La radioscrittura, ossia la dattilografia dei cieli

La radioscrittura, ossia la dattilografia dei cieli Un altro primato della genialità italiana La radioscrittura, ossia la dattilografia dei cieli Milano, 29 notte. Avverrà un giorno non lontano in un ufficio qualunque, di una città qualunque — a Roma, poniamo, od a Londra od a Berlino — quanto segue: — Mi componga, signorina, il 4628... — Subito, ecco, New York... La dattilografa avrà composto il numero con dei dadi, come in una minuscola dama, al fianco di una macchina da scrivere; avrà alzata una leva, infilata una spina: ronzii. E il direttore, allora: — Scriva: « Partono stasera i due carri ordinati. Imbarco a Genova dopodomani. Saluti ». La dattilografa ha scritto, si gira, alza un'altra leva e infila un'altra spina; si china su di un rullo, stacca un foglio di carta, lo consegna al direttore che legge: « Prendiamo nota della vostra comunicazione. Saluti ». Sarà New York che avrà risposto a Milano, a Berlino od a Londra nel giro di qualche minuto. La dattilografa, per e vìe dell'aria, aveva scritto a New York e New York, per le stesse vie, aveva dato il benestare a Milano; le parole di due macchine da scrivere hanno spaziato sull'Oceano; poche battute di due tastiere si sono incrociate sull'Atlantico. Questa sarà la radioscrittura, invenzione italiana. Ed invsntore, l'ing. Manrico Compare, un giovane ancora, che pei suoi studi ha viaggiato mezzo mondo, abbandonando pressoché ragazzo la natia Livorno, molto vivendo in Inghilterra ed in Germania, e parecchi e preziosi servigi rendendo al Governo Italiano per la crittografia automatica. Il miracolo d'una mattina d'invernoMa da anni il suo sogno era quello di pervenire all'invenzione attuale, cioè alla radiotrasmissione della comune scrittura a macchina. Viaggiò pure per questo, spese anche del proprio, soggiornò in America, compi tentativi numerosi ed ecco che, finalmente, il suo sistema riceve ora a Milano il crisma ufficiale. Gli furono collaboratori incessanti — ed il Compare ci tiene a dirlo — due scienziati della nostra Univer- sita, 11 prof. Bozza ed il prof. Bottani. E la sua invenzione è di già brevettata per quanto è vasto il mondo. E nel suo laboratorio luminoso, che spalanca le vetrate sui tetti di un grandioso stabilimento telefonico ai margini di Milano — lo stesso stabilimento che ha costruito i meravigliosi apparecchi radio per i gloriosi aquilotti di Italo Balbo — affluiscono -da qualche settimana scienziati e tecnici d'ogni lingua. L'ing. Compare non si rifiuta di ripetere esperimenti e illustrazioni, di smontare e rimontare i delicati e complicati apparecchi, di spiegare sulle carte murali — crittografie vere e proprie per un profano — le possibilità e insieme le difficoltà della sua magnifica scoperta. Prova e riprova, studia ed esperimenta, fu nel febbraio di quest'almo che l'inventore ebbe la certezza del risultato: notti di veglia, dubbi, ango-' scie, tutto spari, allora, nella gioia del trionfo. Nella mattinata nebbiosa dello scorso inverno quando i due apparecchi, il trasmittente ed il ricevente, risposero, quasi per prodigio, alla volontà dello scienziato, fu come sfolgorasse il sole: aveva funzionato da dattilografo lo stesso prof. Bozza, battendo qualche riga in inglese del resoconto di un volo. H « trasmittente » si trovava — come ancora si trova — al pianterreno dell'enorme fabbricato; il «ricevente» in alto, nel laboratorio, tutto pel Compare. Il miracolo, a poco a poco, si mostrò agli occhi dei pochi astanti: il rullo di carta bianca cominciò a srotolarsi, un picchettio mordente si prolungò dalla vitarda che fa come da carrello, e la scrittura azzurra, seppure slabbrata, comparve esattissima. Adesso, il prodigio, lo vediamo anche noi: uno scheletro di macchina da scrivere di cui è rimasto il tamburo, un'asse a spirale su cui scorre una sfera cilindrica che stampa le lettere; e il tutto si muove, coi comandi di righe, di spazi, di ritor- ni, come per incanto. H congegno della radio è minuscolo, nascosto oltre ii tamburo. Ma il gran segreto non è qui : è in una sorta di tubo di cristallo che si eleva accanto e che sprizza luce da fili d'argento: i fili di una vita misteriosa dell'etere. E questo è il multirisonante. La tecnica delle onde — Ed ecco come tutto ciò avviene — ci spiega lo atesso scienziato. — Dall'apparecchio trasmittente che può far funzionare chiunque sia pure il più profano di radio e sappia soltanto scrivere a macchina, vengono lanciate nello spazio due differenti specie di onde elettriche: ima è la normale onda portan- te, di natura elettromagnetica (impul so). Sovrapposta a questa si lancia un'altra onda modulante provocata precisamente dal battere del tasto corrispondente alla lettera che si vuole trasmettere. Questa onda ha due funzioni principali: la prima, selezionare fra le altre, la stazione con la quale si vuole corrispondere e ciò è reso possibile dal fatto che all'apparecchio ricevente è applicato un dispositivo: il multirisonatore, 11 quale possiede la comune con la trasmittente determinate caratteri' stlche. La seconda funzione è quella di individuare fra le lettere dell' alfabeto che son nell'apparecchio ricevente, quella che effettivamente viene trasmessa. Ciò pure avviene in quanto l'onda modulante trasmessa, viene per cosi dire spezzettata da un dispositivo connesso alla trasmittente In tempi determinati che variano a seconda di ogni lettera dell'alfabeto. L'onda modulante che si trasmette, viene cioè annunziata in vari! modi a seconda delle varie lettere, per brevi tratti del proprio periodo. Di fatto, il comando di stampa nella ricevente viene ad essere determinato dagli intervalli insiti nell'onda captata. — H multirisonatore sarebbe dunque l'intermediario fra 1 due apparecchi principali: quello trasmittente e quello ricevente? — Precisamente, ed inoltre il multirisonatore riveste ima funzione essenziale nel sistema in quanto è esso che seleziona l'onda trasmessa e soltanto quella e, questa ricevuta, aziona l'apparecchio stampante. — Il multirisonatore non potrebbe anche entrare in circuito con altre stazioni che trasmetterebbero con la stessa lunghezza d'onda della corrispondente trasmittente? — Affatto, poiché bisognerebbe che queste altre stazioni, oltre che trasmettere con la stessa lunghezza d'onda, date le caratteristiche proprie del multirisonatore, venissero altresì a colmare quei « vuoti » insiti nella modulante che dal multirisonatore stesso viene captata. D'altra parte l'apparecchio stampante si mette in moto soltanto allorché è stato « chiamato » dal multirisonatore e stampa le diverse lettere a seconda degli impulsi spezzettati prestabiliti che esso riceve. Non vi è quindi possibilità alcuna di intralcio e di confusione. L'applicazione immediata — Ed è possibile utilizzarla subito questa invenzione? — Sicuro, anche subito, ma...— e su questo « ma » l'inventore rista perplesso, mi fissa e con una improvvisa malinconia dondola il capo. Io insisto : — Perchè non subito? — Bisognerebbe intendersi su questo « subito ». Se intende fra qualche anno... — Ah! Perchè oggi.;.? — Oggi è un problema di selettività, lo stesso che sussiste per le recezioni comuni. Guardi — e mi porta dinanzi alla tavola grafica delle radiazioni elettromagnetiche. — Guardi qui... No, non 1 raggi ultrarossi e gli ultravioletti. Queste: le onde elettromagnetiche utilizzabili sono per ora dal millimetro ai centomila metri. Poco conosciute e poco usate sono quelle dal millimetro al metro. Provengono da ciò tutte le difficoltà tecniche della radio che si riferiscono alla selettività. Troppe d'altronde, sono oggi le onde accaparrate e molte le Interferenze. Quando il progresso della selettività, specie sulle onde corte, sarà tale da mettere a disposizione un altro grande numero di canali o di onde portanti — il che, del resto, avverrà prestissimo — allora l'applicazione della scritturaradio sarà facilissima... — Comunque l'invenzione è trovata. — Tanto <~*ie si potrebbe applicare anche oggi! Soltanto che, la sua perfezione, è in rapporto col problema che le ho detto. Frattanto sarà utilizzata, ugualmente... La sincronia della televisione — In qual mòdo? — Col telefono! In America sono in funzione parecchie macchine — 1» Teletypes — che trasmettono per conduzione (la sola United Presse ne ha per 20 mila chilometri di filo); e cioè per un collegamento con corrente da un punto trasmittente ad un altro ricevente. La mia invenzione, in attesa che sia applicata per radio, funzionerà, nel frattempo, per telefono, senza bisogno cioè di corrente condotta come per le teletyp.es. Pensi alla enorme diffusione del telefono! E pensi all'enorme utilità delle macchine scriventi che trasmettono e ricevono per questo mezzo! Ha ragione l'ing. Compare: praticità immediata ed efficace, con risparmio di tempo, di denaro, di personale. Non per niente gli piovono da ogni parte proposte ed offerte. Però, non a queste egli bada: è uno scienziato, ha l'orgoglio di servire la sua terra e di affermarne il primato. Nello stesso laboratorio altri congegni ermetici, scintillano, gracchiano ed anche ululano : sono congegni per esperimentare un sistema di sincronizzazione comandata, scoperto il quale, anche la televisione, finalmente, sarà ovunque applicabile. Oggigiorno questo, appunto, è lo scoglio, è il drawback, come dicono gli inglesi; non riuscire, tra colui che trasmette e colui che riceve, a stabilire il sincronismo necessario. E l'ing. Compare tenta, studia, ricerca. Ora è in ebollizione e In ansia proprio per questo ; per la radio-scrittura, oramai è tranquillo, è appagato e se scappa giù alla trasmissione per qualche saggio, lo fa più che altro per svago. Batte e trasmette brani interi dei lapidari messaggi di Balbo al Duce, e quando vuole spassarsela picchietta sulla macchina e manda per l'aria qualche biricchlnata agli amici. Come l'altr'ieri che ad mi compagno il quale Io attendeva nel laboratorio, radiotrasmetteva: «spero avrai portate le bottiglie promesse ». , BEVILACQUA S' fRA SULLA BMNSI??A • «OSTRI SOLDATI CON UH0 SBALZO IRRESISTIBILE AVEVANO SUPERATO l ISONZO SOPRA AUZZA DILAGANDO SULL ALTOPIANO TINO Al LOH 01 TOLMINO E I» ATTESA SI ERANO TRINCÌ ATI CAVANTI AL Uff ICO STOP U»» SEBO AL COPIANDO Un messaggio radiotrascritto La macchina trasmettitrlce

Persone citate: Balbo, Bottani, Bozza, Duce, Italo Balbo, Manrico Compare, Scriva