Austria-Juventus 3-0

Austria-Juventus 3-0 Le semifinali di Coppa Europa Austria-Juventus 3-0 Vienna, 10 mattino. La Juventus, che sembrava dovesse poter superare anche l'ostacoo costituito dall'Austria, la squadra viennese di fronte alla quale lo Slavia è crollato domenica scorsa in modo cosi inatteso, è stata battuta per 3 a 0. L'Austria, pur non essendo mai riuscita negli ultimi anni ad aggiudicarsi il primo posto in un campionato, sebbene non di rado lo abbia sfiorato, è, tuttavia, in questo momento, la squadra meglio qualificata a rappresentare il suo Paese nela Coppa Europa. A voler esaminare i suoi giocatori individualmente, le critiche sarebbero inevitabili ed è noto come, tolti Sindelar e Moch, ben di rado Meisl i attinga nell'Austria altri uomini pele sue formazioni nazionali. Presi insieme, invece, essi costituiscono attualmente un blocco di tale organico e robusto rendimento da trovarne difficilmente il riscontro in altre squadre austriache e straniere, ora alla ribalta del calcio europeo. Il perno centrale di questa singolare compagine, resasi a suo tempo celebre, quassù e fuori, sotto la denominazione di ■-- Amateurs », è naturalmente Sindelar. E' lui che detiene quasi sempre la bacchetta del comando, è lui che organizza le azioni più redditizie, è lui, infine, che è pronto alla conclusione o contribuisce per lo meno a facilitarne l'esito concreto. Nel corso dell'ultimo campionato, egli non aveva, sovente, nei suoi compagni collaboratori efficaci e volitivi. Tale inconveniente, se non permise l'affermazione della squadra agli effetti della classifica generale, non bastò a togliere a Sindelar o ad attenuargli quello spettacoloso ritorno di forma, al cospetto del quae anche i suoi più tiepidi amici, secondo cui egli sarebbe il calciatore più impressionabile ed irrazionale di qui, debbono adesso riconoscergli loro malgrado. Oggi sono stati tutti gli uomini dell'Austria a battere la Juventus, ma, ancora una volta, il centro avanti fu la vera spina dorsale dell' « undici » viennese. L'Austria, intanto, messa all'indice, si improvvisa, dopo la vittoria sullo Slavia e quella di ieri, paladina del calcio nazionale; sfatata ogni leggenda maligna sul suo conto c conquistato un crescendo impressionante, sembra volersi decisamente avviare alla conquista dell'ambito trofeo. La sua partita odierna meritava l'immensa cornice di pubblico accorso per assistervi. E' vero che a Meisl è parso non riscontrare nel giòco dei « violetti » quella continuità da lui constatata, invece, nell'ultimo incontro con lo Slavia, ma 'ciò dipende evidentemente da un errore di valutazione, in quanto egli dimentica, che, nonostante tutto, la Juventus costituisce un avversario assai ben più duro da piegare dei cecoslovacchi. L'esaltazione di una squadra Alla Juventus, preceduta da commendatizie iperboliche, secondo le quali, all'ora attuale, nessun avversario al mondo poteva seriamente metterla in pericolo, è stato reso un pessimo servizio; gelosi come sono delle loro prerogative calcistiche, il pubblico e la stampa locale hanno, con gli incensamenti, posto in uno stato di vera suggestione gli undici ragazzi dalla maglia violetta, che, ad un certo momento, debbono essersi seriamente considerati i custodi dei destini dello sport nazionale, minacciato in maniera preoccupantissima dagli atleti italiani. Perchè altrimenti non ci si spiegherebbe una dichiarazione fatta da Sindelar sulla sua « missione redentrice », non consueta nella bocca di ragazzi semplici e modesti, come sono di solito i calciatori viennesi. Scendendo in campo, i « bianconeri ?< non avevano, dunque, di fronte soltanto dei calciatori, ma anche dei giovani sommamente pericolosi per le speciali condizioni psicologiche in cui erano stati posti attraverso una intensa preparazione morale, raramente registratasi fin qui in Austria. Con ciò non si intende, beninteso, attenuare i meriti dei viennesi, ,J auali, in verità, furono anche i migliori sul terreno, giudi cati dal lato tecnico e redditizio. Le loro azioni rivelarono sempre l'imprónta della tecnica e. quel che con ta nell'agone sportivo, portarono spessissimo a conclusioni il cui esito fu netto per noi e potè essere attenuato soltanto dalla vigile difesa di Combi. Così, mentre l'intero grappo vio letto funzionò come mosso da un meccanismo preciso, i torinesi, pur sfoggiando le migliori doti di classe, non seppero incanalare gli sforzi nell'alveo che di solito li conduce alln vittoria. Rispetto agli avversari, i « bianco-neri » difettarono alquanto di energia costruttiva e, poi, uomini Ci*me Orsi e Sernagiotto non diedero del tutto il rendimento general mento previsto. , Se gli austriaci ebbero in Sindelar un artista, noi avemmo oirgi in Borei un artista ed un gladiatore: fu spettacoloso: purtropnn ebbe a lottare con una compàgine insolitamente- agguerrii a. Li partita. Mia oliale erano presenti le autorità diplomatiche e consolari italiane, nonché il Segretario del Fascio, si è svolta allo stadio civico e si calcola ad oltre cinquantamila il numero degli spettatori. Terzo minuto: Sindelar segna Le due squadre si presentano nelle seguenti formazioni": Juventus : Combi: Rosetta e Caligaris; Varglien I, Monti e Bertolino; Sernagiotto, Varglien n, Borei, Ferrari e Orsi. Vienna: Billich; Grafi e Nausch; Raienbik. Moch e Gali; Molzer, Stroh. Sindelar. Spechtl e Viertl. ' Funere da arbitro l'ungherese Arpad Keil. L'inizio vede subito un attacco dei viennesi, che ci lasciano immediatamente temere una replica del gioco già fornito da essi contro lo SritorintaupNu10labitsisil'chl'Jmsg11cilcofofanrpgspouQpSloztàtrepmgVtosqtIndcepcdbaletppciczliltcrnvmgtbFbpglpqdsJstìmcrecs Slavia^ in vicinanza di Combi il pericolo e grande, ma viene allontanato. Sulla respinta si innesta una serie di passaggi tra uomini in bianconero. La trama viene, però, spezzata e la palla va a Sindelar, che, con una di quelle fulminee mosse di cui possiede il segreto, spara in rete! Nulla da eccepire, pur trattandosi di un goal a sorpresa. Siamo appena al terzo minuto e 0 splendido tiro manda in visibilio a folla, nervosissima ed inspiegabilmente aggressiva. Sorpresi, gli taliani hanno un attimo di perplessità, ma, poi, capitanati da Ferrari, si portano, non senza difficoltà, nel'area avversaria, mettendo in pochi minuti più volte nell'imbarazzo 'ottimo Billich. Dopo questo preludio infelice, la Juventus reagisce e mira evidentemente al pareggio: per giungervi sguarnisce, però, le retrovie e lascia 11 solo Combi a difesa della rete. Di ciò approfittano Sindelar e Stroh con il risultato che il portiere italiano è costretto nuovamente a parare in tuffo un insidioso tiro di" Nausch. Su fallo di Gali, al 12' gli austriaci sono stretti in calcio d'angolo, ma Borei vede deviata da Nausch la sua palla, del resto ben indirizzata. Vengono, quindi, segnati a brevissima distanza altri due calci d'angolo a scapito (di Billich, che può sventare, ad ogni modo, abbastanza facilmente, un tiro di Sernagiotto e uno di Orsi. Quindi, fuori gioco di Ferrari, poi | pressione dei torinesi, interrotta da' Stroch, che riesce a piombare da solo in area juventina. Siamo, intanto, giunti al 20' senza che si noti un'effettiva superiori-, tà dell'una o dell'altra squadra; eri-j trambi i contendenti si equivalgono! e, se mai, una leggera superiorità potrebbe venire attribuita, per il momento, ancora ai nostri, soprattutto grazie alla difesa. E' ancora Sindelar, coadiuvato da Viertl a mettere in pericolo la rete torinese, ma Varglien I sventa di testa il pericolo. L'arbitro impone, quindi, parecchi calci d'angolo ad entrambe le squadre, senza risultato. I juventini lasciano trapelare il loro nervosismo e lo si vede chiaramente dall'incapacità di concludere non poche discese, spesso magistralmente elaborate: il gioco ostruzionistico e pesante dell'Austria toglie loro la lucidità di visione delle azioni da condurre. Orsi è marcato senza tregua; bisogna tener d'occhio la guizzante ala sinistra, che, nonostante la vigilanza a cui è sottoposto, trova, qua e là, modo di far valere il suo talento di calciatore. Ecco: ora è solo col pallone: dribbla, sorride, forse assapora la gioia del pareggio; Moch, accigliato ed instancabile, lo precede, invece, e devia l'insidia. Orsi è caricato più volte; alcuni calci di punizione-sono registrati dall'una e dall'altra parte.' Gli scontri, non sempre innocenti, si moltiplicano ; poi un fallo di Bertolino su Sindelar fa decretale dall'arbitro un calcio di rigore contro la Juventus: Combi para. Raccogliendo con un bellissimo arresto un pallone lanciatogli di lontano da Bertolino, Borei, nell'area avversaria, si accinge a segnare; lo ferma il solito Moch, che lancia un lunghissimo pallone a Molzer, incapace, tuttavia, di sorprendere Combi, sebbene quasi solo a difendere la rete. Fra un alternarsi, di reciproci alti e bassi, il movimentato e drammatico primo tempo ha così fine. Il burrascoso secondo tempo L'annuncio della vittoria conseguita per 4 a 1 dall'Ambrosiana sullo Sparta, provoca il rumoroso stupore del pubblico; ma, se da un lato questo ci riempie di soddisfazione, dall'altro non basta a toglierci il disagio della sconfitta che grava sulla Juventus. Il secondo tempo si inizia burrascosissimo e, per noi, meno promettente ancora del primo. E' vero che ì torinesi dimostrano di volersi rifare ad ogni costo dello smacco subito, ma i « violetti », anziché calare, accennano ad accentuare ancora di più la rude tattica disgregatrice del loro gioco. Il compito dei viennesi non e, però, agevole: ora è Orsi che, facendoci trattenere il respiro, conduce velocemente la palla fin sotto la rete di Billich, ma, invece di passare a Borei, tira direttamente : il portiere para in tuffo. Al 7.o minuto, da una azione apparentemente innocua, scaturisce il secondo gaol austriaco: Sindelar, fingendo di voler cedere a Viertl, riesce a far spostare Monti e Bertolino nella direzione contraria e, poscia, con una fulminea cannonata, manda in rete, senza possibilità alcuna per Combi di impedire il tiro. Cessati gli applausi frenetici della folla, il gioco riprende il suo corso; Sernagiotto si prodiga: gran numero di palloni che gli si indirizzano sono in prevalenza alti e difficili. Al 12' gli italiani subiscono un calcio di punizione, fischiato per giuoco perrcóloso di Monti, privo comunque di conseguenze; quindi i « bianco-neri » sono nuovamente stretti in calcio d'angolo. Ferrari tenta adesso una incursione, ma viene fermato da Graf, che lo costringe a tirare fuori. E' la volta degli austriaci ad essere in « angolo » : tira Varglien II, senza conseguenze ; un successivo « corner » contro l'Italia è neutralizzato. Combi, Rosetta e Caligaris non hanno un attimo di tregua: ora Stroh sembra voler contendere la gloria al compagno Sindelar e, a tratti, riesce infatti ad emularlo. Descrivere ancora le migliori fasi di questo duello di due formidabili avversari è superfluo. Basti dire, ad ogni modo, che ebbe un epilogo doppiamente increscioso per noi. Anzitutto, perchè Monti, colpito da queisornione di Sindelar, reagiva in mo- do eccessivamente impulsivo e si faceva espellere dal campo tra le grid? ostili del pubblico, e, in secondo luo-s;o. per il fatto che Combi, lasciatosolo, senza difesa, a un minuto dalla fine della partita, veni"=\ sorpreso d*> un tiro inaspettato di Spechtle, ilqpspgcsapntsdVacastPrnlssshnm quale segnava in tal guisa il terzo punto pei suoi colori. Data l'incandescenza degli animi si sono verificati alcuni incidenti di poca entità, che dicono a qual punto giungesse la spasmodica attesa per il confronto tra le due squadre. Se nella partita di ritorno gli austriaci giocheranno come oggi, una affermazione juventina appare assai problematica, anche in considerazione del vantaggio di punti aggiudicatosi oggi dall'Austria. Orsi, però, sembrava non essere stasera del medesimo parere. Prima di lasciare Vienna coi suoi compagni, ha detto a Meisl che... chi vivrà vedrà."Ma anche Meisl. e con lui Fischer e molti altri, ritengono difficile battere l'Austria finché rimarrà nell'attuale stato di grazia. MARIO GIULLI.