Soldati e rurali attorno al Capo

Soldati e rurali attorno al Capo Soldati e rurali attorno al Capo I da, l'elmetto disegna una benda di Patria! n ritmo marziale di * Giov>nezza » si snoda nell'aria serena, vola di collina in collina, si allarga i.t ampi cerchi intorno al perno sonoro di una cornetta d'argento. Passano gli ufficiali stranieri, sostano, guardano attoniti, scrivono sui loro taccuini le impressioni che poi comunicheranno ai loro governi. Fra le truppe Mussolini, con il berretto in mano, sull'attenti, aggiunge la sua voce ai coro dei soldati che hanno intonato la Marcia Reale. Prima avevano rivolta una marziale preghiera, al biblico Dio deg'i eserciti, perchè salvi l'amato Due. « salvatore di nostra terra », poi hanno lanciato il loro grido di evviva al nostro Re! Tre squilli: « Per il Duce, A noi! Mussolini scende l'erta dì bric Benco, balza sulla strada, penetra di colpo nella sua macchina. Un guizzo dentro una nuvola di polvere e la macchina entra nell'ombra delle case di Mombarcaro. Le marmitte dell'ottavo fanteria fumano al sole, spandono nell'aria la fragranza del rancio. Dai sacchi occhieggia l'oro della pagnotta. Il colonnello Scala cammina a fianco del Duce, raggiante di gioia. Fanti del 38.o Fanteria, a noi! Sul viso abbronzato del colonnello Var- ombra, bucata dal lampo degli occhi che sprizzano gioia e orgoglio. Fra il corruscare delle baionette. I si protendono le braccia di una moj nachella che presenta al Duce un angioletto roseo e paffuto. Anche tu avrai l'elmo e il fucile; per ades s° abbiti due bacioni di Mussolini, andrai nella vita con questo batte •mo e tl porterà fortuna! j e i e e e , . a o e e l A Monesiglio vi sono le Guide, a Prunetto il Savoia Cavalleria, il 7.o Bersaglieri ed il 36.o battaglione di Camicie Nere. Il Duce passa fra le truppe dei rossi e degli azzurri pronti per la battaglia di domani. Domani sarà una giornata calda e, ora lo posso dire, entrerà in azione un'altra divi-sione, l'ottava, della quale nessuno conosceva l'esistenza. S. E. Amantea premerà sul Corpo d'Armata dei rossi che hanno cominciato a cedere. Battaglia su tutto il fronte di manovra. Le truppe sono pronte. Dv.ce a noi! II Re e il Duce Presso Camerana, l'automobile del Duce si arresta di colpo e Mussolini balza a terra. Sua Maestà il Re, che rimonta la vallata ha fatto lo stesso. Il Re e il Duce si stringono la mano. Il quadro ha una fisonomia di storia lontana. Mussolini, a Camerana, canta con i bersaglieri del quarto reggimento e con i cavalleggeri dì Vittorio Emanuele II, poi, invitato dal Podestà, che si è fatto coraggio frenando i battiti del cuore, entra nel mulino Spiga. E' un mulino dei contadini e le sue macchine macinano il grano cresciuto per la santa fatica dei contadini. L'altro ieri il Duce aveva aiutato gli artiglieri a spingere un traino, oggi Egli versa, da una mano all'altra, i chicchi secchi e sonori. Le mani del Duce danno vita a una cascatella d'oro: pane del popolo. Egli sa che cos'è il pane, cóme lo si guadagna, e come sia dolce è buono. Ritorno a Garessio e, dopo un breve riposo, l'automobile del Capo del Governo sbuca dai viali della villa che lo ospita sulla strada provinciale del Santuario di Mondovì. All'ombra della cupola del Galeo, la prima del mondo per la sua forma ardita, la folla che attendeva senza impazienza il Duce da tre ore lo asserraglia, tanto che Egli non può scende- o re dall'automobile ed entrare nel e o e e o a . Santuario. Il rettore, can. Giobergia e il podestà Cuniberti devono lasciare cadere l'invito, tra gli applausi scroscianti della folla, e quando il rettore riesce a parafrasare le parole con le quali il Pontefice ha profetato il posto di comando che il Duce prenderà nel mondo, l'automobile è già lontana, sotto le bandiere che pendono a migliaia dalle finestre delle ca- i «e di Mondovì. Questa non è crona.jea, che mi è stato impossibile davan0\n alla grandiosità spirituale dell'av- e i . o : i e ? o ' a Iti venimènto di oggi rifarmi sull'ordine cronologico della marcia trionfale compiuta, dal'Dùce attraverso le Langlie. . Mille datine, cento bd)ibbi>ii, trentamila' soidati-^anno palpitato d'amore attorno al nostro Duce, e ancora, una vecchia cóntadina'ha chiesto a Miissolini un bacia, vhele è stato concesso.' Tutto questo è avvenuto sotto il sole del verso virgiliano, il sole che non illuminerà mai terra più bella e che mai non splenderà sul viso di più italico Uomo. ERNESTO QUADRONE Garesslo, 24 notte. Ho avuto la somma fortuna di vivere, quale umile cronista sperduto tra la folla mareggiante, le luminose giornate che il Capo del Governo ha passato a Torino. Non pensavo allora, travolto dal mio stesso entusiasmo, che l'avvenimento torinese potesse oggi essere superato. Quante volte osservando il volto l impassibile, e duro, di una vecchia i a ■ . l*° l'incudine torinese, e dentro \d cronologica delle visite che il -\m fe dlf Guerra Iva fatto alle ;r""itr" t "° .... ' o[truppe dei due partiti. contadina ho pensato che l'aridità della sua pelle bruciata dal sole, altro non fosse che lo specchio opaco dell'aridità della sua anima travagliata e vuota come gli orizzonti, avara come le pareti di tufo che strapiombano in molte località delle Langhe. Oggi ho veduto uno di questi visi avvicinarsi al volto del Duce, rigandosi di lacrime e, all'improvviso dalla bocca della vecchia 'donna, chiusa in una rete di rughe, è uscita una voce tremante che invocava un bacio. E il Duce non l'ha negato. Un pianto felice Un pianto felice contraeva i visi di quelli che assistevano^la scena. Figli della terra come qumte popolazioni, sono anche i soldam^che partecipano alle manovre. SoSR cresciuti con i piecfàpiantati in queste zolle, conoscono^! fatica dell'aratro, il mistero chius'ò, nel solco e quello che I Pndadgdtmsclze«hvBdzmdflocdesplode sui rami degli alberi, e quello che rosseggia tra i filari. Tutte queste cose le sanno per esperienza e per intuizione e le hanno imparate I guardando il cielo, la sede di Dio. j Dal bacio donato alla vecchia il Duce è passato alla canzone can- iata con i soldati. Meravigliosa sin- 'tesi di tutto il suo pensiero f T* al popolo. GuardandoLo nel quadrato delle j truppe, pensavo così: Egli canta con i soldati e guarda con gli occhi al sole. Sicuramente, in questo momento ripete a sè stesso il verso oraziano: che tu non abbia mai da illuminare nulla dì più grande della nostra Patria. E mi sono riallacciato al ricordo immancabile delle parole che ieri il Duce ha pronunciato, martellando la terra come aveva martellale quali palpitava lo spirito della Sua romanità. Romanità intesa come centro, come fulcro del mondo. La cronaca della giornata di oggi non può essere l'enumerazione fred n o e o a l e . e a o l a à i o o è nj - Non saprei farla, mi sembrerebbe di sminuire, enumerando le tappe da Lui compiute sul terreno delle esercitazioni, lo spirito, di freddare l'atmosfera della giornata. Il cuore di Mussolini Sette donne per la strada, per una strada qualunque. Sette donne che tornano dal mercato percorrendo la Pedagera. La rotabile più importante delle Langhe, che corre sulla cresta delle colline, trae il suo nome dall'antica usanza che vigeva nei tempi antichi. A voler percorrere quella strada, bisognava, allora, pagare xin « pedaggio ». Il Duce, rimettendo in onore le antiche usanze, che Egli conosce a meraviglia, ha pagato Lui stesso il diritto di transito. a Sette donne tornano dal mercato e a | incontrano l'automobile del Duce, che si ferma, discende e le interroga. Vita stentata, eh, sì, una numerosa famiglia da mantenere ce l'hanno tutti da queste parti e molte bocche di bambini arrivano all'orlo del ta volo. Il mercato è stato magro, ognu na delle donne racconta la sua povera avventura finanziaria. Vendute cinque lire di uova, due lire di verdura, qualche frazione di lira di frutta. Poi, ritornano a Mombarcaro, il paese che sorge sul culmine più alto delle Lunghe, a quota mille. Case scure alle quali la posizione dominante conferisce un aspetto di fortificazione, un senso quasi di nido d'aquila. Il Duce paga il suo pedaggio come il suo gran cuore gli detta: le donne chiudono con un guadagno inatteso il mercato che si era svolto con tanta magrezza. Felicità sulla pedagera. sorriso di sette donne, lacrime di settc donne nel paesaggio incantato.ti colonnello Bellini è al ce)U,0idei quadrato formato dalle trupie [del 37.o fanteria e da un gruppo di .cavalleria appiedata. Truppe rossI pronte per la battaglia, di domani. \GU elmetti lustrano '.comi una co| rona d'acciaio posata sul cucuzzolo ■di brìc Benco. Presentai'armf Saluto alla voce: ' * A noi! ». Il Ducè"tè in mezzo ai suoi soldati. Ora si'canta, e canta anche i Mussolini. La Sua voce c giovami? '■■ -.ome quella dei soldati, il Sho sor[ ì riso ha vent'anni, il Suo occhio Isplende. Sole, non illuminare ma' [niente di più grande della nostra

Luoghi citati: Camerana, Garessio, Mombarcaro, Mondovì, Prunetto, Savoia, Torino