Verso il Museo nazionale dell'automobile

Verso il Museo nazionale dell'automobile Verso il Museo nazionale dell'automobile Una mostra retrospettiva: dal 1854 al 1912 = Le opportune proposte del conte Carlo Biscaretti == L'iniziativa degli industriali e l'azione delia Podesteria == Al lavoro Torino avrà un Museo dell'Automobile. L'idea, lungamente accarezzata dai pionieri automobilisti e da quanti, a scopo di studio, o per passione ai interessano del moderno e trionfante mezzo di locomozione, trovò il terreno atto a svilupparla nei giorni indimenticabili in cui il Duce fu -nella nostra città. Un memoriale al Duce In quei giorni il senatore conte Biscaretti di Ruffia, unitamente all'avvocato Goria-Gatti presentarono ci Duce un memoriale in cui venivano illustrati gli scopi chs sii proponeva un Musso dell'Automobile, certo a Torino, in questa città che dall'automobile fu culla. rrsgP Ecco la prima automobile costruun motore ad otto cavalli che, nostrade cittadine destò, come era r-assegaeri. Al volante stava conDamevìno, che fu più tardi uno locomozione. Dietro siedevano i dtelligenti; dietro ancora Giovannstruzione del veicolo automobile, rano, stava il signor Steffenini, cresse le sorti per lunghi anni. La Il conte Carlo di Ruma conclu eva la sua dotta conferenza con' tatando quanto ricco materiale auomobilistico esiste ancora in Italia, pecialmente in provincia, che porebbe con minimo sforzo e con miima spesa esser riportato alla luce el sole e che formerebbe un preoso primo nucleo del Museo che gli proponeva non doversi limitare d una mostra retrospettiva permanente. Acciocché il Museo diventasse di rezioso ausilio per lo studioso ocorrerebbe infatti che accanto al ecchissimo materiale si trovassro i tipi di macchine venuti più ardi, fino alle più recenti e perfeionate automobili. Alla storia anca si aggiungerebbe così quella medioevale » per giungere alla ontemporanea. Ne qui si verrebbe restando perchè anno per anno, iorno per giorno, le Case dovrebero essere tenute ad inviare tutte e nuove applicazioni, e i perfezioamenti che man mano andranno pplicando alle loro macchine. Pagine di storia In tal modo il Museo non sarebbe iù solamente frequentato dagli stuiosi, ma acquisterebbe un caratere di praticità che attirerebbe utti coloro che desiderando acquitare una macchina vogliono renersi conto di quanto di più perfeonato esiste. Il Museo dell'automobile di Torino verrebbe così aviandosi a diventare un Museo Na onale. La nostra città dove l'inustria dell'automobilismo, gloria alla Nazione, nacque e si sviluppò, vrebbe così un ambito premio che utti giudicheranno meritatissimo Già il Museo si avvia alla sua rea¬ Recentemente in una riunione al « Rotary Club » il conte Carlo Biscaretti di Ruffia, figlio del senatore, tenne una dotta conferenza sulla « Mostra retrospettiva dell'automobile », lumeggiando i risultati ottenuti dalla Mostra stessa tenutasi a Milano nel VII Salone dell'Auto. Furono per l'occasione raccolte in tutta Italia, trenta macchine (oltre a motori e parti staccate), la prima delle quali risaliva al 1854, l'ultima al 1912. La gloriosa schiera era aperta dalla vettura a vapore costruita dal generale Bordino e religiosamente conservata in Torino alla-Scuola di ingegneria. La decaha delle macchine a benzina era una Panhard et Levasfeur, costruita a uita nell'officina Fratelli Martina, dal onostante il peso enorme, funzionò b logico, la curiosità e l'interesse di tutn aria trioìifante l'inventore: Michele dei fondatori della Fiat, anch'esso edue fratelli Martina, solide tempre di ni Ceirano, che più tardi, nel 1898-99, d dando vita alla Welleyes su brevetti che, trasmigrato a Milano, entrò poi nea prima macchina recava a bordo il nlizzazione. Siamo informati che il Podestà dott. Paolo Thaon di Revel ha sottoposto all'approvazione delle superiori autorità uno schema di deliberazione per l'istituzione del Museo dell'automobile; e proposto che esso trovi sistemazione nei locali costi al primo piano del grande Stadio Mussolini. Già visitando col comm. ing. Silvestri il nuovo monumentale edificio, alla vigilia dell'inaugurazione, il vice-Podestà, ci aveva accennato che i vasti e aerati saloni posti al primo piano, e ricavati sotto le scalee, avrebbero magnificamente servito ad esposizioni. In questi saloni, luminosi e aerati, verrebbero dunque allogate le automobili. Occorreranno come è prevedibile delle opere di sistemazione, e cioè la costruzione di montacarichi atti ad issare le macchine al primo piano, oppure dei piani inclinati che permettano alle stesse di salire coi propri mezzi. L'iniziativa del Museo parte dall'Associazione Nazionale fascista fra industriali dell'automobile, rappresentata dal comm. Acutis, ed essa ha subito trovato un valido e spontaneo appoggio nel comm. Di Miceli, direttore dell'Automobile Club. Naturalmente in prima linea è stato messo il valore documentario, dei cimeli che ricordano l'albore dell'automobilismo e per i quali, in questa industria, la nostra città si rivela pioniera e grande animatrice dello sport automobilistico. La città di Torino ha preso sotto il suo patronato tale iniziativa, e si propone di istituire il Museo che dovrà raccogliere il materiale che comprovi il continuo progredire nella costru¬ Parigi nel 1892. Venivano poi le interessantissime costruzioni del prof, conte Enrico Bernardi di Verona, che fin dal 1880 inizilo degli studi sul moderno motore a benzina. Fra l'altro figurava Jiélla mostra la vetturetta a tre ruote costruita dal conte Bernardi che' nel 1898 vinse la nrima gara automobilistica su strada: Torino-Alessandria-Torino. La prima vettura torinese nel 1895 Mancava alla Mbstra, fra i tanti e diversi tipi, la psima vettura costruita a Torino da Michele Lanza, tecnico di grande genialità. La macchina è andata purtroppo distrutta ma di essa rimane la fotografia, prezioso cimelio che qui riproduciamo. l cav. Lanza, nel 1895, fornita dt benissimo. Il suo 'comparire nelle utti. Come si vede* era gremita di e Lanza; al suo fianco sedeva Luigi entusiasta del vaiavo sistema di i lavoratori piemontesi, tenaci, in doveva anch' esso tentare la coi Facciali; infine, a lato del Ceinella 8ocietà IsottajFraschini, di cui nucleo delVautomhbilismo italiano. l l e i l o zione del motore a scoppio in genere e dell'autoveicolo e dell'aeroplano in ispecfe. E! .tutto ciò a scopo dimostrativo e di studio. Per favorire la raccolta del primo materiale' la città contribuirebbe inizialmente con una discreta sommaInoltre alla formazione di un fondo concorrerebbero il Raci (Sezionedi Torino) e l'A.N.F.I.A: Attività preliminare Occorreva chi si incaricasse di delicate bisogne: la raccolta del materiale, il suo ordinamento e la conservazione dello stesso. La scelta è caduta, come era logico, su di un pioniere dell'automobilismo, che ha già dato prove di indubbia e rara competenza nell'ordinare la prima Mostra retrospettiva dell'Automobile nel VII Salone di Milano. Per tale incarico è stato proposto iconte Carlo Biscaretti di Ruffia. Per iniziare i lavori — come abbiamo detto — si attende l'autorizzazione delle superiori autorità, ma si può ritenere che, salvo ulteriori provvedimenti o modificazioni per ciò che concerne l'ordinamento del Museo; questo ormai comincia già fin da ora a vivere. Torino cui spetta il vanto di essere il più importante centro dell'industria motoristica nazionale, che ha creato la Fiat — « città del lavoro » come l'ha definita Mussolini — avrà così l'orgoglio di allineare nel suo nuovo « Museo » le prime geniali creazioni automobilistiche; che già embrio-nalmente recavano l'impronta di quelle macchine portentose che dovevano più tardi correre trionfalmente tutte le strade del mondo. U. P.