Fasti e glorie dei Carabinieri rievocati nel 119° annuale di fondazione

Fasti e glorie dei Carabinieri rievocati nel 119° annuale di fondazione Fasti e glorie dei Carabinieri rievocati nel 119° annuale di fondazione La bandiera dell'Arma decorata dal Ministro Gaz* zera delia Croce di Guerra — Un carosello storico , . d° con. « lal?ar?' ^ battaglione costitmto * Car*bm1?? deilla Lfgl?"Ldl *°- ma e di quella del Lazio e due battaglioni di allievi carabinieri, nonché un gruppo costituito da uno squadrone di corazzieri, uno di carabinieri ed uno di allievi. Alla celebrazione della festa dell'Arma benemerita erano presenti il sen. gen. Zoppi per il Senato, l'ono- Roma, 5 notte. Stamane, in occasione della ricorrenza del 119.o annuale della fondazione dell'Arma dei Carabinieri Reali, il Ministro della Guerra generale Gazzera ha decorato la bandiera dell'Arma stessa della Croce di Guerra per l'attività svolta dalla Divisione della Tripolitania in quella Colonia, ed ha rimesso numerose 'medaglie d'argento e di bronzo al valore militare e civile a sottufficiali e carabinieri di tutta Italia. La rivista Nel grande cortile della caserma, pavesata a festa, erano schierati, agli ordini del col. Odettl di Marcorengo, una compagnia di Carabinieri in conge- " oeu. ge"- Pioppi per il aeiia.10, rono- revole Dudan per la Camera, il Sotto- fa ItaSE&Sm* Caponi s. M. ^.^^ u Capo di S. M del,.a Milizi u vice.Governatore di Roma, n generale Asinari di San Marzano, comandante dell'Arma, ed un folto stuolo di ufflciaU generali. Assistevano anche U dirigenti della Federazione nazionale carabinieri in congedo ed una rappresentanza della sezione di Roma della Federazione stessa con bandiera. Alle ore 9 è giunto alla caserma il Ministro della Guerra gen. Gazzera al quaie i reparti schierati hanno reso gli onori. Il Ministro, accompagnato dal Sottosegretario alla Guerra e dalle altre autorità, ha passato in rivista i re- parti schierati, quindi ha preso posto in una grande tribuna presso la quale è stata recata la bandiera dell'Arma. Il Ministro ha allacciato all'asta della bandiera la Croce di Guerra guadagna ta dalla Divisione della Tripolitania, mentre un ufficiale leggeva la seguente motivazione: « Fedele alle gloriose tradizioni miiitari dell'Arma, affermava le sue qualità di tenace ardimento e di capacità r aHa'dehnquen^à"1 Uno"de" caduti bellica, concorrendo anche con suoi reparti a tutte le operazioni che condussero alla intera occupazione della Colonia, e conseguendo altresì, frazionata nelle sue stazioni fin nelle più remote regioni col valore e con le opere dei suoi componenti, preziosi risultati ai fini della sicurezza generale delia Colonia stessa. - Tripolitania, 24 maggio 1923-1, 25 marzo 1930-VHI ». ' Il generale Gazzera ha poi distribuito undici medaglie d'argento al valore militare, cinque medaglie di bronzo al valor militare, due d'argento e quattro di bronzo al valor civile. I Caduti Delle undici medaglie d'argento al valor militare, quattro onorano la memoria di Carabinieri caduti nella lotta alla delinquenza. Uno dei caduti, il maresciallo maggiore Leo Giuseppe, fatto segno alle minacce di un pregiu dicato a Monte Celio, presso Tivoli, afrsraldcecftdntddoedfrontava quest'ultimo risolutamente. Nella colluttazione seguitane, veniva'ferito mortalmente da un colpo di col- tello all'addome. Riuscito, con l'aiutò di un cittadino accorso, ad arrestarlo, lo accompagnava in casèrma. Sfuggito- Kgli di mano, lo inseguiva, riuscendo a|trarlo nuovamente in arresto. Trasportato all'ospedale, soccombeva dopo tre giorni di sofferenze stoicamente sopportate. Il brigadiere Michele Pala lasciò la vita per opera del terrorista Bovone, giustiziato su sentenza del Tribunale Speciale. Come i lettori ricorderanno, il povero Pala, di notte, a Bologna, informato che un carabiniere aveva deposto nel cortile della caserma un potente ordigno esplosivo ad orologeria, poco prima rinvenuto in una via della città, preoccupato soltanto di limitare le conseguenze dello scoppio imminente e sprezzante del grave pericolo, accorreva sul posto per prendere i necessari provvedimenti e rimaneva ucciso dall'esplosione. carabiniere Nun. IAltro valoroso, il zio Mazzini. Nell'eseguire. in Calabria, [unitamente ad altro militare, un inse-,guimento per la cattura di un pencolo-1so latitante, responsabile di mancato omicidio, benché ferito alla mano destra da un proiettile esplosogli dal delinquente, rispose risolutamente al fuoco ;e mentre si lanciava coraggiosamente sul latitante per catturarlo, cadeva ucciso ia un colpo di arma da fuoco. Il carabiniere Pietro Giallongo, lin perlustrazione a Ospedaletto Eugajneo, in ora. inoltrata della notte, inseguì animosamente da solo uno sconosciuto che, sorpreso in atteggiamento sospetto, si era dato alla fuga in terreno accidentato di campagna. Fatto segno, mentre stava per raggiungere il malfattore, a tre colpi di rivoltella, e con un ultimo di- |impari lotta, spirando subito dopo, i per 1 quattro caduti, si sono presen ^ a[ Ministro Gazzera i vecchi geni lsciallo capo d'alloggio Social U u brigadiere Pietro Ruzzo mortalmente ferito, sperato sforzo si lanciò sul suo ucci- sore col quale rotolò a terra nell'ultima Itori, che hanno ricevuto le medaglie. I atteggiati a viva commozione tuttavia I dominata da un senso di fierezza. Sono quindi chiamati a ricevere la | medaglia d'argento al valore il mare- Socrate Barsot- [ti, il brigadiere Pietro Ruzzo, l'appun-tato Francesco Marchia, il carabiniereMario Monti, il carabiniere Gaspare Con-Tamburelli, il carabiniere Aldo giù, il carabiniere Efisio Penna. Ricevono quindi la medaglia al valor militare il maresciallo maggiore Tito Penteriani, l'appuntato Genesio Minelli, il carabiniere Giuseppe Zangrilli, il ca- Òrabiniere Massimo Àionzo, il carabinie |r\EanmCe°dagUadaSargento al valor civile ]e consegnata al vice-brigadiere Lom j bardi Alberico e al carabiniere Giusep- |pe Poerio; quella di bronzo a " valor ci- vilc al carabiniere Nicola Cozzi, al ca-rabiniere Oreste Ucci, al carabiniere « . ■ »r in Antonio Martinelli. • Al termine della premiazione, i pa- renti dei decorati e i decorati al valore si sono posti presso il palco, a destra del Ministro, perchè anche ad essi fossero resi gli onori. I reparti si sono quindi ammassati; e girando dietro la cavallerizza, hanno sfilato impeccabilmente. In testa, subito dopo la banda e immediatamente dietro il colonnello Odetti di Marcorengo, ha sfilato il gruppo dei carabinieri in congedo col labaro pluridecorato. Sono seguiti i battaglioni, e quindi gli squadroni di corazzieri, carabinieri e allievi, preceduti dalla, fanfara montata su cavalli bianchi. Alle 10, il Ministro Gazzera e le autorità hanno lasciato la caserma. Nel pomeriggio, innanzi a una folla di decorati, nella caserma della Legione, la festa dell'Arma è stata celebrata con un carosello di reparti montati di corazzieri e carabinieri nei costumi delle varie epoche, dalla fondazione ad oggi. In una cornice scintillante di ori e di argenti, di mostrine, di pennacchi, di bandiere, di toelette femminili, può ben dirsi che agli occhi degli spettatori, sia passata in una sintesi avvincente e in qualche momento fantasmagorica, la storia dell'Arma: 119 anni di attività silenziosa, di sacrifici, di glorie e di vittorie. Entro il vasto scenarlo, su un soffice tappeto di blonda sabbia, hanno fatto prima irruzione i trombettieri del 1814, nella bella divisa di Vittorio Emanuele I, dal taglio spiccatamente napoleonico. Sulle orme dei loro candidi cavalli, mentre nell'aria salivano gli squilli delle trombe, sono sfilati poi i carabinieri de'.la stessa epoca, dagli alti pennacchi bianco-azzurri. Caracollavano, incalzando, gli squadroni; e la storia stessa pareva fluire sul ritmo travolgente di quell'avanzata. Ecco i carabinieri nelle divise del 1833: ecco, al suono dell'Inno di Mameli, l semplici e severi carabinieri del '48, i carabinièri eroici di Pastrengo; ed ecco, infine, uno squadrone di corazzieri — aristocratica filiazione dell'Arma — in un'edizione della seconda metà dell'800, con la corazza brunita e l'elmo piccolo e tondeggiante. La pittoresca rievocazione Una pausa appena, tanto per segnare il passaggio dal vecchio al nuovo secolo; e sulla spianata, tra il risuonar degli applausi, appaiono altri squadroni. Sono i trombettieri del '900, con gli alti e maestosi pennacchi e le rosse drappelle listate di azzurro; sono gli eroici « zaptié », i carabinieri coloniali in divisa caki, sono i carabinieri della guerra in grigio-vérde, i soldati, come li chiamò d'Annunzio, « della fedeltà" immobile e dell'abnegazione assoluta ». quelli « tanto più gloriosi quanto più è avara con loro la gloria »; sono, infine, i carabinieri odierni, i viventi custodi dell'alta tradizione, rappresentanza privilegiata dei 60 mila soldati, che montano quotidianamente la guardia alla Nazione, alla sua prosperità, alla sua tranquillità, alla sua sicurezza interna. Quando con uno squadrone di corazzieri la sfilata è finita, e i soldati di tutte le epoche, dai lontanissimi progenitori agli attuali gregari dell'Arma, si sono trovati, gomito a gomito, sui loro snelli cavalli, a calpestare la stessa arena, il carosello ha avuto inizio. 'r s . .„„,..,„ „..,„, ,.,„.. f J„ ^,,t!f°;„i W* gh "quadrom hanno eseguito una serie di interessantissime evoluzio- K componendo e scomponendo conti|fuamente4 S» indovinati schieramenti e le armoniose figure. Il barbaglio delle corazze, il bianco, il rosso, l'azzurro, il nero delle divise, lo scintillio delle sciabole e delle spalline, la simmetrica regolarità delle composizioni e delle scomposizioni sempre più rapide, successive, incalzanti, il comportamento austero e lieve ad un tempo dei cavalieri, tutto questo ha tenuta avvinta l'attenzione della folla per oltre mezz'ora, sia che gli squadroni dei due secoli, muovendo in diagonale dagli opposti angoli del corteo si intersecassero a metà, in un pittoresco alternarsi, in un significativo contrapporsi di divise diverse, sia che soldati di tutte le epoche mulinassero intorno alla corolla semovente dei corazzieri, sia che a simI boleggiare l'unità di una storia e di una [trazióne"tutti gli sqVa^rcni"si"serras,ser0 in adunata; e i trombettieri, al 1 centr0i levassero alti gli squilli; e tutti gli altri, le spade sguainate in segno di saluto. La fastosa cerimonia, che nel suo plastico svolgimento non è stata che una bella, piacevole lezione di storia, una storia esposta o meglio vissuta per scorci rapidi, fermando le date fondamentali e bruciando le tappe intermedie di una evoluzione più che secolare, o stata vivamente applaudita dalla folla degli invitati, ed è superfluo avvertire che l'applauso non andava tanto allo spettacolo in sé, per quanto impeccabile e vivo, quanto al suo significato: l'esaltazione -(un'esaltazione sobria e discreta quanto i protagonisti) di quel¬ ; l'Arma cui il popolo, nel suo intuito in j fallibile, ha conferito un attributo che i è il compenso di ogni benemerenza cl! vile e militare. | Al carosello hanno assistito numero ! se personalità, fra cui il Segretario del a ! Partito on. Starace e l'on. Manaresi, Sottosegretario alla Guerra. per la ricorrenza della festa dell'Ar nla, nelle varie Legioni d'Italia sono state oggi distribuite altre ventotto me1daglie di bronzo al valor militare, ven¬ , tisei d'argento e ventitre di bronzo al | valor cjViie, una medaglia per i benemeriti della Salute Pubblica c nove Ì r atte3tati dì pubblica benemerenza.