II Re e il Duce seguono le grandi manovre tra il persistente intenso entusiasmo dei reparti

II Re e il Duce seguono le grandi manovre tra il persistente intenso entusiasmo dei reparti II Re e il Duce seguono le grandi manovre tra il persistente intenso entusiasmo dei reparti Il Capo del Governo sarei oggi &. Cuneo tra I primi scontri « rossi » ed « azzurri » Garessio, 23 notte. La seconda giornata delle esercitazioni a grandi unità contrapposte non ha portato cambiamenti di decisiva importanza nella dislocazione assunta ieri dalle forze dei due partiti. Nè poteva essere altrimenti. Come abbiamo già detto, queste esercitazioni tendono ad avvicinarsi più che sia possibile alla realtà della guerra guerreggiata, epperò tanto i Rossi quanto gli Azzurri, che devono manovrare in un terreno difficilissimo, hanno evitato una avventura che avrebbe potuto riuscire fatale all'uno o all'altro. Primi colpi di cannone | La Direzione delle manovre, una Molta dettato il tema, corredato da quelle poche notizie che, evidentemente, tri coso vero gli « avversari » avrebbero avuto dai rispettivi uffici di informazioni, ha lasciato piena libertà di movimento ai Comandi dei due partiti, i quali, con le truppe celeri, hanno subito cercato di tastarsi reciprocamente il polso. I / nuclei esploranti si sono cercati, si sono trovati, hanno impegnato piccoli combattimenti, senza trascinare il grosso dell'una o dell'altra parte in un'azione decisiva. Pochi colpi di mitragliatrice, qualche colpo di cannone: poi il teatro delle operazioni si è rifatto.tranquillo. Le pattuglie hanno ricominciato il loro difficile lavoro. A questo punto, il pubblico profano si domanderà : come mai in una finta guerra, costituita fa combattimenti incruenti, gli avversari si fermano sotto i colpi sparati a salve, invoce di avanzare imperterriti e baldanzosi, sfidando un pericolo che in realtà non esistei Un momento: il pericolo, in questa specie di esercitazioni esiste ed è costituito dai giudici di campo,, i quali tempestivamente intervengono nei punt critici e decidono della situazione. La decidono in base alle precise va lutazioni numeriche delle forze che Si fronteggiano, alle posizioni occupaté dagli uni o dagli altri, alla dislocazione assunta dagli artiglieri e da moltissimi altri elementi. Sarebbe troppo comodo, se il successo di uno dei partiti dipendesse soltanto dall'entusiasmo dei coman danti o da quello delle truppe! Dell'entusiasmo, come si è potuto constatare, ce n'è da vendere. Questi nostri meravigliosi soldati, rivaleggianti in fervore con le Camicie Nere, da un giorno e mezzo sopportano in modo superbo le fatiche delle marcie. Soltanto questa notte potranno finalmente riposare, poiché la Direzione delle manovre ha deciso di sospendere le operazioni fino a dopodomani alle ore 5. Dragoni, cavdLleggeri, artiglieri e Camicie nere dormiranno questa notte sulla morbida paglia che abbiamo visto fluire su autocarri, verso le posizioni. Dormiranno, naturalmente, sul luogo preciso in cui sono arrivati. Molti si domanderanno se durante la notte e il giorno di riposo i Comandi dei due partiti non avranno modo di esaminare in tutta calma la situazione e di prendere le decisioni per l'ulteriore sviluppo delle operazioni in corso. Nossignori! Il pericolo permanente dei giudici di campo scomparirà, è vero, momentaneamente, ma vi subentrerà un altro. La guerra reale è piena di sorprese. Ebbene, bisogna che piena di sorprese sia anche questa esercitazione. . A preparare la sorpresa pensa naturalmente S. E. Baistrocchi. Non possiamo commettere indiscrezioni, pur tuttavia siamo in grado di as sicurarvi che una sorpresa vi sarà, e grande. Un successo di «Savoia Cavalleria» Che cosa è avvenuto durante questi primi giorni di esercitazioni? Ricaviamolo dalla situazione generale comunicataci dall'ufficio-stampa della Direzione. I due partiti, come abbiamo già detto, hanno avuto il tema seguente da svolgere: i Rossi, concentrati fra Garessio, Albenga, Monte Settepani e l'alta valle del Tanaro hanno il compito di puntare verso Bra, Alba ed Asti e di sbu care nel piano; agli Azzurri incombe l'obbligo di attaccarli, respingerli e gettarli in mare. Dopo un giorno e mezzo di manovre, ecco la situazione generale di questa sera: nelle ore pomeridiane del giorno 22 e nella notte fra il 22 e il 23 sono continuati i com' battimenti fra gli elementi dei nuclei esploranti di entrambi i partiti, con alterna vicenda. La lotta è stata particolarmente vivace per il possesso di Bric Bossola, che però è rimasto nelle mani degli Azzurri; intorno al Bricchetto, dove il combattimento si è concluso con il successo dei Rossi, ed in fondo Val Bormida di Millesimo (stretta di Colombi) dove il reg¬ gtrtsdpapsns -|D A. X* NOSTROgimento Savoia Cavalleria, rinforzato da un battaglione del 7° Bersaglieri è riuscito a respingere gli elementi esploranti rossi, fin oltre Monesiglio. Nella notte dal 22 al 23, le truppe delle divisioni di fanteria dei due ¬ partiti riprendono il movimento in avanti. La 3.a Divistone déll'XI Corpo d'armata rosso, che nella giornata del 22 agosto aveva raggiunto il solco Ceva-Millesimo, si sposta verso nord, per raggiungere la fronte Marsaglia, Bric Berico, Bric Bedaggera, Bric Palucon, Pozzi. La 4.a Divisione, pure déll'XI Corpo d'armata rosso, che alle ore zero del 23 agosto ha ultimato la sua radunata nella zona di Albenga, inizia il movimento, per portarsi nella zona di Bardineto. La 3.a Divisione del CXI Corpo d'armata azzurro, che nella giornata del 22 agosto aveva raggiunto Serravalle delle Lunghe e Feisoglio, avanza verso sud, per raggiungere la fronte Mulassano-Mombarcaro. La 7" Divisione del CXI Cor. po d'armata azzurro, che alle ore 0 del 23 agosto ha ultimato la sua radunata nella zona di Nizza Monferrato, marcia verso le valli della Bormida di Millesimo e dell'I]zzone, per raggiungere la fronte: quota 336 (ponte sul torrente Belbo)-Perletto. Nella mattinata del 23 agosto, si riaccende la lotta fra le truppe celeri dei due partiti, alla quale intervengono anche i primi scaglioni della Divisione di Fanteria. Ad ovest, sulla dorsale di riva sinistra del torrente Bélbo, il 4.o Reggimento Bersaglieri attacca all'alba gli Azzurri, facendoli retrocedere in corrispondenza di Bric Bossola, ma, contrattaccati àaU'B.o Reggimento Fanteria azzurro, deve ritirarsi verso le ore 12 su Bric Sermanton. Al centro, sulla dorsale di riva destra del torrente Bélbo, le truppe di Fanteria dei due partiti sostituiscono le rispettive truppe celeri. Ad est, in vai Bormida di Millesimo, le truppe celeri rosse pronunziano un attacco in forze sul ponte a sud di Monesiglio, obbligando le truppe celeri azzurre a retrocedere fino a nord della linea Bric del Drago - Villa Bozzetto. Bric Stroppo. La situazione, alle ore 12, comporta in definitiva la sostituzione delle truppe celeri dei due partiti con truppe di Fanteria sulle posizioni raggiunte. Si prevede imminente l'attacco. Per quanto si tratti di compito esclusivamente ausiliario, non si può dimenticare la parte che, nelle esercitazioni odierne, prendono gli uomini dell'aria. . L'occhio degli eserciti Difatti, alle dirette dipendenze dei due partiti sono, per ciascuno, sei apparecchi Rol, con U personale e materiale necessari, ancorati gli Azzurri sul campo di Quarto di Asti, i Rossi sui campo di Villanova d'Albenga. Consulente tecnico delle manovre è il tenente colonnello Sibilla. Si ha da tener presente, come si è detto, che il servizio dell'aviario- O INVIAT O) ne è ausiliario, in quanto l'opera da essa svolta si concreta essenzialmente néll'esplorare i movimenti delle colonne nemiche. Però, data l'esistenza nella località di poche strade, quasi tutte sviluppantesi in cresta, senza ripari naturali di al- MèlatMv berature, è difficile, per non dire impossibile, che il movimento decisivo delle colonne del partito avversario possano effettuarsi alla insaputa dell'aviazione di parte opposta. 2Ve consegue che nelle esercitazioni viene quasi del tutto a mancare l'elemento della sorpresa tattica, essendo evidente che dalle relazioni dei propri aviatori ciascun Comando di partito ha tutti i mezzi di prevedere le intenzioni avversarie e di calcolare quali presumibilmente siano le truppe impegnate in ciascun settore. Nell'odierna situazione, considerando l'elemento di sorpresa che entrerà in gioco domani, e del quale non possiamo parlare, è evidente che la battaglia decisiva potrà av venire da un momento all'altro. Assisteremo quindi allo scatto ed all'incontro dei due partiti, in una località X; i Rossi o gli Azzurri, a seconda che la sorte avverserà gli uno o gli altri, si lauderanno all'in seguimento di quello dei due che sarà stato battuto. E questa sarà indubbiamente la fase più viva più emozionante delle manovre odierne; fase emozionante per i profani che seguono le vicende di questa grandiosa manovra, fase di studio, invece, più intenso per gli alti comandi che le dirigono. Questa mattina, sul terreno delle operazioni erano presenti fin dall'alba S. M. il Re e il Duce. Alle 6,30, S. E. il Capo del Governo, dopo aver percorso la strada che si snoda sulla dorsale dell'Alta Langa dal culmine di Montezemolo all'altura di Murazzano, fermava la macchina da Lui stesso pilotata ai piedi di un piccolo cocuzzolo, per poi salire all'osservatorio ivi collocato in località Bric della Pedagera. Erano a riceverLo S. E Baistrocchi, le LL. EE. i Marescialli d'Italia Badoglio e Pecori-Giraldi, i generali d'Armata Grazioli, Aman tea, Gazzera, Perrit e Ago e mólti altri ufficiali generali. Dopo mezz'ora, giungeva S. M. il Re, accompagnato dal Suo Primo Aiutante di Campo generale Asinari di Bernezzo, ricevuto da S. E. il Capo del Governo e da tutte le Autorità militari, sopra menzionate. Prima di arrivare all'osservatorio, il Sovrano, partendo da Lesegno alle ore cinque, aveva continuato le visite alle truppe che prendono parte alle esercitazioni già iniziate nella giornata di ieri. E così da Lesegno aveva percorso la zona di manovra verso Ceva, poi quella verso Millesimo, Tetti di Montezemolo, Monesiglio, della Valle Bormida di Millesimo. A Monesiglio l'augusto Sovrano si è intrattenuto con S. A. R. il Duca di Bergamo che, come è noto, comanda nelle esercitazioni il reggimento « Savoia Cavalleria ». Prosegue poi per valle Bormida di Millesimo, Ravenzana, Feisoglio, NieUa-Belbo e ù ; i l l l a e , o , i i , e a i a di o oi ae Mombarcaro, per arrivare, come si è detto, all'osservatorio di Bric della Pedagera. Il Sovrano ha sostato all'osservatorio per oltre un'ora, intrattenendosi a colloquio col Primo Ministro. Dopo il colloquio, il Sovrano è ripartito per Ceva, per rientrare prima di mezzogiorno nel treno reale. Durante il percorso il Sovrano ha fatto incontro con il 67° Reggimento di fanteria ed ha sostato col comandante della &■ Brigata e con alcuni giudici di campo, dai quali ha voluto essere minutamente informato sull'andamento delle esercitazioni. Nei piccoli centri attraversati il Re è stato fatto segno ad entusiastiche acclamazioni. L'emozione di un Podestà Partita Sua Maestà, anche il Duce lascia l'osservatorio di Pedagera, sale in macchina conducendo con sè S. E. Baistrocchi ed a grande velocità inizia un ampio giro di ricognizione sul teatro delle manovre. Il Capo del Governo, che vuole personalmente rendersi conto di tutto, lancia la sua Alfa-Romeo sulla direttrice dì marcia che i due partiti hanno già percorso e che dovranno ancora percorrere. Superato il bivio di Monesiglio, Egli si dirige su Monesiglio, dove si ferma un minuto sulla piazza principale. Un minuto, che per gli abitanti di quel paese assumerà, nell'avvenire, il fasto di un luminoso leggendario ricordo. Scendere fra gli umili, penetrare nel cuore degli umili con uno sguardo e con una parola, è una tra le somme possibilità psicologiche del Duce. Gli abitanti di Monesiglio, asserragliando la sua macchina, hanno vibrato intorno a Lui del più alto entusiasmo. Alla portiera dell'automobile è riuscito ad avvicinare il Capo, per un attimo, il Podestà ed una semplice vecchietta, che si era fatta largo tra la folla. S. E. il Capo del Governo, per calmare l'emozione del Podestà, che riusciva a malapena a balbettare qualche . parola incomprensibile, ha troncato il colloquio con una stretta di mano e con uno di quei luminosi sorrisi che rivelano di cólpo la grande dolcezza della Sua anima e la liberalità del Suo spirito. La macchina ha dato Un balzo, si è aperto il varco tra la popolazione acclamante ed ha ripreso la corsa per Colombo, Gorzegno, Bosia, Borgomale. Le truppe erano in piena manovra e si spostavano in fondo valle e lungo le dorsali. Gli occhi del Duce, afferrando non solo l'insieme dell'esercitazione, ma anche i particolari tattici, si facevano largo nel movimento intenso del quadro generale. Uno sguardo alla carta topografica che S. E. Baistrocchi teneva spiegata, uno sguardo alla strada difficile e tortuosa e via verso la pianura, poiché tutto si era già semplificato nel Suo intelletto. L'automobile del Capo del Governo è entrata in Alba come un bolide, ha compiuto un rapido giro per la piazza e mentre la popolazione accorreva con affannata velocità verso la macchina guizzante, il Duce aveva già preso la strada del ritorno, ritorno che si è effettuato per Serravalle Langhe. Sulla dorsale che fiancheggia la strada che da Bagnasco scende a Ceva, sorge a un certo punto un piccolo ombroso fresco poggio. Qui il Duce ha arestato la sua corsa e, balzato di macchina, superando con un salto il dislwéllo piuttosto aspro che intercorre tra il ciglio della strada e il poggio stesso, ha radunato intorno a sè, per una frugale colazione, le personalità che l'avevano accompagnato. Hanno partecipato al rancio prettamente militaresco S. E. Baistrocchi, il Segretario del Partito Achille Starace, S. E. Teruzzi, il generale di San Marzano ed il generale Grazioli. Noi giornalisti abbiamo avuto la fortuna di sedere a pochi metri dal Duce e ascoltare la sua conversazione. mMTnIOrme di Cesare Lo sguardo di Mussolini vagava dalle Langhe al grandioso anfiteatro delle Alpi. E Roma, nella calma eterna e solenne della natura circostante, è risorta nel Suo pensiero e nel Suo cuore. Puntando la Sua mano nervosa ed espressiva sulla terra, Egli, dalla nostra madre universale, come se attingesse nei secoli, ha fat to balzare con pochi tratti la figura di Giulio Cesare. E Cesare era vivo, nel suono della sua voce, muoveva come un personaggio di oggi, nel suo gesto modellatore. Roma rievocata era sorta nell'anfiteatro delle Alpi inviolabili. La parentesi indimenticabile è stata breve, che U Duce, balzando in piedi e discendendo di corsa l'erta, ha raggiunto la macchina, lanciandola verso Garessio. Domani il Duce si recherà a visitare ì reparti di truppe che riposano in attesa della battaglia, che venerdì sarà impegnata dai due partiti. ERNESTO QUADRONE dcgCgl'casgnreasszi rtnlmamdgmbgcltgnarnilplsdpL?