Marlano balza al secondo posto in classifica a 4' e 8'' da Speicher

Marlano balza al secondo posto in classifica a 4' e 8'' da Speicher LA BELLA IMPRESA DI UN ISOLATO ITALIANO NELLA LUCHON-TARBES DEL GIRO DI FRANCIA Marlano balza al secondo posto in classifica a 4' e 8'' da Speicher Tni'ba, A-rts e Martano dom'nano sul Col d'Aspin e il belga vince in volata la seconda tappa dei Pirenei - Guerra arriva con la "maglia gialla,-, nel secondo gruppo e conferva il quarto posto in classifica - Lemaire e Archambaud in grave ritardo (DAL MOSTRO INVIATO »I»E>CIAlvE>) Tarbes, 17 mattino. Vi avevo parlato l'altro ieri di una, certa sinfonia dei Pirenei, suonata a grande orchestra dai quaanta superstiti del Tour e di cui la Perpignano-Ax les Thermes non era tata che il preludio, l'introduzione to tre brani successivi, che si sarebbero dovuti svolgere nel progressivo accelerare di tempi e sempre più' pieno e chiaro sviluppo di motivi. Ad Ax les Thermes fu, infatti, 'andante più mosso della composizione desgrangiana, in cui dominaono i tempi del declino di Lemaire, della fiera resistenza di Speicher e Guerra, del minaccioso e baldanzoo atteggiamento di Martano. Ma abato sera vi feci capire che la Luchon-Tqrbes sarebbe stata Z'agitato della sinfonia, quando vi dissi che U collidi Peyresourde e quello di Aspin, l'uno attaccato all'altro, e l secondo non lontano dall'arrivo, non avrebbero concesso battute di aspetto o d'arresto e che la classifica dei primi sarebbe cambiata nelle ventiquattro ore. Bilancio favorevole pei « tricolori » Così è stato, con molto rispetto alla lògica, all'esperienza e a quelle considerazioni che possono essere dettate dal seguire da vicino i protagonisti della prova e dal mettere le loro condizioni ed i loro mezzi a contatto con le caratteristiche del percorso. A Luchon la classifica era questa: 1. Speicher, 2. Lemaire a 1' e 15", 3. Guerra a 8' e 15", 4. Mariano a 8* e 40", 5. Archambaud a IV e 16". Gli altri ormai possono essere trascurati da chi va in cerca soltanto del vincitore. A Tarbes la classifica è, invece, questa: 1. Speicher, 2. Martano a 4' e 8", 3. Lemaire aV e 7", 4. Guerra a 8' e 11", 5. Archambaud a IT e &". La differenza, quindi, riguarda, non solo le posizioni, ma anche le distanze, ed è data essenzialmente ctccmvmdrCdltsicFnT_ dalla grande corsa di Martano e dal\cròllo di Lem-Tire. Ecco i fatti sa-;lienti della giornata di questa tap-\pa, che. coi i suoi novantun chilo- ; metri, ha sconvolto la situazione, j più che non lo abbiano fatto i qv.asi i settecento da Marsiglia a Luchon. ILo sconvolgimento, tuttavia, era previsto, e con non molta difficoltà,'e, per di più, si è anche reaiizzataila speranza che esso avvenisse a fa vòre dei nostri. Martano, infatti, ha guadagnato molto in confronto a tutti quelli che possono ancora pre- tendere di vincere il Giro e Guerra, se ha perduto su Martano, ha qua-degnato parecchio su Lemaire e Ar-ch'ambaud. Dato che le perdite... infamiglia non si contano, la giornata si chiude per noi in nello attivo. Fatte queste prime e liete consta- tazioni, sulle quali tornerò in segui-■to, vi dirò come si sono svolte le operazioni che hanno portato al bilancio favorevole pei tricolori. Luchon, la graziosa regina dei Pirenei che ci aveva accolti- con volto imbronciato e piagnucoloso, ha voluto salutarci ieri mattina con il sorriso del sua verde, soleggiato e luccicante. La giornata festiva aveva fatto accorrere al controllo di partenza mezza città e tutta la colonia di villeggianti, attratti dalla bellezza dei monti e dall'efficacia delle acque sulfuree. Il buon Schepers non poteva piegare il ginocchio, ne stringere la mano sinistra, per le ferite riportate ieri su per il Porte-t d'Aspet. Con le salite e le discese di oggi c'era da giurare che egli non sarebbe, giunto a Tarbes. Ed, invece, ebbe così stoica forza d'animo da giungere al termine del suo calvario. Desgrange volle premiarlo, prolungando per lui il tempo massimo del 20 invece che del 15 % in più di quello del vincitore. Ho avuto iZ tempo di parlare con Martano ed ho saputo da lui ohe la ragione per cui ieri era parso meno sicuro del solito in salita stava tutta nel rapporto, che, come Guerra, aveva esagerato. Scompariva così quella lieve preoccupazione per il nostro bel corridore di cui non vi avevo voluto mettere a parte, appunto perchè volevo sperare che la mia impressione dipendesse da una causa occasionale, indipendente dalle condizioni fisiche. Del resto la corsa di oggi vi dirà che Martano continua a sentirsi benissimo e che non ha ancora finito di meravigliare non solo quelli che non lo cono- scevano, ma anche quelli, come me, he lo vedono così profondamente rasformato e completato. Trueba primo sul Peyresourde . La salita del Peyresourde cominiava alle porte di Luóhon.'In dodici hilometri dovevamo salire di 915 metri, con una media, cioè, di disliello del sette e mezzo per cento, ma che, in vari punti, superava il odici. Nel primo tratto si alternaono nella guida Giacobbe, Magne e Cornez; poi il secondo si mise' fisso dì vedetta e ci rimase quasi sino ala fine. Il gruppo perdeva ogni tano qualche unità secondaria, ma si errava sotto alle prime quadriglie, n cui erano Giacobbe, Guerra, Speiher, Level, Martano, Lemaire e Fayolle. Dopo quattro chilometri non rimanevano con questi otto uomini che Le Calvez, Archambaud, Thierbach, Dignef e Bettini. Dolorante, incapace di fare presa sul manubrio, causa le sue ferite, e di spingere, causa il ginocchio piagato, Schepers 'aveva già dovuto lasciarsi sfuggire davanti il gruppetto, che non avrebbe mai più rivisto e così dicasi di Deloor e di Louyet, che, giunto primo sabato, ieri è arrivato buon ultimo. Eravamo già a metà della superba vallata à% Larbaust e la strada si snodava attraverso ampi e lenti pendii prativi. Magne insisteva nel suo comando regolare che bastò per mettere in difficoltà Lemaire e Thierbach. La crisi del campione del Belgio, che era affiorata sulla salita del Bortet, scoppiava in pie no e veniva a prospettare la-nuova fisionomia del Tour. Il modo così netto con il quale egli cedeva al tiro di Magne lasciava capire che il ricongiungimento non gli sarebbe stato più possibile. Da questo momen to cominciò per noi l'ansia di controllare il distacco del belga, che aveva su Guerra e Martano un vantaggio di circa V in classifica. Era, insomma, un altro avversario che s^ava' Ver cedere, sé non per scop-PÌare. Si trattava di vedere se sa^ebbe caduto in piedi o a ruzzoIoni... // Peyresourde è uno dei quindici colli sui quali si fa la classifica dei migliori arrampicatori per un premio di 10.000 franchi. Immaginate vi se Trueba, che è in testa alla classifica, voleva lasciarsi sfuggire ■il modo di mettere al suo attivò altri 10 punti. Ad un chilometro dal- la vetta, lo spagnuòlo scattò e, di menandosi a testa bassa e scuoten do la bicicletta con quelle sue peda late nervose che lo fanno il più sgraziato ma anche il più efficace arrampicatore del Tour, se ne volò in cima senza che nessuno potesse stargli a ruota. Magne, Martano e Giacobbe furono i meno tardi a ri sponde-re alla scarica elettrica diTrueba, mentre Guerra, Speicher, Aerts furono più presi sullo scatto e perdettero un duecento metri. Il passaggio del Peyresourde avvenne in questo ordine: Truétia alle 12,51' e 10", Magne a 22", Martano e Giacobbe a 24"j Level e Archambaud a 30", Alberto Buchi a 42", Speicher, Aerts, Le Calvez e Guerra a 50"; Dignef ad V, Fai/olle ad V e 20". Volli attendere Lemaire, che passò a 2' e 30". / distacchi, come si vede, non erano mollo netti e gravi, meno che per Lemaire, che veniva a trovarsi solo ad inseguire tutti i suoi più diretti avversari, che si potevano arguire presto uniti nella comune offensiva contro di lui. Lemaire e Archambaud in rifardo La discesa erg, sassosa c tortuosa; offriva, cioè, pericolo di forature e di cadute. Cominciò, infatti, la strage di, gomme. La prima vittima fu Speicher. Non. che si debba godere delle disgrazie altrui; ma francamente quella maglia gialla, ferma una volta tanto per tutte quelle che aveva visto la tricolore, non mi fece proprio dispiacere, lo confesso. La sorte non*voleva trattare male del tutto il suo protetto, neppure questa volta; la presenza di Le Calvez ridusse quasi a niente le conseguenze dell'infortunio. I due si scambiarono la ruota e Speicher in meno di V fu di nuovo in sella. Specialista come è in discesa, il francese, che il ritardo faceva ancora più audace, fu presto su Dignef e Fayolle, che lo avevano passato, poi su Guerra, Aerts, Giacobbe e Le Goff. Questi sette trovarono poco do po Level e Archambaud, anch'essi appiedati, che dovevano sbrigarsela da soli nel riparare. Cominciò di qui la brutta avventura di Archambaud, che doveva costargli ben sette minuti di ritardo all'arrivo. Che cosa era successo nel frattempo nelle prime posizioni?' Magne aveva dato l addio in discesa a Trueba, il quale si vide piombare addosso anche Martano, che aveva lasciato Giacobbe. Fra costoro e il gruppo Guerra-Speicher filava da solo Buchi, il quale, però, andò a ingrossare il nucleo degli inseguitori, mentre Martano sì trascinava dietro Trueba e, con lui, riprendeva Magne a Gazeau Debat. Il terzetto non si mise d'accordo nel continuare la fuga e, poco dopo il controllo di Arreau (Km. 32) si fece riprendere da Guerra, Speicher, Buchi, Dignef, Le Goff, Aerts e Giacobbe. . FI colle di Peyresourde, dunque, aveva ridotto a dieci le unità di comando. Mancavano fra esse due dei primi cinque in classifica: Lemaire e Archambaud. Escludo ormai che il belga potesse superare la crisi pro- \\ [ prio sul duro Colle di Aspin, ohe ci si presentava davanti, rimaneva da vedere se il francese avrebbe saputo rimediare da sè all'incidente che lo aveva colpito. Alle prime rampe scesero per girare la ruota Trueba, Guerra, Le Goff, poi Speicher e Martano, quindi Magne, Giacobbe, Aerts e Buchi. Automaticamente rimase solo in testa Dignef e il coraggioso isolato si illuse di fare la scalata senza diminuire il rapporto. Quella dell'As- qlspMptmisg pin è una salita di tredici chilometri,] che vanno da 604 a 14S9 metri di; altitudine. La media di dislivello,\ perciò, è del sei per cento, ma nella\ parte centrale è più del doppio. Guerra attaccò più in ritardo di- tutti, perchè, una volta girata la ruota, dovette fermarsi ancora pei- stringere i galletti e poi, come mi disse, non riuscì a prendere subito il ritmo della pedalata. Fatto sta che, dopo quattro chilometri, le posizioni eramo le seguenti: In testa Dignef, a 100 m. Martano, a 250 m. Magne, a 300 m. Aerts, a 500 to. Truéba.a 600 in. Buchi, a 650 Speicher, a 750 m. Guerra, Giacobbe e Le Goff. Nei cinefile chilometri successivi Trueba superò Aerts e questi passò davanti a Magne. Poi lo spagnuòlo si unì a Martano, mentre Le Goff era lasciato da G-iacobbe e Guerra. Tanto il leader degli isolati quanto il campione d'Italia, ma più questo di quello, salivano con energia e regolarità. Ma chi più impressionava,anzi merawigliava era Aerts, che' non si efa mai fatto notare come arrampicatore, neppure papipbdlbgicedrTttramcctM i a o o e i n o - quando non aveva preso la cotta dalla quale ora sembra rimesso. Dignef si difendeva col cuore in gola, ma perdeva terreno sotto l'incalzare di Martano e Trueba. A quattro chilometri dalla vetta (a dare una visione più completa possibile dello sviluppo di questa interessante e importante fase crai molto meglio fermare la situazione1 in diversi punti, anziché seguire questo o quel corridore) passò primo Dignef, a 25" passarono Martano e Trueba, a 40" Aerts. a l'35" Magne, a l'48" Buchi, a 2'43" Speicher, a 3' Guerra e Giacobbe. Nei'due chilometri successivi Martano e Trueba ebbero ragione di Dignef e così pure Aerts. I tre -si unirono un poco, precedendo Dignef di 50", Magne di\ 2'3", Buchi dì 2'10"', Guerra, Già- , I cobbe e Speicher di 3'30". Il Col d'Aspin decide la gara ! j Una volta raggiunta la « maglia \gialla » Guerra fu pago e non si sentì di attaccarlo. Eppure uno scatto \di Giacobbe aveva lasciato Speicher' \ in serie difficoltà. Se in questo moi mento il mantovano si fosse sentito Idi coadiuvare, ausi solo di seguire il. \compagno nel tentativo di piantare \il francese, chissà che piega avrebbe ' I preso la corsa. Ma Guerra, ripeto, \aveva già dato tutto per affiancarsi .a Speicher. Tutti c due dovevano su\ bire ancora una volta il dominio dei ;veri specialisti delia montagna. Per l'ennesima volta, quando già si era entrati nel corridoio di genie \che conduceva alla cima del colle, Trueba partì in velocità e lasciò, pri: ma, Martano e, pei, Aerts. Sul nastro eh: tagliava la strada dell'Aspin, a cavallo del monte, passo prima Trueba, poi Aerts a 35", Martano a V, Dignef a l'55". Magne a 2'5C", Buchi a 3', Giacobbe-a 4'10", Guerra a, |4'20", Speicher a 4'25", Fayolle ai l6'20", Le Goff a 7'5", Lemaire, Stoe-inf ] ; \ \ , a a , ò a r i o e pel e Bettini a 7'50", Archambaud a 9' Questa volta i distacchi erano ben più netti e i quarantasei, chilometri di ininterrotta discesa che dovevano portare a Tarbes non sarebbero certo bastati ad annullarli tutti, Irrimediabilmente compromessa appariva la situazione di Lemaire e Archambaud. Il primo a questo punto doveva già virtualmente cedere il suo posto in classifica a Martano, che saltava così anche davanti a Guerra e non era che a 4' e 25" da Speicher. Il vertiginoso finale Ma quanti interrogativi poneva la discesa, con tutte le sue insidie! Sarebbe riuscito Martano a riprendere Trueba e Aerts? Speicher avrebbe tenuto la ruota di Guerra o, al contrario, temerario come è, se ne sarebbe andato da solo? Archambaud avrebbe raggiunto Lemaire e, insieme, non avrebbero costituito un duo capace di riguadagnare terreno? E che cosa poteva voler dire una foratura per l'uno o per l'altro? E se Martano avesse vinto la tappa? Facevo tutte queste considerazio¬ i a ai 1 e ni e questi calcoli, ai quali ormai siamo abituati nelle ore più accese e incerte, di questa intensa giornata, quando raggiunsi Martano che inseguiva come un indemoniato Aerts e Trueba. Mal messo in macchina, più forte che agile, sapete che il torinese non è un maestro di stile e la velocità (andavd a oltre 50 all'ora giù per la facile discesa) ancor più palesava i difetti della sua azione. Ma quale potenza nella sua pedalata, quale fiato, quale impeto! Sembra¬ va una furia scatenata, una belva famelica sulle tracce della preda sicura. Vedeva Aerts e Trueba a 500 metri davanti a lui, ma anch'essi filavano come diretti e la distanza stentava a diminuire. Ma a S. Maria, di Campan Martano ebbe partita vinta. Egli aveva compiuto i tredici chilometri di discesa in 17', cioè alla velocità di 46 all'ora! Dignef passò al'45". Magne e Buchi a 2'15", Guerra, Speicher e Giacobbe a 3'55". Negli ultimi trentatrè chilometri la corsa si ridusse all'inseguimento di questi tre nuclei e del quarto, che seguiva già da lontano, composto da Archambaud, Lemaire, Le Calvez, Fayolle, Bettini, Buia e Stoepel. Il suo scopo non lo raggiunse che il terzo, giacché Magne, Buchi e Dignef furono presi da Guerra, Speicher e Giacobbe. Ma la strenua difesa di Martano e Aerts (molto meno contò Trueba, che, sul passo, è al di sotto della mediocrità) valse a mantenere quasi intatto il loro vantaggio. L'ordine di arrivo ve ne dà la prova. In trenta chilometri i tre di testa non persero che 23" su di una coalizione che includeva uomini come Guerra, Speicher, Magne e Buchi, se non si vuol contare Giacobbe e Dignef. che certo furono i meno attivi. Ma vi farò notare che a Bagnères de Bigorre, cioè a venti chilometri da Tarbes, il distacco era di diminuito a 3'8", poi aumentò di nuovo : il che significa che, nell'ultimo tratto, i fuggitivi sono andati più forte degli inseguitori. La volata non meriterebbe cronaca. Aerts entrò nella piccola pista di Tarbes, il cui cemento I sembrava un mosaico, tanto era rappezzato, conducendo Martano e Trueba. All'ultima curva il belga accelerò e vinse come volle per tre macchine sull'italiano e per dieci sullo spagnolo. Nel gruppo che seguì, Magne entrò con Speicher a ruota, poi Guerra, Giacobbe, Buchi e Dignef. Alla penultima curva Speicher lasciò fare Magne, che prese dieci lunghezze di sorpresa e indusse Guerra a neppure tentare di rimontarlo. Oggi: l'Aubisque e il Tourmalet Alla vigilia della più dura tappa dei Pirenei, di quella che ognuno pensa debba avere la maggiore influenza sull'esito finale di questa corsa, gli insegnamenti di ieri superano la portata, di quelli ordinari quotidiani. Se'si tòglie l'inaspettato Aerts, il quale, anche se si comportasse come ogni, non potrebbe, nè domani, nè poi, minacciare i 'primi quattro in classifica, i due colli scalati in questa tappa presentano come protagonisti delle successive uomini già severamente collaudati in montagna, e cioè Trueba, Martano, Magne, Buchi e Level. In seconda linea verrebbero Rinaldi, Archambaud, Guerra e Speicher, dato che su Schepers non si può fare, nelle condizioni in cui è, alcun affidamento. Abbiamo visto ieri cìie, quando due salite forti sono vicine fra loro e l'ultima non è lontana dall'arrivo, i ricongiungimenti sono difficili, se non addirittura impossibili. In questo la Tarbes-Pau somiglia molto al .la Luchon-Tarbes. Rifacendo in senso inverso la strada fino a Santa Maria, poco dopo s'inizierà la scalata del Tourmalet, meno dura in principio, durissima poi. Il dislivello medio dei diciassette chilometri è del .sette e mezzo per cento, ma va sino al trecici per cento in alcuni tratti. Non vi è dubbio che i valori saranno nettamente selezionati e i distacchi più forti. Questi difficilmente potranno essere colmati nei trenta chilometri di discesa sino a Pìerrefitte e nei sette chilometri di piano sino ad Argèles. Poi si attaccherà l'Aubisque, meno severo, ma più lungo: ventinove chilometri a sbalzi alternati con tratti di discesa, che portano da 460 a 1750 metri. Dall'ultima vetta dei Pirenei e del Giro si scenderà precipitosamente fino a Larruns e di qui all'arrivo non rimarranno che cinquanta chilometri, quasi piani. Su questo campo si svolgerà la più accanita battaglia del Tour. Le nostre sorti sono affidate a Martano e a Guerra, perchè sul buon Bergamaschi (oggi sfortunatissimo per la foratura di tre gomme) non si può fare grande affidamento, e Giacobbe non penserà che a stare al fianco del capo. Considerato alla stregua della prova finora da entrambi fornita sui monti, non si può che pensare all'isolato come al più valido difensore dei nostri colori in questa top* pa. Basterebbe che egli fosse nelle condizioni che ha dimostrato ieri per garentire die sarà coi primi a Pau. La speranza più beila Chi può dire altrettanto? Non certo Lemaire, che solo un miracolo pud far ritornare alla forma dalla quale è precipitato nella corsa. Non credo neppure a Speicher, che mi pare giunto al termine dell'energia di cui ha fatto sfoggio. In quanto a Guerra lo considero l'incognita della giornata. Non ha forse vinto la tappa del Galibier sul quale aveva J0' di ritardo ? Non sto a ridire le virtù e i difetti del campione d'Italia come arrampicatore. Egli sarà certamente staccato sul Tourmalet, ma potremo vederlo^ rU prendersi e imporre le sue doti di resistenza e di velocità per le quali è stato anche ieri ammirevole* Guerra, per dìrvéla chiara, è l'uomo che domani può darci la più lieta sorpresa, come la più amara delusione. Speriamo nel regalo! In Trueba, oggi passato dall'ottavo al sesto pósto in classifica^ in Magne, che m'ispira sempre più fiducia, in Martano, che in questo momento ha un fisico e un morale che tutti gli inmdierebbero, io vedo i protagonisti del Tourmalet e dell'Aubisquc. E, siccome nè lo spagnolo nè il francese, anche se facessero meglio di' lui, non potrebbero — a meno di un suo cròllo — mutar la classifica, così, come dovrei rispondere alla domanda che è di attualità: « A chi domani la maglia gialla? ». Un nome ho sulle labbra, ma non lo proìvunsio perchè dicono che ciò porta sfortuna GIUSEPPE AMBROSINL L'ordine d'arrivo 1. AERTS, che compie i Km. 91 la ore 2,57,24", alla media di Km. 30,777 (tempo con bonifica 2,55'24"J; 2. Martano (stesso tempo, con bonifica 2,56'24"); 3. Trueba (stesso tempo); 4. A. Magne, 3,0'56"; 5. Guerra, 6. Speicher, 7. Giacobbe, 8. Alberto Buchi, 9. Dignef, stesso tempo; 10. .Le Calvea, 3,6'48", 11. Archambaud, 12, Fayolle, 13. Bettini, 14. Lemaire, 16. Le Goff, 16. Al. Buia 17. S.toepeU.A^" so tempo; 18. Rebry, 3,8'14", 19. Geyer, 20. Alfredo Buchi, 21. Blattman, stésso tempo; 22. Rinaldi, 3,10'6", 23. Decroix, 24, Level, stesso tempo; 25. Lapebie, 3,12'32", 26. Cloaxec, 27. Legrevez, 28. Brugère, 29. Bernard, 30. Bergamaschi, 31. Thierbach, stesso tempo; 32. Galllot, 3,17'44"; 33. Cornea, 3,20' e 35", 34. Leducq, 35. Neuhard, 36. PIpoz 37. Pastorelli, stesso tempo; 38. Deloor, 3,31'59", 39. Louyet, 40. Schepers, stesso tempo. Il controllo è stato chiuso entro un limite di tempo rappresentante il 20 per cento del tempo del vincitore. Eliminato: Driancourt. # Le classifiche 1. Speicher, in 106,4'24"; 2. Martano, in 106,8'82" (dlst. 4'8"); 3. Lemaire, la 106,11'31" (dist. 7'7"); 4. Gwzrra in 106\12'25" (dist. 8'1"); 5. Archambaud, in 106,21'32" (dist. 17'8"); 6. Trueba, in 106^0'51"; 7. Stoepel, in 106,34'58"; 8. Level, in 106,38'43"; 9. A. Magne, in 106,40'r'; 10. J. Aerts, in 106,43'58": 11. Rinaldi, in 106,52'H"; 12. Geyer, la 106,52'50"; 13. Fayolle, in 106,56'24";14. Alberto Buchi, in 106,58'22"; 15Schepers, in 107,6'6"; 16. Rebry, la 1Ò7,9'46"; 17 .Le Goff, in 107,17'5"; 18Legreves in 107,1S'31"; 19. Alfredo Buchi, In 107,27,29"; 20. Bettini, In 107,29e 31"; 21. Thierbach, In 107,30'17"; 22. Le Calyez, In 107,33'49"; 23. Brugèrein 107,38'50"; 24. Decrolx, in 107,42'ld"; 25. Dlgneff, in 107,43'16"; 26. Al. Buiain 107,45'16"; 27. Leducq, In 108,0'17"; 28. Louyet in 108,1'16"; 29. Deloor, In 108,1'36"; 30. Lapebie, In 108,2'27"; 3L Blattmann, In 108,6'52"; 32. Giacobbein 108,8'6"; 33. Cornez, in 108,15'32"; 34. Bernard in IOS.21'13"; 35. Cloarecin 108,29'13"; 36. Galllot in 108,48'29";37. Pastorelli, in 108,49'54"; 38. Plpozin 108,55'7"; 39. Bergamaschi, in 109,22e 9"; 40. Neuhard, in 109,24'3". Categoria individuali 1. Martano, in 106,8'32'.'; 2. Truebain 106,30'51" (dist. 2S'19"); 3. Level, in 106,38'43" (dist. 30'11"); 4. Rinaldi, In 106,52'H" (dist. 43'39"); 5. Fayolle, la 106,66'24" (dlst. 47'52"). Per Nazioni 1. Francia, 319,5'57"; 2. Belgio320,1'36"; 3. Germania, 320,58'5"; 4Svizzera 32211'7"; 5 Italia 32342'40" Giuseppe Martano che ha conqul stato ieri brillantemente la seconda posizione classifica generale Leducq • Speicher. cambiano... mes tiere, per poco tempo, però, perchè li attende la partenza per Luchon. La carovana del .« Tour » in uno dei caratteristici punti della Perpignanc-Ax les Thermes