Le virtù di Domenico Savio solennemente riconosciute dal Papa

Le virtù di Domenico Savio solennemente riconosciute dal Papa IL PRIMO ALLIEVO DI DON BOSCO Le virtù di Domenico Savio solennemente riconosciute dal Papa Roma, 10 mattino. (G. C.) Nella sala del Concistoro in Vaticano si è svolta ieri la lettura del Decreto che riconosce il « grado eroico » delle virtù esercitate del giovanetto Domenico Savio, primo allievo di Don Bosco. Il Papa — in rocchetta e mozzetta rossa — ha presenziato alla cerimonia, circondato dalla sua nobile Anticamera ecclesiastica e laica. Oltre il'cardinale Laurent!, Prefetto dei riti, con gli ufficiali di detta congregazione e il cardinale Verde, docente della causa, assistevano l'Ambasciatore dell'Argentina presso la Santa Sede con la signora De Estrada, il Ministro del Nicaragua con la contessa Capello, il marchese Talamo, consigliere dell'Ambasciata d'Italia, i vescovi salesiani monsignori Emanuel Olivares e Cognata, l'arcivescovo Mons. Salotti, i vescovi mons. Migliorelli e Berutti, il vicecancelliere di Sacra Romana Chiesa mons. Boncompagni, il provveditore agli studi del Governatorato di Roma comm. Padellaro, il segretario dell'amministrazione degli ospedali riuniti gr. uff. Corelli e molti altri. Mons. Carinci, Segretario della Congregazione del Riti, ha dato lettura del Decreto in cui è detto fra l'altro: « Domenico Savio nacque in Riva di Chieri (Piemonte) il 2 aprile 1842, e nello stesso giorno fu rigenerato a Dio col Santo Battesimo. Ebbe'a genitori Carlo e Brigida Gaiato, cristiani esemplari, ma di modestissima fortuna, viventi del lavoro delle loro mani. Il fanciullo, dotato di mitissima indole e di vivace ingegno, fin dalla più tenera età era talmente inclinato alla pietà e all'amore di Dio che, rarissimo esempio per quel tempi, fu ammesso non ancora settenne, sebbene con tutta prudenza, alla Santa Comunione. Confortato dal pane celeste, l'angelico fanciullo cresceva in età e in graziar caro ugualmente ai maestri e ai condiscepoli, amato da tutti per la dolcezza ed il suo candore. Ma nella sua provvidenza Dio aveva già stabilito che un cosi eletto fiore di pietà spargesse più largamente il buon odore di Cristo tra i giovanetti che il Beato Giovanni Bosco, con grande spirito di carità, raccoglieva nel cesi detto « Oratorio » da ' lui fondato in Torino, dal quale come da feconda e viva sorgente si sparse per tutto l'Orbe una cosi provvidenziale opera per la salvezza spirituale della gioventù. « Quell'insigne educatore, accolse benignissimamente, secondo era suo costume, il nostro Domenico, che ingenuamente gli manifestava il suo vivissimo desiderio di farsi santo, comprendendo subito quel prezioso tesoro di virtù che Dio gli affidava. In questa nuova palestra di educazione cristiana, dove Domenico Savio entrò nell'ottobre 1854, rifulsero in lui tutte le virtù di un perfetto alunno, si da costituire per il nascente Oratorio Salesiano mirabile esempio ed ornamento. Osservantissimo della disciplina ed intento con grande profitto allo studio, splendeva di tale innocenza di costumi che anche coloro, che più degli altri trattavano con lui per la consuetudine delle giornaliere vicende, mai ebbero a riscontrare nella sua condotta qualche cosa, anche minima, meritevoli di riprensione. La morte « Sembrava che l'angelico giovane spirasse la purezza dell'anima nel volto, nel parlare, nel portamento. Si interessava del bene del prossimo con tale ardore che appena si può credere in un tenero adolescente. Aiutava ! compagni In tutto; consolare gli afflitti, correggere fraternamente gli erranti. Indurre con dolcezza 1 più negligenti ad accostarsi al Sacramenti, sopportare con pazienza quelli che lo molestavano, riappacificare coloro che si erano bisticciati, era par lui cosa qj ogni giorno e sapeva farlo con industria cosi delicata e con tali amorevoli maniere che era facile vedere di quanto zelo fosse infiammato 11 piissimo fanciullo e con quanto ardore, come manifestò al Beato Don Bosco, anelasse al sacerdozio. E queste eccellentissime virtù le difendeva con la continua mortificazione del corpo e le nutriva con l'orazione. Oltre le altre penitenze con cui affliggeva 11 suo tenero corpo, spessissimo si privava del companatico, che gli spettava, per regalarlo amorevolmente al compagni, contentandosi per sè del pezzetti di pane, di cacio o di altro che trovasse dimenticato nella mensa o riuscisse a raccogliere In terra, ciò che faceva e per spirito di povertà e per amore di mortificazione ». H Decreto si diffonde poi a mettere In rilievo il fatto che le virtù del giovanetto rifulsero « non nel recinto di un chiostro » ma in mezzo a una moltitudine svariatisslma di giovani. E, dopo avere detto che Domenico Savio morì il 9 marzo 1857, aggiunge che « la fama della sua santità, già grande in vita, crebbe mirabilmente dopo la sua morte e conclude seguendo passo passo la causa canonica per la beatificazione. L'indirizzo di Don Ricaldone Terminata la lettura del Decreto 11 Rettore Maggiore dei Salesiani don Ricaldone ha letto il seguente indirizzo al Pontefice: « Beatissimo Padre ! La Famiglia Salesiana, prostrata ai piedi della Santità Vostra, gode di poter porgere i più fervidi ringraziamenti a Dio e al suo Vicario per la grazia or ora concessale con la promulgazione del Decreto che riconosce avere il giovane Servo di Dio Domenico Savio — alunno del Beato Don Bosco nell'Oratorio di San Francesco di Sales di Torino — praticato le virtù in grado eroico. Quando si pensa al grado eminente di perfezione raggiunta In tanta giovane età da Domenico Savio alla scuola del nostro Beato Padre e Maestro, c'è da sentirsi veramente consolati e confortati nella fatica quotidiana della modesta opera educatrice, vedendo 1 preziosi effetti che nascono dal metodo educatlvo santamente iniziato dal Beato D. Bosco e lasciato in eredità ai suoi figli; effetti che risplendono di luce cosi vivida e piena nella persona di questo giovanetto, che di quel metodo è il frutto più esemplare e la sanzione più solenne. « Ma ancora sotto un altro punto di vista noi riscontriamo nel Discepolo giovinetto i fulgidi tratti della fisionomia paterna del Maestro. La vita del Beato D. Bosco fu vita di unione con Dio, vita di zelo apostolico, vita di totale immolazione. Ora è per noi argomento di edificante commozione il rilevare nel piccolo Domenico un tanto abituale spirito di orazione, un adoprarsi cosi Industrioso per ritrarre dal male o far avanzare nel bene i suoi coetanei, e non essi soli, una generosità tanto invitta nel soffrire disturbi e molestie e financo mali trattamenti, pur di promuovere la gloria di Dio, combattendo il peccato e allontanando 10 scandalo! «Penmettete, o Beatissimo Padre, che, in una crcostanza per noi tanto solenne e cara, mentre a nome di tutti 1 Salesiani io ho l'onore di umiliare al piedi della Santità Vostra 1 più devoti ringraziamenti per il segnalato benefizio, chiegga di poter formulare la promessa che noi ci terremo ognor più stretti a questo glorioso modello di fedeltà nel seguire le norme del nostro Beato Fondatore, con la confortante certezza che, calcando tali orme, noi procederemo sicuramente nelle direzioni tracciate dalla mano del Vicario di Gesù Cristo. Con questi sentimenti lo mi prostro a implorare su tutti 1 Salesiani, sul loro alunni, cooperatori, ex-allievi e sulla Famiglie delle Figlie di Maria Ausiliatrtce l'Apostolica Benedizione». La parola del'Papa Il Papa ha risposto con un discorso in cui ha detto che si ripresentava all'attenzione di tutti la grande figura di Don Bosco che, presentando il suo piccolo grande alunno Domenico Savio, sembrava al Pontefice di rivederla come aveva avuto la ventura di vederla in mezzo ai suoi alunni. Domenico Savio è un bel frutto dell'opera educatrice e apostolica di Don Bosco, cosi bene espressa nel motto che egli ha legato alla pia Società da lui fondata. Quando si pensi alle condizioni in cui si trova oggi la gioventù to quasi tutti i Paesi; quando si pensi a tutti i pericoli alle male arti che la insidiano in questo turbinio di vita esteriore; quando si pensi alla propaganda del male, alle malefiche industrie condotta a mezzo della cattiva stampa, a quante oocasioni si presentano per provocare al male, con abuso anche delle più geniali trovate della scienza destinate alla diffusione del vero e del bene, nasce spontaneo e vivo il ringraziamento a Dio che suscita questa figura così edificante di giovanetto. Don Bosco nel raccogliere i giovani aveva adunato buoni elementi e meno buoni. Era questo il suo segreto per condurre tutti al bene, per trarre dal male 11 bene. Il Pontefice ha proseguito segnalando le doti di purezza, di pietà, di spirito di apostolato del giovanetto Savio che ha qualificato stendardo di candore In mezzo alla gioventù d'oggi. Ha poi ricordato alcuni episodi salienti della vita di Don Bosco di cui forti analogie si riscontrano nella breve nobilissima vita del Savio, vita veramente cristiana quale egli ha augurato sia quella prodotta dalla - celebrazione del 19.o centenario della Redenzione. Infine il Papa si è rallegrato con la Famiglia Salesiana cosi largamente rappresentata alla cerimonia che spande la sua opera di bene su tutte le parti del mondo. «Ancora Ieri — ha detto 11 Papa — leggevamo 1 nuovi tentativi a cut si accingono i Salesiani per evangelizzare regioni selvagge dove non è ancora penetrata la luce della cristiana civiltà». Alle loro opere antiche e nuove, a' ; istituzioni, ai membri tutti della far. glia Salesiana, agli allievi, ai coop ratorì, il Pontefice Impartiva con eff'sione di cuore l'Apostolica Benedizione.

Luoghi citati: Argentina, Italia, Nicaragua, Piemonte, Roma, Torino