Abbazia, perla artificiale

Abbazia, perla artificiale PROFILO DELL' ISTRIA Abbazia, perla artificiale ABBAZIA, agosto, L'uomo del nord che scende versol'Adriatico in cerca di mare e di soleè fermato, come primo incanto, dal ri-chlamo di Abbazia, la perla del Car-aaro. E' una perla artificiale. Fino al 1850,11 suo granello-base, lungi dal promet-tere l'attuale splendore, nemmeno la-eciava sospettare una decente possibi-liti industriale. Inventare una spiag-gia lungo la roccia carsica battuta e scavata dalle acque e dai venti era fa- elle: ma quale pazzo poteva presumere di fermare il turista perchè la prefe-risse alle morbide sabbie di Grado e,giù giù, sino a Rimini ed oltre? II pazzo venne. Cominciò con l'esse-ré un sentimentale, Iginio Scarpa diFiume, il quale costruì una villa — la Villa Angiolina — e, tutt'intorno, fece crescere un parco mirabile dove tro- neggia ancora un pino dell'Himalaja, civettano l'agave, la yucca, l'eucalitto insieme con altre varietà esotiche e la flora nostrana che è in minoranza. Ss guì un aristocratico, il conte Corinsky di Vienna che comperò la villa e, dopo sette anni, la cedette a Federico Schuler, un poeta che era tale senza farlo apposta. Infatti, costui agiva per conto delle ferrovie meridionali austriache, le quali gli finanziavano i sogni incoraggiandoli sino all'assurdo. Le ferrovie hanno bisogno di gente che crede: Federico Schuler la procurò. Per attività sua, mentre sorgeva- no i primi alberghi, una quantità dipersonaggi celebri nel giornalismo nella scienza e nella medicina, furono invitati a scoprire Abbazia e a mostrarsene entusiasti. Fioccarono pubblica¬ zioni e articoli nei quotidiani massimie nelle riviste più sene, determinandoun'atmosfera di curiosità e i primi luccicnii della perla. Ben presto re e principi la scelsero a luogo di ozio, traendosi dietro una scia di stelle minori; nel 1889, Abbazia già vantava una fama certa e un decreto imperiale che ne consacrava 1 meriti come stazione di cura. Un'esplosione di verde In realtà, questo tratto di riva istriana che sembra un'esplosione di verde, se 11 cielo non s'imbroncia e il mare non fa dispetti, è un nido di dolcezza. Ciò, specialmente all'alba e dopo le ore calde, quando una brezza gentile parte dai monti vicini, ruba mescola e regala tutt'intorno i profumi di cento giardini in fiore; qualcuno vi spiegherà che l'aria del luogo piace ai polmoni per« 11 suo maggiore contenuto di ozono edi cloruro di sodio », ma il petto che si allarga vive l'illusione di respirare solamente poesia. La luce non ha l'insolenza delle riviere mediterranee e accende 11 trastullio pigro dell'onda con riflessi così tenui che tremolano, est tano, fuggono via quasi rabbrividisseroal contatto troppo gelido. La luna, in-vace, quando arriva la sua ora, procedea una messinscena sciabolatile : comeun riflettore a picco, assale una brevestrlscia dì mare e spezza il golfo con una piastra di alluminio, soddisfatta della sua prepotenza e della sua fantasia da cartolina illustrata. - Abbazia deve il suo nome a una chiesetta con monastero, sorta parecchi se coli orsono sulle rovine di un temi'opagano. Si chiamava allora « Abbaziadl S. Giacomo al Palo » e divenne sem-plicemente «L'Abbazia* quando, perlunghissimo periodo, se ne contesero idiritti d'investitura e le relative deci-me, questo o quel vescovo, una città oppure l'altra, la devastavano i bandi ti e la riparavano i devoti. Distrutto ilmonastero, la chiesetta è rimasta. Haper fedeli più archeologi che cristianie, sommersa nella ricchezza dionisiaca di un vastissimo parco, se ne sta tutta umile, quasi un'intrusa dalla dominatrice che era. E' povera, anche brutta. Non così brutta, peraltro, come il monumento ai Caduti che le sta vicino. E, questo, un cono meschino di pez-zi di pietra carsica, dove l'economia abbraccia il cattivo gusto con entusiasmo: sulla cima, un uccello nero che dicono sia un'aquila, volta la coda al cielo al mare e al confine della Patriamentre con il becco semiaperto offre in giù un ramoscello di qualche cosa:ouerrI« olivo imiro oleandro salvia oSemata Nel^coSte sfoSdiE.^._m? P ...".if:?"/! °ricchezza, una simile testimonianza dipoverta spiace e amareggia: tanto piùCu6 fllrftrÌSta " d0VCJ,e accorgerslnha A V\Vii — 1 « A niiici nrrn-faHifn Ho 1 ir» oche Abbazia è quasi aggredita da una frontiera bislacca, quale certamente non doveva scaturire da una vittoria militare. Nel 600, il pontefice Gregorio Magno Ecriveva all'arcivescovo di Spalato (allora Salona) : * Degli Slavi che a voi sovrastano, grandemente mi addoloro e conturbo ». Addoloriamocene, come è giusto che sia, ma sarebbe bello ce, inquesta zona, lutti i monumenti a ri-cordo della guerra si ergessero con fie-rezza tìl sentimento e di arte, invece di starsene così conturbati. La morale del RiaMe^ LQ lllOiaiB udì .iiq.u.ujjibjo Nella spiaggia che vuol essere al!amoda, il conflitto trai! pudore e la co-modltà è stato risolto amichevolmente.li pigiama predomina con tutta la suafantasia. Per un tacito accordo, coleiche passeggia sul marciapiede che, pvr essere addossato alla spiaggia è da considerare un prolungamento asciutto del mare, può circolare a dorso nudo, men- [tre la stessa superficie di pelle rappreo senta una grave provocazione per la e morale vestita, se ozia o cammina sul i-! marciapiede opposto. Però, il dorso nur-do raramente s'incontra: lo coprono i quasi sempre due striscioline incrociate 0, ; di stoffa o una mantellina di seta lieve t-.che il vento agita o scosta ma non riea- sce a portare via se la donna ha supe- \ rato i trent'anni. g-] Sopra un ammasso roccioso, una pice ! cola madonnina di pietra volge le spal- j le alla mondanità che sgambetta amoe'reggia c si annoia. Sta lì, con le mani -, giunte in dolce atteggiamento di pre,[ghiera, da quando due innamorati, la j contessa Fried e il conte Arturo di Kes-1 selstadt incontrarono le rabbie del Carinaro mentre ci scorazzava il diavolo e a perirono. Il diavolo ha ogni tanto scate ti capricciosi; nel 1929. a cavallo di un - ■ ventaccio senza precedenti, superò le , ; montagne che proteggono Abbazia dalo l'inverno e si rovesciò sulla costa facen-| La do strage di verde. Le numerose pai-1 aglzptpvmy o o i e - u i'" ¬ rne, seccate allora dal soffio gelido, sono ricresciute alla meno peggio, ma, tutt'oggi, sembrano rabbrividire al ricordo. cptVantaggi e noie della zona franca Lchfpt r^jssBSbSfsw-iS ™rami lirici a quelli e, a questi, panora- mi borghesi. I primi basta cercarli 'oaprendo gli occhi o spostandosi nei din-1 domi dove, a relativa distanza, stanno _le grotte di Postumia, Fiume con la nsua epopea e il Monte Maggiore, una vetta sfacciata che guarda in casa nostra e in casa altrui fino a lontananze che ogni turista per suo conto può esa¬ i! re a piacere perchè ne incontrerà o; ; e e ae, e a. e e re er sempre un altro che ha visto più lontano ancora. I panorami dì bellezza borghese sono costituiti dalla zona franca che diminuisce il costo della vita e, come nessun'altra città, viene incontro ai proprietari d'automobili. L'automobile agisce per virtù di un liquido che costa più o meno secondo i paesi. Ad Abbazia costa meno. Un litro di benzina vale una lira e diciannove centesimi, determinando un'economia di centesimi ottantacinque. Il rifornimento è permesso e i serbatoi che giungono asciutti ripartono colmi: se non si arriva dalla luna, il viaggio di ritorno è quasi gratis. Non v'illudete peraltro di poter tentare impunemente un giochetto di piccolo contrabbando rifornendovi con I tplslpsveccessiva frequenza; alla dogana, oc chi attenti prendono il numero della e I vostra macchina e, se ripassate più he re ncn t volte a pochi minuti d'intervallo, il so spetto vi segue come un'ombra prima e poi come una condanna. La sorveglianza dei finanzieri è rigida anche se non somiglia affatto a quella di frontiera. E' più agile, più ro j rapida: è quasi ridotta a un giuoco di n-'furberia tra la guardia e chi vuol farde gliela sotto il naso. Mentre formula la me, domanda di rito: «Niente da dichiave|rare? », il milite ha l'aria di aggiun- n a nee gere: « Non offenderti. Io so benissl mo che, 'se nascondi qualche cosa, tu hai soltanto volontà di scherzare; ma, credi a me, sono scherzi che non si fanno... ». Più che le mani, è l'occhio che fru- o|ga e indovina. Ma c'è qualcuno che a ; sguscia: la giovane campagnuola dalm-| l'aria innocente può, per una volta, moer latrando alla guardia un cartoccio ri i]gonfio, dichiarare <; Limoni! » e passa i-' à i il I Qualche altra più astuta ancora, può a esagerare il diritto campestre a un ni seno florido, arrotondandolo con tè e Ire indisturbata, se evita di arrossire. : In realtà, i limoni occhieggiavano al- ì l'orlo mentre il resto conteneva caffè. zucchero. Si può anche trasportare qualcuno con la gamba ingessata, mentre la gamba sta bene e le bende racchiudono merce di contrabbando, ma ogni alzata d'ingegno si sfascia al primo bis e la farina del diavolo paga a a aa. oz-' allora tutti i dazi arretrati a ahe al a, n a: Gli astrologhi e if diavolo Gli astrologhi del malaugurio avevano prevista la morte di Abbazia come logica conseguenza dello sfasciamento i dell'impero austriaco, ma lo statistiche | olI10n sono del !oro P2r2re- 1 4B-000 visi-i di tatori deI 1913' ridotti °-uasi a ^ro °l durante la guerra, divennero 52.000'di neJ 1S25 c fa frcqucn2a turistica reùtutt'cggi alla crisi e alle strava- sli e monctarlc. Questo ^perversano o 1 .... ^* c j a e a ao oi o è n soprattutto nell'Europa c;atrale dove l'uscita dalla frontiera è sottoposta alla condizione di lasciare il danaro a casa. L'austriaco è autorizzato a portar seco 200 scellini (420 lire), il cecoslovacco 1000 corone (560 lire), 200' dinari (meno di cinquanta lire) seno concessi al serbo-croato-sloveno. L'un-lgherese si può spingere sino a mille!ilire se glielo permette il clearing, che'sfidrz- ! è il più moderno ritrovato per ìmbro- ! t- giiare il commercio. Però, con tutti 'fdi | questi freni alle snalle, la clisntela ac- ì cnrrc ugualmente "come ne fa testimo-j N ?l»nza 1!-mÌ° Pf^irj d» testine e g testone bionde che zi sorr:dono e si la:par]ano nei linguaggi più asprigni. j v-i Notte. L'Isola di Ch?rro sembra un ie.1 gigante nero esduto sul fondo mari- i aa,:io. La luna, tutta occupata a esape-!ai, rare in un punto solo, gli butta contro : duna zona d'ombra che lo annerisco an- «corvi di più. : «-Giazzi e orchestre dabbene omettono scanzonette deliziosamente stupide che J dr el - Abbazia: giochi di verde e d'azzurra

Persone citate: Abbazia, Federico Schuler, Fried, Giazzi, Gregorio Magno Ecriveva, Iginio Scarpa Difiume

Luoghi citati: Carinaro, Europa, Fiume, Grado, Rimini, Spalato, Vienna