A Giaveno nel regno di Martano

A Giaveno nel regno di Martano A Giaveno nel regno di Martano Giaveno, 17 notte. Giaveno, lindo e ordinato paese delle nostre Prealpi, accovacciato all'unione dei selvosi clivi del Braida e di Fra Fieul, è in tempo di celebrità. Non è la prima volta che gli capita. I giornali furono pieni di sue descrizioni qualche anno fa, quando nei fianchi dei suoi monti si scopri... l'oro. Nel « paese dell'oro » Fu una fama di breve durata, però, che l'oro, alle prime serie ricerche, non lo si trovò più. Rimase, come consolazione, < l'oro di Giaveno », frase che, nel parlar popolare, sta a sostituire la Chimera, l'Araba Fenice ed altre anticherie del parlar forbito, indicanti delle irreperibili materializzazioni dell'illusione umana. Ma adesso dell'oro non se ne parla più. Chi riporta alla ribalta della celebrità Giaveno è un suo cittadino. Un robusto ragazzone di ventitré anni, dai muscoli infaticabili, dai polmoni sani, dal garretti d'acciaio, che in terra di Francia sta dimostrando, solo contro tutti, la sua forza « il suo valore nella più grande corsa cicli» allea del mondo: Giuseppe Martano. Ieri, dopo che l'atleta ebbe compiuta l'ultima tappa del Pirenei, quella che, per giudizio dei più, doveva essere la decisiva per le sue probabilità di conquista della maglia gialla, abbiamo voluto fare una scappata a Giaveno per passare qualche ora tra i suoi « tifosi ». aravamo sicuri, usciti di redazione appena il telefono aveva comunicato da rau l'esito uella gara, di essere 1 primi ad annunciare le ultime novità del < Tour » nei regno di Martano, ma, fermatici a Traila qualche istante, avemmo un'amara disillusione. Ce 1b diede la giovane taoaccaia del paese, che, quanao le comunicammo la vittoria di Guerra e il terzo posto di Martano, ^i rispose prontamente: «Ma noi sappiamo già tutto! » « E come? » « Per la radio ». « Ma vi interessa tanto? » «Come no?! C'è Martano che è di Giaveno. L'abbiamo visto passare tante volte in bicicletta... ». Apprenaemmo cosi che la popolazione di tutu 1 paesi che circondano quello che ha l'onore di aver dato i natali al nuovo <. asso » del ciclismo, alle 17,30, si precipita agli apparecchi radio per sentire che cosa ha l'atto Martano. Se « sapevano già tutto » a 'frana, immaginatevi se non lo sapevano a Giaveno, dove tutti gli undicimila abitanti vivono ormai in continua ansia per quello che fa il giovane eroe paesano. Tutti erano a conoscenza dei risultato dell'ultima tappa dei Pirenei e i musi lunghi non mancavano. Troppo grande era la speranza di apprendere che Martano sarebbe stato «maglia gialla » per potere accogliere ia già Dellissima notizia che « Martano è sempre secondo » con vera gioia. Dietro consiglio del geom. Garola. segretario politico di Giaveno, slamo andati a cercare il signor Rosa Brusin, giavenese puro sangue, nonostante il nome veneto. E' questi l'amico più stretto del corridore, colui che gli fu sempre accanto, cho lo accompagnò in giro per l'Italia nelle competizioni più dure e più difficili. Questo giovanotto era tanto innamorato di Martano, che fini per innamorarsi anche della sorella, di cui è U fidanzato. Risultati della passione sportiva. « Voglio fare il muratore » Il signor Brusin ci ha fatto da guida fino alla casa del campione. Il campione, naturalmente, non c'era, ma un suo ritratto, piantato proprio di fronte alla porta d'ingresso, ci ha salutato as. sleme alla mamma, al papà, alla sorella grande e alla sorella piocoda. In carne ed ossa o in effigie c'era tutta la famiglia. Mancava solo il fratello più anziano, che è in Marina e che chissà da qual paese seguirà le imprese il « Beppe ». Benché dall'altra parte della Francia, il giovane corridore fu ben presto vivo e presente nel grazioso tinello dell'abitazione del «costruttore di giardini » Guglielmo Martano, suo padre. Se Giaveno vive per lui, figuratevi la famiglia che ore passa. I giornali si ammucchiano in alte pile su tutte le seggiole della casa, dopo che le loro notizie e i commenti del Giro di Fran-eia sono stati a lungo vagliati e discussi. Mentre parliamo la signorina Italdlna ha dinanzi a sè 11 resoconto de' nostro Ambrosini ed il suo dito è ter- mo sulle ultime parole, In cui è espressa la grande speranza In Martano. Se la speranza si fosse avverata... Intanto da un grosso scatolone ven- ! gono tratte le fotografie del campto ne, che si spargono sul tavolo l'una accanto all'altra, confusaimente. Sono le tappe della sua ascesa che si succedono sotto 1 nostri occhi. Ed è la mamma che ce le illustra: «Eccolo all'arrivo del G. P. Freius. Questa è la se conda vittoria. Qui è nella Coppa Ar cetti, dove ha battuto Bertoni ». Quan to sport nella memoria della slgnorr Lucia, che, fino a pochi anni fa, forse non sapeva neppure che cosa fosser' le corse. E, intanto, i ricordi e gli eptsod vendono raccontati e si sgranano ac canto alle fotografie nella dolce paci; della casa paesana, mentre Beppe a quest'ora è nella tumultuosa vita del « Tour ». Finite le elementari, il ragazzo fu chiamato dal padre: «Allora, cosa fai? Vai alle tecniche come tuo fratello? ». « No, voglio lavorare ». « Cosa vuoi fare? ». « Il muratore ». E Martano fu muratore e andò a lavorare ad Avigllana. Per andare e tornare dal paese dei laghi a Giaveno ci voleva, però, una bicicletta. Fu comprata. Costava 200 lire ed era una vecchia carcassa cigolante, che stava assieme per miracolo. Il ragazzo ne era, però, Serissimo e, visto che la salita da Avigllana a Giaveno se la < faceva » benissimo, decise di cavalcarla in una corsa. La corsa avveniva a Bussolino e tutto era pronto per andarci, quando incominciò a piovere. Scoppiò il dramma. Papà disse: «Tu te ne stai a casa. Con questo tempo ti pigli una polmonite!». Beppe rispose: «No che non me la pigilo ». Intervenne la mamma a dare, come sempre succede, ragione al figlio: «Lascialo andare. Se dice che non pigila la polmoni'.te avrà le sue buone ragioni!... >. E Martano andò, se la cavò benissimo e vinse un Saio di scarpini da ciclista e una meaglietto. Poi venne a Torino a provarsi col più forti piemontesi. Siccome non possedeva costume da corsa, gareggiò vestito In borghese. I suol avversari risero, ma, lo dice anche il proverbio, l'abito non fa il monaco. E tanto meno il corridore. Martano vinse. La tenuta borghese non andava, però, a genio neppure a lui. Una maglia fu presto trovata, gli scarpini 11 aveva vinti a Bussolino. L'unico problema era costituito dai calzoncini. Ma anche questo fu presto risolto. Martano < pescò » infatti quanto gli occorreva dal cassettone della biancheria intima della mamma. Va da sè che furono indispensabili alcune modifiche per ragioni di spazio. Il ragazzo non si fermava davanti alle difficoltà. Forse anche per questo divenne un formidabile specialista delle salite. Come si... soffre per Martano H rosario dei ricordi continuava a sfilare attraverso le parole del famigliari. Ma il sole moriva dietro le Alpi lontane. Bisognava andare. Un'ultima tappa la facemmo nel « covo » di Martano: il caffè del signor Taverna (quando i nomi si appropriano!...), che è un altro del più accaniti paladini del nuovo campione. Qui ci fu detto come i giavenesl seguono le imprese del loro compaesano. Tutti vivono per Martano in questi giorni. Ci sono delle vecchie che dedicano tutte le loro preghiere a lui. Ci sono anche stati indicati tre vecchi che alla sera, ad ogni bottiglia che stappano, pronunciano un vigoroso: «Alla salute di Beppe! » Nel nome del giovane atleta i tre hanno prjso in questi giorni le loro più solenni sbornie. Il « tifo » lo si fa in tanti modi. Quando, poi, la radio annuncia sulla piazza del paese 1 risultati delle varie taabcoMVmqMglDAspmInAccUaiddu<qgpmnfCTcgpvdfsreatftdtdlamsqSacdridnsds appe, mezza Giaveno è ferma ad ascoltare. Al principio del «Tour» un bambino al mise a piacere dopo la omunicazione. « Perchè? » « Perchè Martano è arrivato dopo Camusso! •■•>. Vedeva 11 campanile della vicina Cumiana più alto di quello di Giaveno, quel giorno, 11 piccolo « tifoso ». Ma non solo a Giaveno si... soffre per Martano. Nella vicina Avigllana, pochi giorni or sono, scoppiò un vivace puri* ato tra « guerriani » e « mariani ani >. Dovette intervenire la forza pubblica. Anche 11 maresciallo di Giaveno, sere sono, è stato obbligato a scendere in piazza per porre fine a delle troppo rumorose discussioni notturne. « Si fini n guardina? » domandammo. « No, Anche il maresciallo è uno sportivo», ci rispose il signor Taverna. « Beppe » alla Maratona di Torino? Mentre gli amici parlano, veniamo'a conoscenza di una nuova attività spor* Uva di Beppe. U capolista degli isolati al « Tour » è anche un forte podista e, in tempi passati, ha ottenuto ancha dell* vittorie ia atletica leggera. Primadi andare al Giro di Frància accettò una sfida e percorse 1 km. 143QQ. dsl < giro del boschi » di Giaveno in cinquantasei minuti. Ci dice, anzi, uno degli informatori che, alla viglila della partenza, dichiarò: «Spero di after* marmi, se la sfortuna del Giro d'Italia non mi perseguita più. Ma, se anche fallisco, un nome me lo farò lo stesso, Correrò a settembre la Maratona di Torino ». Gli amici ci descrivono U campione come un ragazzo taciturno, schivo degli onori, quasi scontroso. Non ama le parate e i festeggiamenti, Quando vinse il secondo campionato del mondo del dilettanti a Roma, si decise di festeggiarlo, si impegnò la banda paesana e si finse un suo arrivo da Torino in automobile. Tutto era pronto e la banda, ad ogni automobile che arrivava dava flato alle trombe, Martano, Intanto se ne stava... in piazza', fumando tranquillamente una sigaretta. Caricato a forza su un'automobile da alcuni amici egli fu finalmente fatto arrivare. Solo che la banda, ormai disillusa, non suonò più all'arrivo dela macchina. Fino all'automobile prima le note avevano squillato. Giaveno prepara fin d'ora solenni festeggiamenti per il suo campione, quando tornerà dal Giro di Francia. Speriamo che Martano si acconci ad arrivare a tempo!... ENZO ARNALDI.