Il Museo archeologico

Il Museo archeologico ' Rema nella terra d'Aquileia Il Museo archeologico d e i a . , i AQUILEJA, setemre. Il visitatore che s'accosta a questo lembo redento di terra nostra, non può fare a meno di visitare il R. Museo Archeologico che solo oggi, per tenace volontà dell'Italia fascista, può offrire, ben disposti nelle ancor anguste sale, 1 segni del dominio di Roma, di quella Roma ch'ebbe in Aquileia la figlia fedelissima e nelle liete e nelle tristi vicende. Il Museo Aquilelese, è, per quanto riguarda alcune raccolte particolari, uno dei più interessanti del mondo. L'attuale edifizio, al quale si accede attraverso un colonnato romanico adorno di glicine che d'estate forma una Suggestiva galleria floreale, è statò costruito nel 1882, ma a quell'epoca il Museo era ben lungi dall'offrire al visitatore l'odierna ricchezza di materiali. L'Austria non aveva mai dato soverchia importanza agli scavi e fu soltanto dopo la guerra che ebbe inizio l'opera organica di riordinamento e di raccolta di quanto il sottosuolo andava restituendo alla luce. La sala delle ambre Per la varietà di certe raccolte, il Museo aquiieiese può ritenersi uno dei primi del mondo. Il visitatore che entra nella sala delle ambre rimane subito piacevolmente colpito dalla ricchezza e dalla finezza degli oggetti esposti. Soltanto nei musei di Roma e di Napoli ci è dato ammirare qualcosa di simile. La varietà e la finezza di esecuzione dei mille ninnoli, è semplicemente meravigliosa e sappiamo che è, questa delle ambre, una delle sale che maggiormente attraggono gli studiosi ed i turisti che a migliaia giungono annualmente ad Aquileia. Nella quinta sala, la quarta bacheca raccoglie dei pregevolissimi pezzi,| fra i quali eccellono il gruppo di Eros e Anteros che lottano; una Nereide su ippocampo nel rovescio di uno specchio; una testa di Baccante e molti ornamentl muliebri; collane con amuleti, animali, bastoncini decorativi o portafortuna, ecc. E' noto come Aquileia fosse, durante l'Impero, un centro importante dell'industria dell'ambra che proveniva dalla zona baltica in istato grezzo per essere poi lavorata nelle forme più svariate. Quest'anno l'attenzione maggiore dei visitatori si è rivolta però a quella sala che costituisce una vera e propria novità del Museo, o, per meglio dire, il primo saggio d'un radicale innovamento nella disposizione generale delle raccolte. Entrando nella sala, una sagra di luci colpisce piacevolmente e l'osservazione del vari pezzi è agevolata dalla adeguata disposizione delle vetrate, messe in vista, con plani di cristallo che permettono di guardare l'oggetto da tutti 1 lati. Anche del vetro v'era in Aquileia un'industria attiva e la ricerca era cospicua da tutte le contrade dell'Impero. Fra 1 centri produttivi d'Egitto, delle Gallie e dì alcune città d'Italia, quello aquilelese era uno dei più famosi e il campionario che ci offre l'ottava sala del Museo ce lo può confermare. Molti vetri sono venuti ad arricchire il Museo recentemente poiché la terra d'Aquileia è sempre prodiga di resti romani. Necessità di spazio Nella Galleria Lapidaria, adiacente al Museo, fra il verde dei palmizi, dei lauri e del cipressi, sono esposti i monumenti sepolcrali, le lapidi, i mosaici, i frammenti architettonici. Le iscrizioni che si scorgono sulle varie pietre, costituiscono la storia tutta d'Aquileia nelle sue genti e nelle sue consuetudini, nelle sue guerre e nei suoi commerci. In questi ultimi tempi la direzione degli scavi ha potuto esplorare per una considerevole estensione la necropoli suburbana di S. Egidio, a pochi chilometri dal capoluogo, e si è potuta rinvenire, tra l'altro, la tomba del decuzio i Aquileiae (Lucius) Appulelus Maximianus » del primo secolo d. C. costituita da una grande ara con epigrafe scritta a caratteri assai profondi e dipinti in rosso. L'ara in parola ed altri MVsi nagrvavapetavela nocomituto triemcinCetulondi strtaclaalpitrceni doe renianvocougdaniinQhalol'8ascuromliumramneselu17seGslGmdupquritrinnmch18trnroorlepdcdacRgtuuatl'rpgfgpnmcazbli resti della necropoli di S. Egidio, sonojtandati ad arricchire la già cospicua azraccolta della Galleria che, ormai, è|in, n à e , . n , , o i e i giunta ad uno stato di vera saturazione. Le zone archeoiogiche da esplorare sono molte ed estesissime e il materiale di un certo valore storico cu artistico che se ne potrà trarre sarà abbondante, ma, logicamente esso non potrà essere collocato nelle attuali sale del Museo o nella Galleria. Occorre nuovo spazio, un nuovo e più ampio respiro. Aquileia, oggi, sopravvive al ricordo di Roma e del Cristianesimo soltanto attraverso la magnificenza della Basilica popponiana e delle raccolte del Museo. Nel paese (che fu un tempo città di circa mezzo milione di anime, talché Ausonio non le anteponeva che Roma, Milano e Capua) nessun edifizio ci ricorda l'origine romana se si eccettuino gli scavi del porto, delle mura e del sepolcreto. Per capire o, meglio ancora, per passare in rassegna la vita aquilelese dalle origini fino agli splendori del cristianesimo, bisogna rivolgersi a quanto è contenuto nel Museo e nella Galleria Lapidarla. Ci sarà allora possibile comprendere come l'Aquileia di un tempo fosse veramente degna della considerazione In cui era tenuta da Roma madre e giustificare una Iscrizione che si può sempre vedere nella Galleria e ohe, narrandoci di un certo Restutus che poi mori In Aquileia, ci fa sapere che « Ex Africa venit ut istam urbem videret ». Intanto, tutto ciò che la Romanità ha riofferto alla luce negli scavi, deve trovare spazio sufficiente per essere posto sotto l'occhio del visitatore nel modo migliore. Deve presentarsi bene. Deve avere la sua luce, i suoi mobili adatti, stilizzati; le sue sale ampie, ariose. Per fortuna, le pratiche per l'ampliamento sono a buon punto, Mancano gli ultimi ritocchi. Manca qualche definizione più o meno contrattuale, ma è in tutti l'augurio che l'Anno Dodicesimo del Fascismo possa salutare in Aquileia Romana la sistemazione di quel Museo che è vanto dell'Italia tutta. , F. ZANON c1idicfmzcadccdgpdtorccdtzcrslggrddllpn

Persone citate: Ausonio, Gallie