Prove e conferme

Prove e conferme I problemi delia radio dm Prove e conferme I L interesse degli ascoltatori per ìdi problèmi della radio, a giudicare 1 adalle lettere che riceviamo, è vivis- psimo. Dobbiamo avvertire tutti co- ploro che ci scrivono, suggerendo nquesta cosa o quella, lamentando |dche non rispondiamo, che non ci occupiaino di quanto ci viene esposto, che non segnaliamo l'inconveniente A o l'inconveniente B, dobbiamo avvertirli che noi facciamo qui questioni di carattere generale, esaminiamo i problemi essenziali delle radiotrasmissioni e non possiamo perciò tener dietro a lamentele che hanno carattere particolare e, anche se urbano la onesta suseettibi- .nlità di qualche radioamatore, non cpossono assumere carattere di inte-1 csTl'p1 vtGliSresse generale. Certo se dopo predica contro la bestemmia e la immoralità la radio attacca una canzonetta piccante e audaos, come è avvenuto la sfera del 12 scorso, "conveniamo che il senso della convenienza e dell'opportunità non è Btato rispettato. Quel lettóre che ha considerato una fortuna l'aver anticipato il prahzo e non aver più a (tavola lè sue figliòle è accontentato. Certamente l'E.I.A.R. eviterà che, Hn seguito, simili inconvenienti abbiano a ripetersi. Ringraziamo tutti delle buone parole e assicuriamo i nostri lettori iebe la loro collaborazione ci è graiditisstma, pur avvertendoli che per certe cose e meglio rivolgersi diretIfcamente all'E.I.A.R. e per altre 'tante volte non crediamo che possano interessare o che sia opportuno interessarsene. Volevamo parlare oggi del varietà; Ina questo e un problérna che sta per essere risolto dall'interesse e dall'intelligenza delle Case produttrici di dischi e dai commercianti. L'aver pensato di trasmettere le musiche richieste dagli ascoltatori alla ditta X è un'idea che fa onore alila ditta stessa e dà, nello stesso ttemjto, agli osservatori come siamo noi, un orientamento preciso sui gusti disi pubblico. Come pure aver organizsato l!ora dèi dischi della tale ditta o della tal'altra, è una cosa fati» benissimo: la concorrenza aguzza l'ingegno e chi ne guadagna è la grande massa degli ascoltatori che riesce finalmente ad avere programmi cosi vari e intéressanti da godersela un mondo. Nella settimana in coreo abbiamo passato due ore deliziose, e le dobbiamo a due Case commerciali. I produttori di dischi pare abbiano capito che far trasmettere alla radio le più insulse canzonette o i più sciocchi ballabili, screditava e danneggiava le loro stesse marche; mentre trasmettere il meglio della loro produzione le accredita e le valorizza — era così evidente! —, e gì sono messi su questa via. Noi vorremmo che le ore concesse alla Ditta X o alla Ditta Y aumentassero, anche perchè abbiamo constatato con vivissima gioia che gli ascoltatori, nei quali noi abbiamo più stima e più considerazione di quanto comunemente non se ne faccia loro credito, chiedono di ascoltare, — udite, Udite! — Schùbe-rt, Beethoven, Mendelssohn e i nostri santi padri, Verdi, Rossini, Donizzetti, Puccini, Mascagni, Cilea, Giordano, e di questi il meglio, si, il meglio della loro opera. E quando chiedono canaloni e ballabili vengono fuori i nomi di Di Capua, Tosti, De CurItis, De Leva, Gastaldon — quanta gente non ha chiesto la famosa Musica proibita! — e Strauss e Lehar, e anche se vogliono le canzoni più recenti, sono Te più belle che scélgono, ì fox-trott più attraenti, i tango più trascinanti. Vivaddio, (questa gran massa- di ascoltatori anonimi ha molto più buon senso di tutti noi messi insieme. Avete visto che non ci eravamo ingannati quando affermavamo che non è affatto vero che il'pubblico (vuole cose mediocri perchè non può intenderne, in generale, di meglio? Non è questa la prova tanto mvoilontaria quanto dimostrativa che ci iviene offerta a suffragio delle nostre affermazioni: essere, cioè, la nadio, anzitutto e soprattutto, un mezzo incomparabile di educazione, ed esser gli ascoltatori desiderosi e ansiosi di apprendere e di imparare? ISi annoiano e protestano quando la (radio non riesce ad interessarli, e (tutto ciò che è mediocre non interessa nessuno, nè i colti nè gli incolti: la peggiore condanna che si possa pronunziare contro le cose una i cffslslmstcqrvèddscbnspdhesnnhplEdicmest dello spirito è quella di giudicarle mediocri. Bisogna perciò uscire dal marasma mortale nel quale pareva che! si fosse adagiata indolente la gio-l vane istituzione radiofonica Italia-1 na, e uscirne presto e bona. Sintomi confortanti ci sono, e dobbiamo, segnalarli alla pubblicai attrazione. La premura e .l'intelli-j pensa con le quali l'E.I.A.R. ha' provveduto a eliminare gli inconve-| nienti che noi abbiamo lamentati! debbono essere lealmente rilevata, nuto la parte di Cassio nell'Otero., coadiuvati da un coro rafforzato con elementi del coro dell'opera e segnalate e lodate. La stazione di Torino ha trasmesso due opere, l'Otello —- ma perchè sostituire il protiagonist/1 la seconda sera? — e 1 cavalieri di Ekebù in edizioni davvero memorabili; e si appresta a trasmettere stasera un'operetta, La Geisha, cantata da artisti lirici quali la Paola Guerra e il tenore Del Signore, che recentemente ha soste e e a ù a , o i a , ù i , i i o con una orchestra di cinquanta pròfessori. Benissimo: ma non bisogna fare soltanto degli assaggi; è necessario farsi un programma, discuterlo, perfezionarlo, attuarlo; è necessario che tutti, tutti i problemi della radio siano sottoposti ad un esame attento coscienzioso scrupoloso: solo così l'EI.A.R., che ha in sè tanti elementi e possibilità di successo, potrà conquistare nel mondo quel primato che deve, deve assicurarsi per le ragioni già dette più volte e perchè, in fin dei conti, non è nemmeno difficile conquistarlo. Il problema dei concerti, quello delle stagioni liriche, il problema del teatro drammatico, che la stessa Commissione di vigilanza giudica ancora insoluto, qu'allo della pubblicità hanno richiamato l'attenzione dei dirigenti dell'E.I.A.R. ? Perchè non si procede ad uno scambio di conferenzieri tra il gruppo Nord e il gruppo Sud, allo scopo di variare è le voci — anche la voca ha la sua importanza alla radio — e gli argomenti? Variare, variare sempre dovrebbe essere uno dei canoni fondamentali delle trasmissioni radiofoniche, e se i conferenzieri hanno voci poco radiogeniche — e, purtroppo, ce n'è^ — far leggere l'annunziatore, che legge benissimo. E non abusare nell'ora del pranzo di tre minuti o di alcuni minuti di intervallo: questi intermezzi — diciamo con una frase comune — fan morire d'inedia. Un po' più d'ordine e di diligenza e l'inconveniente scompare, perchè sono queste piccole cose — piccole cause che nell'ascoltatore generano grandi effetti —, che finiscono coll'indispettire il pubblico e col fargli giudicare malfatte noiose insopportabili persino le cose fatte bene e degne di migliore considerazione. Molti lettori ci fanno giustamente osservare, a proposito delle opere liriche trasmesse finora, — e questo fatto prova ancora una volta quanto andiamo sostenendo noi, che la stagione lirica, cioè, deve essere organizzata e diretta da una sola persona, da un solo direttore — che sono state messe in onda, ad eccezione dell'OìeZZo e del Faust, opere che la maggioranza degli ascoltatori non ha mai sentito, e pare, a leggere i programmi, che si continui di questo passo. Non sarebbe più logico e più opportuno alternare opere note e opere meno note ? Ci sembra di sì. Se ci fosse il dittatore che noi invochiamo questi inconvenienti non avverrebbero. La Radio polacca questo problema l'ha già risolto — ce ne dà notizia, oggi, il Radio Corriere — ha nominato suo direttore generale musicale l'ex-direttore dell'Opera di Varsavia, il quale farà passare al microfono tutti i più grandi virtuosi e direttori della Polonia, modificherà e migliorerà la grande orchestra e si ripromette un attivo scambio di trasmissioni col resto della rete europea. Perchè un programma così importante — pensare soltanto alla propaganda! — non è il nostro? SAV. L

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