Il porto di Trieste e i traffici con l'Europa centrale

Il porto di Trieste e i traffici con l'Europa centrale Il porto di Trieste e i traffici con l'Europa centrale TRIESTE, agosto. Nelle informazioni e indiscrezioni giornalistiche seguite agli ultimi avvenimenti diplomatici, è apparso ripetutamente il nome di Trieste per le funzioni che ha avuto e po¬ - '"—,c me ^fnìn^of^ fosse nia]ato a! pm\t Hnrtar,tri ria „n-miMri tra avere if suo "porto nei confronti dell'Europa centrorientale. Ma il tono con il quale si parla di questo ° quel provvedimento li lì per esse re deciso, ha un sapore strano, co ganismo portuale punto di attendere, j nomane | La che ^quasi .ovunque^ e soltanto da un'iniezione miracolistica, l'unica possibilità di riprendere lena. Il che non è vero. Nè manca lo scettico che diffida anche dei miracoli. Un quadro realistico della situazione può quindi risultare utile." La parola alle cifre La statistica del commercio di Trieste, compilata in base alle dirette rilevazioni del Consiglio e Ufficio provinciale dell'economia corporativa, porta i seguenti dati sul traffico generale, ferroviario e marittimo: 1901 Q.li 34.539.068; 1913 Q.li 61.472.746; 1924 58.414.313 Q.li; 1929 Q.li 54.299.557; 1932 Q.li 34.111.298. Per quanto riguarda il 1933, il primo semestre segna quasi 15 milioni di quintali. Diamo adesso uno sguardo al solo movimento ferroviario complessivo, verso i paesi che interessano le nostre considerazioni e dai paesi stessi: 1930 Q.li 3.813.333 » 4.326.717 » 1.537.225 » 864.352 » 570.845 » 23.685 Cotale n.136.157 Austria Oecoslovacdii .Jugoslavia. 1932 3.738.'690 2.504.785 822.051 548.695 274.057 , 8.956 7.897.232 i se in questi ultimi anni, mentre de- i cresceva il traffico triestino, Am: Iburgo si fosse avvantaggiata di iquanto perdeva Trieste, la diagnosi " sarebbe risultata semplice. Invece, - per quanto Àmburg0 sfa geioSa deU Ile sue statistiche e non le renda — o | almeno quelle ferroviarie — di pub- iniziata con il 1929, ha colpito Trieste con maggiore lentezza. In quell'anno, l'emporio registrava ancora, un traffico soddisfacente, di poco inferiore a quello del 1924 che rappresenta il massimo del dopoguerra e che bisogna considerare relativamente « fuori quadro » perchè determinato anche da cause fortuite come lo sciopero di Amburgo e il gelamento eccezionale dell'Elba. Prendendo a base il 1913, troviamo, come in tutto il mondo, una; contrazione generale del movimento. Sono esclusi per quanto riguarda Trieste, alcuni gruppi di « voci » : ortaggi, frutta secche, legumi secchi, tabacchi che segnano un notevole progresso. Viceversa, altre « voci » una volta ottime, diventano àfone. I! caffè scende nel 1932 a q.li 448.205, il cotone a 790.738 q.li, i prodotti chimici inorganici a q.li 295.040. Pure in forte regresso sono canapa, lino, iuta, riso greggio e lavorato, calce e cementi, fosfati nativi ecc. Il male, naturalmente,' non è solo di Trieste nè solo dell'Italia ma di tutto il mondo. C'è forse chi sta peggio; ma ci interessa esaminare le cifre del traffico triestino appunto perchè Trieste presenta — in confronto ad altri empori — possibilità di ripresa più notevoli e più concrete, dovute, come vedremo, all'azione svolta dal Governo fascista sul terreno economico e, non meno, su quello politico. I porti del Nord Si palla di Amburgo come rivale di Trieste. Nelle grandi linee è vero: che tutti i porti del Nord sono concorrenti dei porti mediterranei, e anche Genova ne sa qualcosa. Ma i o e o e , blica ragiorte, i competenti sanno che il suo traffico segna una contrazione — considerata nello stesso periodo — pari di almeno il 50 "er cento a quella triestina. E allora? Ancora alcune cifre. Da molti anni, l'Austria economicamente sta malissimo. Potenti e ! generose nazioni •— l'Italia in prima linea — sono accorse in suo aiuto, ma il denaro liquido, nonostante tutto, scarseggia. E la colpa inon è dell'Austria nè, ancor meno . : dell'Italia. Tale penuria si manife -iSta subito nel commercio: nel 1932 -! l'Austria chiede a Trieste 32.380 i gu,mtali d' caffè contro i 60.545 -1del1 ann0 Precedente. Aumenta in ivece il suo fabbisogno di cipolle e :di agli (Q.li 77.181 contro 47.599); i e di tichi Vecchi (Q.li 162.409 con-1 tro j 120.093 del 1930). i| Anche la Cecoslovacchia, mal- jgrado una certa situazione di privi- -; legio, accusa imbarazzi e malesseri | monetari che si ripercuotono nel- i e l'abbandono di molte importazioni pregiate mentre cresce il fabbisogno di quelle meno costose. Citiamo anche qui cipolle ed agli (Quintali 100.789 contro i 22.460 del 1930). La stessa merce domanda la Jugoslavia (Q.li 20.694 contro 1769 del 1930) ma soprattutto -l'Ungheria n-l (Qf![ ^lltf^ ^Jf si! In Paitenza, daSh .stessi paesi, al mentre tutte lo «voci» si mdebolia|sconoi una resiste e anche si avr. vantaggia: la voce 49, fagioli secn chi. Nel 1932. la Polonia ne spedi- £ è ,V •?« «70 i£v l«m l'AiiarvtaS imn K\~>(: r,,nt ,'n i 4R78 HpI iQ^n e "uuu LU1U1U 1010 ucl J-°°"a, Il dopoguerra _ i¬ d I prosperano",~ìà deTuztonTTVmpli- n-' ir0n sì tratta nifi % nrfri «il a „f^,lfi^t« »io£=?,? PÌ n 1' a,5 giuncato classico della parola e. p- Osservando la sofferenza delle voci » ricche mentre quelle «vili» nolcioe, di un breve periodo di depres- o f« '« y ™K"»" asione tra due periodi di floridezza. o'E' un sintomo piuttosto, anzi una a confessione d'impoverimento, cii e tutto il mondo, collaudato da fattoo|rj concomitanti' moratorie restri- l- zioni sui cambi, controllo all'espor_ tazione della moneta, barriere do- .ganali proibitive, divieti e contin¬ a gentamenti. i Torniamo indietro di qualche de«