Archambaud sbaraglia sul "pavè,, squadre e campioni e vince con distacco a Lilla

Archambaud sbaraglia sul "pavè,, squadre e campioni e vince con distacco a Lilla Travolgente inizio del Giro ciclistico di Francia Archambaud sbaraglia sul "pavè,, squadre e campioni e vince con distacco a Lilla I belgi scatenano l'offensiva, cedono nel finale e il giovane francese coglie il successo « 1 più quotati concorrenti in forte ritardo: Guerra è 13.o con- 7 minuti di distacco, Martano 19.0 a 9\ Battesini 24.o a 12' == Piemontesi, Camusso, Giacobbe e Di Paco seriamente svantaggiati « La turbinosa gara alla media di Km. 33.536 « Gestri e Viarengo costretti al ritiro (UAL, NOSTRO INVIATO PBCIALB ) Lill 27 tt Lilla, 27 notte. Se dovessi definire con due parole questa prima tappa del Tour, la chiamerei ubriacante, travolgente. Un aggettivo le si addice, perchè mai sono uscito così stordito dal seguito di una corsa come da questa ParigiLilla, e di più perchè ni suo svolgimento è stato veramente turbinóso e il risultato così profondamente incisivo sulla situazione, da non avere nessun confronto nel passato. La prevista battaglia Vi dicevo ieri che la natura del 'percorso e il fondo stradale lasciavano prevedere un violento inizio di ostilità da parte dei belgi, un arrivo molto frazionato e forse un vincitore con distacco. Tutto ciò è stato oggi realtà e non può stupire. Quello che invece è veramente sorprendente è che siano saltati fuori alla fine uomini che non ci attendevamo di vedere alla ribalta, che chi ha voluto la lotta ne sia rimasto vittima e che elementi elevati alla vigilia al rango HJ protagonisti siano paurosamente crollati, che altri quasi completamente trascurati l'abbiano fatta da padroni. Ma tutto.questo sarebbe impossibile illustrarvi se non sulla scorta dei fatti. Sarà più facile intenderci quando saprete come sono andate le cose. L'alba aveva sorpreso i primi gruppi di curiosi davanti al portone «JeB'Auto, gente che deve aver saltato la notte affrontando stoicamente la prospettiva di due ore di attesa bui marciapiedi che fronteggiano lo toporco caseggiato ancora risonante yel rumore delle rotative instancabili a buttar fuori carta stampata. Quando sono entrato nel sacro recinto (erano già passate le 5) non tri ho trovato che pochi isolati; i pezzi grossi, gli « assi », sono giunti tutti insieme a bordo di un autobus che li aveva presi all'albergo e li scaricava davanti al portone. La folla ebbe appena il tempo di accorgersi 'della venuta dei campioni, di salutarli in furia con alte grida, che già essi'avevano infilato la porticina ed erano scomparsi dalla scena sulla quale dovevano poi riapparire ver la porta ufficiale. Alle 5,45 squillò la voce di Oàzalis invitante i corridori all'appello e le cinque squadre si ordinarono sotto il porticato Il volto grinzoso del « patron » si illuminò di un sorriso di compiacenza dinanzi al successo che otteneva, come-prologo dello spettacolo, la presentazione degli attori. A un cenno del direttore di scena,_ cominciò la sfilata della compagnia attraverso Parigi. Il folto gruppo, aperto da cinque ondate nettamente distinte dai colori nazionali e chiuso dalla mistura policroma degli isolati, si veniva presto scompigliando; poi procedette, allungandosi e smembrandosi sempre più, liberandosi dalla stretta degli agenti ciclisti cha avrebbero avuto il compito dì inquadrare il corteo. Gente ce n'era, sì, sul tragitto, ma non quanta ci eravamo immaginati, e forse meno degli anni scorsi. Ci volle un'ora e mezza di infernale baraonda, fra un nugolo di lussuose automobili ufficiali, di taxi scardassati, di motociclette e biciclette, più tormentose delle vespe, per sboccare finalmente sul vialone del Vesinet. I II saluto di « Josephine » Il tempo che ci rimaneva per far arrivare l'ora della partenza fu dedicato al ricevimento di Josephine 'Backer, che ha una sontuosa villa in quel sobborgo di Parigi. Dai suoi giardini aveva colto tanti fiori da offrirne, di sua mano, un mazzetto a tutti i corridori. Ma non è stato questo l'unico e più grande regalo che la stella ha fatto; sulla guancia di ognuno ha stampato (èia parola giusta, perchè Guerra ne ha avuto segnato dal rossetto l'arco della bocca carnosa) un bel bacio, e anche due e tre, come a Di Paco e a Pélissier. Ne avrebbe voluto un supplemento di razione anche Camusso, che non si decideva a. lasciare la manina della diva. Ma non è stato accontentato. Quando Josephine ebbe finita la 'distribuzione delle sue grazie e la esibizione delle sue smòrfie e delle sue mosse scimmiesche, e quando i fotografi si furono sfogati a prendere quadretti e le « nazionali » una ad una (sullo sfondo di quella italiana verrà fuori la morettina delle banane issata sulle spalle di uno cui non 'è parso vero di stringere per un istante il corpicino della « venere nera »), si avanzò il buffo e cantastorie Biscot per dare il via. Quando la bandierina si abbassò erano passate di quattro minuti le otto. Il cielo, sui quale si erano sciolti i fiocchi di nuvole chiare che all'alba lo arabescavano, si era ripulito come uno specchio. In giornata avremo sole, qualche goccia di pioggia, vento di fianco; in complesso, un ambiente non pesante. L'inizio era svelto ma non velocissimo a opera dei b-rtgi; ma a un tratto si dovette premere sull'acceleratore per tener dietro alla coda della fila che risalì di slancio. Allora vidi ben staccati — pattuglia di avanguardia — tre uomini che filavano a 45 all'ora sull'asfalto in leggera discesa. Erano Pélissier, Magne e Cornez, cui era già riuscito di prendere trecento metri di vantaggio su un gruppetto formato da Grandi, Martano, Folco e Scorticati, seguiti a cento metri dal grosso che Battesini e Bergamaschi scuotevano dalla sorpresa. Le macchine che rimontavano il trio per individuarlo non erano certo sgradite a « Charlot », abilissimo nello sfruttarne il risucchio. Il tachimetro segnava più di cinquanta. In pochi minuti i tre misero dietro le loro spalle un vuoto di mezzo chilometro, ma gli inseguitori, o, per meglio dire, le « maglie verdi » che li guidavano, venivano prontamente alla ri-Bcossa, che sarebbe stato troppo pre¬ e an ai o io ne el adi o e gi e è oea e o e namrre mi e lsto farci giuocare al principio della prima tappa. In 10 chilometri la fulminea azione aveva il suo sbocco nel ricongiungimento effettuato a opera di Piemontesi e Battesini dopo Conflans. A darvi una idea della violenza dell'attacco francese, basterà vi dica che nei primi 21 chilometri, cioè compresi altri 8 fatti ad andatura molto ridotta dopo la ripresa che hanno portato a Pontoise, si toccò la media di 41, il che significa che per un quarto d'ora si e marciato a 47-48. Chiusosi questo breve ma chiaro episodio che mi servì ad avere subito conferma di quanto avevo scritto nei giorni scorsi: essere cioè la nostra maglia tricolore il bersaglio più individuato e la nostra squadra quella destinata a più sfacchinare per non farsi sorprendere, non si ebbe ad Amìcns che una schermaglia minuta che, se non ebbe risultato apparente, fu senza dubbio la causa di quelle condizioni di sminuita freschezza alle quali parecchi leaders debbono attribuire la perdita di minuti nella furiosa azione finale. Ronsse era il più nervoso e insistente negli'attacchi, ma anche Lapebie e Decrois diedero ai nostri una buona parte di fastidi, perchè non solo Battesini e Piemontesi dovettero prodigarsi per parare i ripetuti colpi, ma anche Guerra fu costretto a in- tervenire più volte. Grandi cercò di mettere un po' d'acqua sul fuoco portandosi in testa per condurre con moderazione e così si giunse tutti insieme a Beauvais, chilometri 73, passando sotto una ininterrotta arcata di festoni di carta, segno di festa per la commemorazione di Jeanne Ruchette, eroina locale che costrinse Carlo il Temerario a levare con i suoi 80 mila uomini l'assedio alla città. L'iniziativa di Archambaud Altri scatti di Lapebie e Le Greves vengono soffocati da Guerra; ritorna la tranquillità, ed eccoci a Breteuil, cento chilometri esatti, alla media di 33,300. Per altri 30 chilòmetri ripresero Ronsse, Max Bulla e Buse a dare sgropponi e durante uno di questi Folco forò. Riprese quando Gaillot acquetò la marcia. Frattanto però la media era salita a 34,200 Al controllo di Amiens i corridori furono fermati tre minuti per il rifornimento. Dopo Talmas ripresa delle offensive in un crescendo di ac canimento. Scappò Cornez, ma ebbe appena tempo di avvantaggiarsi di cento metri che Pélissier, Le Calvez, Battesini, Schepers si gettarono decisamente all'inseguimento e in breve lo misero a freno; ma l'assenza di Guerra li indusse a insistere d'accordo nel tentativo. Il nostro campione però assolse ancora magnificamente il compito di annullarlo. Era appena chiusa questa breve fase che Ronsse, veramente ammirevole per tenacia e coraggio, ne apri un'altra, e ancora Guerra gli balzò sulla ruota insieme ad Archambaud e Thallinger. I quattro si staccarono subito nettamente dal gruppo e iniziarono la salita resa famosa dalla Parigi-Roubaix con quasi mezzo chilometro di vantaggio guadagnato gdp3- 4Bc4188e4tdcsFGAeK(beA6r(6c(oo737JrgGe31s3e_t sesclusivamente per merito di Ronsse cche si dimostrava il più deciso a fare fsul serio. Poi ebbe anche la collabo-1 razione volonterosa del francese e dell'austriaco, mentre Guerra non sembrava troppo convinto dell'opportunità di giocare il tutto per il tutto. Sulla salita si nota la facilità del nostro campione, mentre gli altri si scompongono, senza peraltro rafforzare il proprio rendimento. Sino a Fravent, cioè per quasi venti chilometri, il vantaggio cresce progressivamente, anche perchè Guerra fa la parte sua, per quanto sempre senza troppo impegno. E davvero non può spiegarsi come un combattente della tempra di Guerra abbia esitato a gettarsi a capofitto nella mischia dalla quale avrebbe avuto tutto da guadagnare, perchè avrebbe almeno evitato qualsiasi altra sorpresa sul pavé che andava diventando sempre più frequente e che fra poco sarebbe stato continuo. Quando Ronsse vide che Guerra, praayrtpQteufpmBhGaatbrp e anche Archambaud, erano più disposti a sfruttare la sua generosità che a sostenerla con tutte le loro forze, e capi che ciò non avrebbe che portato^ all'esaurimento détte sue rinunziò al bel gesto e si rassegnò all'inevitabile, cioè alla ripresa degli altri che, condotti da Stoepel, Louyet e Speicher, andarono man mano riavvicinandosi per essere sui fuggitivi poco fuori Saint-Poi. I primi a riprendere furono Stoepel con Louyet, Speicher e Geyer, Questi quattro avevano appena finito il loro inseguimento che Louyet ebbe l'audacia di tentare a sua volta una fuga. Guerra lo convinse che era fatica sprecata. La calma che sopravvenne permise il ricongiungi-, mento anche di Lemaire, Buse, Maxi Bulla, Les Greves, Rebry, Moerenhout, Fayolle, Bernard e Decroix. Guerra fu chiamato al lavoro da un allarme destato da Bulla, poi da un altro di Decroix. Il fuoco di fila contro il nostro campione finalmente ebbe tregua. A ondate vennero dalle retrovie i ritardatari. Dei nostri, i primi furono Martano, Camusso e Folco; poi Scorticati, Piemontesi e] Battesini; quindi Grandi e Giacobbe; in ultimo Di Paco. Attraversata Bruaf, Decroix tornò alla carica con rabbiosi scatti, uno dei quali lo fece rimanere solo con Martano, seguiti da Les Greves, Ronsse, Rebry, Stoepel, Di Paco, Guerra, Buse, Archambaud. Ma presto sfumarono i duecento metri che costoro erano riusciti a prendere sugli altri. Il gruppo contava ancora una sessantina ai unità; si poteva dunque dire che finora la corsa non era stata che di preparazione. L'offensiva belga A Bethune si entrò in pieno pavé e non destò quindi meraviglia vedere i belgi passare decisamente all'offensiva. Fu Wauters che saltò a fondo e in breve ridusse la compagnia a una ventina di uomini, fra i quali vi erano Guerra, Martano, Scorticati. Una prima selezione era fatta. Leducq, Stoepel e Rebry si unirono per farne una seconda, ma Ronsse, e poi Guerra, riportarono a contatto quasi tutti. Fu a questo punto che uno dei nostri isolati, Gestri, vide stroncata la'sua impresa. Il toscano in una caduta si ferì a un ginocchio e avariò la macchina. Tentò di riparare al guasto, perse parecchi minuti senza riuscire a rimettere in piena e sicura efficienza la bicicletta, sentì sempre più vivo il dolore della ferita sciGb3cilnzcqvcmasnp| vddsnitspdrsvoqPz Deloor e Schepers si'man'tennéro fra e non ebbe la forza di continuare. Tanto più spiace il suo ritiro in quanto egli aveva in più momenti della giornata dimostrato di marciar bene e di poter aspirare a farsi onore nella categoria. Ma la sfortuna non si accanì solo in questo modo contro i nostri. Dirò subito, per non interrompere poi la narrazione dell'episodio principale, che sul pavé Piemontesi forò e Camusso ruppe un freno. Intanto accanimento di battaglia simili incidenti costano cari; a disagio sul terribile fondo stradale, soli nelle retrovie, i due tricolori si trovarono in netta condizione di inferiorità, senza aiuto, senza speranza e senza possibilità di riprendere. Così si spiega il tempo che essi hanno perso. Ma eccomi all'apertura dell'episodio finale, dopo La Bassée. Saettarono sulla stretta banchina Geyer e Hardiquest ; non furono presi Zi per lì sul serio, o gli altri sperarono che, ancora una vòlta Guerra facesse le spese della caccia, fatto sta che in un attimo il tedesco ed il belga presero 300 metri. Allora partì dal gruppo Archambaud, dietro questo Wauters, Stoepel e Speicher, mentre Guerra reagiva a stento e Leducq con Pélissier stavano a vedere quello che faceva il campione d'Italia. Questi non potè impedire che Aerts, Lemaire, Rébry, Decroix e Louyet, uno alla volta, gli sfuggissero pei- in seguire da soli i primi, imitati poco dopo da Deloor e Schepers. Questi due rimasero per un pezzo come punto d'avpoggio al gruppetto di Guerra, che invitò Pélissier e Leducq ad aiutarlo; ma il primo disse che ne aveva abbastanza di poter stare a ruota ed il secondo conduceva al suo turno in modo da essere sempre in grado di poter attaccare ogni tanto l'italiano con improvvisi scatti. Insomma, Leducq non voleva portare sotto Guerra, ma staccarlo, e quando questi capì il giuoco si guardò bette dal prestarvisi. Ecco come frattanto si sistemarono le posizioni di testa: Geyer piegò sulle ginocchia, dovette lasciare Archambaud e Hardiquest, fu superato da altri 19 uomini e perse in 10 chilometri 9 minuti. Altrettanto successe alle porte di Lilla ad Hardiquest, che nella sóla attraversata della città perse 4 minuti e mezzo. Si unirono Louyet, Aerts, Lemaire e Rébry; Wauters lasciò Stoepel, Decroix, Speicher, che avevano raccolto Hardiquest, ma poi fu ripreso; questo quintetto ed il gruppo in cui Guerra non era efficacemente aiutato che da Buse. Così Archambaud entrò solo nell'immenso Ippodromo e per mezzo minuto non si prese, oltre i due minuti riservati al vincitore, anche tre per il distacco di altrettanto sul secondo che risultò Louyet, Vittorio lcmsscptucavspldqdncpnenfddoGbsragèllcdgqrsshNeMaddèRpplndLsCdldrcc o in una volata di cui Aerts tentò ontestare la regolarità. Decroix (u più veloce del secondo gruppo e Guerra del quarto. E tutta la corsa dì oggi è stata ella, agitata, colorita, e gli ultimi 0 chilometri ne hanno riassunto e oncretato la passionalità sportiva e significato tecnico. Della prima on so se vi ho comunicato le vibraioni con la mia narrazione ; sul seondo voglio intrattenermi perchè è uello che più vi deve interessare se i stanno a cuore le sorti dei nostri olori. Ho già detto che la Parigi-Lilla ha mietuto vittime illustri, più o meno lle rad.ìcì. Di esse ve ne è in ogni quadra e la meno colpita anzi è la ostra. La sfortuna e una non comletezza di forma che male si addicea in una tappa così ingrata (ve lo icono i quasi 34 chilometri di meia) hanno gravato la mano sulla poizione di Camusso. Dire che egli ogi ha perduto la speranza di vincere l Giro non è essere pessimisti o fretolosi; è dire la semplice verità che arebbe puerile nascondere. Ma U iemontese in fondo era il comanante in seconda della squadra e speiamo di non averne bisogno per so tituire quello in prima. Che cosa deono dire in confronto i francesi che ggi hanno visto Magne perdere un uarto d'ora sui suoi diretti rivali? Può essere loro sufficiente consolaione il pensare ai minuti che ha uadagnato Archambaud, V uomo he non è eccellente in salita e non guadagnerà mai una tappa in volata, ioè non è il più indicato per fare da alfiere dei colori nazionali? Non credo. E i belgi non hanno orse Ronsse in ritardo sugli altri api squadra"! Quando io penso a uello che oggi ha compiuto Guerra ontro belgi, francesi e tedeschi, ha el miracoloso il fatto che in classiica egli sia alla pari di Leducq e pochi secondi da Stoeppel e Scheers. Le condizioni di Guerra La constatazione della forma del mantovano deve essere per noi moivo di nuova fiducia, anche se l'ateggiamento aggressivo degli avverari nei suoi confronti, del resto previsto, ci conferma che il suo compio sarà difficilissimo anche in seguito. Ma la situazione che si è venuta a creare nell'odierna tappa volge più a nostro favore che a Quello delle squadre avversarie. Se un dubbio ci poteva essere sul e possibilità degli uomini, una in rìnatura nella disciplina dell'assieme, oggi esso non esiste più. La quadra ha, da questo momento, un sólo capo ed egli avrà la spontanea collaborazione dei suoi compagni. Si può dire altrettanto della rappresenativa francese che ha al comando un elemento cui, nonostante il successo odierno meritatissimo, non può andare la fiducia di coloro che do vrebbero sacrificarsi per lui ? E il distacco tra Aerts, Lemaire e Schepers e Ronsse, è sufficiente a stabiire senz'altro una gerarchia? Credo di poter rispondere negativamente a queste domande e di dedurne che dalla battaglia di oggi noi usciamo non solo con l'onore delle armi, ma con una più salda compattezza e con più chiara visione sul da farsi dei nostri avversari. Nè ritengo che debba provocare eccessive preoccupazioni il fatto, innegabile, che la nostra squadra ha funzionato solo nella prima parte della gara, quando Battesini, Grandi, e anche Piemontesi, hanno reso ottimi servizi, e che nella seconda, Guerra ha dovuto fare da sè. Non bisogna dimenticare che la lotta ha stroncato uomini di classe superiore, che il percorso non si addiceva ai nostri corridori, che il compito del gregario, quando è così grave come è stato oggi finisce fatalmente con l'esaurire. Da domani non ci sarà solamente Guerra da battere; il suo compito e quello dei suoi compagni dovrebbe essere non di poco alleggerito. Un altro uomo da battere, sarà quello in « maglia gialla », e non sarà poco che le forze francesi non pesino esclusivamente sulle nostre spalle. Arehambaud è indubbiamente un corridore di grande classe, che ha avuto una spettacolosa giornata. Nonostante l'impresa compiuta, egli era oggi all'arrivo l'uomo più fresco. Ma io voglio aspettare a giudicarlo appieno sulle salite e in velocità, per dire che mi sono sbagliato nel giudizio della vigilia. Nella sua vittoria è sboccata linsistente offensiva di Ronsse che poi ha pagato a caro prezzo la sua eccessiva generosità, poi quelle improvvise di Geyer, crollato troppo presto, e di Hardipuest, nonché delle minori che sono venute da Aerts e Lemaire, da Decroix e Louyet. In altre paróle i belgi hanno seminato e un francese ha raccolto. Ciò non toglie che sia ampiamente dimostrato quanto conta la familiarità e la preferenza del percroso dalla presenza di nove belgi sui primi dodici classificati. A piene mani hanno raccolto i loro frutti ì corridori del pavé nella categoria isolati. Ma sapevamo già che essi avrebbero dominato in questo campo. Non è detto, però, che Louyet, Decroix e Hardiquest non debbano ancora fare i conti col nostro Martano, che oggi ci ha ha fatto prevedere quello che sarà capace di darci su altre strade. Anche domani avremo il pavé, ma solo in principio, e ciò ci spaventa meno. La tappa è anch'essa a percorso ondulato, ma più breve. Credo che sia più difficile di oggi evitare un arrivo in volata, e noi dobbiamo lugurarcelo, purché non sia di quel'.i che hanno reso tristamente famo va la pista di Charleville. GIUSEPPE AMBR0SINI. vemare meri di ficchrenatrimchprdi sfvosplasumbaseduviqumcole dempiticcotuchstchtacoMnihapal fvadiulpr«Cnoè mlafinagpicicmgrrisutesamtadilocasecasppuzolirodganmdtosedsmringpnasee udspnasmtrsmbasglafcti sgvpinpVstv5ri etdslemaccmVridcsCvsgbbrsvsnmmtn\nnst L'ordine d'arrivo 1. Maurizio archambaud (Francia), che copre i 262 chilometri in ore 7,48' e 45", alla media di chilometri 33,536 (tempo valevole per la classifica: ore 7,46' e 45"). 2. Leone Louyet (Belgio), primo degli individuali, in ore 7,51'17*' (tempo valevole per la classifica: ore 7,50'17"). 3. Jean Aerts (Belgio), in ore 7,51' e 17"; 4. Lemaire (Belgio), id.; 5. Rebry (Belgio), id. - 6. Decrolx (Belgio), secondo degli individuali, in ore 7,53' e 16"; 7. Speicher (Francia), id.; 8 Stoepel (Germania), id.; 9. Jean Wauters (Belgio), id.; 10. Hardiquest (Belgio), terzo degli individuali, id. - 11. Deloor (Belgio), in ore 7,53'58"; 12. Schepers (Belgio), id. - 13. Guerra (Italia), in ore 7,54'9" (distacco dal primo 7'24"); 14. Buse (Germania), id.; 15. Carlo Pelis3ier (Francia), id.; 16. Cloarec (Francia), quarto degli indivi-] duali); 17. Leducq (Francia), id.; 18.! Peglion (Francia), individuale, id. - 19.] Martano (Italia), individuale, in ore 7| e 55'40" (distacco dal primo 8'55') - 20. Ronsse (Belgio), in ore 7,56'28" - 21. Geyer (Germania), in ore 7,57'41" - 22. Le Greves (Francia), in ore 7,58* e 44"; 23. Max Bulla (Austria), id.; 24. ex aequo Monderò (Francia); Le Goff (Francia); Rinaldi (Francia), Bernard (Francia); Battesini (Italia), distacco dal primo 12'01"; Moerenhout (Belgio); J. Vervaeke (Belgio); Neuhard (Francia); Folco (Italia); Scorticati (Italia), tutti nello stesso tempo - 34. Fayolle (Francia), in ore 8,0'34" - 35. Thallinger (Austria), in ore 8,1*16* - 36: Grandi (Italia), in ore 8,2'1", distacco dal primo 15'16"; 37. Dignef (Belgio), id. 38. Blattman (Svizzera), in ore 8,3'25" - 39. Level (Francia), in ore 8,4'3"; 40. Antonino Magne (Francia), id.; 41. Bettini (Italia), id.; 42. Cornez (Francia), id.; 43. Lapebie (Francia), id. 44. Roosemont (Belgio), in ore 8,05" e 15" - 45. Driancourt (Francia), in ore 8,06'34" - 46. Degraeve (Belgio), in ore 8,07'35" - 47. Haas (Francia), in ore 8 e 08'46"; 48. Buttafuochi (Francia), id.; 49. Trueba (Spagna), id. - 50. Piemontesi (Italia), in ore 8,11'20", distacco dal primo 24'35"; 51. Brugere (Francia), id.; 52. Camusso (Italia), id., distacco dal primo 24'35" - 53. Benoit Faure (Francia), in ore 8,12'15" - 54. Gaillot (Francia), in ore 8,12*52" - 55. Alfredo Buchi (Svizzera), in ore 8,13' e 06"; 56. Pipoz (Svizzera), id.; 57. Kutschbach (Germania), id. - 58. Erne (Svizzera), in ore 8,14'24"; 59. Giacobbe (Italia), id., distacco dal primo 27' e 39"; 60. Luisoni (Svizzera), id. - 61. Antenen (Svizzera), in ore 8,16'46"; 62. Le Calvez (Francia), id.; 63. Pastorelli (Francia), id.; 64. Bergamaschi (Italia), id., distacco dal primo 30'01"j 65. Firpo (Italia), id.; 66. Alberto Buchi (Svizzera), id.; 67. Alfredo Buia (Svizzera), id. - 68. Ignat (Francia), in ore 8,17'28" - 69. Di Paco (Italia), in ore 8,18", distacco dal primo 31'15" 70. Altenburger (Germania), in ore 8 e 32'46"; 71. Thlerbach (Germania), Id. 72. Bisseron (Francia), in ore 8,23'53". Sono stati eliminati il belga Emilio Joly, lo svizzero Strebel, il tedesco Sie ronski, i francesi Intcegaray e Beren< ger, lo spagnolo Cepeda e gli italiani Gestri e Viarengo. Classifica per Nazioni 1. Belgio, in ore 23,33'51" - 2. Fran eia, in ore 23,36'10" (distacco 2'19") . 3. Germania, in ore 23,45'6" (distacco 11*16") - 4. Italia, in ore 23,54*54" (distacco 21'3") - 5. Svizzera, in ore 24 e 39*37" (distacco ore 1,5'46"). tnldlgzcseTtgelisnmnfr F ARCHAMBAUD ma anche Guerra fu costretto a in LOUYET AERTS