La continuazione volontaria dei Consorzi siderurgici
La continuazione volontaria dei Consorzi siderurgici La continuazione volontaria dei Consorzi siderurgici Roma, 2 notte. Per iniziativa e sotto il controllo del Ministero delle Corporazioni, con la collaborazione della Confederazione generale fascista dell'industria e dell'Associazione fascista dell'industria metallurgica, sono stati in questi giorni perfezionati gli accordi per la continuazione in forma volontaria, con effetto dal l.o marzo u. s., dei Consorzi siderurgici dei laminati e prodotti derivati della vergella, già costituiti in forma obbligatoria. Gli accordi, a cui hanno aderito tutte le Ditte interessate, garantiscono all'industria siderurgica un periodo di cinque anni di lavoro disciplinato, che permetterà di adeguarne l'organizzazione alle esigenze dell'economia nazionale. La rinnovazione dei Consorzi siderurgici in fprma non obbligatoria ma volontaria va segnalata come una delle più importanti manifestazioni del Regime corporativo. Questo dal punto di vista politico. Dal punto di vista economico, il fatto riveste egualmente particolare valore. I Consorzi industriali, difatti, unificano le direttive e l'azione delle diverse aziende, stabiliscono la disciplina della produzione, coordinano gli sforzi, rappresentano, infine, uria forma superiore di organizzazione economica. Nell'industria siderurgica, la politica degli accordi non è certamente nuova, ma in passato essa non ebbe carattere unitario e quindi non diede quei risultati che si potevano attendere. Le aziende mantenevano dinanzi agli accordi stessi, cui avevano aderito, un atteggiamento indifferente e spesse volte addirittura ostile. Il disagio era evidente e tornava a tutto discapito dell'economia nazionale. Per porre fine a questo stato di cose, il Governo. fascista emanò, a suo tempo, un provvedimento con il quale si rendeva obbligatoria la costituzione dei Consorzi siderurgici. Il provvedimento aveva efficacia fino al 28 febbraio del '33. Scaduto, si pre sento il problema se continuare in questa politica di disciplina unitaria o se lasciare alle aziende piena libertà di accordi, che esse ritenessero utili.-II problema fu discusso minuziosamente. Il risultato fu che si ri conobbe in modo unanime la necessità di ricostituire i Consorzi siderurgici non più in forma obbligatoria, ma volontaria, con la partecipazione però di tutte le Ditte di ciascuna categoria interessata. Ora, all'accordo è stata data subito attuazione con la costituzione di due pri¬ mi importanti Consorzi, quello dei laminati e quello dei prodotti derivati dalla vergella. Si tratta di produzioni notevolissime. Quella dei laminati, che nel 1932 raggiunse la cifra di 600.000 tonnellate, ha subito in que- ' sti primi otto mesi del '33 un aumento del 20 per cento. La produzione dei derivati dalla vergella si può valutare globalmente a circa 120.000 tonnellate annue. Queste cifre danno, da sole, l'idea della importanza degli accordi attuali. Ma, accanto a questi due grandi Consorzi, stanno per sorgerne altri, che interessano altri rami della produzione siderurgica collegati ai primi e cioè : le lamiere, i lamierini, i tubi ecc. In complesso si tratta di una produzione che assorbe circa 1.400.000 tonnellate di acciaio, che interessa 150 aziende, che dà lavoro a molte migliaia di operai. Gli accordi avranno la durata di cinque anni. Alle discussioni e trattative per la rinnovazione dei Consorzi hanno partecipato il Ministero delle Corporazioni, la Confederazione dell'industria ed i rappresentanti diretti della siderurgia. Il Sottosegretario Asquini, assistito dal Direttore generale dell'industria, è utilmente intervenuto a temperare le divergenze degli interessi e aprire la strada all'intesa. generale. Questo intervento dello Stato dà in modo evidente la misura della efficienza del Regime corporativo fascista.
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