Uomini e cose durante la preparazione

Uomini e cose durante la preparazione Uomini e cose durante la preparazione Il portafortuna del col. Longo — Una canonica ben fornita -- Scampato pericolo di una pescheria. ORBETELLO, luglio. La prima persona che incontrammo ad Orbetello, quando giungemmo, non fu una persona, ma un cane. Ci dissero subito che il bellissimo danese era del colonnello Longo. Alla vigilia della partenza della squadra aerea transatlantica (una vigilia cui il maltempo si incaricò poi di dare un senso alquanto estensivo) ogni cosa che attenesse alla crociera aveva una storia, e il cane del colonnello Longo aveva la sua. Era, del resto, una storia comune a quella di molti cani. Quando il colonnello Longo, famoso comandante della squadriglia verde, reduce dall'America del Sud. trascorsa a casa una breve licenza tornò ad Orbetello per la seconda crociera, il cane fu lasciato in consegna ad una famiglia di Roma. L'animale non trovò il cambio di suo gradimento. Il colonnello Longo è di quelle persone che ispirano a prima vista una simpatia prepotente, e comandano affetto e fedeltà r.gli uomini, figurarsi ai cani, che sono affettivi e fedeli pjr natura. Breve. Il danese, allontanato dal padrone, intraprende l'esperienza di Gandhi, ma supera il modello in ostinazione e fermezza. Digiuna, dimagra, deperisce. Longo, informato, non rimane indifferente a tanto strazio e ottiene di prendere il cane con sè. Al contrario di quel che avviene in tante altre scuole, il bell'animale è stato il solo quadrupede che abbia frequentato la scuola di navigazione alturiera di Orbetello. (A proposito, un bel giorno il cane è scomparso, e ci dimenticammo tutti di chiedere sue notizie. Prego i colleghi Mortari e Bassi di verificare ohe Longo non l'abbia portato con sè a Reykjavik e a Cartwright, nascosto in uno scafo. Un cane trasvolatore, che luce di gloria su tutta la razza canina!). Radiomanzia... Se il cane di Longo fu il nostro primo incontro di Orbetello, il primo episodio che sentimmo raccontare fu un episodio nuziale, e la cosa ci parve di buon augurio. La mattina stessa del nostro arrivo, testimone Balbo, si erano sposati la signorina Mataloni e il tenente Cattoi. Nessuno dei due nomi c'era ignoto. La signorina Mataloni, ora signora Cattoi, orbetellana, è la rabdomante 0 meglio la radiomante più celebre che abbia l'Italia. Nell'individuare, con la guida dell'istinto, la natura dei terreni, essa ha reso servigi* eminenti alla causa della conoscenza geologica della penisola. In un paese dell'alto Lazio passò tra l'ammirazione della popolazione, non senza una qualche aureola di stregona, per aver guidato con infallibile precisione, delle complicate operazioni di scavo e portato al disseppellimento di ruderi preziosi. Si tratta, insomma, di una donna con la quale, ove per caso foste in lite, non avreste pace neppure sotto terra. Il tenente Cattoi, ufficiale aviatore, legionario fiumano, combattente e fascista valorosissimo, e sopra ogni altra cosa appassionato di radiomanzia, fu colui che rivelò al mondo le virtù taumaturgiche della Mataloni, la qual cosa non gli impedì di accorgersi che la fanciulla aveva anche nh visino e una personcina adorabili. Idillio, fidanzamento, sposalizio. Il Cattoi era uno dei pochi privilegiati a cui forse la famigliarità con gli aviatori della crociera avrebbe valso l'ingresso all'idroscalo, la mattina della partenza. A trovarsi presente egli ci teneva moltissimo, tanto che, essendo a Roma, avvertito che il decollo sarebbe avvenuto l'indomani, si cacciò in un treno della notte, diretto ad Orbetello. Senonchè, addormentatosi e destatosi all'improvviso alla stazione di Montalto di Castro, credè di essere arrivato, e discese, accorgendosi dell'errore quando non c'era più tempo a risalire. Altri treni utili non c'erano, automobili pronte non se ne trovarono, e Cattoi dovè contentarsi di percepire un rombo jlontano: quello dei venticinque idrovolanti che si allontanavano. Tutto ciò dimostra chiaramente che la radiomanzia, se vale a decifrare i misteri del sottosuolo, non aiuta a distinguere cose che, come le stazioni, sono solidamente piantate sulla superficie del terreno, e ben visibili ai comuni occhi mortali. ...e scaramanzia La radiomanzia ci porta, se non altro per ragione di rima, a parlare di scaramanzia. Anche questo è uno dei primi argomenti di cui fummo messi al corrente, arrivando ad Orbetello. Si sa che gli aviatori, come gente permanentemente in pericolo, e che ne ha passate di cotte e di crude, credono^ alla scaramanzia (ma del resto non è necessario essere aviatori per crederci, e chi è senza questo peccato scagli la prima pietra). Di regola il fatto è che potete chiedere ai piloti qualunque cosa: che partano di venerdì per una lunga crociera, che si gettino col paracadute di martedì, che eseguano delle rischiose acrobazie il diciassette del mese, che imbarchino a bordo un carico di collaudati iettatori; quello che non potrete mai imporre loro è che rinuncino agli amuleti. Lo stesso Ministro non ha potuto 1 esimersi dal portare con sè, nella 'combinazione di volo, un logoro ferirò di cavallo rinvenuto dalla signora |Balbo in località Punta Ala, nel 'Grossetano, simile all'altro ferro di