La Riviera sotterranea

La Riviera sotterranea La Riviera sotterranea i l a e a è a a e o a r a l e , l a e , , l ; ; i o e a e e i e e e à, n , o e a n i , a e e è E' ; a a n e o a a n a o e a i a i Dove l'uomo cominciò a balbettare... FINALMARINA, settembre. Chi percorre in automobile quel meraviglioso nastro lucido che serpeggiando tra i ligustri e il mare lega come in una ghirlanda tutte le bianche cittadine della Riviera di Ponente, non può immaginare che tra 11 Varo e il Polcevera si celino — ammantate di verde cupo — le infinite case sotterranee dei primi abitatori di Italia. Nel periodo quaternario Queste grotte hanno nomi curiosi. Si chiamano « Grotta dell'Edera », « Grotta delle Fate », « Grotta del Drago », x Grotta del Diavolo », « Grotta dell'Acquasanta », « Grotta dell'Orco », « Grotta del Colombi », ecc. .Ma le più importanti sono, oltre quall'a di Santa Lucia, le caverne o le spelonche che si estendono lungo tutto il Finalese e sono: Pozzanghera, Rio, Bujo, Sambuco, Pollerà e Arene Candide. Si tratta evidentemente delle sedi dei primi Jngauni, gli abitanti più antichi dell'Europa occidentale — gli Iberi Marittimi — che occuparono poi tutte le coste del Mediterraneo dalla foce dell'Ebro a quella della Magra. Razza potente e belligera, i prischi abitatori diedero in queste caverne i primi segni della loro vita sociale. Per esempio, nella Grotta del Principe, ai Balzi Rossi presso Ventimiglia, si possono ancora osservare gli avanzi del pasto, o meglio i residui di cucina dei primi abitatori d'Italia, residui che ora costituiscono strati di salda breccia di cui la concrezione stalagmitica costituisce il cemento. Sollevando perciò un poco il velo che nasconde la'vita di questi uomini dell'età quaternaria e la loro capacità intellettuale, si può vedere chiaramente come 11 primo balbettamento della civiltà, sia incominciato proprio in queste profonde e spaventose grotte. Nelle grotte del Finalese — alle « Arene Candide », soprattutto — dove si sono rinvenute tombe intatte, manufatti e osjsa di animali domestici e di fiere, si può avere un'idea perfetta dell'Età della pietra. Armi, utensili, ornamenti sono infatti di pietra. Prima greggi, poi levigati, cioè ripuliti, appuntiti, lavorati. In questo primo perìodo l'uomo è preso tutto dalla lotta contro la natura e dalla preoccupazione assillante e continua di procacciarsi 1 mezzi di sostentamento mediante la caccia e la pesca. In queste grotte, l'uomo diventa cacciatore, pescatore. Accende il primo fuoco: e il fuoco difende l'uomo contro le fiere. Rende digeribili, assimilabili, piacevoli l cibi e scalda e illumina le caverne. Poi, nelle sere'degli inverni secolari — sere di fuoco e di leggenda — 1 barlumi dei falò morenti abbozzano, in fondo alle grotte, ombre di apparizioni fuggevoli: sono le bestie morte Che ritornano in fantastica cavalcata. Le bestie cominciano a essere delle divinità protettrici. Bisogna fissare l'immagine nell'angolo più raccolto, più oscuro della caverna, poiché cosi la loro possanza si nutrirà di oscurità e di mistero... \ Il cadavere'nell'età neolitica veniva inumato: deposto come chi riposi sul fianco, piegate le ginocchia; oppure seduto quasi nell'atteggiamento embrionale. Si aveva fede nella risurrezione dell'estinto e attorno al cada ver 3 si mettevano alimenti, armi, utensili e ciò che serviva all'abbigliamento della persona. Talvolta, in luogo del cadavere, si tumulavano le ossa scarnite: forse erano coloro che, morti lontana, venivano portati nella terra natalo. Slmili tombe sono come il primo anello di una serie di costruzioni neolitiche che si diffonderanno poi, ingigantito, nel bacino del Mediterraneo e oltre lo Alpi. Armi di pietra e di rame I primi strumenti di rame, furono importati in Italia fra i neolitici, ncn già con l'arrivo di genti nuove, ma per le vie del commercio: probabilmenta dalle isole dell'Egeo. Sono asce ed accette piatte e lame di pugnali, cha vennero ad aggiungersi agli strumenti ed alle armi di pietra, alle cuspidi silicee di forme le più varie e squisitamente lavorate. La comparsa degli oggetti metallic', segna la fine dell'età neolitica pura c 1 apre quel periodo distinto da Gaetana Chierici col nome di eneolitico, periodo che segna l'inizio della civiltà. Se le famiglie neolitiche, al loro arrivo, avessero un culto — oltre quella dei morti — non risulta dal matcria'a rinvenuto nei fondi delle caverne. Ma che alla introduzione dei primi strumenti di rame un culto si esercitasse, non cade dubbio. Ne abbiamo il testimonio nelle figurine fittili femminili, ignude, della caverna delle « Arene Candide » nelle accettine-amuletti di pietra tratte da sepolcri, nelle figura femminili nude di pietra, identiche a quelle delle Cicladl, che Antonio Taramelli rinvenne in Sardegna nelle grotte artificiali di Anghelu Ruju, alle pareti delle quali grotte sono apparse inoltre immagini schematiche di teste taurine o di corna rituali. L'Ascia Sacra e la dea nuda sono gli stessi simboli antichissimamente venerati fino nell'Asia anteriore. E del culto dell'Ascia è giunta l'eco fino a noi, col popolare pregiudizio d;ll'origine celeste delle armi di pietra. Le famiglie neolitiche, quando giunsero in Italia, non trovarono il paese disabitato. Altre le avevano precedute fino dall'età geologica anteriore. Quella remotissima età della pietra — età paleolitica — è rappresentata per noi da oggetti di rocce silicee, che formano due gruppi, il più antico del quali si compone di grandi strumenti amigdaloidi, ricavati da grossi ciottoli scheggiati, ed il secondo comprende piccoli strumenti, cioè schegge di rocce silicee ridotte per mezzo di ritocchi a certe determinate forme. Che cosa avvenne delle famiglie paleolitiche all'arrivo di quelle che portarono la civiltà neolitica? Per alcune contrade il problema è risoluto: i più vecchi abitatori non scomparvero, ma subirono l'influenza dei sopravvenuti e modificarono le loro industrie, producendo forme e tipi nuovi. Ma per gii altri? Dice Sayce che l'uomo è di sua natura un distruttore. H primo atto del bimbo è quello di rompere il balocco, di spezzare le ali e le zampe alla mosca, quando riesce a prenderla. La tendenza a costruire è di pochi. La grande massa del genere umano — se non è guidata ed educata — non sa che distruggere. Per questo delle civiltà passate non ci rimangono che frammenti e rottami salvatisi quasi sempre per puro caso. A. R0T>,

Persone citate: Antonio Taramelli, Colombi, Gaetana Chierici, Ponente, Razza, Ruju, Sambuco

Luoghi citati: Asia, Europa, Italia, Sardegna, Ventimiglia