L'on. Biagi inaugura il Congresso di pubblicità

L'on. Biagi inaugura il Congresso di pubblicità L'on. Biagi inaugura il Congresso di pubblicità greo plcità Roma, 18 mattino. Ha avuto luogo, ieri, in CampidoY/glio, nell'aula di Giulio Cesare, la ;1-Inaugurazione del quarto Congresso ^Internazionale della Pubblicità, alla "presenza di S. E. il Sottosegretario di Stato alle Corporazioni on. Biagi ...in rappresentanza del Governo, del Vice-Governatore di Roma, dei rappresentanti del Senato e della Camera, di organizzazioni sindacali e di enti commerciali e industriali. ^••Numerosissimi gli intervenuti, tra [3 cui i membri delle delegazioni estere rappresentanti i seguenti paesi: Australia, Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Olanda, Polonia, Spagna, | Svizzera, Stati Uniti d'America. Le rappresentanze straniere Di speciale rilievo per il Congresso tra i numerosi delegati intervenuti, è la presenza del sig. Hodges del Comitato esecutivo e condirettore del Sun di New York, il quale rappresenta tutte le Associazioni di pubblicità del Nord-America; il signor Bishof, della direzione del Times di Londra, il quale rappresenta al Congresso la persona del maggiore Astor, proprietario del Times e presidente delle associazioni pubblicitarie inglesi; il signoStevenson, in rappresentanza del comitato australiano di pubblicità; iprof. Frenzel, presidente della sezione tedesca dell'Unione continentaldella pubblicità; il signor Fischerdi Monaco, segretario del Ministrdella Propaganda del Reich. _ Numerosa e cospicua è la delegazione italiana che, oltre ai rappresentanti delle varie attività pubblicitarie nazionali, comprende gli esponenti maggiori delle attività affini del ramo editoriale, nonché i capi degli uffici di pubblicità delle principali ditte industriali e commerciali. La Fiat partecipa ai lavori del congresso nella persona del capo dell'ufficio stampa e pubblicità dott. Gino Pestelli, il quale è anche relatore sul tema « La pubblicità ed i giornali ». La relazione del dott. Pestelli, già pubblicata negli atti del congresso, sarà svolta mercoledì prossimo a Milano, ove il congresso stesso-proseguirà i suoi lavori. In essa il relatore pone in rilievo, con spirito schiettamente giornalistico, la funzione del giornale anche nel campo pubblicitario. Dapprima, il vice-governatore di Roma, conte d'Ancora, ha pòrto ai convenuti il saluto dell'Urbe. L'on. Racheli, in rappresentanza della Confederazione nazionale fascista del Commercio, e l'on. Ciarlantini per la Confederazione nazionale fascista dell'Industria hanno poi salutato i convenuti a nome delle rispettive organizzazioni. Quindi il presidente del Comitato esecutivo . del .Congresso ha ringraziato le.autorità per il loro intervento e ha brevemente illustrato gli scopi che il convegno si propone. Il signor Hodges, del Comitato esecutivo, ha espresso la soddisfazione dei delegati stranieri di essere in Italia e di potersi così rendere conto direttamente del grande sviluppo che in ogni ramo dell'attività ha raggiunto la Nazione italiana sotto l'impulso del Regime fascista; il signor Maillard, presidente della Federazione francese di pubblicità, ha voluto rendersi interprete della delegazione francese ringraziando per la ospitalità che Roma offre ai congressisti in questo Campidoglio che è il centro più fulgido della civiltà umana; e infine il signor Bishof ha manifestato gli stessi sentimenti di gratitudine per le accoglienze ricevute, e di ammirazione per quanto ha visto in Italia. Il discorsi del Sottosegretario Da ultimo, accolto da una calorosa ovazione, si è levato a parlare S. E. Biagi, che ha portato il saluto del Governo fascista e ha inaugurato il Congresso, dichiarandolo aperto in nome di S. M. il Re d'Italia, e per incarico del Governo fascista. Presa la parola tra vivi applausi, S. E. Biagi ha detto: « Porgo il saluto del Governo fascista e auguro che i lavori di questo importante Congresso siano fecondi. Gli argomenti che in esso si devono discutere sono invero della più alta importanza perchè interessano più o meno direttamente tutte le attività produttive. E continuando ha aggiunto: « Ritengo che la pubblicità poco onesta e poco veritiera faccia male sopratutto a sè stessa. La pubblicità diventa tanto più efficace e potente quanto più conquista la fiducia del pubblico; e tanto più la conquista quanto più è seria, veritiera e onesta. « Il Congresso a questo deve tendere, esaminando non solo i problemi propri della pubblicità ma anche quelli derivanti dai rapporti fra Stato ed enti pubblici da una parte e pubblicità dall'altra. La pubblicità moderna tende ad attuarsi ad opera non solo dei singoli, ma anche di gruppi e associazioni professionali ed economiche, poiché sono assai frequenti i casi in cui intere categorie di produttori o di mercanti hanno un solidale interesse alla valorizzazione e alla diffusione di un prodotto o di un servigio. Il coordinamento di queste attività pubblicitarie associative è pertanto del maggior interesse, specie in un momento in cui si avverte il bisogno di disciplinare e coordinare ogni attività produttiva. Voi troverete in Italia un ambiente favorevole per i vostri lavori: la disciplina attuata fra le categorie professionali ed economiche per merito del Fascismo e sotto la guida illuminata e ferma di Benito Mussolini, consente a noi di svolgere un lavoro coordinato e.fecondo in tutti i campi, anche in quello della pubblicità. Voi troverete qui anche un ambiente sereno e cordiale per il nuovo spirito che il Fascismo ha dato al nostro Paese. < E perciò, nel porgervi il benvenuto a nome del Governo fascista che ho l'onore di rappresentare, sono sicuro di interpretare i sentimeliti di ospitalità che sono gloriosa tradizione di nostra gente ». Una prorompente ovazione dei congressisti ha coronato le parole dell'on. Biagi; e gli applausi seguiti zitàpdt« pusrvpqpdzesfsgmloszospepliemptNttvDdpbdepmdrnPpotccmndmrtbettdtnsdlddSqfnrnacnmNddsstapsqldlqdapclpNcccnLsgccmstmrtcnlttsslzIedbTlcp alla formula inaugurale d'uso si sono protratti per alcuni minuti. Vari delegati hanno presentato al Congresso delle interessanti relazioni. Il direttore dell'Unione Pubblicità, nella sua lunga relazione sulla pubblicità degli Enti statali, rilevando i risultati soddisfacenti raggiunti da certi prodotti di Stato, scrive: « Il giornale quotidiano permette di propagandare tutta la popolazione di un paese civile, in quanto non si può supporre che un cittadino di levatura tale da essere suscettibile di convinzioni attraverso una campagna pubblicitaria, non legga almeno un quotidiano; e poiché il piano di propaganda comprendeva tutti i quotidiani italiani, ne viene di conseguenza che tutti gli obbiettivi dovevano essere necessariamente toccati. Questo si è reso possibile anche per il fatto che 42 milioni di italiani sono serviti da un ristretto numero di giornali quotidiani, generalmente molto ben fatti e ricchi di notizie locali; esistono organi che inseriscono pagine dedicate a determinate zone e si pubblicano, perciò, in dieci o più edizioni: ciò spiega come i settanta quotidiani del Regno hanno praticamente il mezzo più completo ed organico per propagandare la parte più vasta del pubblico italiano. Il dott. Gino Pestelli — come dianzi s'è detto — sotto il titolo « La pubblicità ed il giornale » ha presentato una interessante relazione, nella premessa della quale conviene con il delegato americano essere un errore il ridurre la pubblicità quando gli affari ristagnano, e prosegue: « La teorica pubblicitaria insegna che è anzi il momento di farne di più, e di migliorarla per rianimare il mercato. Pur esistendo anche per la pubblicità un problema di spostamento, di evoluzione in ragione del progresso tecnico, la stampa il libro il giornale non scompariranno mai dalla vita del mondo. Del resto, senza andare tanto lontano nell'avvenire, oggi stesso si può constatare che, pure con la diffusione universale del cinematografo e della radio, non si stampano in tutto il mondo più giornali di prima, ma si leggono da un pubblico sempre più vasto. Un leggere forse più frettoloso, reso veloce sopratutto dall'ansia del vivere; ma anche coloro che ostentano di non curare il giornale, ne comprano almeno uno al giorno e un'occhiata finiscono ben per dargliela! Tutte le copie di tutti i giornali che si stampano oggi nel mondo, e bisogna moltiplicare almeno per due o tre ogni copia, passando generalmente sotto gli occhi di più persone, hanno in una sola giornata assai più pubblico di tutti i cinematografi e di tutte le radio del mondo.