Un busto femminile al macero che mette in allarme uno stabilimento

Un busto femminile al macero che mette in allarme uno stabilimento LA STRANA AVVENTURA DI UN* OPERAIA Un busto femminile al macero che mette in allarme uno stabilimento a ) e , i i , n l o o r a' - a, e »i»£v*"' 7,^'^'gua""<L7Ho Mvfmmo, Ogmna diana la tua. <Lh? Matnago, 29 notte. Al terzo richiamo della sirena, le cenclaiole della cartiera sono uscite come tutti i giorni a frotte dagli spogliatoi; come tutti i giorni hanno attraversato zoccolando H cortile, ed eccole come tutti i giorni all'opera, tra le montagne di stracci: àtracai pronti per il macero laggiù in fondo, stracci dà cernita sparpagliati un po' dappertutto, sulle tavolate, per terra... Un grwppo, più. ciarliero, raccolto davanti a sé un certo numero di ciamfrur saghe, fa la cernita dei capi mservibUi, da gettare senz'altro nelfa vasca maceratrice; un altro gruppo, a parte, s'occupa di spogliare il materiale di rifiuto dalle parti in qualche modo utilizzabili, come bottoni, vezzi di cuoio, accessori metallici, eccetera. E così via. Ordine (iella polizìa ! Sono trascorsi dieci minuti dalla ripresa del lavoro e tutto procede secondo il normale ritmo. Ma la porta tutt'a un tratto s'apre ed entra un uomo affannato. — Signora Rosa! — chiama. Si ode imo scalpiccio, in fondo della sala: un po' sorpresa, forse anche un tantino preoccupata, la caporeparto accorre. - — Ha chiamato mot — B\, lei!... Ha mandato già rota alla vascaf — Stamattina sì!... Oggi non ancora! Si stava raccogliendo un po' di materiale, per fare tutto un viaggio! Aìtórà, sospenda, d'ordine della Direzione!... Ha capito f Là capo^répurto capiva e non capiva. — Sospendere, con tutto questo po' po' di rota che ci sita da smaltire t... E se mandano a cercare, dal macero? Se mandano a cercare — rispose asciutto asciutto il nuovo arrivato — dita così che gli ordini san questi!... D'altronde la squadra dei maceratori è avvertita che bisogna sospendere. — Va bene, va bene!... — si affrettò a rispondere la signora Rosa, in tono propiziatorio. — Per me, capirà!... Fo quello che mi dicono... E mentre non sì lavora, signor ingegnere, che cosa si deve far et I/ingegnere volgeva gli occhi da un angolo aM'altro della sala, come se cercasse qualche cosa o qualcuno. Signora Rosa — disse bruscamente — fia quii fra i suoi stracci, un busto da domvat Se ci ho dei busti, signor ingegner'el... Alla grazia!... Guardi: tytti quei cenci laggiù, san tutti busti! Già sfatti, s'intende... B chi sa quant'altri ve ne sono ancora da disfare! L'ingegnere tacque un istante: pareva imbarazzato a formulare una domanda che gli frullava nel cervello. Guardò scontento le operaie, che di lontano aguzzavano le orecchie per carpire qualche parola di quello che si storca dicendo, poi si decise e disse, piano: — Signora Rosa, ho bisogno che lei mi trovi un busto da donna, che deve essere qui, se non è già macerato: un busto diverso dagli altri, di foggia strana!... — Un busto da contadina,:forse t No: non dovrebbe essere un busto da contadina! Faccia conto che sia un busto come se ne vedono nelle mascherate! Fu uno sprazz» di luce, nella mente della signora Rosa. — Ah, ora ci sono!... Sicuro, sicuro! Un busto come quello che lei dice, l'ho visto fra le mani d'un'operaia... Ma saranno dieci giorni fa!... Oh, di più, di più! Chi sa dov'è, a quest'ora! — Ebbene — riprese in tono perentorio l'ingegnere — se non c'è più, tanto peggio, ma se c'è, si deve ritrovare! E' un ordine della polizia! Questa volta fu come un fulmine per la signora Rosa. Lì per li, rimase come soffocata, senza poter articolare parola. — La polizia! — esclamò, quando si riebbe — Gesummaria! O che è successo qualche oosaf Ma l'ingegnere era già uscito, piantando in asso la signora Rosa, più allibita che mai, non senza averle raccomandato ancora una volta di non lasciare nulla di intentato pur di ritro vare il famoso busto. Il dubbio del Commissario Come si fu riavuta, la brava Rosa impartì ali ordini. Le cenciaiole, dal canto loro, si fecero in quattro: ogni cosa fu messa sossopra,'sotto lo stimolo della capo-reparto, ma soprattutto di quelle strane minacciose parole« Ordine della polizia! ». — Gesummarìa! — gemeva la signora Rosa. — Come si fa a ritrovare un oggetto che si 6 avuto per le mani un mese fa? E' impossibile, è impossibile! Mn l'impossibile si avverò: il busto fu ritrovato: per la sua forma strana, non era sfuggito all'attenzione delle vislageralo motoil ogDiavcavarelula—todesoinmmptinesoconstfoplopngSastprCnzrdgtlnssdctcbclitltsfpvStvlsgp o ? i n a e ! o i ! r e i a l i e i so a, e visto qui, ieri l'altro!...*; '«L'ho visto aggiù, due giorni fa! ». Tutte se ne erano fatto un trastullo, misurandoselo l'ima dopo l'altra e facendo mille moine, come ad una mascherata. Fatto sta che, invéce d'andare al macero, il bizzarro indumento era finito fra gli oggetti dì ricwpevo e lì fu ritrovato. La buona notizia fu comunicata alla Direzione, la quale si affrettò a darne avviso alla polizia. Un/ora dopo, un commissario era in cartiera. Il busto ricuperato troneggiava su un tavolinetto nell'ufficio del Direttore, fi funzionario lo esaminò a lungo. Quando ebbe finito, strìzzò le labbra. — Non ho mai visto nulla di simile! — esclamò. — Se non avessi constatato con i miei occhi, mi rifiuterei di credere che una donna la quale ha indosso quarantamila lire di brillanti possa indossare un arnese simile, roba da medioevo! ■Scosse il capo e soggiuìise: — A meno che l'operaia non abbia mentito e la verità sia un'altra Un ingegnere della cartiera, che era presente, osservò: — L'ipotesi che l'operaia abbia mentito potrebbe non essere rigorosamente necessaria, cavaliere. Ho visto, nel corso d'un mio viaggio in Russia, busti come questo indosso a donne georgiane, che erano proprietarie di terre vaste come la provincia di Como e che forse custodivano nei loro scrigni ben più dì quarantamila lire in gioielli! — Tutto ciò sta benissimo — inter loqui il direttore; ma' intanto qui si perde un tempo prezioso! Bisogna venire a capo di questa faccenda!... Signor commissario, la donna è di là!.., Se vuole interrogarla, questo ufficio è a sua intera disposizione! La donna fu fatta entrare e sottoposta ad un nuovo interrogatorio. Era pallida, spaurita da tutto quell'appa rato, ma si esprìmeva senza reticenze. Col tono della più assoluta sincerità, non fece altro che confermare, sostanzialmente, quello che aveva già dichia rato ai Carabinieri. Storia di M brillanti orscgrdiesatieroal Tutte le mattine, al terzo richiamo della sirena, ella usciva con le compa gne in frotta dallo spogliatoio ed attraversava zoccolando il cortile: tutte le sere, ad un nuovo invito della sirena, rifaceva la strada percorsa e, lasciati gli zoccoli per calzare le belle scarpette alla moda cittadina, usciva dallo stabilimento, per tornarsene cosa, ove la mamma l'aspettava. Così tutti i giorni. Un bel mattino, le'era capitato fra le mani il busto... Ah, quel busto, che per un istante le aveva procurato l'illusione della ricchezza e del lusso, di quanti guai era stato causa, invece! La forma strana dell'indumento aveva attratto la sua attenzione. Ella lo aveva mostrato alle compagne e, tutte insieme, se ne erano fatte un tra stililo, misurandoselo Vuna dopo l'altra fra moine e sberleffi, sinché era sopraggiunta la capo-reparto che le ave va redarguite: — O ragazze! O che è carnevale? Suvvia, smettete di gingillarvi con co testo aggeggio costì e sbrigatemi il là varo, che non ho punta voglia d'ingrul lire per voi! E tu, Clelia, spicciati scucire cotesto busto: le stecche e i ganci mettili laggiù. La Clelia non s'era 'fatto ripetere l'invito e si era data a sforbiciare punti fitti, quand'ecco senti fra le dita una cosa solida, come una noccinola nascosta fra le impunture del busto, al posto del seno: subito dopo s'avvide che, simmetricamente, c'era fra la stoffa una cosa dura esattamente uguale alla Qrima. Senza esitare, lacerò la tela con un colpo di forbice e vide saltar fuori due cose lucenti che le parvero brillanti. Il rumore che essi produssero cadendo al suolo, fece volgare il capo alte compagne. Fu un coro di « oh! ». — Brillanti!? — Saranno veri? La signora Rosa intervenne: — Veri?... O grulle, credete che i brillanti veri si trovino cuciti nella roba che va al macero? Badate al daffare, piuttosto, che san già le nove! Le operaie risero — dopo tutto, la capo-reparto aveva forse ragione — e non btidnroiio più alla Clelia, la quale, senza pensarvi su, intascò i due pretesi brinanti. — Me ne farò fare due orecchini — pensò, e tornala a casa, la sera, mostrò alla mamma, alle amiche, alle vicine di casa l'oggetto della sua scoperta, Un conoscente, avuto sentore della cosa, volle vedere i brillanti e li esa minò da uomo che la sa lunga: — Son falsi — dichiarò alla fine della sua perìzia — ma un centinaio di lirette le valgono.'... Se me li vendete, Clelia, ve ne dò centocinquanta lire, l'una sull'altra! Eh, che ne dite? La Clelia rimase tentata dall'offer- cimgrsodimfarivetotagNbsnegasfamtledadèsssQtrtltmcncimclmltsdpCpppcsstu-, sulle prime, ma poi scosse il capo.. — Voglio farmene fare un paio di orecchini appena avrò i soldi! — Uh, che idea! — ribattè U conoscente. — Un paio di orecchini così grossi, addosso a voi si capisce subito die non possono essere veri, se no non sareste qui a logorarvi le mani in cartiera! E se qualcuno può cadere in errore, troverà da ridire! — Che cosd ci sarebbe da ridire t — Dio mio, voi mi intendete! Dietro al lusso c'è sempre qualcuno che paga! Ma la Clelia non volle sentir ragioni. — Ormai ho deciso! i e a a l e e Un dramma ignorato La madre quando seppe delle centocinquanta Uro offerte e rifiutale, rimase perplessa, con una cocca del grembiale fra le mani: ■— Mi sbaglierò — disse — ma, qui sotto, c'è qualche cosa. Sai che cosa ti dico? Posdomani debbo andare a Como dallo zio: dammi i brillanti, che H faccio stimare da un gioielliere! La risposta del gioielliere fu categorica: . — Questi brillanti, sposa, valgono ventimila lire Vuno.'t. La madre di Clelia rimase senza fiato e chiese, boccheggiando: — Lei sarebbe disposto a pagarli tanto? Si potrebbe vedere!... Però bisognerebbe che sapessi di dove vengono! Non per sfiducia, Dio ci scampi e liberi! Ma non mi spiego come mai, possedendo gioielli simili, non sappiate nemmeno se sono veri o falsi! La madre di Clelia raccontò per filo e per segno la storia del busto.. Il gioielliere finse di credere e fissò un appuntamento, per Veventuale acquisto; dopo di che, uscita la donna, si affrettò dd avvisare la polizia. Le cose andarono come dovevano andare: la Questura si interessò vivamente del fatto, vi furono interrogatori, confronti; e noie senza fine per le due donne. E grazia che poterono dimostrare la buona fede! La cosa si è risolta in bene. Clelia avrà, in ogni caso, il dieci per cento del valore di stima dei brillanti, come è prescritto dalla legge. Le gioie sono state depositate al Municipio di Masnago, ove rimarranno due comi, a disposizione della legittima proprietaria, Qualora questa non si facesse viva nel termine legale, i brillanti spetterebbero logicamente alla Società della Cartiera, la quale ha dal canto suo stabilito che li venderà, versando il ricavato alle Opere Assistenziali del Regime... Tutto per il meglio, come si vede, con piena soddisfazione di tutti, come nelle commedie del buon tempo antico... Di tutti? No! C'è un personaggio ignoto, in tutta questa faccenda ed imi mistero da chiarire, che affascina; e che turba — ma per altri rispetti — l'attenzione della polizia! C'è un dramma, il dramma oscuro, ignorato di colei che nascose nel busto i due brillanti, tutta la sua fortuna, forse! Sommerso dalla vita, il vero personaggio del dramma è V unico che manchi all' appello! Chi è, chi fu? Una profuga, magari! Capita spesso che chi fugge dal proprio paese, sotto minaccia di morte, porti con sè gioie, anziché danaro. Ma perchè, sapendo di possedere una ricchezza, l'ha gettata via? Forse la misteriosa eroina della vicenda è morta, senza rivelare a nessuno il suo segreto ? Oscuro enigma che forse un giorno sarà chiamato a risolvere il modesto impiegato che siede allo sportello degli « Oggetti smarriti » del piccolo Co-' mime di Masnago. agidiblpoImdicolomundeil indicebatrdsicestnlaraacrine sidtàFcnvSigvVpssVmsutgttvicmbmpMASSIMO ESCARD.

Persone citate: Fo, Ordine, Signora Rosa

Luoghi citati: Como, Russia