La bonifica della Piana di Sant' Eufemia

La bonifica della Piana di Sant' Eufemia LE BATTAGLIE CHE IL FASCISMO VUOLE E VINCE La bonifica della Piana di Sant' Eufemia Napoli, 24 notte. La plana di Sant'eufemia, nella provincia di Catanzaro, godeva lino a pochi anni or sono la triste fama di e33ere una dalle più malariche località della penisola. Racchiusa fra il mare c le pendici del monti Lucani, disboscati e privi d'.cgni sistemazione icl.-autau, i quali la chiudano come un'anfiteatro dii Capo Severo al Nord e la foce delle ÀngiitoJa al Sud, la plana presentava un'affetto di desolazione e di squ'affi&rc. La malaria re¬ case forestali a Caraffa, a Maida ed un'altra nell'alto baciano dal Pesipe. Il materiale di rimboschimento e per lo piantagioni è fornito da 5 vivai: 3 nel bacino dell'Amato, 2 in quello del Turbine, che si estendono per 15 ettari c possono produrre sei milioni di piantino annue. I villaggi agricoli, come si è detto, sono già quattro con sessantaquattro costruzioni, fra cui chiese, scuole, caserme ed altri edifici pubblici vari. Una rete stradala completa, di 55 gtaava, oltre sul 12.000 ettari del terremo pianeggiaste, anche sui 6000 ettari di .terreno coiltooso circostante: In totale, 18.000 ettari di terreno infestato dall'amofeile. I malarici si calcolavamo a 60 mila. Daa 1923, auspice la S. A. Bonifiche Calabre, sa è iniziata la redenzione del Vasto territorio, inquadrando l'azione In un vasto programma di lavori che si svolgono non solo sulla pianura, ma anche sulle pendici dei monti vicini, rlsaJtemdiomo i torrenti fino all'inizio, cioè in tutto il comprensorio, di ben 40 mila" ettari. Al piano, ■ sistemazione idraulica e bonifica, al monte, ancora sistemazione idraulica e rimboschimento. Se la bonìfica si fosse limitata alla zona paludosa e pianeggiante, se non fosse stata estesa a tutto il com.prensore, discdplimamdo le piene dei torrenti con arginature di chilometri e chtloanietini, il lavoro sarebbe stato inutile, come inutili e vani furono tanti aJtri nel passato. Dove la palude è originata dal disordine del regime idrico montano, la sistemazione deve awiaaiiie oanteaniporaneainiente, al plano ed ai alianti. Bisogna arrestare le frane sulle pendici in rovina, con graticci, onde impedire lo smottamento della ghiaia, dalla sabbia, dei detriti, mediante un' opera accurata e paziente che deve estenderai ad ogni balza, ad agni ferra, ad ogni gola e disporne briglie di murature "è" di legname sui torrenti, per impedire l'erosione dei fianchi. Contemporaneamente, al piano, .occorre colmare gli cllvcdddastlgsnl^'saacquitrini, eseguire reti- di canalizza- t zlome, asciugare e dissodare il terreno e crearvi subito le case per i coltivatori, i nuovi villaggi, le strade. Cosi si è fatto a Santa Eufemia. Nuove, giovani boscaglie di pini, di pioppi, di robinie coprono ormai i fianchi dei monti» circostanti, una volta bruKi, nudi, frar.Mi. Le acque, che si rovesciavano una volta in piena roivinosa, defluiscono era docili verso il «mare. Tutto il lavoro si è svolto secondo un organico razionale programma, che età ora per avviarsi al defimdifcivo oomjpimento. Gii stagni, nidi di zanzare, sono scomparsi. La malaria è in rapidissima diminuzione e presto, con l'estendersi e l'intensificarsi deOila coltura, con l'affluire di nuovi celomi, sarà debellata. Sono sorti già nuovi villaggi agricoli a S. Eufemia- Biforcazione, e San Pietro a Maida, a S. Eufemia Vecchia ed a Ctiringa, che già ospitano mime, rosé famiglie di coloni. Dopo cinque anni di febbrile attività, i nove decimi dei lavori progettati sono già compiuti, ed il loro elenco basta a dare la fisonomia dell'imponente opera. Tutti i 15 grandi ponti progettati, superiori a 10 metri di luce, sano stati eseguiti; su 144 ponti minori se ne sono tiarmiinaiti 140. Tutto questo a prescindere dai nuovi sette ponti ferroviari già ultimati. Le canalizzazioni si estendono ormai per trenta chilometri, completando c:cé tutta la rete primaria. Un'altra successiva, sarà eseguita in un secondo tempo. Le colmate, proviste in 600 mila metri ouhi sono effiettu'aite per 550 mila. Ed a completare il quadro di dette sistemazioni vallive vanno ricordati quindici chilometri di arginatura tìu. 17 progettati. Imponenti, come abbiamo accennato, sono state le sistemazioni idraulico-forestali. Esse si estendono su 115 chilometri, con ben 004 briglie e 94 repellenti. Le graticciate si estendono per 215 chilometri. Sono state effettuate semine di ginestra, robinia, pino marittimo, quercia, castagno. Sono state piantate 16 milioni di robinie, 450 mila castagni, 250 pioppi del Canada e 237.500 fra pini, ginestre dell'Etna, fichi d'India, pioppi, salici, oltre a 250 mila alberi fruttiferi. Verniero costruite tre chilometri su 63 progettati, si stende lungo la pianura mentre altri 85 chilometri fra mulattiera e strade di servizio completano la rete delle cpmunicazioni. Cosi il miracolo si è compiuto. La desolata piana di Sant'Eufemia, dove dodici torrenti, dilagando dalle denudate pendici dei monti, rovesciavano ad ogni momento le loro acque cariche di materiali, di limo e di detriti, la piana dove regnava la malaria nelle sue forme più gravi, ha mutato aspetto nel modo più completo, si è trasformata come per un miracolo. E il miracelo è stato il tenace ed intellìgemtft lavoro umano, che in cinque anni ha corretto gli errori di secoli, quando l'abbandono delle montagne ed il disboscamento hanno causato poi, al piano, il dilagare degli acquitrini, fonte di altra desolazione e di altro squallore. Óra, si inizia l'opera dei dissodatori, dei coltivatori. La bonifica non può conoscere soste nè interruzioni. Ora i trattori romperanno la crosta disseccata del terreno, portando l'aria a contatto delle zolle, infrante dai polivomeri. Poi le messi copriranno la pianura, testimoniando cosi la nuova vittoria del lavoro umano, che porta il segno augusto dell'Italia Fascista. Sant'Eufemia costituisce tuttavia solo un particolare di tutte le altre bonifiche che si svolgono sulle coste Calabre e,, Lucane per la loro definitiva ^redànziònte/Èàati nominare, farsi le .altrei qùeafcdi'S.'tì&taildo e della Stórnara sul Lfttòrale Joriico e che tra pòchi anni avranno cancellato anche dall'I- talia Meridionale lo spettro della pa¬ ,ne, che vi ha regnato sovrano per secoli, e più che mai nei decenni ultimi quando pure il cosidetto problema del Mezzogiorno costituiva argomento di pondercse dcttdisime pubblicazioni e di compiersi dibattiti oratori al Parlamento, senza che tutto questo servisse a far sparire, nemmeno una zanzara malarica nè a prosciugare un palmo di acquitrino. ponte sul torrente Bagni. tina fattoria nell'agro bonificato.

Persone citate: Capo Severo