativo e l'inutile, ciò ch'è rimedio o prodotto dell'ozio : onore dunque grandissimo per questa città l'esser scelta da gente così casalinga e modesta, e, pei loro gusti, avere in sè quel che basta al richiamo. I divertimenti di carattere stagionale, concorsi ippici internazionali, concorsi di danza, eleganti partite di caccia nella foresta, ultimi numeri d'attrazione tra fine agosto e fine settembre in altri tempi di fama mondiale, oltre tutto non interessano: interessano se mai, si preferiscono, i divertimenti patriottici. La Foresta Nera in margine a questa città già consacrata ai piaceri si va trasformando in un prestigioso scenario di riti e feste, di celebrazioni dell'uomo germanico, nel Merkurwald, a sette cento metri d'altezza sulla collina da cui si domina la pianura del Reno, con le rappresentazioni di un dramma, « Patria e Fede », in cui gli Svevi antichi ricompaiono coperti di vello, senza più i connotati di costume del tempo presente, a Otigheim cól Guglielmo Teli dello Schiller a cui prende parte una massa veramente straordinaria dì seicento attori, pur lì fra naturali quinte dì abeti, e un po' per tutto con raduni bandistici, ultimo in serie e più entusiasmante di tutti quello appunto della banda di Danzica. Vecchi tempi O Schwarzwald, o Heimat, wiebist du so schon! O Foresta Nera, o Patria, come sei tu bella, canta a una voce il coro dei villeggianti e si comprende subito che non è questo che si attendevano gli albergatori, i quali contano massimamente sul movimento dei forestieri, talché infine parrà anche scusabile che il nuovo regime sia andato incontro pure ai loro bisogni, e abbia intanto, circa da un mese, concesso il nulla osta alla soddisfazione del loro principal desiderio, ch'era appunto che si riaprisse, nel Casino, la sala da giuoco.Pare del resto incredibile si tardasse tanto ad aprirla, questa sala da giuoco ch'è la più « storica », e la più « teff erario », delle sale da giuoco. S'era chiusa verso il '70, dopo un'esistenza scandalosa cioè gloriosissima di mezzo secolo. Il Casino si chiamava allora « Caso di conversazione », c non era altro che un vecchio edificio, appena restaurato e rifatto, già collegio di Gesuiti: la sa-Za da giuoc.0 m costituiva la parte r e o l , i i e , a à i o a , i centrale, era un refettorio. Nessuno di quei bravi ragazzi che qui prendevano i loro pasti aveva mai sospettato che un bel giorno questo loro refettorio avrebbe assunto tutte intere le dimensioni di una città, sarebbe diventato « Roulettenburg », la mecca di credenti fanatizzati nell'ultima divinità, nell'unica divinità del Caso, fatta immortale da Dostoievski. La realtà di quella immaginazione è nota altresì dall'epistolario, dalle lettere che Dostoievski indirizzava alla moglie: sfortunato nel giuoco, fortunato in letteratura. E passarono di qui artisti su cui la fatalità pesava assai meno poiché era quella sola dell'arte, Turghiènev, Liszt, Berlioz, Rubinstein, Musset, Lenau, Tìeck, Paganini, Spohr, tutto il parnaso romantico venuto a svagarsi qua in villa. Brahms trovava anche tempo di lavorare alle sue composizioni sinfoniche, Meyerbeer finiva qui l'ultimo atto degli Ugonotti. C'era anche VOffembach della Bella Elena, il quale con la consueta modestia si contentava di scrivere la « Granduchessa di Gerolstein », copia poetica di una dama innamorata di baccarà, a uno di questi tavoli di caffè. Quando ci venne Napoleone III col suo cuoco e la sua corte fu la volta del massimo trionfo, il Casino si illustrò della Comédie Frànc.aise trasportatasi qui al completo, dell'Opera. Comique, dei Bouffes Parisiens, e s'intende fu anche la volta dei massimi intrighi, entrati già in gran parte, fin dal suo-sorgere nelle fortune del Casino di Baden-Baden. Fu chiamato anticamera del Congresso di Vienna, e fu qui, dove i Kriidener avevano profetizzato il ritorno di Napoleone dall'isola d'Elba, che le vittime di quel congresso vennero a cercare presso i loro carnefici qualche illusa speranza. Il principe Eugenio di Beauharnais, re d'Italia, sua sorella la regina Ortensia d'Olanda, il principe Ypsilanti, si confondevano alla folla cortigiana e galante, si avvicinavano all'imperatore di Russia, all'imperatrice Elisabetta, che anche lei « prendeva le acque », ol?o granduchessa Stefania moglie del granduca di Baden, divinità eponima e tutelare, per muovere insieme i passi nelle gavotte, nei walzer, nella grande politica. La granduchessa Stefania faceva buona propaganda per la povera Ortensia, cantava le canzoni che la regina Ortensia componeva. Ora Baden-Baden è un po' come i vestiti d'allora, troppo larghi per po ter venire indossati dai figurini smilzi, patiti, del nostro tempo : dentro ci si balla. E usavano allora imperatori, imperatrici, tante cose si usavano che oggi non usa. Ci vorrà altro che il giuoco d'azzardo. ERCOLE REGGIO trl'alalesogud'code10egdideargobrdevirie polapescune tedtrceD« ne ri« qc11dnsl'nl'qpgfNefintugnnspcdnBzqismpltslzlsstdmimd