La compattezza del "gruppo aureo,, dinanzi alla mancata adesione americana

La compattezza del "gruppo aureo,, dinanzi alla mancata adesione americana La stabilizzazione delle monete La compattezza del "gruppo aureo,, dinanzi alla mancata adesione americana Londra, 1 notte. Washington rimaneva silenziosa e Londra, fino a stasera a ora tarda, non poteva sapere se il silenzio fosse indizio di perplessità o di indifferenza di fronte alle ansie europee. V'era chi continuava a credere, in base a referti di Agenzie, che Roosevelt, in viaggio di diporto nei paraggi dell'isoletta di Campobello, non fosse stato fino a questo momento inquietato dalle insistenze degli statisti di Europa perchè Wash- ncpsalucuw luymcLaiu uaue insistenze ae-iagli statisti di Europa perchè Wash-lvfngton avrebbe preferito attendere : ccho neri fnnl,«/nsii, .-i-i :icdntche egli tornasse nella capitale per comunicargli il testo della dichiarazione sulla politica monetaria delia Conferenza di Londra. V'era per contro chi pretendeva che Roosevelt era stato raggiunto dalla radiotele-,.fonia a bordo del suo yacht e avesse eposto il documento in un cassetto, pdicendo che questioni di tanta gra-ì t, vita non si risolvono in un batter cnocchio e per giunta senza i lumi dei consiglieri della Casa Bianca. : mAveva ben previsto questo silenzio ' pMacDonald, il quale si era allonta-pnato dalla scena e dai nervosismi j vlondinesi per cercare tranquillità fra, fle verdure di Chequers, donde non ' c—, ——] intendeva muoversi fino a domenica ; nsera o lunedi mattina. Solo la dele-- qgazione degli Stati Uniti è rimasta ; cal suo posto ad attendere durante la rintera giornata la voce di Wash-! sington. Le altre delegazioni, esaspe-lrate dall'attesa, hanno approfittato edella tregua telegrafica per accetta- .rre l'invito rivolto loro da Lady Astor,na un Garden-Party nella sua son- ntuosa residenza di campagna. inIl «nn» di RnncAvpl* :trIl «no» ai Roosevelt | Nulla nemmeno oggi veniva rive- &EÌ8Sg^JS£ffi\ì?oi53K^dUUlM,^! Han di questi giornali cercavano; stamane di ricostruirla, brano a bra- no, in base alle magre notizie e alle ! *indiscrezioni di ieri. Giungevano co-]asì a malapena, e con molta inesat- vetezza, a raggranellare tre punti sui'soquattro o cinque che la nota conter- ', " rebbe. Non vale la pena di riassume-1" re o di riferire l'esito di queste fati- j deche. I lettori conoscono già i punti'tafondamentali della nota e il testo, quando potrà essere reso pubblico, non differirà di molto dalla versione datavi ieri notte catidipAlle ansiose ricostruzioni e alla soinquieta attesa dinanzi ai tavolini pedelle delegazioni e al Foreign Onice I ziha posto termine, a notte tarda, il Ministro degli Esteri americano, il senatore Cordell Hull, in una brevissima comunicazione, trasmessa verso le 10 di sera, alle delegazioni di Inghilterra, d'Italia e di Francia. Egli le informa del reciso rifiuto opposto dal Presidente Roosevelt di ac. cettare la nota della Conferenza. La lettera di Hull si limita a notificare il rifiuto, senza motivarlo. Le spiegazioni saranno da lui fornite in un'ampia dichiarazione che egli ha promesso di fare lunedi mattina sulla-politica americana. * E' cosi andata a monte' un'ultima speranza. Al documento, per fortuna non va attribuita una eccezionale Importanza. Le parole contano poco nella politica mondiale; pochissimo o niente in materia finanziaria. Una dichiarazione ci buona intenzione, anche se appoggiata sul fatto concreto della situazione effettiva di cinque fra le più civili Nazioni del mondo, quelle del gruppo aureo, e sulla loro incrollabile decisione di rimanere sulla base oro, può indubbiamente esercitare effetti psicologici sull'andamento generale dei cambi. Ma il valore del documento sarebbe scaturito soltanto al momento in cui dalle parole si fosse passato agli atti. Quale misura di cooperatone si sarebbe potuta stabilire fra le varie Nazioni del mondo e le loro banche per impedire la speculazione sui cambi? Quale applicazione sarebbe stata data al punto 4.o della nota, ove è riconosciuto che lo scopo della Conferenza è di ristabilire le valute su una base stabile e che il ritorno allo standard aureo è una necessità assoluta per il risanamento mondiale? A queste domande avrebbero dovuto rispondere l'Inghilterra e l'America. Quest'ultima ha risposto semplicemente stanotte con un «no». Circa le intenzioni della prima, nulla è dato sapere per ora. Corre tuttavia voce che l'Inghilterra compirà un ultimo sforzo disperato per ravvicinarsi alle Potenze europee, senza con ciò determinare una scissione netta-della sua politica monetaria con quella dell'America. Le informazioni da Washington Per il momento, bisogna accontentarsi, per ciò che concerne l'America, di quello ebe lai Reuter e informatori politici e diplomatici dei giornali americani sono riusciti a raccogliere in giornata nelle sfere politiche di Washington» Negli ambienti dicasteriali di Washington si è risposto a coloro che vi si sono precipitati in cercadi informazioni, confermando le dichiarazioni che già ieri vi abbiamo segnalate, e cioè che l'America non ha certamente nulla in contrario a che e banche cooperino a mantenere le fluttuazioni delle monete entro limiti ristretti, controllati e controllabili; ma si tratta di una questione che concerne soltanto le banche e non il Governo. E' esattamente la posizione adottata a Londra nella prima fase di questa Conferenza dal: a delegazione degli Stati Uniti quando questa inviava uno dei suoi delegati a discutere con i rappresentanti delle grandi banche di emissione europee e poi dichiarava di disinteressarsi di ciò che essi decidevano, in quanto il rappresentante di Washington interveniva alla discussione nella sua privata qualità di banchiere e non in quella di rappresentante del suo Paese. Le decisioni del gruppo aureo All'ultimissima ora apprendiamo che i capi delegati delle Nazioni del gruppo aureo, e cioè Francia. Italia, Svizzera, Olanda, Belgio e i loro principali esperti si sono radunati alle 11 di questa sera per discutere ntorno alla risposta recisamente negativa del Presidente Roosevelt e per oncertarsi circa l'atteggiamento da eguirsi sia di fronte all'Inghilterra ia di fronte all'intera Conferenza. Alla decisione di agire immediata-; mente che sembra essere quella dei I chdelegatl delle Potenze del gruppo au- vemvdidigdeeszeggprezatepdncl'sclidtecriDppnfrNilmsumcongpsaDdqupvridVgdaabedstlocoseteFsaa vaansoog0 sonogearzaandadeavvigodeunvaresedasolustivacasovalapesvcrzitrmno tfeo, va attribuita una eccezionale importanza in fluanto essa l'ha presa questa sera senza attendere le dichiarazioni sulla politica americana che il senatore Hull, a guisa di calmante, ha stanotte promesso per lunedi prossimo. Questa promessa esercita scarso effetto su coloro che non hanno mai perso la loro tranquillità perchè fin dal primo giorno di questo convegno hanno sostenuto come attraverso certe dure e dolorose prò attraverso certe dure e dolorose nro- ve si può passare una volta nerchè così esige forse la storia mà non si:JTÌ_?e7..._,_B~ ™ BlD™' ™a.no» 81 intende"aualunoue cosa arcarla ™« ™J°f'qualun^uecosaaccada, pas- u,na seconda volta. Se 1 Amen- ca vuole fare un secondo tuffo nella delusione e nella tormenta di una nuova e più grave crisi di quella at- tuale, faccia pure; gli avvertiti dalle .. esperienze del passato hanno com-i piuto il loro> dovere* fr^^ ternazionale avvertendola del peri- ■, - — . , colo : più di questo non possono fare. ì L'Inghilterra ora deve assoluta- mente decidersi : o unirsi all'Europa per una politica sinceramente europea seguendo l'esempio delle più vecchie e più saggie Nazioni del con finente, oppure precipitarsi nella corsa alla svalutazione della sua mo- —-—; ———— — t j neta per non lasciarsi distanziare daz quella del dollaro. E' una decisione ' certamente dimoile ma notizie auto-, revoli apprese questa notte danno serio motivo di credere che. sotto l'influenza della Banca d'InghilterraÌe sotto altre influenze meno VonAc,rabili, la bilancia britannica finirà Gner pencolare dalla parte dell'Euro- sna e sarà questa una grande occasio- bne nella quale il vecchio mondo po- dtra dare esempio della sua satrgezza. * n p -S{I