La visita di Gömbös a Mussolini

La visita di Gömbös a Mussolini NEL NUOVO CLIMA INTERNAZIONALE La visita di Gömbös a Mussolini Hettia inalterabile La venuta a Roma del Presidente del Consiglio ungherese, preceduta da commenti favorevoli e opportuni dalla stampa di quel Paese, mostra la continuità di quella politica di amicizia e di collaborazione che, viva già nei rapporti diplomatici e spirituali quotidiani, ebbe nel trattato del 1927 la sua piena applicazione giuridica. L'Ungheria era uscita dalla condizione di assoluta inferiorità cui sembrava condannata dal Trattato del Trianon; da allora la Nazione magiara ha compiuto dei passi notevoli nel campo della sua rivalutazione politica e morale: essa non costituisce più un fattore trascurato o considerato soltanto come un bersaglio da colpire impunemente; riacquistando la sua dignità, ha ora libertà di movimenti che le consente un maggior peso nei piani di collaborazione e di ricostruzione europea. Ebbene in questo lento e costante processo di rivalutazione del fai tore ungherese, mai in alcun caso è venuta meno la più perfetta solida' rietà di vedute e di azione dei Go' verni di Roma e di Budapest. Come da parte nostra abbiamo seguito con simpatia e con segni indiscuti' bili di fraterna collaborazione gli sforzi degli amici ungheresi, così essi mai hanno deflettuto da una linea di condotta concorde con quella dell'Italia cui hanno manifestato un'inalterabile gratitudine. E Mussolini parla ai cuori ungheresi con un'aureola leggendaria ed eroica. Tanto più doveva concretarsi tale solidarietà in uno dei momenti del dopoguerra che potrà forse rappresentare una svolta decisiva per un nuovo orientamento della politica europea in generale e danubiana in particolare. All'indomani del Patto a quattro, si respira veramente una diversa atmosfera più limpida e pura ; lo stato psicologico è favorevole al riesame di tante posizioni avvelenate da preconcetti esclusivistici Bisogna mettere alla prova le parole di buona volontà che vengono pronunciate con sì fervida frequenza. D'altra parte l'acuirsi di speciali situazioni ha messo in sempre maggiore rilievo l'importanza essenziale dell'Ungheria in un equilibrio di forze e di rapporti che possa fondarsi su una più duratura stabilità. Gombos, magnifico suscitatore di energia, ha dimostrato sempre da quando è al Governo e sopra tutto da quando ha assunto la maggiore responsabilità del comando, di essere un tempista e un realista; non ha dimenticato nulla, ma non ha compromesso nulla. Non si è perduto dietro sogni assurdi con le condizioni attuali, e ha dato sempre la sensazione precisa di essere geloso prima di ogni altra cosa della posizione di sovrana indipendenza della sua patria. Non °ma essere il vassallo o il cliente di l jssuno e per questo è stato un sostenitore del l'amicizia con l'Italia e, divenuto Presidente del Consiglio, ha rinsaldato tale caratteristica basilare della politica della moderna Ungheria: a fianco dell'Italia, la Nazione magiara sa di marciare in perfetta comunanza di spirito e di lealtà. Il generale Gombos ha tenuto dietro al maturarsi degli attuali avvenimenti con una scrupolosa vigilanza; ne fanno fede alcuni recenti suoi viaggi all'estero, di cui l'ultimo a Vienna dove s'incontrò col Cancelliere Dollfuss. Ma è a Roma, a contatto con Colui che dell'attuale interessante fase internazionale è il protagonista, che si può avere una visione totalitaria degli aspetti dell'arduo problema di collaborazione fra gli Stati dell'Europa cen• tro-orientale. Non c'è dubbio che le giornate di Roma costituiranno una benefica chiarificazione per l'avvenire immediato a cui guardano con fiducia i popoli. NSnqRtsPvcsSecusnrcsptnotdgcpLa partenza da Budapest Budapest, 24 notte. Il Presidente del Consiglio gene rale Gombos, accompagnato dal Ministro degli Esteri Kania, dal direttore degli Affari politici del Ministero degli Esteri barone Apor, dal consigliere di Legazione Zolten Mariassy e dal segretario Elek Vas, è partito stasera per Roma. Il Primo Ministro e il Ministro degli Esteri, salutati dalla folla che si era raccolta intorno alla stazione, sono giunti alcuni minuti prirm delle 20, ricevuti dai Ministri df'lle Finanze, del Commercio e dell'Istruzione, dal consigliere della Leg/azione d'Italia Baldoni, col porcionale della Legazione, coi quali si sono trattenuti a colloquio fino all'ora della partenza. Il treno presidenziale ha lasciato la stazione alle 20,3 tra calorosi applausi. r o o i l , e e i e a n Il Patto a quattro e Ginevra Nuove dichiarazioni di De Jouvenel Parigi, 24 notte. Un collaboratore del Temps, Giorgio Suarez, ha avuto con Henry De Jouvenel una conversazione, nel corso della quale l'ex-Ambascìatore di Francia a Roma ha cosi spiegato ancora una volta diffusamente il Patto a quattro e la sua portata. — Si è avuto torto di interpretare 11 Patto quadripartito — ha detto De Jouvenel — come una minaccia per la Società delle Nazioni, poiché ognuno dei suoi articoli si riferisce proprio ad essa. Si sarebbe dovuto dire, e con maggior esattezza, che esso riprendeva la Società delle Nazioni dal suo Inizio. « Mussolini sostiene che l'idea della universalità era un'idea falsa, non nel suo principio, ma nel tempo, perchè non si debutta con l'universale. Egli ha ragione. La prova è che questa idea, che fu quella di Wilson, ha dovuto essere infine dallo stesso abbandonata, poiché gli Stati Uniti non sono entrati nella Società delle Nazioni purtuttavia creata. « Bisogna cominciare la Società delle Nazioni dalla Società delle principali Nazioni europee, ed è quello che impone la logica; ma bisogna convenire che questa logica rimaneva impossibile ad osservarsi finché la Germania era mantenuta su un piano diverso da quello delle altre Nazioni. All'indomani del giorno in cui il Governo Herriot ha riconosciuto Ella Germania l'eguaglianza dei diritti, ciò che sembra naturale, la Società delle Nazioni doveva prendere per base la Società delle quattro Grandi Potenze europee capaci di assicurare all'Europa la pace poiché esse precisamente sono in grado di fare la guerra. Del resto non si poteva dissimulare che negli ultimi anni era il dissenso delle grandi Nazioni quello che separa la Francia e la Germania che aveva fatto l'impotenza della Società delle Nazioni, impotenza di cui il conflitto cino-giapponese è stata la prova più luminosa ». De Jouvenel ha poi continuato: « Poiché l'Inghilterra segue i Dominions forse più che i Dominions non la seguano essa è sospesa tra i continenti mentre ohe Francia, Italia e Germania sono Nazioni essenzialmente europee. La Germania, data la sua situazione finanziaria, non può per il momento avere la parte che hanno avuto a Londra In perfetto accordo Italia e Francia. Costituendo il blocco dei Paesi a moneta aurea queste due Nazioni hanno stabilito là base di una politica finanziaria comune per l'Europa e le Colonie dei Paesi a parità aurea vale a dire le Colonie francesi, italiane, belghe, olandesi, ciò che rappresenta ima grande superficie nel mondo. La teoria sostenuta a Londra dal ministro delle Finanze è che il risanamento monetario è la condizione del risanamento economico ma ora che tale teoria é stata esposta deve essere applicata. La difesa della parità aurea non è la sola in programma. Possiamo noi col 40 per cento di oro del mondo dare una base monetaria alla cooperazione necessaria fra i popoli di questa regione dell'Europa? Non è una questione cui bisogna rispondere senza attendere. Per parte mia temo che ritroviamo su tale base tutte le difficoltà che hanno impedito il successo del piano Tardieu per condurre lu Conferenza di Stresa fino alla conclusione. * Bisogna prevedere per qualc'/ie tempo tre blocchi: americano, britannico ed europeo. Non bisogna dissi ulularci la contraddizione che esiste tjra il programma di collaborazione politica e il regolamento economico e che anche là non possiamo andare fino all.a universalità ma possiamo prevedeoxj accordi bilaterali e anche pluril/aterali estendendoli a mercati la cui. attuale ristrettezza soffoca la produzione. Per parte mia, ha concluso De Jouvenel, credo che in Estremo Orie-nJ.e si rinnoverà la collaborazione dal tre blocchi. Trattasi solamente di sapere se potremo trovare una baspj politica comune in Cina. Ma ciò ci. trascina ben lungi dal Patto a quatt/o». ctIptgdMasiLirnsccntgrIl nuovo ambasciatore, polacco a Roma Varsavia, 24 notte. L'ex-sottosegretai.-io agli Esteri già ministro a Berlino, Alfredo Wysocki, é stato nominato ambasciatore presso il Quirinale. Egli è partito per Roma, salutato alla stazione dall'ambasciatore d'Italia Bas'danini, dal personale dell'Ambasciata e dal sottosegretario di Stato agli Esteri, Szembek. L'excapo della sezione occidentale al ministero degli. Esteri, Giuseppe Lipski, è stato nominato ministro a Berlino. t l è o e m e e o a o Accasamento serbo-sloveno tentato 'dal vecchio partito di Pasic Vienna, 24 notte. Negli ambienti politici belgradesi ha dentato molto interesse il fatto che il vecchio partito radicale, capeggiato già ria Pasic, ha presentato alle autorità la richiesta di poter riprendere la propria attività politica, n partito radicale conta ancora molti aderenti, particolarmente nella vecchia Serbia <t in quelle regioni dove la popolazione è, nella sua maggioranza, greco ortodossa. Si afferma che i radicali, da qualche tempo a questa parte, svolgono trattative col capo del paritto popolare sloveno, mons. Korosec, attualmente internato nell'isola di Lìssa, e col capo dei mussulmani bosniaci, dottor Spano, per convincerli a una collaborazione. Se a questa si dovesse giungere, si addiverrebbe in Jugoslavia a una situazione politica completamente nuova. Estraneo a tutte queste combinazioni, resterebbe comunque il partito dei contadini croati, che continua a lottare per la completa indipendenza della Croazia. Cstcdprlc