L'industria in provincia di Alessandria

L'industria in provincia di Alessandria L'industria in provincia di Alessandria Prevalenza delle piccole e medie aziende - Progressi tecnici e armonica collaborazione di classe - Vitalità ed efficienza in tutti i settori ALESSANDRIA, giugno. aOli volesse ricercare le origini del rmovimento industriale sviluppatosi din questa plaga—così intensamente mrurale — con una densità di imprese ned una ricchezza di aspetti che sono ipròprie delie regioni a carattere in-- dustriale, dovrebbe risalire agli anni èche precedettero il compimento del- rl'unità nazionale, per ritrovarle in tuno dei fatti politico-militari di quel dciclo glorioso. La preparazione della tguerra contro l'Austria, nel decer.- nnio precedente il *59. aveva fatto sfuardare ad Alessandria come punto N1 partenza per l'invasione della pLombardia. Ma a questa funzione, sl'antica piazzaforte avrebbe potuto cassolvere, soltanto se munita di quel onuovo mezzo di comunicazione la cui dimportanza militare e politica anda- tva allora emergendo i la ferrovia, sQuesto intuì Cavour e fu così che vvennero celermente costruite le linee dAlessandria-Vercelli ed Alessandria- vMortara e portata a compimento la cTorinc-Alessandria-Genova. decreta- mta sin dal 1843, ma effettuata, sol- dtanto, fino a Novi. rEcco nascere così, da un prowe- zdimento suggerito da ragioni politi- uco-militari, la condizione di fatto che tdoveva imprimere come una svolta Ivalla_storia economica di questa pia- Cga. Diventata il nodo ferroviario più importante del Piemonte e destinata a costituire, più tardi, uno dei nodi principali d'Italia, Alessandria vide moltiplicarsi le sue attività e sorgere, entro la cerchia dei suoi campi opimi, gli opifìci e le industrie alle quali doveva essere legata tanta parte del suo divenire e dalla sua fortuna economica. Risale a quegli anni l'origine dell'industria che ne ha fiottato il nome oltre le Alpi ed oltre 'oceano: risalgono a quegli anni a! cpsaècndntre iniziative Industriali, non meno fortunate seppur meno note. Ma da allora in poi. il movimento di espansione e di ascesa non ha avuto soste, incertezze, arresti, dando alla compagine degli organismi industriali locali, con una compattezza sempre più salda, una vitalità ed una effi- cienza sempre maggiori. Oltre duemila aziende Da questi cenni sul processo di formazione e di sviluppo dell'industria nella provincia, discende neila congiuntura attuale un interrogativo: fino a qual punto la bufera economica, che va flagellando il mondo da quattro anni, ha infrenato il movi- ffi^Ì!fW8^nen«f!Le ^Stra"industriali ed in quale misura ha inciso sulla loro compagine? L'indagine non può prescinde.e da un termine fisso, indispensabile per i raffronti e le comparazioni, e questo termine fisso è rappresentato dalla consistenza che l'attività industriale presentava al 1° gennaio 1929, Fan èdpjno che vide scatenarsi sul mondo la;bufera economica che ancora trava- tutti i paesi Al 1- gennaio 1929 to ditte inquadrate nell'anione indù- 8tnf^ fasciste nella provincia era- uno 1956 e le ditte inquadrate nella I sezione dell'* Amma >, ma tuttavia controllate dall'Unione Industriale, erano 101. Orbene, raffrontando questi dati con quelli dei tre anni successivi (eigioverà considerare che nel frattem- ; po, l'organismo produttivo si e libe- rato dalle incrostazioni malsane che vi si erano andate formando durante :ìl periodo dell inflazione) una con- lstetazione colpisce: la miriade delle ;imprese, sparse in questo e negh ^-tri centn della provincia, non e s.a.-:te falcidiata dalle perniciose conse-■guenze della crisi. Ma ecco 1 dati del quadriennio: Unione Industriale A.M.M.A. 1929: 1930: 1931: 1932: Ditte 1956 - 1040 - 1959 - 1967 - Ditte 101 103 106 99. Molte cose possono desumersi dal la realtà che e espressa in queste ci- !fre, ma, in primo luogo, colla sana ivitelità della moltitudine delle im- prese, la combattiva volontà di que- ;sta classe industriale, la quale, sor-rette dalla politica animatrice del Regime, ha lottato contro le difficol- ta, spesso ricrescenti e risorgenti, per assicurare lavoro alle maestran- ze e per salvaguardare il nome delle proprie aziende. E che l'iniziativa1individuale — operosità, tenacia, preveggenza, ecc. — abbia rappre- 'Bentato il fattore precipuo nella di- ;fesa contro le difficoltà nascenti dal-hla depressione, può essere rilevato !con tutte evidenza ove si abbia ri- guardo alla compos:'.ione della com-pagine industriale di queste provin- cia. Il fenomeno che si è visto nel campo dell'agricoltura — l'assenza cioè di imprese gigantesche, le quali, •mpi difficili, vedono accentuate in tempi le difficoltà del momento dalla struttura elefantiaca che le carattej ' 'za e le regola, ed il frazionamento, invece, della proprietà, sino a dar luogo ad una miriade di imprese là ove altrove avrebbero vita poche iniziative, viventi in larga parte sul credito ■— si ripete anche nel campo industriale. Collaborazione fervida ed operosa La compagine industriale della provincia è data in gran parte dalle piccole aziende nelle quali l'industriale raccoglie in sè tutti i compiti dei consigli d'amministrazione, riu scendo a sentire meglio, assai spes SO, il.polso ed il ritmo dell anaamen- to della sua fabbrica. Sulle 1967 dit- te inquadrate nell'Unione Industriale al 1" gennaio di quest'anno, ben 862 hanno meno di dieci dipendenti; 225 da dieci a venti dipendenti; 182 da venti a cinquanta : 39 da cinquanta ad ottanta; 45 da ottanta a centocinquanta; 18 da centocinquanta a trecento; 6 da trecento a cinquecento; e 6 con oltre cinquecento. Emerge da ciò che, in con- f ronto della grande industria, assen- te o quasi, prevale nella provincia la « ' ìjì„ in^,,cirin fin che- po- P^O^^^^^^P^'^^^^istituisce, sovratutto m questo mo- mento, per la compagine industriale, ragione di forza e di indipendenza t^SS^S^&J^M: sente maggior legame, e quindi più fervida collaborazione, fra datori di lavoro ed operai. Molto spesso l'efficienza dell'azienda non viene ridotta per assicurare la continuità del lavoro delle maestranze e le maestranze, il cui lavoro è nella quasi gene; ralità - assai redditizio, consapevoli dello sforzo che l'industriale fa per cmoltiplicano la loro operosità e c 1—i-i j ^.,^0^ escano 1 £^?!U^ano 'bassicurare loro il settimanale sala- 'p1rio. moltiplicano ' «*» - 'pdiligenza perchè meglio finiti dalla fabbrica e possa-i pno auindi reggere la concorrenza con ipi migliori. I t H principio di collaborazione, che ?fè alla base dell'ordinamento corpo- '*™rativo, trova qui un'applicazione in- \Stegrale, costante. Merito dell'una e Sdell'altra parte, le quali, per la strut- tura stessa degli organismi cui dàn-|tano la loro ODera, vivono in un'atmo-' msfera di vicendevole comprensione., eNe fa fede il ritmo con cui si e com-,zpiuta la elaborazione degli accordi ' ^sindacali e l'applicazione schietta efconvinta, che l patti conclusi dalle imorganizzazioni hanno per parte dei datori d'opera. Tutte le più importanti categorie di lavoratori Bono state sistemate con contratti di lavoro provinciali o con l'integrazione di contratti nazionali con patti provinciali, e l'accordo per la firma dei concordati — applicati compiutamente e disciplinatamente dagli industriali — e stato generalmente raggiunto in sede provinciale : ecce- zionalmente in sede confederale. Per un solo contratto — quello riflettente l'industria del cappello — si è dovuto interessare il Ministero delle Corporazioni, ma anche per- questo concordato, che interessa una delle più importanti branche dell'industria alessandrina, l'accordo è in atto. I riflessi della depressione economica Se dal campo sindacale l'indagine è portata al campo tecnico, i rilievi che si possono fare non sono meno netti, precisi. L'opera di revisione e di razionalizzazione, già intrapresa nel 1928, è stata proseguita durante IL9lPnvzn H!1"" 5.V;!?tocosì, con un lar . i™?]??0_3i-la™r?im?ccAnlc_° e . : asituazione del mercato,,,„,„lr, i_ _„.;i,hm j; .._ „„„aì__ 1mentre la possibilità di un maggior aTctT(T1VfL6T"'^ organismi industriali, come ci a ,,7=f„ 5™ a <,*«>fa ;^,^t9 <»n _go movimento di concentrazione, si è avuta la riorganizzazione interna delle fabbriche, la revisione dei sistemi di produzione, per adeguare il costi alla situazione del mercato, | ,VSmriSconsiderata in tutte le aziende ove si prospettava attuabile, tenendo tuttavia presente la necessità, umana e sociale, di non aggravare la disoccupazione. Purtroppo, al progredire di quest'opera di revisione e di as psMrserò non ha fatto riscontro un mu- ,lamento di indirizzo nella curva del- la depressione: la crisi non ha cessato di infierire con ripercussioni varie, larghe, moleste. Se la compagi- si è visto, non è stata intaccata, gli effetti della depressione sono stati inevitabili, per l'industria alessandrina, in rapporto alla produzione, e ne hanno cagionato, fatalmente, una contrazione. ~ ----------- . . « | Quattro dei nuclei industriali pm «attivi e cospicui — ouelh dei caD- IBpellifici e dei caizaturifici, l'enologi- ; ^ ,1 h 1: 'fi ^ ° " ^eri - derivSo il toro sv^ fu dal commercio con l'estero. I us^lliflcl, che occupavano all'inizio crisi mondiale (1929) più di 4000 operai e producevano diecimila cappelli al giorno (per il 90 per cento destinati ai mercati esteri) han visto chiudersi in gran parte gli sbocchi d'oltralpe e d'oltreoceano erigersi delle barriere doganali ; g • . ^zatnrim (15 grandi stabi UmenU CQn una produzjone annua di :un milione di scarpe) e le varie branlhe dell'industria enologica, una so;{ delle quali puella ostinata alla produzione del vermut, esportava :circ& 2Q mila ettolitri all'anno, per ■ valore dì oltre dod5ci milioni di lire e- ovvio da cjò, che immutate la consistenza numerica delle aziende, i quadri delle maestranze hanno tuttavia dovuto ridursi, con una col- laterale contrazione della produzione 1 e riduzione delle ore lavorative. Le | rilevazioni della Unione Industriale fissano in 32 ore settimanali la me dia delle ore lavorative, mentre fan n !no" ascendere a circa il 40 per cento, i rispetto al 1928, la contrazione glo Daie dell'attività industriale, ; ge Si raffrontano questi dati con |quenj cne rispecchiano la situazione : dell'industria in altri paesi, le dedu j zionj cne ne scaturiscono sono a tut t0 nostro vantaggio. Spiragli di luce j nU0va e maggiore si notano per al tro aj nostro orizzonte ed i 35.767 1 addetti delle 2066 aziende industriali dj questa provincia (cappellifici: ' 3190 • meccanica e metallurg. 3303 ; ; tessili : 1820 ; fibre tessili artificiali : hrj67; laterizi: 1666; cementi 2032; !^l^ture ed affini: 2665; chimici: j 334. edjij : 5761 ; cotonifici : 1769 ; !oran* ^ argentieri: 658; legno: ; io02, per ricordare soltanto le ca ■■ teg0rie maggiori) nella coesione e | nella digcipiina dei nuovi ordinamen ti vedono in atto la certezza del do ; mani migliore. F. ARGENTA.

Persone citate: Cavour, Odera

Luoghi citati: Alessandria, Austria, Italia, Piemonte, Stra