Verso la navigabile Milano-Venezia

Verso la navigabile Milano-Venezia I LAVORI DI SISTEMAZIONE DEL PO Verso la navigabile Milano-Venezia PARMA, giugno. Qualche giorno fa, una numerosa cognitiva di soci del Touring si è riunita a Parma per iniziare una escursione che il programma definiva «fluviale - automobilistica », attraverso un Itinerario che non poteva essere più suggestivo. Da Parma, la comitiva, ideila quale facevano parte molta tecnici, doveva portarsi, per Colorno, Sacca e Casalmaggiore, fino a Mantova. Di qui, per via fluviale in massima parte, attraverso il Mincio, il Po ed i canali Ìnt3rni, dopo aver toccato Ferrara, con le sue bonifiche ed Adria, doveva raggiungere Chioggia e Venezia, punto di arrivo. L'escursione aveva principalmente lo Scopo di favorire la conoscenza di tutto U grandioso e pur poco noto complesso Idi lavori, parte in corso e parte compiuti, diretti a favorire la navigazione interna, a sistemare il Po, a disciplinale sempre meglio la rete di fiumi odi Icaaali che solca, sempre più fitta, la [parte orientale della pianura padana; accanto a questi scopi, quello più generale e più alto, che costituisce ragion d'essere per il valoroso sodalizio: far conoscere sempre meglio l'Italia. Una gita sul Po lo stesso Touring l'aveva organizzata alcuni anni prima della guerra, in tempi nei quali, agli snobisti, i viaggi in Italia sembravano privi di interesse, e si cercavano le bellezze, Baedeker alla mano, soltanto oltre confine. Chi ricorda quella lontana gita fluviale sa che essa, per quasi tutti coloro che vi parteciparono, sembrò *in vero viaggio di scoperta. Si seopriIvano, infatti, le bellezze, in gran parte Ignorate, del nostro massimo fiume, e pareva allora strano, quasi incredibile, ;jche a pochissima distanza da vie intenBamente battute dal traffico e percorse Jdal turisti, potessero celarsi, ignorati Hai più, fasciati di solitudine, paesaggi di incantevole bellezza d'acque e di boschi, conosciuti soltanto da pochi canottieri di Piacenza o di Cremona o di Ferrara, oltre che dalle popolazioni rivierasche. Oggi, a più che venticinque 'anni di distanza, non è il caso di parlare di scoperta, ma un viaggio sulle sponde e sulle acque del Po, presenta sempre il fascino della novità e riserba ad ogni istante delle sorprese. La scelta di Parma quale località di riunione e punto di partenza per l'escursione, era dovuta al fatto che in nllcpsltpilmlnpn intesta città risiede il Circolo Superiore D'Ispezione per il Po, cioè l'organo che SSirige e coordina tutto il servizio idrografico, nonché l'opera di vigilanza e di Sistemazione svolta dal Genio Civile Ideile singole provinole rivierasche. A Parma fanno capo tutte le osservazioni Idrometriche, tutte le segnalazioni sul 'regime del sistema fluviale padano, dal' ■l'Alto Piemonte fino all'Adriatico. Tutta l'organizzazione per fronteggiare le piene è coordinata dall'Ufficio di Par tna. Ma, accanto a questo compito, che rientra nella vigilanza ordinaria del grande fiume, all'Ispettorato del Po inIcombe ora la direzione di un'opera granellosa di sistemazione fluviale, in corso Ha pochi anni, la quale deve provvedere alla regolazione del tratto centrale del torso del Po, dalla foce dell'Adda a (quella del Mincio, cioè il tratto del fiu pie nel quale finora non esisteva opera jalcuna, all'infuori del sistema arginale, e dove il fiume, scorrendo a suo capriccio, talora restringendosi fino a polche centinaia di metri, talora dilagando, tra isolotti e golene per una larghezza di chilometri, aveva finito per Tendere la navigazione fluviale un'impresa aleatoria, possibile soltanto a pie (coli natanti e quindi di scarso vantaggio economico. Si comprende infatti come il corso Bel fiume, ora restringendosi ora ampliandosi, finisse per variare non solo la velocità della corrente ma altresì i fondali. Lo scopo primo della sistema' Clone è quello di ridurre il fiume, in regime normale, ad una larghezza media di 3-400 metri. Si otterrà cosi di rendere pressoché costante la sua velo cita e di accrescerne 1 fondali dove ora sono troppo bassi: in una parola di pendere più facile la navigazione. Occorre per questo procedere, lungo tutto il tratto, lungo ben 140 chilometri, lad una sistemazione delle sponde dove È possibile utilizzarle, oppure alla creaticele di sponde artificiali, create nell'alveo stesso, mediante opere ohe seguono il corso del fiume e la direzione del filo di corrente, collegate alle sponde con dighe trasversali. Una simile impresa, estesa lungo i 140 chilometri del fiume, tra Adda e Mincio, sarebbe stata costosissima. Ma il fiume ha un corso molto tortuoso, e la sistemazione è necessaria soltanto nelle curve e precisamente dove queste risultano concave verso il filo di corrente, cioè nei cosidetti gorghi e dove si manifesta la forza erosiva delle acque. Si tratta cosi, in tutto, di 51 opere, ad andamento curvilineo, talora appoggiate alla sponda talora spinte molto in- dti i o o o e di a ; : g a li o a tò e e e, ne ti di di ie re a a di en col- nanzi, nel letto stesso del fiume e legate alle rive. 0 Queste dighe si elevano di poco sul livello di magra, un metro e mezzo circa. Esse non pretendono opporsi alle piene, che solo gli argini maestri possono contenere. L'acqua, sommergendole, si alzerà turbinosa fino a sei od otto metri al disopra, ma alla fine della piena gli argini riappariranno ancora intatti nella loro funzione: 'quella di limitare le acque solo nei periodi normali che sono del resto quelli nei quali la navigazione è possibile. Il lavoro fu ritardato, di anno in anno, per molti motivi, uno dei quali, principale fra tutti, era la ragione economica. Anche limitando le opere, come si è detto, ai punti soggetti all'erosione, cioè i gorghi, la spesa necessaria appariva pur sempre fortissima e tale da rendere la sua convenienza economica, in ogni caso, assai dubbia. Basta pensare che una diga la quale presenti tutti i requisiti di sicurezza necessaria, elevata due metri sulla magra ordinaria, deve spingere la sua base a otto metri di fondale. Per sicurezza la sua altezza non dovrebbe superare il doppio della base. Ne risulta, in totale, la rispettabile sezione di 250 metri quadrati. A volere costruire dighe siffatte in pietrame oppure coi cosiddetti « buzzoni » — grossi fasci di rami di salice intrecciati lunghi alcuni metri, rinforzati da filo di ferro ed appesantiti da molte pietre collocate nell'interino — il costo della sistemazione del Po sarebbe salito alla cifra di 15 milioni al> chilometro. Tenendo conto che occorreva costruire dighe per una lunghezza di 80 chilometri almeno, 11 costo dell'opera sarebbe risultato di quasi 1200 milioni. Era necessario quindi trovare una soluzione più economica. Si trattava di ne cessità assoluta, anche perchè la siste' e e i e A i l e e l o e l a a r inazione del Po fra l'Adda e il Mincio, oltre a essere anche fine a se stessa, fa parte del progetto per la linea navigabile Milano-Venezia, progetto grandioso ma che appunto per questo non deve essere reso più arduo dal costo eccessivo di una sua parte. n programma non sarà attuato che per gradi. La via d'acqua Venezia-Milano, che servi un tempo anche quale ottimo argomento politico - elettorale, costituisce un complesso problema nel quale l'incognita più grave non è rappresentata tanto dal canale navigabile Milano-Po, quanto dalla possibilità di navigare questo fiume, scorrente, in regime ordinario, per oltre cento chilometri senza vincoli di sorta, in condizioni non dissimili a quelle del secoli passati. La soluzione è stata trovata e la sua applicazione porta la data del 1926. Oggi, collaudata dall'esperienza, i lavori si svolgono dovunque secondo il nuovo sistema, del quale, a Sacca ed a Casal maggiore, 1 gitanti del Touring hanno potuto vedere due esempi caratteristici. FEDERICO BRESAD0LA. gsdamemfgcddccngzblnagssu Sistemazione di sponde presso Casal maggiore Argine trasversale presso Sacca