Una rivoluzione silenziosa

Una rivoluzione silenziosaUna rivoluzione silenziosa NEW YORK, luglio. Si cominciano a delineare i principi direttivi che formeranno la base del programma di ricostituzione economica nazionale. L'amministratore della «National Industriai Recovery», *lugh S. Johnson, ha fatto conoscere su quali linee egli condurrà la battaglia. Come provvedimenti della massima urgenza, egli insisterà per la fissazione del salario minimo, un limite massimo di ore di lavoro, l'eliminazione della concorrenza a coltello fra le varie industrie. Johnson na invitato le industrie fondamentali a presentare dei progetti semplici che, pur non escludendo la competizione legittima e leale, rendano impossibile gli eccessi distruttivi. Le industrie chiamate a rispondere all'appello sono quelle del ferro e dell'acciaio, automobili, carbone, petrolio; le industrie tessili, alimentari, del cuoio, del legname, medicinali e Jirodotti chimici. L'offensiva contro a depressione è condotta su di un fronte larghissimo. In tutti i dipartimenti governativi i funzionari non Bi concedono riposo allo scopo di mantenere, con le grandi organizzazioni produttive, contatti che stimolino la' ripresa degli affari e l'assunzione al lavoro di migliaia di disoccupati. Fra i più recenti atti d'ispirazione governativa c'è stato il passo per dissuadere, in linea ufficiosa, le ferrovie da un generale taglio nei safari. Altri provvedimenti di varia importanza sono stati presi per promuovere la riattivazione del commercio e del lavoro. Quietamente, poi, come se si trattasse di un atto di ordinaria amministrazione, è stata approvata la legge sul controllo delle industrie. Questa misura, sostenuta energicamente dall'Amministrazione e personalmente dal Presidente Roosevelt, conferisce un carattere Bpeciale all'azione legislativa di questi ultimi mesi e costituisce una rivoluzione radicale nel sistema economico americano. Accolta con voci concordi di acclamazione, ben pochi si rendono conto della sua vera natura. Ci si avvia, qui, verso il sistema corporativo, al quale ha aperta la via il Regime fascista, esempio e ammaestramento al mondo brancolante alla ricerca di un assetto sicuro. Con questo atto legislativo l'epoca dell'economia individualista americana può considerarsi chiusa. Come si può immaginare, essa non morrà di botto: alcuni suoi aspetti persisteranno per lungo tempo ancora. E' difficile far ricredere da un momento all'altro un popolo di 120 milioni di abitanti, allevato nella fede del pionierismo e dell'iniziativa personale incontrollata. E' soprattutto difficile fargli intendere che tutta un'era è tramontata e se ne inizia un'altra in cui i principi finora praticati, ritenuti legittimi e sacrosanti, sono da considerarsi' antisociali e produttori di catastrofi nella nuova società che si delinea. Là corporazione dell'industria apparisce all'orizzonte, per quanto ancora incerta ed indistinta nella sua forma definitiva. Il generale Hugh Johnson, nel suo invito alle dieci più grandi organizzazioni produttive, ha spiegato che gli ordinamenti che esse debbono darsi occorre rispondano a tre obiettivi: la fissazione del minimo di salario per i lavoratori, al di sotto del quale n- ì sarebbe legale scendere; la limitazione dell'orario massimo che non permetta lo sfruttamento inumano della mano d'opera e, infine, una terza condizione che è la più importante di tutte. L'industria dovrebbe escogitare un metodo che protegga la maggioranza più costruttiva e seria dei suoi componenti, dalla concorrenza sleale di una minoranza irresponsabile, ricalcitrante e riottosa. L'iniziativa del programma di ricostruzione è, per ora, affidata alla stessa industria, ma l'Amministratore della « Industriai Recovery » ha richiamata l'attenzione degli interessati sulle pene che la legge commina a coloro che deliberatamente rifiutano di attenersi ai regolamenti stabiliti per le varie industrie. Nel primo corpo di ordinamenti presentati in base al piano di ricostituzione economica si provvede all'aumento dei salari, alla diminuzione delle ore lavorative, all'impiego su vasta scala di mano d'opera. Esso è stato elaborato dall'industria cotoniera e stabilisce un aumento di paghe del 30 per cento per gran parte dell'industria stessa e una riduzione di circa il 20 per cento delle ore di lavoro. Sotto questo nuovo codice industriale il salario minimo delle tessitorie di cotone dovrà esser fissato a 10 dollar la settimana per gli opifici del Sud, e a 11 per quelli del Nord. L'orario massimo si aggirerà attorno alle 40 ore settimanali. Tali provvedimenti saranno applicati a tutti i lavoratori ad eccezione degli apprendisti e degli uomini addetti alla pulizia. Il codice è stato esaminato coscienziosamente perchè se ne possa dedurre un criterio esatto di come il piano rivoluzionario del controllo dell'industria dovrà essere applicato. Dopo l'industria tessile che ha iniziato il rivolgimento, altre come quelle del carbone, dell'acciaio e della gomma ne seguiranno al più presto l'esempio. Il codice dei tessili, per diventare esecutivo, deve ottenere la approvazione di Hugh Johnson e, infine, quella di Roosevelt. Nei prossimi giorni sarà tenuto un dibattito pubblico in cui i datori d'impiego, gli operai e i consumatori avranno l'opportunità di avanzare critiche e di proporre suggerimenti. Ed ora molti che si rendono conto della portata di questa rivoluzione economica avvenuta in sordina, senza risvegliare nè diffidenze nè proteste, si domandano quali ne saranno le conseguenze immediate e lontane, se potrà esser contenuta nei presenti limiti o se per l'inesorabile logica delle cose dovrà assumere sviluppi impreveduti. Qualcuno ha affermato che il Presidente Roosevelt abbia gettato le basi di una immensa costruzione socialistica di Stato. Egli ha esteso il controllo governativo sulla produzione in misura che non sarebbe stata mai credibile pri¬ ma. Ha dimostrato una premura illuminata di correggere i più gravi abusi del sistema capitalista, riconoscendo che gli Stati Uniti non possono più procedere a caso e disordinatamente, ma debbono incastrarsi nell'ordine mondiale che risulterà dalla risoluzione dell'attuale periodo di agitazione e d'incertezza. Altri, invece, ritengono che i provvedimenti approvati concorrano a rafforzare i principi fondamentali del capitalismo. Non al socialismo di Stato, ma al capitalismo di Stato si va a sboccare in America. Come che si voglia pensarla sulla riorganizzazione ultima della economia americana, le quistioni che più concernono da vicino gli Stati Uniti e il mondo tutto nell'ora presente, sono di sapere, in primo luogo, se !a marcia iniziata condurrà ad un reale ritorno della prosperità. In secondo luogo, se il Presidente riuscirà a dominare gli elementi eterogenei che finora hanno appoggiato il suo programma e tenerli uniti fino all'espletamento di esso. Sarà del massimo interesse seguire l'attuazione dei nuovi piani e studiare le modificazioni ch'essi apporteranno alla vita economica e sociale della Nazione. AMERIGO RUGGIERO.

Persone citate: Hugh Johnson, Johnson, Roosevelt

Luoghi citati: America, New York, Stati Uniti