Un cardinale diplomatico dei Settecento piemontese

Un cardinale diplomatico dei Settecento piemontese Un cardinale diplomatico dei Settecento piemontese San Benigno, 12 mattino, [pLe popolazioni che già furono sog- ogette alla celebrata abazia di Fruttua- ! ria, ornamento della regione canave-lP sana e gloria autentica d'Italia, ossia sle popolazioni di San Benigno, Lom- d bardpre, Feletto e Montanaro, hanno ìv <;saltato ieri la memoria di un gran-1 sde Cardinale che di sò impresse cosi m iarcr0 segno ne] secondo settecento pie-id montese : il card. Vittorio Amedeo Del-itale Lanze. Un monumento è stato sco-ldperto in memoria ed onore di lui, per ilj quale si presero le prime mosse, non p meno di trentanni fa; esso è opera del- ! zi lo scuItore Giuseppe Cerini, cui pure pfu. ,dato ^incarico molti - —« ^--•p addietro. L'opera ì te la luce, mercè 1 i molti e molti anni \ reha visto ieri finalmen- g"a tenace volontà del-d1 attuale direttore dell'Istituto Salcsia- p lrvralp Hrm fintini c. il «nsteo-nn p r ft^SSA ^tà^U^o. »U q^ffn tutti i modi si sono sforzati S di appianare le difficoltà che erano sor-1 d te numerose, e concludere le iniziative]n -~. che durante tanto tempo erano andate,amoltiplicandosi. ! S P Cenm ha rappresentato il Cardi-, ;nale nell'attitudine nobilmente affabile ;„che egli assumeva solitamente, trovan-r dosi in mezzo al suo popolo; dal ma- dschio, solenne, austero volto traspaiono . nl'abitudine a elevati pensieri, la forza Sd, volontà, fi desiderio di effondere «astesso in un apostolato incessante, monumento sorge tra il maestoso palazzo abaziale e l'imponente mole del; Al'la chiesa da lui fatila costruire; ed è P stato liturgicamente benedetto dal Ve-; a scovo di Ivrea, Monsignor Filippello,Id alla presenza delle autorità locali.1 g , , ;c L ®P*-ra ' v Interessante figura di asceta, di di- e plomatico, di studioso, di apostolo.^ di 'c Pa^°tre 41 anime, quella del card. Car- i' wJ^'j^vìSiSSi fi^n^irS aV^^i fi^i soli e tìtì^àtortf S^^fSaWà^'r da donna Barbara Ludovica dei signori : a di Piossasco. Egli ebbe i natali in To- Iv rino, il primo settembre del 1712; ma s trascorse qui, a San Benigno la parte p Pi(J f,htÌYa' cd esernplare di sua vita, ^oommMdaterio <iuaMa ai aDiue o E benché Cardinale prefetto dell s« n™„»™,innJrn'^ufn rrnn e rS. Congregazione del Concilio, oranue , Elemosiniere di Corte, carissimo a Re a■ aitsmuautuirti ui wne, wuuiuu a e a Principi Sabaudi, amò la sua>aba- ja zia come il buon pastore ama l'ovile jy d?1 suo. greggie. E in essa., oltre che lu f£o?f^olle^morire e0modestemehtees- z^^; seDóitn- e°1i infatti dorme il son- dino dei giusti' nello scurolo che è sotto,til coro. ' . J^ Ma particolarmente a esistenza^ di, s lui è ^tornenteJ^gate alla Stona ■ ^^^^Jk^oSSiSS^S^Ì porpora è adimSstrtrkf Mentre egli, ; pellano maggiore di Corte. Il Ke cario ; sEmanuele III pose allora gli occhi so-,R; pra di lui e lo propose a Papa Benedet- rto XIV perchè volesse canonicamente cistituirlo prelato della Regia Corte. Ma c Poìcnè si ebbe a incontrare in un per- n sonaggio di tanto merito e. per_altra!p 110- _ -_ . , pparte, desiderando di avere un Cardi- M naie nei suoi Stati, penso dottenere a per lui- dal Papa la dignità ca»Affl^i^a, v nella certezza cne questo sarebbe nu- , .scito ad onore per Casa Savoia. Tale proposta torno gradita al dotto s Pontefice, che non solo per onorar Ca- m sa Savoia, ma anche per illustrale la Sacra Porpora coli insignirne un uomo £l^^^^S^^J^^^^hn laugusto :Sovran?>1*™\^0>g%^Jp automi 10 aprite 1«4« creo Cardmai L^nze e lo annoverò nell'ordine dei Car-, ^ SlnaU diaconi, conferendogli la diaco- ! C. ma dei Santi Cosma e Damiano, r ser- «ibandosi ad altro tempo di conferirgli ™ 1 episcopato. ; « giubilo^d^Tonno, alr^°0°infufnc. : steg-iamenti a Corto e in Città. Cosi co-1 fi mfpuTdirsi trionfale il viaggio chet egli compi a Roma per rendere grazie ■ e a Papa Lambertini; cosi si era diffusa ejla fama, della.sua dottrina e della sua]d la Santa Sede e la Corte stessa a cau ;sa delle terre abbazjali di c^^;ltjpenmp cc gno era capoluogo, e a far dimenticare c ?o%%?oseS^^ , xi i*tuu«si.uru u* ca»u<i -...o..» v ^. .«iSanti Benigno c TibUrzio, era fondato, l; tra l'Orco e il Mallone, da San Gu- l glielmo di Volpiano. nel 1003. con l a- c tùaria;Vla Santa Sede aderì di buon c grado. n. Il Monastero eli Santa Maria c_ dei. t^fùtò"di Contardo'Arcidiacono di To- t.rino. r r- j ,„„,^ ' rioritura e decaaenza s Le feste centenarie teste chiuse qui, p in onore di San Guglielmo, hanno ri- s : chiamato più viva la memoria dell'in- i signe e popolare cardinale, che giusta- n,mente viene considerato come il secon- sl do fondatore di San Benigno; e più s'profondo hanno fatto sentire il deside-d ; rio che celermente si addivenisse alla v .inaugurazione dell'opera del Cerini. d| per cinquecento anni, l'abazia di Gu- ljadizione "d'ella"'Badia fu spiritual insieme: e le saie possèàsio- ; t estendcvano anche mori d'Italia,, .,, mpnia|m„nt, i„ Francia, in Austria. scuola af f achitettu- . .. ... Gug-liel- m0 fondò una società di monaci arti- Isti, che esclusivamente si applicavano, n .alle belle arti, dirigendo nell'apprendi-; ...... . .mento di queste, i giovani. Oltre a Re Arduino, molti personag- gi di Casa Savoia, vestirono quivi it, : saio benedettino; e ben cinque della re- s'gnante famiglia vi furono abati. , ; Però, come accadde a molte non me- jno celebrate abazie piemontesi, anche Fruttuaria. verso la fine del Quattro- .cardinal Maurizio di Savoia, furono abati il principe Maurizio Eugenio, se- .condogenito del Principe Tommaso: e .nei 1662, D. Antonio di Savoia, figlio - di Carlo Emanuele I. In questo torno. jdi tempo, la Badia ebbe la prerogativa . presse in JWOntararo. In seguito la giurisdizione temporale .sj restrinse alle quattro terre di S. Beni- gn0) Feletto, Lombardore e Montana- -;r0_ chiamatc perciò terre abaziali; ma - la spirituale si estendeva ancora a i tempo del cardinale, sulle parrocchie di |San Giorgio, Busanp. Front, Brandizzo, Vaùda, Rivarossa. San Giusto, Villano-, va Sui'ar0 e Fatile. Avvenuta il l.o agosto del 1710. la - morte dell'abate Carron di S. Tomaso, ,il Re di Sardegna, adducendò il prete- a ■ sto che l'autonomia dei quattro paesi! in mezzo ai suoi Stati recava danno al- prestare più giuramento di fedeltà ed obbedienza alla Santa Sede, Salito sul trono pontificale, nel 1740, Papa Lambertini, volendo sanare tale stato di cose, con la cosidetta Bolla d'oro del 3 gennaio 1741, mentre riservava la giurisdizione spirituale alla santa Sede, costituiva Carlo Emanuela m e i suoi successori, vicari perpetui deile quattro terre, conservandone tutta via la Romana Chiesa, il supremo dominio Quando il cardinale Delle Lanze fu preposto al governo spirituale dell'abazia si risentivano ancora gli effetti del passate"statoidi cose; di più, il culto pa?sal° Bcato 2. -*--'— religioso era affievolito, le chiese bisognose di riparazioni, il clero diminuito di numero. Necessitava, quindi, che un persona0 o tanto pio quanto dotto. r~.""V"»°— —.— . r « „„u.„,.„ »» tSSrStó'^fflS^ S^M^^à Efl wdl aI De]] Lanze nel trentacinque anni che vi stette abate «generalmente; 1 , amato e stimato dai ' Pontefici e dai Sovrani e da ogni ceto di persone* ; - m \ , infent0i facendo dimèi„ interamente il passato, e lascian= '.lc.. ricordopdi sè d0Ti\P5U0?lobre del 1749 'adunque 11 n °5?,,[e r ,„„ 'SL n*^S '«iì S^'tf °5"e £a2^ S?S^n?u? ™r a^^^tó Amedeo III licenza di rinunciare al'ufficio di Grande Limosiniere e di Cap- Pelano Maggiore della Corte. Il tempio antico, fondato da San Guglie mo cadeva. .in rovina, insieme con Je armi gentilizie e le colonie dei suoi preoecessorl. poiché le continue guerre le pe- vanlTIIsfiato "ìtella passate grandezza" e quei ruderi egli mutò nella stupenda chiesa che tuttora si ammira, e che 'antjca sorpassa in splendore; e edifio° doP°. la nuova casa abaziale, conrw,*P^ aUa passata Srwadezza. degli abTl;tJ;„rHi_alo f.„e nnnfprmarp rnn vi-gtoUca Bolla di ClemMte XIII l'ins;~ne capitolo di San Benigno- e come p =. incarjto fiorirono un seminario con ^n ajbergo pei sacri ospiti di tutti gli ordini regolari, un convitto di ecclesia- stici regolari, un ritiro pei pubblici spi¬ rituaIi eserclzi- Fiorirono ili studi; se , r„„ia 11Tiivoraita hi Tnrfnn «il onnra a ^lf^^3^^nJ^JS^S^ - i» f di eloauenza jaHna inBernardo Vigo^cli Corio Io déye Rl]a Specia]j3Sima cura, che prese di luj Ki0vanett0 ii cardinale Delle Lanze' « quale, trascurandone l'infelicità della nascita, ponendo mente sopratut- to al preclaro ingegno e alla lodevole ^dì* ^a^Bott^e DoSco^Ghi- studi E Carlo^Bo ta e Dpm^cp^u a S La Sindone nel '700 Le cronache torinesi lo ricordano tut- solenni, in quell'anno, nella capitale "del Regno (dopo che il sacro lino era pe- regrinato, assai tempo prima, a Ver- cd^ a Nizza Marittima, a Vercelli an- cor3 e a chambery) in occasione delle che con nozze de] Duca Vittorio Amedeo pol iu Re Vittorio Amedeo III pui AL* J.VC V1LLUUU AlllCUVU J.J.J. —— ^1 Maria Antonia Ferdinanda di Spagna; all'ostensionei cui il cardinale aveva favitata 1 ■MU&^naóM.é'vtoxM àél, gt t presenziò una folla che allo- fu KÌùdHicata immensa. Ed in prevl- sione § e3Sa u lino era stato collocato m U]1 grand4 padiglione, costruito acitt davanti al Palazzo Reale, £ Qve Qraeè g canceUata, che occupahn completamente la lunghezza della piazzet&, chiudendola del tutto. precedette ancora alla ostensione ^1 1<T5, m occasione dele nozze di Cario 1^ue^cte^U^to «inerpe m «eniotite con xvmr.a. l.io ™« « *raJ°^«cfao^ aini ta^anz " vesc()v. arclvesc0«i £ur6n diciótto'. E le cronache stesse lo ricordano, infine, nelle delicate trattative condoti tra la Santa Sede e la Corte per la erezione delle sedi vescovi.! di Busa e^di Pinerplo, che a lui si possono diro dovute^ ^ ^ che e positive e la scienza te canonica coltivò acutamente. jica e Condu¬ cendo, però, tuttavia, vita il più possi tre .«.m^, uuv, tuiwuu cu ,i tiov- lutorc degli affari di Stato, per quanto lo potevano concernere, più intricati che occorrevano in Piemonte. E la Cor- conclavi: e vi ebbe sempre una rari-. non di secondo ordine. Egli fu, nel suo tempo, si può dire, l'arbitro ed il risc te di Roma, non'meno'drquclla'di*fo rino, lebbe caro. Poi dopo di lui, venne il soffio deva-statore della rivoluzione francese; e Na poleone, come le molte altre piemontc si, soppresse l'abazia, nel 1812. Dopo alterne vicende, nel 1870, il Mu- nicipio di San Benigno, cui l'abazia stessa — monumento nazionale — era stata affidata, concedeva l'intero corpo del fabbricato a Don Bosco, che vi crea va un istituto professionale per i figli del popolo. Ed allora soffiò come un a lito nuovo: e In quelle mura antiche,