Al Magg. Bettoni il G.P. Città di Torino

Al Magg. Bettoni il G.P. Città di Torino Il Concorso Ippico torinese Al Magg. Bettoni il G.P. Città di Torino Se gli scettici — talvolta scetticismo ! poe ignoranza sono sinonimi — ancora I tedubitosi dell'interesse e della attrazio-ìtone che le gare di concorso ippico possono esercitare sulle folle, avessero assistito alle riunioni di ieri al campo del Valentino si sarebbero, forse, ricreduti. Dico « forse » perchè, francamente, sulla buona fede di talune tenaci incredulità — e quindi sulla possibilità di onesto ravvedimento — di non poche persone, per il loro ufficio in funzione di guidare e orientare le preferenze popolari verso l'uno, o l'altro sport, io ho sempre nutrito i miei fondatissimi sospetti. L'equitazione è uno dei pochissimi sport di cui oggi è scabroso parlare senza conoscerla; per conoscere l'equitazióne bisogna averla praticata; per praticarla bisogna non aver orrore delle ammaccature... e qui ricaschiamo, senza volerlo, nello sconveniente discorso dei « combattenti » e degli « imboscati t. Il vivo interessamento del pubblico E' noto, invece, che nessuno vieta a chicchessia di parlare o scrivere di maratone o di foot-ball, di motociclismo o di boxe. E' il vantaggio — o lo svantaggio — dei cosidetti sport popolari, dei quali, penso, mai come oggi si è parlato e scritto con tanto frequente, impavida incompetenza. Sicché, per ora. è probabile sia te- ■ zimerario sperare in un veramente ara- ' è pio e facile riconoscimento delle virtù j ae delle attrattive del nostro eccellente ivsport. Ricordate quello che Shakespea- |Rre fa dire a Bolingbroke, duca di He- rireford? Che « il veleno non piace a chi SvaqusotopesecozovachgnF« chtucetedepr« codecospdeniccocsnRcriRbdretistecLgnne ha bisogno » Al campo del Valentino, dunque,' ieri, nonostante il temporale pomeridiano, il pubblico era densissimo, era attentissimo, discuteva, commentava, soffriva e gioiva; conosceva il nome di tutti i cavalli e di tutti i cavalieri, protestava contro i responsi della giuria — per quanto essi siano sempre stati esemplari per equanimità e ponderatezza — appk udiva, criticava, o elogiava l'aspetto dei cavalieri, le andature, le « cedute », lo stile dei cavalli, gli errori, e dava pareri persino sugli ostacoli e sui percorsi. Insomma uno di quei tali competenti di cui sopra scriverebbe che il pubblico del Valentino ieri « faceva il tifo ». Io non lo scrivo perchè l'espressione non mi piace e perchè il tifo, finora, non l'ho mai avuto; mi accontento di constatare che il pubblico torinese capiva le gare e le godeva. Vale a dire che il concorso ha già raggiunto lo scopo forse più importante che il comitato si era proposto: quello di propagandare l'equitazione. Ed è peccato che a tal fine siano mancate, a causa della ristrettezza del tempo, resa più sensibile dalle sospensioni provocate dalla pioggia, le esibizioni di sezioni di giovinetti a cavallo che, come si era detto, la scuola di via Colli intendeva offrire al pubblico del Valentino negli intervalli tra una gara e l'altra. A prescindere da tutto quanto si è detto finora, l'interesse per le gare di ieri era quanto mai giustificato. Le somme di cui riescono a disporre i comitati organizzatori di concorsi ippici, in Italia, non sono così cospicue da consentire di offrire frequentemente in premio una automobile e quando ciò accade, a parte il valore intrinseco del premio, è l'importanza che, di riflesso, la gara viene ad assumere, che induce i cavalieri ad ambire più vivamente la vittoria. Il Gran Premio Città di Torino ieri è stato dunque disputato a denti stretti e con tenacia; quella tenacia non mai spoglia di disinvoltura, di signorilità e di correttezza che è caratteristica di queste gare e ne costituisce uno dei pregi non ultimi. Erano in gara cavalieri perfetti — i migliori cavalieri italiani — e cavalli di gran classe ed in piena forma; basterebbe citare il maggiore Lequio con Star II, Re di Cuori e Patù; il tenente colonnello Forquet con Siberia, Fol d'Amour e Maremma; S. E. il ten. colonnello Calvi di Bergolo con Baiadera; il ten. colonnello Valle con All; il ten. colonnello Borsarelli con Crispa; il maggiore Formigli con Babà e Montebello; il maggiore Bettoni ccn Scacco Matto; il ten. colonnello ed il capitano Cacciandra con Brick, Bud Fisher e Havre Boy; il magg. Lombardi, il maggiore Olivieri, il tenente Campello per non ricordarne che alcuni. Severo confronto La prova era « di precisione »; vale a dire che, in caso di parità nel primo percorso, i cavalli alla pari dovevano ripetere la prova con la metà degli ostacoli rialzati di dieci centimetri. Nonostante il terreno pesante per la pioggia che, a tratti, cadava anche durante la gara, nel primo giro si sono avuti ben cinque percorsi netti e otto percorsi con un solo errore. Qualche cavallo eccellente, come Star II e Re di Cuori del maggiore Lequio, hanno risentito delle condizioni speciali della pista e non hanno potuto fornire tutto il rendimento della loro classe, pur facendo percorsi ammiratissimi. I cinque 'cavalli che avevano fatto percorso netto hanno dovuto ripetere la prova su ostacoli rialzati e la lotta per la conquista della Balilla si è ristretta in tal modo ad Ali, del tenente colonnello Valle, Babà, del maggiore Formigli, Beau Rivage, del tenente Campello, Crispa, del tenente colonnello Borsarelli, e Scacco Matto, del maggiore Bettoni. Cinque cavalli di prim'ordine, montati da quattro « assi della vecchia guardia e da un giovane che è già qualcosa più di una speranza. I cinque nuovi percorsi effettuati sono stati tutti bellissimi ed applauditi con entusiasmo dal pubblico; netti, però, risultavano soltanto due: Scacco Matto di Bettoni e Babà di Formigli; amoStsmPcMfiimPdulpmFvvpsatSDnlr1S2mdbzGAVT6t(rVMPlPFt(NP9md(PPMGC111S3 poiché Scacco Matto ha compiuto un tempo minore, la Balilla tocca a Bettoni- A t>— m zione dà concorso italiana; la vittoria è toccata ad Eglantine la vigorosa ed agile cavalla baia del maggiore Olivieri, dopo lotta serrata. Seguono Beau Rivage, del tenènte Camp-elio; Sibe ria del tenente colonnello Forquet; Suello del maggiore Formigli; Monte- secondo è Babà; terzo Beau Ri vage di Campello; quarto All di Valle; quinta Crispa di Borsarelli. Il campo si vuota, mentre il percorso viene smontato per essere sostituito dal percorso del Premio Moncalieri per la riunione notturna. Poco dopo le 21,30, si è iniziata la seconda .categoria amazzoni del concorso. Anche nella luce serale le amazzoni hanno saputo guidare i loro, cavalli con la consueta intrepida perizia. Risultati: 1. Albegna n dalla Duchessa di Morignano; 2. Igea, della signorina Macchi di Cellere; 3; Bud Fisher, della signora Cacciandra. Alle 22,30, finalmente, ha inizio ti « Premio Reale », categoria vincitori, che ha riunito 18 partenti, vale a dire tutti coloro che, durante le prove precedenti, avevano vinto primi, secondi e terzi premi. La categoria vincitori è una usanza dei grandi concorsi ippici e serve a presentare al pubblico una specie di « criterium » finale di selezione tra i concorrenti migliori, o più fortunati, del concorso. Anche nei. concorsi ippici, come, altrove, la fortuna, ha influenza sposso decisiva. La categoria vincitori del concorso del Valentino ha avuto il merito di riunire tutti i nomi più noti dell'equità cristo, del capitano De Paula. Oggi ■ giornata di chiusura del concorso; riunione pomeridiana,, alle 15, col « Premio Dora », categoria di consolazione per cavalli italiani, e riunione serale alle 21, col « Gran Premio Rivoli », riservato a tutti i cavalli del concorso piazzatisi nelle varie categorie e non qualificati per il « Premio Reale ». La riunione serale è fuori abbonamento per tutti ma a prezzi ridotti. Il carattere delle due prove è tale da rendere molto interessante anche l'ultima riunione dì qusto concorso buissimo e che, nonostante l'avversità del tempo, ha ottenuto un lusinghiero successo. G, CARBONI. 1FT3sT3RA

Luoghi citati: Bergolo, Cellere, Eglantine, Italia, Moncalieri, Patù, Siberia, Suello, Torino