Vibrante festosità dei reparti e delle popolazioni

Vibrante festosità dei reparti e delle popolazioni Bandiere al vento nelle* Langhe Vibrante festosità dei reparti e delle popolazioni Il saluto alla voce al Re e al Duce istituito anche per l'Esercito Garessio, 19 notte. Da Alba ad Ormea, da Ceva a Montenotte, tutte le Langhe sono una bandiera sola negli abitati, un solo manifesto, su pei muri delle cittadine e dei borghi, inneggiante al Re, al Duce, all'Esercito. Piemonte e Liguria, lungo la fascia in cui Alpi e Prealpi Marittime, Appennino e Preappennino si saldano per digradare verso la corrente del Po, s'uniscono nel benvenuto caldo, schietto, commovente che questa gente del Tartaro e delle due Bormide vuol dare alle truppe che da giorni affluiscono 6 adesso di ora in ora s'infittiscono dentro ed intorno ai villaggi I— dalla pianura alle valli per le grandi manovre terrestri dell'Awrio XI, manovre che avranno inizio martedì mattina per continuare probabilmente fino a sabato. Atmosfera festosa Puoi recarti a Ceva ove ha sede Ta Direzione delle Esercitazioni G. V. Kleggi Grandi Unità) o Garessio dove sta per prendere stanza, all'albergo Miramonti, il Quartier Generale delle Manovre, oppure sulle alture fra Dego e Murazzano, fra Carcare e Montezemolo, o sui colli sopra Alba segnanti il limite della selva delle 'Langhe con le viti del Monferrato, dappertutto t'accoglie la medesima àura virilmente e compostamente festosa, ti si palesa chiaro l'orgoglio della regione per esser stata scelta come terreno di manovra; ed è uno spettacolo che, insieme con quello dello stupendo contegno delle truppe già presenti, conferma una volta di più la piena rispondenza di sentimenti e d'affetti, di speranza pel domani e di fierezza pel presente, fra popolo italiano — diciamo così — in borghese e popolo italiano in divisa un esercito solo stretto intorno al suo Re ed al suo Duce, un esercito unico fiduciosamente marciante, sotto il segno del Littorio, verso la vièta che il Capo gli addita. . Questa l'atmosfera spirituale che avvolge, nella serenità dell'agosto declinante, le valli amenissime e boscose, i monti romantici folti di co stagni che rammentano le fantasio se e sonore pitture del primo Ottocento piemontese, i poggi aperti battuti dal vento dai quali si spazia.per orizzonti immensi dove i tramonti durano lunghi, immobili, trionfalmente adagiati sulla porpora di gigantesche e placide nuvole estive: panorami che involontariamente fan ripensare allo stupore dei soldati napoleonici sboccanti sul belvedere di Montezemolo dopo tre giorni di battaglia, mentre il pallido e smunto generale appoggiato sul collo del magro cavallo bianco loro additava 'le cime lontane esclamando: « Annibale varcò le Alpi. Noi le girammo » (Che le deliziosamente ingenue illustrazioni di Raffet illuminano ancor le pagine del vecchio NorvinsJ. Atmosfera che, se pur propizia a dissimulare, tuttavia non cela l'incenso fervore, la pulsante vita della grande finzione bellica. Perchè se è vero che soltanto martedì le manovre propriamente dette cominceranno con i movimenti, gli approcci, gli scontri, le alterne fortune delle operazioni; se è vero che i due supposti eserciti hanno ancor da prendere le posizioni loro assegnate dai rispettivi ordini di operazioni, e che quindi ancor domani trenta treni militari sbarcheranno a Ceva contingenti, non è men vero che da giorni e giorni per tutto il terreno dì manovra si lavora instancabilmente. - E' risaputo infatti che l'antico concetto alquanto coreografico della finta guerra fra i partiti contrapposti — concetto che giungeva a simular le battaglie fin nei più minuti particolari plastici, ad eccitare emulazioni inutili, a curare in ispccial modo certa messinscena dei movimenti e degli urti — è ormai tramontato da un pezzo. Ad esso si è sostituito l'assai più proficuo studio della preparazione, dei servizi, delle comunicazioni, dei collegamenti, di tutta quella enorme e delicatissima macchina ch'è una (o più) grande unità operante, organismo i cui muscoli sono costituiti dalle truppe, ma i cui centri nervosi risiedono nei Comandi donde si dirama la fittissima rete delle volontà, e le età vene ed arterie sono i mezzi di sussistenza ed approviggionamento. Un problema idrico L'esercitazione in grande stile, come è stato qui replicatamente detto, è quindi il mezzo migliore, oltre che a formare completamente l'addestramento del soldato, oltre che — come chiarì il Duce l'anno scorso a Gubjjio — a manifestar con la pratica la bontà o meno delle teorie, per saggiare l'efficienza di codesti servizi, non meno che l'esercizio dell'alto co mando, il quale è finalmente messo in grado di esplicare la *wa abilità manovriera, di impostare e risolvere in modo concreto quei problemi stratègici, improvvisamente offerti da circostanze impreviste, che si verificheranno, in condizioni sempre varie eppure tecnicamente e psicologicamente simili, in una futura guerra di movimento, stile guerresco cui tende la moderna strategia nell'in tmto di risolvere l'eventuale lotta cpatmdlimfmmqfafmmmvaslgpaascsstsspcgmdtrcmrntlpnhtiaacpfutccPAs i i e i , a o a i l è o e i a e a a d a , e e a i, o à e aa ie aa ui n a cruenta dei popoli nel più breve tempo possibile. Perciò di anno in anno, oltre che ai fini più specialmente strategici e tattici, la scelta del terreno delle manovre è subordinata allo studio di qualche problema di speciale delicatezza; e la caratteristica conformazione geologica delle Langhe offre quest'anno, per esempio, largamente campo all'esame del rifornimento idrico, essendo la regione alquanto povera d'acqua. Nessun rifornimento, quindi, predisposto in antìcipo, come altre volte si soleva fare: i reparti provvederanno con mezzo propri, con approviggionamenti cioè da tergo; ed è questo il motivo per cui, girando da valle a valle, già abbiamo potuto notare la abbondanza dei mezzi e l'accuratissima preparazione di trasporto dell'acqua. Terreno quindi, per la sua natura geologica, per l'intrico delle valli, per il genere di vegetazione, per gli abitati collocati di preferenza sulle alture e le strade svolgentisi in cresta (chi è stato in guerra ben sa cosa significasse una, marcia per strada scoperta o quasi), di interesse grandissimo per lo studioso d'arte militare. Il profano invece in questi giorni lo percorre notando con stupore il brulichìo dei soldati nei paesi, l'occhieggiar delle tende fra i castagni, l'ininterrotto correre di mi gliaia di automobili e motociclette militari su ogni carrozzabile di fondovalle, le strade migliorate e riattate in pochi giorni di febbrile lavoro, i treni colmi di materiale bellico che vanno e vengono sulla Ceva-Ormea e sulle altre due linee ferroviarie che solcano la regione, le centinaia di chilometri di filo telefonico tesi dai maggiori ai minori abitati, le stazioni ferroviarie ampliate, il ponte d'una portata di dodici tonnellate che il 2° Pontieri di Piacenza ha gettato sul Tanaro a Ceva in sole tre ore di lavoro, le stazioni radio, in una parola, tutto il delicatissimo apparato militare che consentirà le azioni d0i giorni prossimi. Vola ogni tanto altissimo sulla conca di Garessio già qualche aeroplano, forse a riconoscere i campi di fortuna che senza dubbio saranno utilizzati dall'aviazione partecipante alle manovre, ed alla quale toccherà arduo compito; ma volano anche più lo notizie ed i commenti, Partito Rosso a Garessio, Partito Azzurro verso Alba, qua la tal Divisione, là il tal Reggimento. Semplici voci, che il più assoluto riserbo è comune sia agli ufliciali che alla truppa, e soltanto che chiediate una informazione ad un colonnello di Stato Maggiore, questi vi risponde con un sorriso cortese ed un gesto evasivo. E se c'è un rimpianto fra i villeggianti che oggi lasciano in massa Garessio e dintorni per la requisizione degli alberghi e di quasi tutti i locali disponibili, questo è di non poter seguire da presso le esercitazioni, di non potersi appassionare per visione diretta alle vicende dei partiti contrapposti. sv—scdqMftrartrbepg«sprdzczvVnGsdtspcrppcttaSuggestioni storiche Allora il profano ripiega sulla fantasia, e ricorre ai ricordi degli anni di scuola. Ma soltanto il profano? Crediamo (o forse è illusione?) che anche gli ufficiali, dai comandanti di Corpo d'Armata Santini e Pezzana al più giovine sottotenente, negli intervalli del lavoro non possano del tutto .sfuggire alla suggestione di questo storico terreno. L'abbiamo percorso in lungo e in largo in automobile, là dove Ceva allarga la sua cotica dopo la stretta di Nucetto, là dove Millesimo, nel basso delle sue forre, ostenta il vecchio ponte che reca ancora i segni delle cannonate rivoluzionarie e pare una antica pittura di Bernardo Bellotto, là dove Dego sembra sbarrar la valle col suo poggio, là dove Tetti e Villa, frazioni di Montezemolo, spaziano sulle Marittime azzurre. Carcare, appunto, Montenotte, Millesimo, Dego, Montenegino, Cosseria... fatale aprile 1796 che schiudeva la via dell'Impero al ventisettenne Bonaparte, mirabile campagna di un mese e cinque giorni, dall'arrivo a Nizza il 26 marzo all'armistizio di Cherasco il 28 aprile. Trentamila uomini laceri e scalzi contro i cinquantacinquemila di Beaulieu e Colli; sfolgoranti nomi di sei vittorie in una settimana; capolavoro della battaglia strategica di MontenotteDego dal dodici al quattordici aprile, più l'episodio, il quarto giorno, della sorpresa di Wukassovich sulle truppe saccheggiatrici di Massena; orgoglio della bella resistenza piemontese di Provera e dì Del Carret to in quel Castello di Cosseria che ancor oggi si scorge alto sulla strada di Millesimo, con le sue torri e le sue mura diroccate dai cannoni di Augereau. Ieri qualcuno, infatti, qui diceva che — essendo presumibile lo scontro dei partiti contrapposti precisamente sulle direttive che corrono lungo l'alto Tanaro e le Bormide di Millesimo e di Spigno (e già il lettore che consulti la carta topografi ca può avere una vaga idea della dir Ltmlca slocazione che martedì mattina avranno le truppe Rosse ed Azzurre) — probabilmente sarebbe stato ricostruito, ad arte, un episodio della campagna napoleonica nelle Langhe di centotrèntasette anni fa: forse quell» dell'attacco delle Divisioni Masscna e Laharpe a Montenotte; forse lo sbocco di Augereau su Montezemolo contemporaneamente alla ripresa di Dego da parte di Laharpe appoggiante Massena; forse l'aggiramento dell'allora campo trincerato di Ceva. Ingenuità, che ogni coreografia, come abbiamo detto, è bandita dal - concetto delle moderne esercitazioni, e non è assolutamente prevedibile ciò che succederà nei giorni seguenti lo scoppio delle « ostilità ». E tuttavia, ripetiamo, la, sugge stione perdura, e forse non è completamente da rifiutare. Perchè si ripensa che proprio qui a Garessio, dove sui selciati risuonano ora gli zoccoli dei cavalli e la popolazione contempla con simpatia ed ammirazione sfilar reparti su reparti, la Divisione Serrurier, dopo la presa di Voltri da parte della Brigata Cervoni e la conseguente offensiva verso Genova ordinata dal Beaulieu, era stata da Bonaparte collocata a far dimostrazioni contro Ceva per trattenere il Colli, mentre Augereau doveva muovere ad occupare il nodo stradale strategico di Carcare. Sem plice suggestione. Ma bisogna tener conto che, essendo quella della guerra un'arte nel più alto senso della parola, non è da escludere da essa la più tipica caratteristica dell'arte, che è l'immaginazione. Dato che tutti i grandi capitani furono dei creatori di situazioni e dei plasmatori di anime, cioè, a modo loro, dei poeti. MARZIANO BERNARDI. a i e , o a o o e a , i o i a e a , e ; e ae di a nao di ti ir Le forze dei due partiti Roma, 19 notte. Alle ore cinque del prossimo martedi, avranno inizio le manovre dell'Esercito. Dopo avere dato ieri alcuni particolari sulla zona dove le manovre si svolgeranno, diamo oggi le indicazioni sulle forze impegnate, reali e supposte, ed i principali elementi della situazione iniziale dei due partiti. Le forze, effettivamente e complessivamente rappresentate, sono costituite da tre divisioni di Fanteria al completo, alle quali si aggiungono unità di Cavalleria, Bersaglieri, Artiglieria pesante campale, carri armati, aerostieri e fotoelettricisti. Il Partito azzurro è rappresentato dalla divisione di Milano, organicamente costituita dalla 6.a Brigata di Fanteria, dal 36.o Battaglione di Camicie Nere, dal 27.o Reggimento di Artiglieria da campagna, da una compagnia di telegrafisti e da una sezione radio del 3.o Genio, nonché dalle relative aliquote di servizi di sanità, sussistenza e trasporti. A tale partito sono inoltre assegnate, effettivamente partecipanti, le seguenti truppe di Corpo d'Armata: il settimo Reggimento Bersaglieri, una compagnia motociclisti dell'undicesimo Reggimento Bersaglieri, il Reggi mento Savoia Cavalleria al comando di S. A. R. il Duca di Bergamo; un battaglione di carri armati, il 3.o Reggimento Artiglieria pesante campale, un gruppo pesante del 4.o Reg gimento Artiglieria pesante; una compagnia telegrafisti ed una compagnia radio del terzo Genio; una sezione fotoelettricisti del 3.o Reg gimento Genio; una compagnia aerostieri; il 61.o gruppo di Squadriglie di aeroplani; alcune aliquote di servizi di Corpo d'Armata. Il Partito rosso è rappresentato dalla Divisione di Alessandria, costituita dalla terza Brigata di Fanteria, dal terzo battaglione di Camicie Nere, dall'undicesimo Reggimento di Artiglieria da campagna, da una compagnia telegrafisti e da una sezione radio del secondo Genio e dalle relative aliquote di servizi di Sanità, Sussistenza e trasporti. Al Partito rosso sono inoltre assegnate, effettivamente partecipanti, le seguenti truppe di Corpo d'Armata: il 4.o Reggimento Bersaglieri, una compagnia motociclisti del 6.o Reggimento Bersaglieri ; il Reggimento Cavalleggeri Vittorio Emanuele II; un battaglione carri armati; il secondo Reggimento di Artiglieria pesante campale ; un gruppo del secondo Reggimento di Artiglieria pesante; una compagnia telegrafisti ed una compagnia radio del secondo Genio; una sezione fotoelettricisti del terzo Genio; una compagnia aerostieri; il sessantanovesimo gruppo di aeroplani, alcune aliquote di servizi di Corpo d'Armata. I reparti a disposizione A diretta disposizione della direzione delle manovre si trovano: la Divisione di Piacenza, costituita dal' l'8.a Brigata Fanteria, dal 21.0 Reggimento Artiglieria da campagna da una compagnia telegrafisti e sezione radio del terzo reggimento Gènio e dalle relative aliquote di servizi di sanità, sussistenza e trasporti; il Reggimento Cavalleggeri Gui de, due compagnie telegrafisti ed una compagnia radio del 2,o Genio, un autoreparto con formazione speciale. I Corpi ed i Reparti di Fanteria, Camicie Nere e Genio hanno assunto la formazione di guerra, mediante richiamo di ufficiali e truppe dal congedo. La direzione delle manovre è affidata al generale Luigi Amantea Comandante designato d'Armata. Il Partito rosso è agli ordini del gene¬ railqvddddezsddnTdtnsdzalmlttrIlsAizeadlzcArdvNcpA i a a é i e i a o a a i o a a e i l e, l an o e ga a l rea ' ga èiri d o, eesee fa Il e¬ rale Gerolamo Pezzana, comandante il Corpo d'Armata di Alessandria, il quale ha alle sue dipendenze due Divisioni: una, rappresentata, comandata dal generale Babbini, e l'altra dal generale Guidi. Le forze azzurre sono alle dipendenze del generale Santini, comandante del Corpo d'Armata di Milano e le due Divisioni alla sua dipendenza, sono comandate: l'una, rappresentata, dal generale Moizo, e l'altra dal generale Pintor. La divisione di Piacenza, che è a disposizione della direzione delle manovre, è agli ordini del generale Targa. La situazione di inizio Quale sarà la situazione all'alba del 22 agosto? Grandi unità rosse occupano le al ti valli della Vermenagna e del Ta naro, nonché la Liguria, fino al dor sale che da Monte Sette Pani scende a Verezzi presso Borgio; le forze rosse, già discese in Val Tanaro, ammontano ad una divisione di fan leria, rinforzate con artiglieria di medio calibro e con truppe celeri. Tali truppe hanno raggiunto le località di Garossio, Galizzano e Bardineto, mentre pattuglie di truppe celeri sono sulla *linea Viola-BagnascoIsola Grande; altre truppe rosse, della forza approssimativa di una divisione, sono segnalate nella zona di Albenga. Le forze del Partito azzurro sono invece concentrate nella zona Saluzzo-Bra, nel Monferrato, ed a nordest di Savona. In particolare, forze azzurre, ammontanti a più di una divisione, con artiglierie di medio calibro e truppe celeri, si trovano nella zona Alba-Canelli-Costigliole d'Asti, con reparti avanzati a Monto Lupo Albese, Castino, Cessole e Monastero Bormida. Altre truppe azzurre, della forza approssimativa di una divisione, sono segnalate nella zona di Nizza Monferrato. Alla mattina del 22 agosto, il se condo Corpo d'Armata rosso deve riprendere l'avanzata in direzione di Alba-Santo Stefano Belbo; mentre il terzo Corpo d'Armata azzurro deve avanzare contro le truppe rosse segnalate in Valle Tanaro e Valle Bormida, e ricacciarle verso sud. H terreno, come abbiamo detto, è particolarmente aspro. Tra le truppe rosse dislocate, nella zona Garossio e Calizzano, e quelle azzurre, che si trovano tra Alba e Candii, si interpone la zona nella quale, evidentemente, avverrà l'incontro dei partiti contrastanti; essa è caratterizzata dalle valli del Belbo, della Bormida, di Millesimo e del torrente Uzzone, con le dorsali che mrecoinrantaselamasselis« CaRSridqleMiatsiisDAuEsddvp| ; teli valli fiancheggiano e separano Queste valli e dorsali hanno un orientamento generale da nord a sud, V^\ppresso ai rossi, e con orientamento Pda occidente ad oriente; la depres-! sione del Tanaro, fra Lesegno e Ce¬ va e la grande rotabile tra quest'ultima località e Millesimo, segnano un altro elemento naturale della caratteristica generale della zona, che, con quelle sopra indicate, individua il terreno. nuove norme per al Sovrano e al Capo del Governa Roma, 19 notte. Con l'odierna dispensa del giornale militare e con riserva di apportare le conseguenti aggiunte alle norme regolamentari in vigore, in fatto di onori, disciplina, del suono degli inni nazionali e del posto della bandiera negli schieramenti e sfilamenti, è stato prescritto quanto segue: 1. — Ogni volta che le musiche, per effetto delle disposizioni contenute nei regolamenti debbono suonare la Marcia Reale, questa deve essere seguita dall'Inno « Giovinezza » 2. — Per i casi previsti dal n. 171 del regolamento di disciplina mili. tare le musiche suonano: a) la Marcia Reale seguita dall'Inno «Giovinezza» per le Loro Maestà il Re e la Regina e per le bandiere indicate al capoverso « e » (del n. 158); b) l'Inno ((Giovinezza» per il Capo del Governo; c) la Marcia del Reggimento in tutti gli altri casi considerati da detto numero 171. ■ 3. — Nel rendere gli onori durante gii sfilamenti al comando di: « Attenti a destra (o sinistra) » tutti i militari volgono con vivacità la testa a destra (o a sinistra) continuando a muovere il braccio sinistro (se armati) o entrambe le braccia se disarmati). 4. — La bandiera (o lo stendardo) per tutte le armi e corpi nei casi in oul è previsto il suo intervento con i reparti prende posto: a) nello schieramento, alla destra del Reggimento, sulla stessa linea di schieramento dei reparti, tra il comandante del battaglione (o gruppo di destra) e il comandante del Reggimento (se il Reggimento 6 inquadrato) oppure tra il comandante della compagnia (o squadrone) di destra del battaglione (o gruppo) di destra ed il comandante del battaglione (o gruppo) se il Reggimento e isolato. Intervenendo la bandiera (o lo stendardo) con un solo battaglione e con una sola compagnia (o squadrone) il suo posto e analogo a quello stabilito per il Reggimento. Qualora i comandanti di reparto prendano posto alla sinistra delle truppe la bandiera (o stendardo) prende posto anche essa sulla sinistra dei reparti inquadrati come sopra è detto ; b) nello sfilamento dietro il comandante del Reggimento, alla distanza di 8 passi. Se la bandiera sfila con un solo battaglione o con una sola compagnia essa prende posto dietro il comandante di battaglione o di compagnia a distanza rispettivamente di sei e di tre passi. Per lo stendardo dei reggimenti di cavalleria valgono le distanze già previste dal regolamento di addestramento dell'Arma. In attesa di conferma, in sede di revisione dei regolamenti, d'accordo con le altre Forze Armate, è stato inoltre stabilito che: reparti schierati, che debbono rendere gli onori a S. M. il Re od al Capo del Governo, Duce del Fascismi, dopo assunta la posizione di attenti o di presentat-arm, eseguiscono il saluto alla voce. Detto saluto è reso al comando: « Saluto al Re! » o « Saluto al Duce! » dato dall'ufficiale cui spetta di ordinare l'attenti o il presentat-arm. A detto comando, i militari gridano insieme « Viva il Re! » se si rendono onori a S. M. il Re, « A noi! » se si rendono onori al Capo del Governo, Duce del Fa. | seismo, rimanendo nella posizione di presentat-arm, se armati, o alzando insieme il braccio destro, nella posizione di saluto romano, e riabbassandolo subito dopo se disarmati. Le modificazioni apportate al Regolamento dell'Esercito, per quanto concerne il saluto a S. M. il Re e al Capo del Governo e Duce del Fascismo, vanno al di là del carattere formale, per assumere invece il carattere di adeguamento in tutto e per tutto, al nuovo stile di vita nazionale instaurato dal Fascismo. Il glorioso Esercito di Vittorio Veneto, per dimostrare il suo spirito, non aveva certamente bisogno di adottare nuovi usi. Il popolo italiano, di cui esso è la migliore e più viva espressione, ne conosce la devozione illimitata alla Patria fascista, la passione per ogni ardimento, lo slancio irresistibile per ogni impresa; ma adottando ora il saluto alla voce, l'Esercito perfeziona defi nitivamente anche l'aspetto esterio¬ re della sua vita, in realtà nulla di veramente nuovo introducendo nella sua vita stessa poiché ogni soldato prima di vestire la divisa non ha fatto altro che praticare, insieme a tutti gli altri italiani, attraverso le sue varie organizzazioni, questo uso, quando sulle piazze d'Italia, acclamando, ha gridato: Viva il Re! o quando ha lanciato al Duce il suo: A noi! poderoso. Il saluto alla voce, del resto, risuona da decenni nella Marina, e oggi ci può sembrare strano come, essendo esso così maschio e pittoresco, non sia stato adottato da tempo anche per l'Esercito. D'ora innanzi, quindi, i soldati, sieno essi dell'Esercito, della Marina o della. Milizia — tutti soldati d'Italia — saluteranno all'unisono col popolo e alzeranno la destra nel segno romano. La perfetta unità nazionale si manifesta così anche esteriormente: Regime, Rivoluzione, Forze Armate, Popolo — ecco la grande splendida realtà: l'Italia.