Binda a Parigi per difendere il titolo

Binda a Parigi per difendere il titolo IL CAMPIONATO CICLISTICO DEL MONDO SU STRADA Binda a Parigi per difendere il titolo Interviste a tutto spiano con il cittigliese - « Conosco poco il percorso, ignoro le possibilità dei miei avversari; se vincerò? Ma?...» Parigi, 9 notte. . Stamane alle 7,30, con tin treno divenuto ormai tradizionale per ali sportivi italiani che giungono a Parigi, è arrivato Alfredo Binda, il tre volte campione del mondo, l'atleta che indubbiamente in questo momento fa parlare di sè più che non tutti gli altri campioni messi insieme. L'arrivo di Alfredo Binda, che rende ormai completa la squadra italiana partecipante ai campionati del mondo ciclistici, era naturalmente il più atteso, cosa dvl resto logica, se si pe>isa che in Francia, e particolarmente a Parigi, il campione del mondo, pur non avendo svolto in terra francese un'attività paragonabile a quella svolta da tanti altri corridori italiani, vanta una popolarità enorme. Por citare un esempio dell'interessamento dì cui è fatto segno l'atleta di Cittiglio, riporteremo quella die scrive un grande giornale deUa sera che ha pubblicato sull'arrivo del campione del mondo un grande titolo su quattro colonne che dice: «Le'maitre Binda est arriva ». E vi abbiamo dato la dicitura in francese perchè nel caso in parola il vocabolo « maitre » non è 'facilmente traducìbile, comprendendosi e assommandosi in esso i significati di più vocaboli quali « il maestro, il dominatore, il padrone ». E davvero intorno a Binda — questo prestigioso campione — sembra addensarsi e concentrarsi tutto l'interesse della prossima grande competizione, tanto la sua personalità appare dominante su ogni altra. « Un milionario in viaggio » Naturalmente anche in quest'occasione, e, ansi, ancora più particolarmente che nelle altre, i colleghi parigini non hanno tralasciato nulla per assicurarsi le dichiarazioni del campione del mondo. In. proposito riferisce cose interessanti il noto critico di ciclismo Felix Levitan, il quale scrive: . « Un feltro abbassato sugli occhi, eIsgantissimo in un abito dal taglio impeccabile, Alfredo Binda dà esattamente l'impressione di un milionario in viaggio di piacere, o anche, se si vuole, di uno di quei giovani diplomatici dell'Italia fascista. Lui un corridore ciclista'! Andiamo, dunque! ». E quindi il giornalista formula le domande: ' — Quando avete cessato l'allenamento? — Ieri mattina ho fatto ancora un centinaio di chilometri. — Sole? — No, con i miei compagni abituali; mio fratello Albino, il giovane Macchi, che è U mio poulain preferito, e qualche altro corridore della regione. — E, come va? — Voi non ignorate che io non ho più corso su strada dopo il Giro d'Ita ha. Bulla pista ci si sente quasi sempre' in buone condizioni ed in occasione della mia ultima gara di mercoledì scorso non ho forzato in alcun momento. Lentamente ci siamo incamminati verso la dogana dove Alfredo Binda ritira la sua bicicletta, una macchina preziosa che egli contempla con amore. ' — La vostra bicicletta ordinaria? — Sì... ed è il mio portafortuna. — Dite, Binda, cosa- pensate dei circuito di Monthlery? — Niente... non lo conosco, o quasi. Quest'inverno c'era troppa neve perchè avessi potuto farne U giro completo. '— Ancora una domanda indiscreta: Avete un favorito? — No... Non conosco i miei avversari, ignoro tutto di essi. Non c'è che Magne, Geyer e Hamerlvnck che ho già vieto all'opera... Degli altri non posso dire assolutamente nulla. — Quale fu finora il più duro campionato del mondo? — Il primo, al Nurburg Ring, in Germania. Non vi erano che 180 chilometri di percorso, ma la salita era terribile. — Avete fiducia? Sperate di conservare il vostro titolo? . — Chi lo sa? Ho corso i sei campionati del mondo disputati fino ad oggi. Ho vinto tre volte. Una volta su due. Questa volta dunque non dovrei vincere... Intanto la bicicletta è svincolata; e l'impiegato deUa dogana, un piccolo uomo dai capelli rossi, si alza in punta di piedi per rimirare Binda fin sotto al naso. «Vincerete certamente» — Ah! siete voi il signor Binda? I giornali annunciano il vostro arrivo. — Sono io. Ebbene, buona fortuna; voi vincerete certamente poiché, come dicono, gli ultimi saranno i primi. Alfredo Binda, toccato da tanta cordialità, tende con franchezza la mano in una stretta vigorosa ». Intanto stamane si è svolta a Monthlery l'ultima seduta di allenamento mattutina alla quale degli italiani hanno preso parte soltanto Bertoni e Bovet che, come ricorderete, fu costretto ieri a ritirarsi a causa di una leggera indisposizione. Gli altri, Guerra ed i dilettanti, sono stati fatti riposare da Spositi che, come sapete, dirige l'allenamento degli « azzurri ». Da domani l'allenamento si effettuerà solo nelle ore pomeridiane ed è previsto per le tre del pomeriggio una uscita al completo degli italiani. Seguendo quanto abbiamo già fatto mei giorni precedenti, continueremo a darvi le opinioni dei vari corridori interrogati sul nome del vincitore; cominceremo con Coment: — Voi, che avete corso con Binda al Giro d'Italia — è stato chiesto al spphcdccgmsictlijgshMfèddg—igsaotCqzqsqS6ezfrslGgcpozRvenzf simpatico corridore francese — cosa pensate della sua forma? — Straordinaria: Binda- è un campione fortissimo ed in quella occasione ha dimostrato di marciare più forte che mai. — Le sue possibilità al campionato del mondo? — Considerevoli. Egli dovrebbe staccare tutti in salita e giungere solo; viceversa, se si dovesse giungere in gruppo, petiso che egli sarebbe nettamente battuto da Guerra. Schepers, invece, fa una distinzione sostanziale e dice di favorire Hammer-i iinck se la corsa non dovesse essere cQìidotta a foiìdo, e Binda nel caso contrario. Vediamo ora il parere di Hammerlinck, uì.o degli uomini sui qtuili si va jacendo molta pubblicità in questi giorni: all'interrogativo quale è il vostro favorito?, il forte corridore belga ha risposto: — Binda, naturalmente! Ma egli dovrà battersi con tutte le sue forze per vincere: la salita Lapìze non è quella di Bocca di Papa! G. T.

Luoghi citati: Cittiglio, Francia, Germania, Italia, Monthlery, Parigi