Il capo del Governo approva il programma presentato dal Quadrumviro De Vecchi

Il capo del Governo approva il programma presentato dal Quadrumviro De Vecchi Le celebrazioni storiche del Settembre Il capo del Governo approva il programma presentato dal Quadrumviro De Vecchi Roma, 21 mattino. Il Capo del Governo ha ricevuto nei giorni scorsi il conte De Vecchi di Val Cismon, Commissario della Società per la Storia del Risorgimento, e Presidente della Società Storica Subalpina, il quale Gli ha sottoposto il definitivo programma per i Congressi e le Celebrazioni storiche del prossimo settembre. Il Capo del Governo ha consentito, ed ha approvato che il Congresso della Società perla Storia del Risorgimento abbia luogo a Brescia nei giórni 10, 11 e 12 settembre; che il Congresso della Società Storica Subalpina abbia luogo a Torino nei giorni 13,14 e 15 successivi, e che il giorno 16 la R. Deputazione di Storia Patria celebri in Torino il centenariodella propria' fondazione. Il Congresso^di Brescia sarà inaugurato da S. A. R. U Principe di Piemonte. Il giorno 17 settembre, poi, in Torino, nell'antica aula.del Senato, a Palazzo Madama, S. M. il Re presenzierà ad una riunione solenne di tutte le istituzioni storiche nazionali, alla quale parteciperà anche l'Istituto del Nastro Azzurro per celebrare il centenario del tipo di medaglia al valore militare ancora oggi in uso. Al la solenne celebrazione del 17 settem ore sarà rappresentato il Governo ed interverranno le più alte Gerarchie del Regime. e a - La corporazione di categoria in uno studio dj S. E. Rossori Roma, 21 mattino. Sotto il titolo « Sgombrare il terreno », la Stirpe — diretta da S. E. Edmondo Rossonl — pubblica un editoriale che, date la genialità e l'arditezza delle idee che trovano il loro naturale sviluppo nel movimento ascensionale della Rivoluzione fascista, è destinato a suscitare il più vivo interesse. L'autore, premesso che la crisi economica e sociale che travaglia l'Europa e l'America sbocca come tendenza in quella formidabile anticipazione storica della Rivoluzione fascista che è la Corporazione, afferma non c'è da meravigliarsi di alcuni esperimenti, apparentemente contraddittori, poiché la realtà sociale, come la realtà umana, non può procedere attraverso schematismi professorali; ha le sue continue improvvisazioni che spesso appaiono come deviazioni. Ma è la sintesi quella che conta e si ha la certezza obbiettiva che indietro non si torna. Ogni mutamento profondo della civiltà assomma ingenuità, errori, sacrifici; ma quel che è morto, è morto; ed è meglio essere piante imperfette ma vitali che inerti fossili ». « Sul terreno teorico la battaglia è vinta in pieno; frasi che appena un anno fa erano considerate audaci, avveniristiche quali economia diretta, piani produttivi, ecc. sono ormai di dominio comune; nessuno si rifugia più dietro le vecchie trincere del « libero giuoco della libera concorrenza »; il problema è diventato un altro: dirigere bene la produzione. « In questo sforzo, in questo travaglio che non conosce più separazioni di frontiere e nemmeno di oceani, la posizione dell'Italia fascista brilla con universale conferma all'avanguardia; fu essa a dare i colpi di piccone che frantumarono i vecchi preconcetti, fu essa a indicare le nuove vie: da essa i popoli attendono il novus orda che dal campo politico a quello economico e sociale sia il punto fermo di un secolo di progresso degli Ideali umani ». Passando al momento di formazione e di elaborazione, l'autore ricorda « come il movimento corporativo fascista nei suoi primi anni di affermazione tentò con rapidità fulminea di spezzare gli schemi e le incrostazioni dell'antico regime per aprirsi orizzonti nuovi, precisare i lineamenti di nuovi organismi. Certamente gli ostacoli incontrati furono immensi, non tutti sormontabili, le tappe furono dovute superare faticosamente una ad una, realizzazioni notevoli furono dovute accantonare in attesa di una maturazione più completa nei tempi e nelle mentalità ». « Il principio dell'iniziativa privata sancito nella « Carta del Lavoro > co stituisce e costituirà sempre una pietra bstaasrs1ctgrng a n e e a i o , e e a a basilare dell'ordine fascista perchè non si vogliono livellamenti assurdi, antinaturali e antìproduttivi, l'ordine fascista avrà sempre in sè una vasta zona di attività in cui deve avvenire la necessaria selezione delle' capacità. Cosi si riaffacciano sotto l'aspetto di necessità soluzioni già tentate od abbozzate nel 1923, nel 1924, nel 1925; si discute con insistenza, si progettano dei contatti e delle collaborazioni per una organica, non soltanto sezionale, Corporazione della Agricoltura che ebbe vita non effimera, ma intensa e feconda negli anni intorno alla Marcia su Roma ». L'articolista ferma, poi, alcuni criteri essenziali circa le corporazioni di categoria, le quali devono costituire un vero «corpus» produttivo; non vi si deve esercitare troppo il riflesso di organismi creati con uno schematismo semplicistico, ma nello stesso tempo non si deve arrivare a sminuzzamenti e a polverizzazioni. Con una sintesi veramente costruttiva, chi ha vergato l'articolo accenna, anchgj ad un mìnimo assoluto di burocrazìa: cioè, come si esprime con similitudine vivace ed efficace, alla fine di ogni ragnatela di carta più o meno bollata. Ritorna, qui, il concetto di quella lotta alla burocrazia che è stato uno dei primi meriti del Fascismo e che, sola, ha permesso tutte le realizzazioni ottenute fino ad ora. Ma l'essenza — sopra ogni altra cosa — dell'articolo stesso è data dal concetto di un'altra lotta: impedire che la Corporazione di categoria si trovi di fronte forze organizzate preesistenti, ossia, sgombrare il terreno dalle vecchie mentalità. E, come conclusione, l'autore — dunque — auspica e desidera alla Corporazione di categoria la vita sgombera da ogni residuo di regime passato: «Sgombrare il terreno da vecchie coalizioni di interessi classisti per loro natura in contrasto con le nuove idee, con le nuove realtà che affiorano dovunque e che la Rivoluzione fascista orgogliosamente presentò fin dal suoi albori ». Il Capo del Governo riceve i dirigenti dell'Ospedale di Milano Roma, 21 mattino. Il Capo del Governo ha ricevuto, nei giorni scorsi, 11 Presidente del Consiglio d'amministrazione dell'Ospedale di Milano, Della Porta, il prof. dott. Ambrogio Binda e l'ingegnere progettista Marcovigi, i quali Gli hanno riferito sullo sviluppo dei lavori di costruzione del nuovo grande Ospedale di Milano, capace di 1500 letti. Attualmente gli operai adibiti al lavoro sono 500; tale numero andrà notevolmente aumentando nell'anno prossimo con l'appalto del resto delle costruzioni. L'ospedale, che sarà finito entro il 1936, sarà uno dei più grandi, e forse 1 più grande, ospedale-giardino di Europa. Il Capo del Governo ha espresso il Suo vivo elogio. depsleprvr1pdgasnCommovente cerimonia a Viareggio per i Caduti del mare Viareggio, 21 mattino. La celebrazione dei morti del mare si è svelta ieri mattina, con l'intervento di S. E. il Prefetto Leone, che rappresentava anche il Ministro delle Comunicazioni Ciano, e del Segretario federale dott. Ippolito, espressamente incaricato di rappresentare S. E. Starace. Erano presenti il Duca Salviati, gli on. Cardella e Macarini Carmignani, l'ammiraglio Orsini, il tenente colonnello Manfredi Salemme, comandate 11 Dipartimento marittimo, e tutte le autorità provinciali locali. Alle 9,45 precise, il corteo natante, composto di motoscafi, sì è messo in moto per recarsi sul mare aperto, a circa 400 metri dalla spiaggia. Uno squillo d'attenti segna l'inizio della cerimonia religiosa. Mons. Cangiani, parroco di Sant'Andrea, assistito dal clero della stessa parrocchia, inizia il rito religioso della benedizione del mare. Subito dopo, 11 tenente della Riserva navale, Nencini, ha pronunciato con voce squillante la « Preghiera del marinaio» che è stata ascoltata con riva emozione dai presenti. Al saluto di * Viva il Re, e Viva il Duce », con il quale la preghiera si chiude, tutti hanno fatto eco ad una voce.