La Squadra dopo un volo superbo sull'Atlantico ammara nelle Azzorre ad Horta e a Punta Delgada

La Squadra dopo un volo superbo sull'Atlantico ammara nelle Azzorre ad Horta e a Punta Delgada L> et Crociera del Decennale La Squadra dopo un volo superbo sull'Atlantico ammara nelle Azzorre ad Horta e a Punta Delgada ( J» lì 1* CABLOGRA UVE jVI A D A I ..VOSTRI INVIA. TI>- La partenza Shoal Harbour, 8 notte. 1 ventiquattro apparecchi della Squadra aerea atlantica sono in volo sull'Oceano. Questo specchio d'acqua di Shoal Harbour azzurreqgiante tra la cerchia verde delle colline che lo circondano nella fresca mattina appare deserto; i ventiquattro gavitelli cui ancora mezza ora fa si ormeggiavano i velivoli in lunga fila si dondolano solitari colle loro distintive bandieróline colorate sulle increspate ondicelle. Il decollo degli apparecchi non sarebbe potuto riuscire più regolare e sicuro; è stato il più bello di quanti ne abbiamo veduti nelle tappe passate; perfetto fra tutti: ventiquattro minuti primi e ventiquattro secondi esattamente dal decollo del primo apparecchio all'ultimo, cioè colla media di un minuto primo e un secondo per ciascun apparecchio. Ora l'intero squadrone è già lontano dileguato dai nostri occhi ansiosamente seguaci nel cielo sull'Oceano. Quando questo dispaccio verri pubblicato i due gruppi in cui la Squadra si divide per queste tappe del volo transatlantico di ritorno avranno raggiunto le rispettive mete nelle acque delle Azzorre. Anzi, meglio : staranno già forse riprendendo il vólo verso le coste iberiche, già voleranno a Lisbona. La fortuna, la nostra romana fortuna, accompagna le ali di Italo Balbo immancabilmente. La partenza della Squadra per stamane fu decisa ieri nel pomeriggio poi che si ebbe notizia che era completata e pronta l'organizzazione della rotta prescelta delle .Azzorre e poi che i bollettini meteorologici lasciavano prevedere condizioni di tempo relativamente favorevoli. In attesa della sveglia Tutti andarono a dormire sull'Alice e nei carrozzoni ferroviari dove erano gli alloggi improvvisati degli atlantici per questa sosta di Shoal Harbour, a eccezione del Ministro e del generale Pellegrini che se ne rimasero ancora un bel pezzo nel quadrato dell' Alice a disputarsi una interminabile serie di partite a scopa. Ma la scopa era evidentemente una scusa, dato anche che frequentemente il giuoco veniva interrotto per dare luogo alla più diligente lettura dei telegrammi che dalla stazione radio venivano rimessi ai due giuocatori copiosamente. Ma non soltanto il Ministro e il generale Pellegrini e i radiotelegrafisti e i geofisici vegliavano sull'Alice; anche la gente più umile vegliava, il personale di servizio occupato nella preparazione della piccola riserva di viveri pei transvolatori atlantici. Niente altro che una modesta refezione, un cestino da viaggio identico per tutti, dal Ministro all'aviere> con l'aggiunta però, per la eccezionale circostanza, di una bottiglia di vecchio Porto. Sennonché Balbo dichiarò che per conto suo rinunciava al Porto; gli mettessero invece nel suo cestino un fiaschetta di Chianti che lo preferiva. E alla luce delle lampade elettriche dell'impianto provvisorio sulle tavole del pontile di sbarco sì allinearono centoundici cestini, poiché tante sarebbero le persone che prenderebbero posto negli apparecchi: quattro o cinque per apparecchia. 1 cinque giornalisti inaiati dei massimi giornali italiani e il cinematografista della Luce che hanno seguito la Crociera della Squadra imbarcati sugli apparecchi per tutte le tappe di volo sul continente americano — dal Labrador al Canada, dal Canada agli Stati Uniti — poi ancora al Canada per la Terranova qua a Shoal Harbour avevano pregato insistentemente il Ministro perchè volesse ancora concedere loro l'onore di trasvolare con lui l'Atlantico, ma il Ministro rimase irremovibile nel suo concetto di non ammettere per queste più gravi e pericolose tappe della Crociera altro che militari a bordo degli apparecchi, soltanto equipaggi regolari e qualche ufficiale pilota di riserva e qualche sottufficiale o aviere meccanico specializzato. Tra equipaggi e riserve, ho detto, centoundici persone. La sveglia fu data alle tre e mezza. Alle quattro, che la luna era tramontata e la notte incombeva ancora oscura, i piloti e gli equipaggi si trovavano riuniti sul pontile presso cui e contro la spiaggia si affollava no le barche e le motobarche che trasporterebbero gli uomini su gli apparecchi. Il riflettore dell' Alice illuminava la scena proiettando il suo fascio di radioso argento, e nella vi vida luce si stagliavano sulle acque . le sagome delle imbarcazioni e sul pontile e sulla rena della riva le fi gure degli uomini con lunghe ombre dai contorni netti. I transvolatori atlantici, % veterani dell'Atlantico australe, i nuovi reduci dall'Atlantico settentrionale, vestivano il costume di volo color marrone chiaro colle larghe casacche e i calzoni chiusi al malleolo; ma, sotto la casacca, portavano tutti la camicia nera della Rivoluzione fascista, e sul petto, di sopra all'emblema aviatorio dell'aquila, avevano il fascio littorio. « Arrivederci a Roma » Cerco tra gli Ufficiali mentre si affrettano ad imbarcarsi i miei piloti che mi portarono nelle passate tappe di volo; cerco il radiotelegrafista, cerco il meccanico dell' apparecchio; sono i miei compagni che se ne vanno senza più me all' estremo cimento, alla grandiosa impresa; capisco quanto mi fossi attaccato a loro in pochi giorni, in qualche diecina di ore di volo, dal senso acuto di dolore, di umiliazione che provo in questo momento. Darei dieci anni di vita oggi per accompagnarli ancora. Un abbraccio: « Che la mancanza del mio peso grossolano dal vostro apparecchio vi porti più fortuna! ». Le barche sciamano via a rimorchio delle motobarche, si perdono sulle acque oscure. Una striscia di roseo e di perlaceo schiarisce l'orizzon te da Oriente; sopra si tinge di rosa teneramente un cumulo di nubi. Il generale Balbo ha atteso sull'Alice, col generale Pellegrini e col tenente colonnello Longo, gli ultimi bollettini del tempo. Quando il professore Baumann e il professore Di Majo gli notificano che le condizioni meteorologiche sulla rotta e le condizioni del mare alle Azzorre si annunziano soddisfacenti e pronosticano che tali dovrebbero mantenersi per la giornata, il Ministro stende sorridendo la mano ai presenti e a quelli che restano dice: « Arrivederci a Roma ». Poi scende la scaletta di bordo mentre echeggia il fischietto di saluto del nostromo. Dietro di lui scendono il generale Pellegrini, che oggi assume il comando del secondo gruppo della Squadra, e il colonnello Longo. Di una semplicità spartana è il saluto che si scambiano i due fratelli Longo, il colonnello aviatore Ulisse c Balilla, comandante dell' Alice : sul barcarizzo una stretta di mano rapida e vigorosa, niente altro. Gente soda dell' Italia nuova. Nella luce dell'aurora Una luminosità serena a poco a poco si diffonde nell'aria; sono le cinque ed è spuntata l'alba. E la baja acquista improvvisamente V aspetto di un settore del fronte folgorato dal bombardamento. Nel crepuscolo balenano subitanee cento vampe degli scappamenti dei motori che sono stati messi in azione e rintuonano violenti gli scoppi. Pare veramente un tempestare di shrapnels e di granate. Sul piccolo promontorio che si protende verso il centro della baja davanti alla stazione e alle poche baracche di Clarenville si è raccolta tutta la popolazione dei contorni della baja, la quale assiste allo spettacolo con manifesta stupita ammirazione. Lo spettacolo di quassù ora acquista davvero una imponenza nuova e dà un senso irresistibile di commo zione. Il giorno avanza; l'alba cede all'aurora. Sulle acque della baja fattesi di colore d'indaco la linea de gli apparecchi si profila nitidamente, e ciascun apparecchio acquista i suoi caratteristici riflessi di allumi nio, mentre risalta nella sagoma poderosa e leggiadra quasi di gabbiano dalle ali spiegate. Già risuona un frullo di eliche; già sotto gli scafi di qualche apparecchio l'acqua ribolle investita dall' urto veemente. Tre apparecchi si distaccano dalla fila, prendono la corsa sulla distesa delle acque sollevandosi dietro una spumosa scia che si allarga a ventaglio. ] 7/ cieZo da Oriente fiammeggia di porpora; dietro il cumulo incendiato delle nuvole monta il sole. E' la squadriglia nero-stellata di Italo Balbo. L'apparecchio I-Balb pilotato personalmente dal Ministro,] che ha per secondo pilota il suo aiu-\ tante di volo tenente colonnello Cagna, procede in testa; ai due lati lo seguono gli altri due apparecchi della squadriglia,. pilotati rispettivamente dai capitani Biseo e Questa. Ed ecco Balbo stacca dall'acqua, prende il volo: sono precisamente le ore cinque e quattordici, secondo l'ora locale, vale a dire le sette e quarantacinque di Greenwich. E subito anche i due sezionari sono in volo, e sullo sfpndo luminoso del cielo la squadriglia assume la sua formazione regolamentare a cuneo. Ora i decolli seguono con una'regolarità stupefacente, squadriglia per squadriglia; una rivista davanti al Re, non potrebbe svolgersi con ordine meglio calcolato, con più stu-\ pssprqdPasdGltddllildrgd diata esattezza, con più meravigliosa perfezione di questa manovra a contemplare la quale non sono, per lo scenario vasto e ridente di questa sperduta baja terranoviana, che un paio di centinaio di persone: pescatori, cacciatori, ferrovieri, manovali e quattro agenti di polizia. Quattro minuti dopo del Ministro decollano quasi contemporaneamente tre apparecchi della squadriglia biatico-stellata col caposquadriglia capitano Giordano e coi due sezionari capitani Napoli e Vercelloni. Poi la squadriglia bianco cerchiata, altri quattro minuti dopo, col caposquadriglia capitano Recagno e i due sezionari capitani Abbriata e Gallo. Altri cinque minuti, e decolla la squadriglia verde stellata: capitano Biani caposquadriglia, capitani Aramu e Ranieri sezionari. E infine dopo altri tre minuti l'ultima squadriglia di questo primo gruppo della Squadra: la squadriglia verde cerchiata condotta dal tenente colonnello Longo che ha per sezionari i capitani Cannistracci e Calò. Come è noto, per le tappe del volo atlantico sulla rotta delle Azzorre, la Squadra aerea è stata divisa in due gruppi: il primo, questo con Balbo che si dirige all'isola di San Michele per ammarare nel porto di Punta Delgada; il secondo gruppo col generale Pellegrini che si dirigerà all'isola Faysal per ammarare ad Horta. Il saluto dell' « Alice » Ma non sono passati due minuti, che l'ultima squadriglia del primo Gruppo, la verde cerchiata del colonnello Longo, si è levata a volo ed ha volto ad oriente, che già balza sulle acque della baia e si alza su la prima squadriglia del secondo gruppo: la nera cerchiata del generale Pellegrini, lui in testa.e i suoi due sezionari dietro e dai due lati il capitano Borghetti e il capitano Miglia. E subito dopo ecco la squadriglia rosso stellata del capitano Nannini con i due sezionari capitani Rovis e Lippi. Non resta che l'ultima squadriglia del secondo Gruppo sulle acque della Shoal Harbour, l'ultima oggi della intera Squadra, la rosso cerchiata del capitano Teucci, che ha per sezionari i capitani Leone e Trimbo- li. Alle 5,38, esattamente ventiquattro minuti dopo il decollo del Ministro, decollano i due sezionari della squadriglia. Il caposquadriglia attende un quarto di secondo per vederli in volo; a lui come ultimo caposquadriglia della Squadra incombe, appena anche lui sia in volo, dì radiotelegrafare al generale Balbo l'assicurazione della regolare partenza di tutti i ventiquattro apparecchi, ed egli si garantisce naturalmente di controllare il fatto coi suoi occhi. Poi subito via anche lui. Ore 5,38' e 24". Allora, quando l'ultimo apparecchio si disegna netto sullo sfondo sfolgorante del cielo orientale e si mette decisamente in rotta, la nave Alice dal pontile dove è ormeggiata getta un urlo lacerante a risuscitare tutti gli echi della Shoal Harbour, l'urlo della sua sirena, quello che salutò già l'arrivo del primo apparecchio della Squadra atlantica, l'apparecchio « I-Balb » a Cartwright dalla transvolata dell'Oceano boreale. Il sole splende, il sole di un bel giorno d'Italia. MARIO BASSI.