Ambrosiana-Austria 2-1

Ambrosiana-Austria 2-1 IL PRIMO INCONTRO DI FINALE DELLA COPPA EUROPA Ambrosiana-Austria 2-1 La squadra « nero azzurra » prevale nel primo tempo e segna con Meazza e Levratto - Cede di schianto nella ripresa e subisce la serrala controtfensva viennese che culmina in un sicuro goal di Specht Milano, 4 mattino. L'Austria ha potuto, quando pareva ormai che la sua sconfitta dovesse assumere proporzioni rilevanti, fermare l'Ambrosiana e risalire parte detto svantaggio, così da chiudere l'incontro con un solo goal di scarto al passivo. Questo percliè la squadra milanese, spavalda dominatrice sul finire del primo tempo, ha giuocato la ripresa sulle ginocchia, incapace per un momento solo di riordinare ì reparti e di tornare all'offensiva. Quella di ieri all'Areii è stata mia delle più strane partite cui sia dato di assistere; una gara fatta apposta per mettere negli imbarazzi chi intenda giudicare le due equadre che l'hanno disputata. Per mezz'ora « viola» e « nero-azzurri » sono rimasti alla pari e, se anche in questo perìodo si presentarono agli attaccanti milanesi le occasioni più favorevoli per segnare, pure non si poteva dire che i compagni di Bindolar -fossero in balia degli avversari. Dovevano badare a difendersi, è vero, ma riuscivano ad assolvere bene il loro compito e non c'era da giurare che l'Ambrosiana sarebbe passata con facilità, anche perchè la sua prima linea, oltre a non_poter contare su Levratto, reso nullo da uno strappo muscolare che gli si produsse dopo pochi minuti di giuoco, aveva in De Manzano un sostituto di Berantoni che lasciami assai a desiderare. Esisteva, quindi, più una pressione « neroazzurra», determinata dal lavoro della mediana, che un perìcolo € neroazzurro » generato dagli attaccanti. Ma ecco che di colpo la squadra milanese trovava la giusta via per battere due volte, nel giro di pochi minuti, Billich, e la fine del tempo giungeva opportuno per evitare all'Austria guai maggiori. Ottimismo deluso Naturale che i commenti dell'intervallo fossero intonati al più roseo ottimismo. Bi pensava senz'altro di cogliere larga messe di punti nella ripresa e di assicurarsi tale un vantaggio da poter fare poi con tutta tranquillità il viaggio a Vienna per la partita di ritorno. Quale delusione, invece! Quando si tornò a giuocare si vide con meraviglia l'Ambrosiana ripiegare in difesa o limitarsi a spezzare alla meglio le sempre più insistenti offensive viennesi. Oeresoli cominciò ad avere del lavoro e la palla passò più volte a lato dei pali della casa « nero-azzurra ». Invano si attese che l'Ambrosiana si riprendesse. Andò, anzi, vìa via afflòsciandosi ed uno ad uno % suoi uomini esaurirono le energie sino a girare completamente a vuoto. De Maria si azzoppò e tenne compagnia a Levratto nel far da comparsa;. Pitto smorzò il suo giuoco, fatto di franco impeto e di esuberanza, sino a scomparire; Faccio si smarrì ed ebbe pause lunghissime di inazione; Allemandi prese a commettere i più incredibili erroH e divenne un ostacolo superàbilissimo per Molzer e Stroh. Solo Agosteo fra i difensori, Castettazzl fra i mediani e Meazza e Frione fra gli attaccanti evi tarano die la squadra andasse del tutto alla deriva. Fu così che l'Austria, in precedenza dominata, risorse, tenne il campo da padrona, segnò il suo goal e sfiorò il pareggio. Non è strano l'andamento di questa gara"! O forse è intonato allo stile di questa bizzarra squadra che è l'Ambrosiana; ora magnifica. di stile e di forza ed ora arruffona e slegata? C'è, è vero, l'incidente di Levratto, che pesa sulle vicende e sul risultato della partita in modo più notevole di quanto non si possa credere, ma è certo che, se i milanesi avessero saputo sfoggiare nella ripresa la bella sicurezza della quale fecero mostra nei dieci minuti di vena che li portarono al conseguimento dei tìue punti, anche in dieci avrebbero potuto arrotondare il bottino ed assicurarsi una vittoiia clamorosa. Nulla da invidiare L'avrebbero potuto fare perchè l'Austria non è aiiparsa ieri squadra capace di reggere it confronto con le nostre unità migliori. Può essere pericoloso giudicarla in base ad un incontro ed è possibilissimo che sappia fare meglio a Vienna nell'incontro di ritorno; ma è certo che ai trentamila spet tutori che gremivano gli spalti dell'Arena non ha offerto del foot-boll di lega superiore. Se questa è una delle unità che in Austria vanno per la mai,', giore, ebbene, non invidiamo nulla ai calciatori cari a Meisl. Non solo, ma ci spieghiamo perfettamente come cer te sconfitte che hanno fatto rumore siano state possibili. L'unità di Blum ha una difesa buona, seppure non eccellente e facilmente aggirabile da uomini dell'abilità di Meazza; una mediana che, sufficiente appena nei laterali, possiede un autentico < asso » nel centro flfock, Quest'uomo è statot a nostro avviso, la vera colonna della squadra. Nella ripresa ha completamente oscurato Faccio e non si è concesso tregua nell'impostare trame offensive. All'attacco, invece, i a viola » sono mancati all'attesa. La prima linea austriaca ha un giuoco che nessun reparto attaccante delle nostre maggiori squadre pratica più. Manovra a metà campo — spesso male — con passaggi rare volte precisi e tenta il goal da distanze impossibili. E' per questo che C eresoli non ha dovuto compiere una sola parata veramente difficile e che il novanta per cento dei tiri partiti dai piedi degli «avanti» viennesi sono finiti ben distanti dalla porta «nero-azzurra?. Viertel, Specht, Stroh e MoU zer non sono apparsi collaboratori ideali del biondo Bindolar e questi, dal canto suo, non ha afoggiato quei numeri d'eccezione che un giuocatore della sua fama e della'sua classe dovrebbe pur possedere. Di una cosa sola Sindelar si è preoccupato, ed una cosa sola ha fatto: ha tirato*» goal, sempre, da tutte le posizioni ogni qualvolta è entrato in possesso-della palla. Ad ogni modo', chi aveva atteso questa partita per fajv un confronto fra i due uomini che som giudicati in campo internazionale i due migliori centro attaccanti del continente, deve aver provato una delusione profonda. Come giudicare due giuocatori dallo stile addirittura opposto? Quanto v'è in Meazza dì astuzia, di virtuosismo, di abilità, in Sindelar è impeto, decisione. Tanto il milanese è scaltro, altrettanto il viennese è cocciuto. Diversa la scuòla, diverso il gioco dei suoi migliori espoi nenti. Ma c'è da giurare ad occhi chiusi che la classe di Meazza sovrasta di molto quella di Sindelar, checché se ne dica a Vienna, dove l'uomo di punta dell'attacco del Wunderteam è considerato il non plus ultra dei campioni. Le disavventure dei nero-azzurri Ecco quale squadra c'è apparsa ieri l'Austria. Un'unità che può esser dura da battere perchè non desiste dal lottare anche quando è dominata, ma che ha dalla sua una gran fortuna, senza la quale, e solo aie l'Ambrosiana fosse stata in normali condizioni di efficienza, avrebbe buscata una di quelle scoìir fitte da gettare nella più profonda costernazione quei circoli viennesi, cattedre del calcio europeo, ove in tema di foot-boll si fabbricano sentenze cui troppo spesso si ha il torto di prestar attenzione. L'Ambrosiana Ila vinto, ma al termine detta partita non c'era sostenitore «nero azzurro» che non avesse tanto di broncio. Forse per il punteggio troppo limitato, forse per il naufragio detta squadra verificatosi netta ripresa. Paro a noi che l'Ambrosiana abbia fior di gluocatori, ma sia lungi ancora dal possedere la saldezza che è propria, ad esempio, detta Juventus. Avrebbe bisogno di marciar sempre all'attacco per entusiasmare, ma quando ripiega in difesa, allora sono guai. Allemandi è attualmente in cattive condizioni di forma ed Agosteo gli è nettamente superiore. Faccio non lui il fiato per reggere la fatica di due tempi tirati a grande andatura e, se c'è da prendere atto detta correttezza ieri dimostrata, che ci fa credere ch'egli abbia abbandonato la falsa strada sulla quale s'era posto, tanto da non commettere un solo fallo nel corso di tutti i novanta minuti di giuoco, bisogna dire che non c'è parso U grande centro sostegno del quale l'Ambrosiana aveva bisogno. Migliorerà? E' quanto fi augurano i « n^ro azzurri », i quali ieri già si chiedevano se Viani non avrebbe tenuto meglio il posto. Anche Pitto ha bisogno di lavorare ancora, poiché, dopo di essere stato nel primo tempo l'atleta dei tempi migliori, s'è confuso fra quanti netta ripresa sono scomparsi dalla lotta. Ieri le disavventure sono ternate alla prima linea, alla macchina da goals che sarà, in campionato, lo spauracchio di tutte le difese. Se il reparto avesse potuto marciare a ritmo pieno, certo Billich avrebbe dovuto raccogliere maggior numero di palloni netta sua rete. Invece, prima è stato De Manzano a far pesare l'assenza di SeranUmi, poi Le-vratto s'è fato male e auiìidi De Mariaha preso a zoppicare, di modo che soloMeazza e Frioni restarono a toner suti frantumato quintetto. E due uomi-ini sono pochi, anche se di gran classerper battere una difesa che stia all'erta. A chi la Coppa ? A risultato acquisito c'è da domandarsi se l'Ambrosiana non ha perso ieri la Coppa Europa. E' possibile che la squadra milanese possa chiudere alla pari a Vienna o, alla peggio, perdere con lo scarto di un solo goal, si da rendere poi necessaria una finalissima in campo neutro? Per quanto l'Austria non ci abbia destato la migliore dette impressioni, pure l'impresa sarà assai ardua per. i < noro-azzurri », sia per i r e o a o i r a e , l'ostacolo costituito dal campo avversario quanto per le loro sommarie condizioni di forma. Bisognerebbe che la squadra riuscisse a tenere per tutti e due i tempi, ecco tutto. Allora potrebbe anche vincere e dar una lezione di bel giuoco proprio dove sì crede di non doverne accettare da alcuno. Non diciamo, quindi, che la Coppa se n'ò andata ed attendiamo piuttosto gli eventi. Bi iice che la società «nero-azzurra» abbia speso, per allestire lo squadrone che nelle intenzioni del suo presidente dovrebbe conquistare il campionato, una somma favolosa. Un milione, forse anche più. Bi dice anche che il- mecenate che tale cifra ha anticipato conti di recuperarla nel corso détta stagione con una serie di {«cossi record. Ciò sarà possibile e ieri l'Ambrosiana ha registrato il primo successo à\ cassetta détta stagione, che i prezzi erano assai alti e le trentamila persone paganti hanno fornito un incasso fortissimo. La partita ha avuto inizio atte 16,30. Prima dell'ingresso in campo dei due «undici» finalisti passano sulla pista avanti al Pulvinare due magnati del calcio europeo: Ugo Meisl e Mauro, fatti segno ad applausi, cui U « mago » rispondo con larghi segni di saluto. Fra le autorità hanno intanto preso posto il Duca di Bergamo, il Prefetto ed il Podestà di Milano, e l'ing. Fischer. Le aquadre si schierano agli ordini dell'ungherese Klug. Ambrosiano-Inter : CeresoH; Agosteo, Allemandi; Pitto, Faccio, Castellazzi; Frione, De Manzano, Meazza, Demaria, Levratto. Austria: Bittich; Mausch, Graaf; Najemnik, Mock, Gali; Molzer, Stroh, Sindelar, Specht, Viertel, Come si vede, l'Ambrosiana lamenta l'assenza di Berantoni e l'Austria, che si credeva dovesse allineare al posto di Stroh il giovane Jerusalem, ultima rivelazione del calcio viennese, ha preferito non mutare la formazoine che ha superato vittoriosamente l'eliminatoria e la semifinale. Il terreno è in magnifiche condizioni; la temperatura del tutto estiva. La trama della partita Sindelar batte l'inizio. Viertel Specht mandano successivamente la patta ai lati détta porta milanese. Al 2' Pitto batte un calcio di punizione chiamando al lavoro Billich. L'Ambrosiana a poco a poco prende a prevalere. Meazza sfoggia un'attività rimarchevole e fornisco a Frìon\e un ottimo pallone che viene sciupato in malo modo. Al 6' Mock, che si spinge in avanti con frequenza, toglie la patta a Faccio e lancia Sindelar che, in corsa, scaraventa a lato. La prima azione insidiosa dei « nero azzurri » è intessuta da Faccio e Frione; nel centro Demaria e Meazza si precipitano in sterno sulla palla senza toccarla: Levratto arriva in corsia e manda fuori. Gioco alterno sino all'lV quando l'Ambrosiana si aggiudica un calcio d'angolo. Intanto Levratto lascia il campo per rientrarvi dopo sette minuti, quasi impossibilitato a muoversi. Giocando da fermo, egli riesce, però, ad effettuare al 19* un tiro che è respinto dal palo. Al 23' Meazza si sposta sulla destra, inganna Gali c Graaf e quiiuli smista a Frione, serratosi al centro. L'eccessivo indugio nel tiro fa sì che l'occasione sfumi. L'Ambrosiana attacca sempre in prevalenza e Frione segna anche un goal al 3S, 7>ia in nettissima postetene di «: fuori giuoco » e King l'annulla senz'altro. E' al 40' ci ? Billich viene finalmente battuto. Calcio d'angolo contro l'Austria: il portiere respinge di pugno n Frione tira scura infilare la rete perchè la palla rimbalza sul groviglio di uomini ch-o è avanti alla rete. Nuovo « angolo : lo butts Frione, Meazza raccoglie, smorza la palla di sinistro e poi subito di destro calcia fortissimo in rete. Palla al centro e nuovi velocissimi attacchi « nero azzurri»; quarantadu^sim-o minuto: azione Pitto, Do Manzano. Levrattc; jsecondo goal con « cannonata ? del va\dcse, che al 43' di tosta colpisce anco]ra la traversa. ' Completo cambiamento di tono alla lìipresa. Numerosi tiri da lontano venigwo eseguiti dagli attaccanti austriarei. Al T l'Ambrosiana è in angolo. L'Austria domina e si installa nella metà campo milanese. Al 23' ed al 30' ancora due calci d'angolo per i viennesi. Poi, il goal dei « viola ». Najemnick giuocà Castellazzi e porge a Stroch; Questi a Sindelar, che scorge Specht libero e gli effettua il passaggio. Il punto è sicuro prima ancora che la palla scuota con violenza la rete. Doccia fredda. L'Ambrosiana giunge al termine alla meno peggio, difendendo disperatamente il magro vantaggio. LUIGI CAVALLER0.