Un ex-combattente austriaco offre al Duce i cimeli del dirigibile italiano 111

Un ex-combattente austriaco offre al Duce i cimeli del dirigibile italiano 111 UNA NOBILE LETTERA E UN GESTO CAVALLERESCO Un ex-combattente austriaco offre al Duce i cimeli del dirigibile italiano 111 Roma, 27 notte. Il capitano austriaco Benno Fiala von Fernbrugg ha mandato al Capo del Governo la bussola e la carta del dirigibile italiano numero 111, abbattuto nel 1916, accompagnate da una lettera che vale la pena di pubblicare, come documentazione dell'eroismo italiano durante la grande guerra: Vienna; 19 agosto 1933. A S. E. il Capo del Governo d'Italia, Io sono uno che, dal 1909 in poi, ha preso parte attiva allo sviluppo dell'aviazione; oggi, quale collaboratore del prof. Junker, mi trovo in contatto immediato con tutti i progressi moderni dell'aeronautica. Avendo, per di più, condivìso in un certo senso le sorti di un camerata aviatore italiano ed ex-nemico di guerra, mi permetto di esprimere la mia ammirazione per l'alta impresa della Squadra atlantica compiuta dal Maresciallo dell'Aria Balbo. Ho avuto l'onore di fare la conoscenza di 8. E. Balbo nelle officine Junker ed è stata per me una soddisfazione particolare quella di poter porgere, nella seduta della Federazione Aeronautica Internazicnale di Parigi, dove io rappresentar vo l'Aero Club Austriaco, le mie felicitazioni al mio ex-avversario di guerra, l'aviatore da combattimento generale Piccio, per il conferimento della medaglia d'oro della Federazione Aeronautica Internazionale al generale Balbo. Permetta, Eccellenza, che io, nell'occasione della straordinaria impresa compiuta dal Maresciallo dell'Aria Balbo e dall'Aviazione bellica italiana ricordi il primo non meno eroico comandante delle forze aeree italiane, il maggiore Pastine, che io ho conosciuto come aviatore e capo fedele al suo giuramento di soldato fino alla morte. Fu nell'anno di guerra 1916, quando io ero di presidio, quale imperiale e regio tenente aviatore austriaco al campo di aviazione di Aisovizza, addetto alla squadriglia- n. 10, allorché, alle prime luci, ossia verso le ore 4 del 4 maggio comparve, all'altezza di circa 900 metri, un dirigibile italiano proveniente da Aidussina-Cernizza, in direzione di Gorizia. Alle 4,10 partirono due aeroplani della squadriglia 19, uno tipo Brandenburger, con il capitano Eeyrowsky e con me, e uno di tipo Fokker, con il tenente Hautzmayer. Allorché il dirigibile, giunto nella regione a sud di Schonhass, osservò il prossimo attacco di due aeroplani, gettò giù la zavorra e si inalzò a circa 1400 metri. A questa altezza si svolse il combattimento aereo. Noi attaccammo dalla parte posteriore e da quella del fianco destro posteriore. Io sparai con la mia mitragliatrice cento colpi, fra i quali una trentina circa, con munizioni incendiarie a una distanza di 1200-1400 metri; l'apparecchio Fokker, invece, attaccò di dietro con una mitragliatrice ordinaria. Il dirigibile rispose energicamente al nostro fuoco e difatti, più tardi notammo che i nostri Brandenburger e Fokker erano stati colpiti parecchie volte. La lotta proseguì verso Est, fino alla strada Gorizia-Merna, dove entrò in azione anche il bombardamento antiaereo. Presso Vertojba, il dirigibile si incendiò, scoppiò nella sua parte superiore, nella linea della lunghezza, sprigionando una fiammata alta circa 200 'metri. L'armatura si piegò e precipitò avvolta tra le fiamme dei serbatoi della benzina, vicino alla strada poco lontano dal campo di aviazione di Gorizia. L'equipaggio, tra il quale si trovavano tre ufficiali superiori dell'aviazione e il comandante delle forze aeronautiche italiane maggiore Pastine, avevano difeso il loro dirigibile eroicamente, fino all'ultimo istante. Io ho conservato, per molti anni, come un caro ricordo, la bussola che porta ' l'indicazione « dirigibile numero 111 », e un pezzo di carta geografica, che il morto eroe Pastine teneva fra le mani. Nelle ore silenziose e di raccoglimento ho rimirato questi ricordi con quel rispetto che invade ogni \ravo soldato il quale, nella esecu zione di un sacro dovere verso la Patria, si sia trovato di fronte ad un avversario leale per la vita e per la morte. Con questa bussola e su questa carta è stata tracciata dall'eroico comandante delle forze aeree italiane, con U suo proprio sangue, la via del sacrificio doloroso e della dedizione militare alla propria Patria, via che attraverso molti sacrifici, conduce da Pastine fino alla gloriosa impresa del Maresciallo Balbo. Io prego VE. V. di volere accettare questi cimelii come l'omaggio di un vecchio avversario di guerra e di farli collocare in un sito, nel quale essi potranno corrispondere al loro scopo meglio che stando presso di me; vale a dire non abbiano da servire di ricordo ad una persona singola, ma alla gioventù di ima Nazione intera, indicando quella via che attraverso una morte eroica conduce verso la gloria sconfinata. In questa maniera io credo, quale collaboratore del prof. Junker, di rendere giustizia aUe idee di questo grande straniero sull'Aviazione moderna, idee da lui espresse con queste parole: « Un grande sviluppo specialmente nell'Aeronautica può sorgere soltanto da una grande tradizione ». Con la massima devozione. Firmato Benno cav. Fiala Von Fernbrugg, capitano pilota di guerra a riposo, comandante dell'imperiale e reale stormo da caccia austriaco squadriglia 51 J.^». PrnsqdeppslfnnvnmdmchcSvmOlcvmfLucgdsllp§ts

Luoghi citati: Gorizia, Italia, Parigi, Roma, Vertojba, Vienna