Ambrosiana-Sparta 4-1

Ambrosiana-Sparta 4-1 Due tempi in netto contrasto sul campo dei nero azzurri Ambrosiana-Sparta 4-1 Milano, 10 mattino. / risultati a largo punteggio sono di moda nell'edizione di quest'anno della Coppa: di qua e di là i concorenti si distribuiscono fior di scapelotti a base di tre a zero, tre a uno, quattro a uno, quattro a zero. Sbaglierebbe però chi ritenesse che 'incontro fra l'Ambrosiana e lo Sporta abbia soddisfatto il pubblico. Al contrario, esso lasciò il campo immusonito, quasi non rispondendo, in egno di bróncio, al saluto finale dela squadra del cuore. Gli 'è che i nero-azzurri segnarono tutti i punti he avevano da segnare nel primo empo, fecero quanto di buono e di bello avevano da fare, tutto nei primi quarantacinque minuti: poi si ammutolirono ed allora parlò l'avversaio. Se l'inverso fosse avvenuto, se ioè l'Ambrosiana avesse prodotto il suo sforzo nel periodo finale della gara, pur terminando nel preciso.identico modo come terminò, gli spetatóri sarebbero andati in visibilio. l pubblico, si sa,'vive di impressioni, ansi vive ogni volta dell'ultima impressione che riporta, e l'ultima, in questa occasione ed in confronto coti e precedenti fu piuttosto di disappunto. In realtà, l'incontro vide due tempi dall'andamento in netto contrasto 'uno con l'altro. Nel primo non vi era che una squadra in campo, l'Ambrosiana, che dominò, tenne l'iniziaiva, soggiogò l'avversario, segnò un punto subito all'inizio, a quadri completi, e tre in seguito, a quadri incompleti. Quattro a zero al momento del riposo pareva voler dire una sconfitta schiacciante ed 'umiliante per gli ospiti a fatica ultimata. Viceversa, nella ripresa, l'Ambrosianaoédette come affranta, più non segnò, e, quél che più conta, più non fece maturare vere situazioni da punteggio, e poco per volta Ut' Sporto riprese animo, cominciò a dettar legge, diminuì lo svantaggio, mancò un'occasione delle più belle e terminò in netto vantaggio tecnico e tattico. Due tempi che fanno a pugni l'uno coll'altro. Che era successo t A voler dar la colpa a qualcuno, come si usa nel mondo delle responsabilità, occorrerebbe questa volta prender di mira non una persona, ma quella cosa impalpabile eppur materialmente così pesante colla sua presenza che è il calore. Nel caldo tropicale del primo tempo, l'undici dello Sparta accennò a far la fine che aveva fatto il First Vienna otto giorni or sono. I giocatori non avevano scatto, ne velocità, nè forza: parevano boccheggiare. Per citare un particolare, essi non potevano reggere al peso della maglia sulla nuda pelle: la rimboccavano, la rialzavano, la piegavano continuamente, come per dare aria al torso: credo che se l'arbitro l'avesse permesso, i colori sociali sarebbero diventati quelli della pelle. Successe che, nel corso dell'intervallo, quel calore stesso chp aveva servito un po' da alleato agli ambrosianisti, tagliò loro le gambe. Una parte della squadra s'abbeverò negli spogliatoi come dopo la traversata di un deserto, con conseguenza dgravi disturbi di stomaco,' un'altra mostrò senz'altro di sentire gravemente lo sforzo. Fatto sta che alla ripresa fu l'Ambrosiana ad accasciarsi, a mostrarsi lenta, svogliata, ferma. Così in quella bella rosticceria che era ieri il campo dell'Arena, una per volta le due squadre andarono in cottura e si fusero. V'è da concludere che, un calore come quello del pomeriggio di ieri, esclude il giuoco del calcio, e da- augurarsi che la lotta per la conquista della Coppa d'Europa termini d'urgenza per non veder liquefarsi al scile ardente quanto di positivo si è costruito nel campo tecnico nel corso della stagione. La folla che assistette alla prova non era più quella di otto giorni or sono. Allora l'ampio anello del recinto era gremito in ogni ordine dì posti. Ieri si poteva trovar comodamente posto in ogni dove: pubblico folto, ma non ressa. La temperatura'era quella che ab r a a ì l t , r a a : a a i a i a a a a n e o r o o a r ¬ biamo descritto e che tanta influenza ebbe sul comportamento dei giuocatori. Il campo era in ottime condizioni. Inizio alle ore 16. Le due squadre si allinearono in campo nella formazione seguente: Sparta: Ledvina; Burger e Ctyroky; Kostabeke, Boucek e Sedlacek; Pelcner, Kloc, Braine, NejedXy e Koubek. Ambrosiana : Ceresoli; Agosteo ed Allemandi; Pitto, Viani-e Castellassi; Friqne, Serantonì, Measza, Demavia e Levratto. Arbitro era l'austriaco Miets. I boemi presentavano una formasione incompleta, priva cioè dei due « nazionali » Madelon e Silny, non ancora guariti dalle ferite riportate nell'ultimo incontro di Coppa con la Hungaria di Budapest. Sedlacek, un attaccante, sostituiva il mediano Madelon. II primo tempo, come abbiamo detto, fu tutto a vantaggio dell'Ambrosiana. Gli ospiti portarono un paio di attacchi proprio all'inisio ottenendo anche un calcio d'angolo e poi si spensero. Al 9' minuto, i milanesi già si trovavano in vantaggio. Un allungo traversale di Demaria a Levratto e questi sparava forte in porta. La palla toccava terra qualche metro davanti a Ledvina, ingannava nel suo rimbalzo il portiere e filava indisturbata in rete. Qualche minuto più tardi, il portiere boemo si riabilitava con una bella parata, ma il predominio dei neroazzurrì continuava. La prima linea degli ospiti era tagliata completamente fuori d'azione, ed i mediani ed i terzini si mostravan lenti ed imprecisi. Verso U ventesimo minuto, urto violento fra due contendenti: Levratto non si rialza, sanguina dalla testa, viene portato a braccia nello spogliatoio e più non rientrerà se non alla ripresa, indebolito dalla copiosa perdita di sangue e colla fronte bendata. L'Ambrosiana sbaglia qualche buona occasione: Serantonì e Frione si mostrano alquanto incerti e Meazsa si guarda bene dallo sfidar i terzini o singoiar tenzone. A dieci minuti dal riposo sopravviene il periodo che decide del risultato della partita*, E' Demaria che s'impenna. Ecco al 35' un allungo in profondità dì Measza: Demaria parte come un dannato e prima che Burger gli sì chiuda addosso sulla sinistra, egli spara forte di destro. La palla s'insacca nell'an-£olo alto della rete sulla destra di edvina, che fin lassù non sì sogna nemmeno di poter arrivare. Punto spettacoloso. Cinque minuti più tardi, al 4.0' altra ' situazione simile viene procacciata a Demaria a mezzo di un centro dalla destra. Altro tiro, basso questa volta e sulla sinistra del portere, ed il secondo punto è segnatoAl 44', Serantonì, visto che la cosa riesce, torna ad allungare in avanti in mezzo ai terzini. Demoria piomba sulia palla, spara in corsa e Ledvina deve ancora chinarssulla sua sinistra per raccogliere la palla in fondo alla rete. Pare così facile il tirare in porta e segnare per Demaria, che se l'arbitro non intervenisse per mandar le squadre negli spogliatoi, chissà quale bottino verrebbe raccolto dalla mezz'ala sinistra nero-azzurra. Cheveramente, Demaria ha rotto gli ormeggi e fa quello che vuole ih questo, momento. Alla ripresa si attende invano iproseguir dell'offensiva milanese. Sresta a tutta prima stupiti ed interdetti, poi appare chiaro che i neroazzurri non sono più quelli, in fatto di forse fisiche, Paiono sfiancatinon si muovono più, si lasciano sorprendere continuamente spiazzati od in ritardo sui movimenti da compiere. I boemi, che già avevano preparato l'animo ad un risultato disastroso, rimangono per un po' titubanti come se temessero di un tranello, poi si fan coraggio e vanno all'attacco. E' allora la volta della difesa milanese dì ballare. Due o tre volte glattaccanti degli ospiti vengono fer¬ mati mentre sono lanciatissimi. Ad un certo momento non c'è più che uno sgambetto che possa fermare la mezz'ala Kloc in piena area di rigore. L'arbitro infligge il massimo della pena. Braine tira il « rigore » e Ceresoli risponde con una gran parata. Nasce una piccola mischia in cui il portiere milanese riceve un fior di calcio sulla testa. I giocatori sbrigano la questione da sè. Al 30° minuto, Nejedly, da pochi passi ed a seguito di un movimento sulla destra, segna. Poco dopo, Braine fd un gran capitombolo davanti alla porta: per poco non ne esce un altro calcio di rigore. Più avanti, l'ala destra boema manda al centro un bel pallone: Nejedly da due metri sbaglia, di testa, il bersaglio e spedisce sopra la sbarra trasversale. A far da contrappeso non giunge se non qualche azione delle ali neroazzurre, che a nulla porta poiché Measza viene duramente sballottato ogni volta che si avvicina alla palla. Lo Sparta è lanciato oramai, e si fa gran fatica a tenerlo a bada. Il pubblico è imbronciato. S'attendeva un finale di gara diversoLascia il campo indispettito. La stessa cosa non si può dire dei sostenitori della squadra boema e dei giuocatori stessi dello Sparta, che vedono la medaglia dal suo rovescioBasandosi sul giuoco del secondo tempo, sul rinforzo che verrà recato dalla presenza di Silny e di Madelon e sul fatto clic a Praga si giuocherà non alle ore 16 ma alle 18 — ì tre punti segnati da Demaria nel primo tempo essi li attribuiscono alla mancata sorveglianza del lato sinistro dell'attacco milanese dopo la scomparsa di Levratto — i boemi considerano come non incolmabile il distacco di tre punti, e sperano. A Praga, dicono, essi attenderanno domenica di pie fermo i nero-azzurri. VITTORIO POZZO.

Luoghi citati: Budapest, Europa, Milano, Praga, Vienna