Villaggio dei seguaci del fachiro pazzo bombardato dagli aviatori britannici

Villaggio dei seguaci del fachiro pazzo bombardato dagli aviatori britannici Villaggio dei seguaci del fachiro pazzo bombardato dagli aviatori britannici Il malinconico ritornoaneamgaacarcere di oona w o o . o . o e o a e i e i e . i i l . e a i e e a l o o — l . i e l a i rl a : ln a a a el o a, e li t e n e a e di ia t li ea a aa vi no imoni ui e, u la o e di o pre uLondra, 1 notte. ! Le autorità civili e militari inglesi a Peshawar comunicano stasera referti estremamente magri sull'esito del bombardamento dei piccoli villaggi nella zona lungo la frontiera nord-occidentale dell'India occupati dalle tribù dei Bajauri. E' vero che per ora hanno poco da dire poiché le operazioni sono ancora in corso non avendo i bombardamenti dell'alba di oggi prodotto gli effetti che le autorità se ne attendevano. Diottra parte risulta evidente dalla lettura delle succinte relazioni delle Agenzie che gli aviatori delle due squadriglie partiti a seminare distruzione nel villaggio di Rotai —r posto a 50 miglia ad ovest di Peshawar — o coloro che dirigono il loro volo sono al corrente delle critiche mosse a Ginevra alla politica brttannica dì controllo delle tribù di frontiera mediante l'aviazione e i bombardamenti aerei. Tutti i resoconti giunti in serata dall'India delle operazioni aeree di oggi pongono infatti in risalto il loro carattere essenzialmente umanitario, come se a Dehli si tenesse più d'occhio l'effetto del bombardamento sulla pubblica opinione mondiale che non sulle tribù dei Bajauri. Bombe esplosive ma non incendiarie Si apprende che le due squadriglie di aeroplani da bombardamento hanno spiccato il volo all'albeggiare, hanno sorvolato il villaggio di Rotai e lo hanno annaffiato di bombe senza suscitare velleità di resistenza da parte della popolazione. Sono tornati sani e salvi alle loro basi, ma un secondo volo è stato compiuto più tardi allo scopo di fotografare dall'alto gli effetti del bombardamento mattutino onde decidere, come riferisce il corrispondente di un'autorevole Agenzia, se sia il caso di ripetere oppure no al calar della sera il bombardamento del villaggio. Quest'ultimo consta di una dozzina di casupole costruite in fango e di una specie di recinto a guisa di muraglia, pure di fango disseccato e reso imponente soltanto da cinque torrette. Vi abitano di solito circa cento uomini, fanatici e guerrieri, con le loro donne e bambini che occupano il tempo in razzie e in pazienti raschiature di un terreno arso dal sole per cavarne magri raccolti. In nessun posto della terra la vita è così dura e incerta come in questa regione tra l'India e l'Afganistan, ove la vita di una intera tribù è sospesa al filo di un temporale o di una siccità prolungata che possono distruggere il raccolto. La popolazione di Rotai, dicono i rapporti da Peshawar, aveva già da variì giorni evacuato il villaggio per rifugiarsi gli uomini tra i cespugli e le donne e i bambini in caverne sotterranee, oppure tra le numerose anfrattuosita di un terreno a tal punto accidentato da rendere quasi impossibili vasti movimenti di uomini e di truppe. Una nebbia alquanto fitta sembra poi avere impedito agli aviatori di valutare con esattezza l'effetto prodotto dalle loro bombe, ma non si dubita che esse siano cadute causando soltanto fragore di esplosioni. Il comunicato afferma a questo proposito che è stato bombardato il solo villaggio di Rotai e non le provviste di fieno e di cereali. Si è fatto uso soltanto di bombe esplosive ma non incendiarie. Secondo alcuni informatori, la scelta delle bombe esplosive sarebbe stata decisa appunto per non distruggere i raccolti. Secondo altri invece, essa sarebbe stata imposta dal fatto che nel villaggio e nelle sue adiacenze non si trovava materiale così secco da poter essere incendiato con successo. Non vi sono vittime umane A quanto è stato possibile accertare dall'alto, dice poi la Reuter, il bombardamento non ha causato vittime umane. I danni poi sono di poca importanza, se non del tutto trascurabili, in quanto informatori asseriscono che le casupole di fango potranno essere ricostruite ancha se interamente rase al ùtiolo in un paio di giorni al massimo. Non vi sarebbe stato quindi secondo questi informatori che un piccolo effetto materiale. In quanto a quello morale, esso sembra del tutto nullo, poiché fino a stasera almeno i ribelli si erano astenuti dall'obbedire alle domande inglesi e non avevano consegnato a questi ultimi i tre capi della rivolta. Si dice che, armfntgchtcfscmmplagdlsdtczsifpasdssdpissfpmstppepcstnfsdrtccpgmsdSaalmqphssdpalpvgnaccganbtsbnqb anche se lo volessero, non potrebbero ccmsegnarli, poiché questi disseminatori di malcontento si sono affrettati ad allontanarsi dalla regione per chiedere ospitalità ad altre tribù all'interno della frontiera afgana vera e propria. Nel pomeriggio degli aeroplani con a bordo soltanto dei fotografi hanno sorvolato la zona bombardata per accertare l'entità dei danni causati. La Reuter afferma che Z« fotografie permetteranno oggi stesso di decidere se sia oppur no necessario un secondo bombardamento. Nel frattempo i quattromila uomini di truppa con cannoni da campagna e mitragliatrici continuano l'avanzata verso Rotai. Ieri erano a Dand e oggi avevano quasi rag giunto Galanai dieci miglia più in là della posizione di ieri. L'avanzata è lentissima ed estremamente faticosa, ma per ora procede senza incidenti poiché non sono state riscontrate concentrazioni di ribelli nè constatate serie velleità di resistenza. Una certa agitazione si manifesta è vero tra alcune tribù presso il valico di Rapakma, ma non si sa fino a questo momento se esse si preparino a una resistenza oppure a una fuga. Il governo di Rabul è stato poi invitato dal Governo in diano a sorvegliare a sua volta la sua frontiera e ad agevolare gli sforzi inglesi per il ristabilimento della tranquillità. L'Afganistan non possiede tuttavia mezzi adeguati per imporre la sua volontà alle tribù distribuite lungo i suoi confini non essendo provvisto di serii mezzi offensivi. Operazioni su vasta scala presenterebbero difficoltà gravissime per il Governo dell'India in questa « no man's land », ma non potrebbero in alcun caso essere intraprese dal governo afgano che non può sguarnire di truppe la capitale e gli altri sparsi centri urbani del paese. La posizione di re Nadir è sicura, ma non sopporterebbe senza seri pericoli le scosse di un conflitto o di una semplice spedizione punitiva lungo la frontiera, poiché al fuoco delle armi le tribù nomadi risponderebbero certamente facendo divampare le fiamme della rivolta religiosa, e un incendio di questa natura potrebbe costar caro a re Nadir così come costò caro al suo predecessore Amanullah. Ciò spiega il prudente e ostinato silenzio dell'Afganistan che sorveglia le attività militari inglesi senza però manifestare intenzione di coadiuvarle. Gii indù restano tranquilli In India intanto l'arresto di Gandhi come si prevedeva a Dehli e a Simla è avvenuto senza suscitare agitazione negli ambienti indù. I<e autorità inglesi sono persuase che l'astro gandìsia è già in via di tramontare e trovano una conferma di questa loro persuasione nel fatto che per la prima volta l'arresto del Mahatma è stato effettuato senza causare dimostrazioni di protesta e sospensioni generali di lavoro. Gandhi, la moglie e i trentun suoi discepoli del seminario di AmedahaboA, arrestati in blocco verso le due della notte scorsa, ossia quattro ore prima dell'inizio della loro marcia verso Ras, sono attualmente in viaggio alla volta di Poona ove verranno incarcerati. Da Bombay però si apprende che le autorità hanno deciso di offrire a Gandhi una libertà condizionata: egli dovrebbe impegnarsi a non muoversi dalla città e ad abbandonare ogni attività in connessione col movimento della disobbedienza. Se accetterà, sarà lasciato libero entro le mura della città, se no sarà processato non più in base a una vecchia legge sull'ordine pubblico del 1857 come avvenne quando fu arrestato la volta scorsa, bensì in base a nuovi decreti ecce¬ zionali per la lotta contro la campagna sediziosa del Congresso. Stavolta sarà qubxdi trattato quale delinquente comune ed il suo soggiorno nella prigione non potrà essere accompagnato dalla concessione di quei privilegi che vennero sinora accordati tanto a lui quanto ai suoi principali discepoli. Si annunzia, anzi, a questo riguardo che, in caso di rifiuto delle condizioni che gli. saranno poste domani a Poona, Gandhi potrà essere processato e condannato ad mia pena di due anni di carcere duro. Un comunicato ufficiale diramato oggi a Bombay, spiega i motivi dell'arresto del Mahatma e dei suoi compagni, dicendo che il Governo indiano non poteva rimanere indifferente di fronte ad una ripetizione degli incidenti che segnarono l'inizio della prima campagna di disobbedienza. Il Governo sostiene che non esiste differenza dì sorta tra la disobbedienza di ieri e quella, individuale di oggi, poiché quest'ultima, 10 voglia o no Gandhi, ha per scopo di generalizzarsi ed assumere aspetti ancor più minacciosi di quelli che caratterizzarono la campagna che il Mahatma dichiara avere ora abbandonata. Pochissimi tra i seguaci di Gandhi riescono a comprendere poi perchè egli abbia chiuso il suo seminario, per offrirlo in dono al Governo. Si tratta di un regalo non indifferente, poiché ha un valore di almeno cinquantamila sterline, in case, in terre e, anche, in denaro liquido. 11 Governo, però, ha oggi notificato il suo rifiuto di accettare il regalo del Mahatma e si ritiene che la proprietà sarà offerta nei prossimi giorni a qualche privata organizzazione di beneficenza. R. P. psl V. i!"''FRONTtERk rn.lL _ . - AVI 1 V Bauìiu tfy 3 <s*l V- WIST, X La zona della ribellione attaccata dagli aerei britannici.

Persone citate: Dand, Gandhi

Luoghi citati: Afganistan, Ginevra, India