L'atto dell'accordo fra le Grandi Potenze è stato ieri definitivamente redatto

L'atto dell'accordo fra le Grandi Potenze è stato ieri definitivamente redatto li più importante avvenimento del dopoguerra L'atto dell'accordo fra le Grandi Potenze è stato ieri definitivamente redatto Roma, 1 notte. . Il riserbo, con cui .sono tuttora] circondate le trattative romane pe,\ là .stipulazione del Patto a quattro,\ non ha. impedito che fosse autóre- ovalmente confermata, oggi, Vimmi-tfJvolmente confermata oggi, l'immi- , *e«aa di una felice Ó0ticU^eP ... V. ■ ; . L'accordo sarebbe stato annunciato1 owi rieaao se KOn ,s; fesse «cri/ice-1 »^ *y ; t j jt j- i 7j7j BBSB redazione formale del docu- menio de/tnifivo. U Ad ogni modo è certo, ormai, che . . . , n. n ri / f ; <. ' r <: c / ! ^. ... ; , . . . rw "•»■•«"•»" ^""-t" >*•' TJS "!3S^ HlSf^SPS*? ùamo prossimi all'accordo. E' que- stione non più (U gior„i m(l dì arc;i e sc bisoana dar credito alla senso- ■ uwu3"u . . «»«■ none vetta che si e diffusa ovunque* t„ è mobabilc J,' nena stessa\ s,.a*e'"' e prooaouc cne neua siessa giornata di domam, ti documento sui. Parafato dal Governo italiano e da- gn ambasciatori delle tre Potenze in- tprpvinrp T 'anminrin dell'nrrnrdn pressate L annuncio aeuaccoiao finente ha avuto anche negli ani- bienh internazionali di Roma, le pai favorevoli ripercussioni. L'attesa ero in realtà assai viva. Si era dal , urti avvertito cne a noma si .sfa- vano decidendo nei giorni scorsi, le sorti future dell'Europa e che il Porto delle Potenze occidentali avrebbe costituito lo strumento ne- cessarlo ed efficiente per il mante- f«impuro deVa Tiare tìpt un lunari ne- )ramento aei.a pace, per un lungo pe- f\so cui il Patto, dalla one mussoliniana de! .. — riodo. Nell'andamento stesso dei ne inaiati, attraver prima enunciamo marzo scorso, ha finito coli'essere generalmente accettato come la sola : via d'uscita della situazione attuale, !.,;, f, r,istr> auaìche cosa di fatale, co- ;essa. | L'accordo di Roma, di cui si con- a!fida che domani possa darsi al mo-w- 'do la notizia ufficiale, si preannuni ci a in sostanza, sin d'ora — qwa?i me una rivrova che nessun argo \ment0 vulido. nessun interesse de cU COÌlsiderazione sussistessero !». v,,Ar,^\r,v,c ,>\ »» ni <?><„'f"ho pozione ui un piano dui '^sa e di collaborazione progettato in servizio della Paca e uon contro di l che possano esserne le pattuizioni -[concrete — come forse il più imper- tante avvenimento del dopoguerra: -! la ^ voZowta che ne presiede !ormuUsione> prsiederà anche al- à|W»«'«^«««^^««3»^£ e'a sua applicazione coivcreta,-per ss-o!so sarà rinata quella fiducia reci- - proca fra le grandi Potenze europee, -neZZa cm£ mancanza si è ravvisata la i : radice prima di tutti i nostri mali o presenti, tanto economici quanto po- e iifici e un'ottima premessa verràe "u°7 e ~ "„ 7" H ,. T e creata alla Conferenza di Londra e- alla prossìma ripresa dei lavori per8 ... j,.*!_„,„ i lL e 0 - ,- < ■ ìy.fr, <r-,,aiì eso»w»er» in sc-~ La situazione internazionale -, j._-HCC}-n- _| Cpnfl4na e ,a discussione ai senato o; Ro 1 notte . -^itto pubblica il bilancio del Mjni- r stero degli Esteri. -! Si ritiem che, coincidendo con -\avVenimenti internazionali di così al- -| iml)ortanza e dì COsì vasta riso- ej™J™P°;ja^ lela u i\nanza, la discussione preseti - o eccezionale interesse. Bizantinismi Parigi, 1 notte, Corre voce che il Patto di Roma ver-e ; rebbe sottoscritto sabato o addirittura e, domam .Ma poiché già altre volte no- -jtizie anaioghe non sono state seguite '- all'ari- inunzio un valore relativo. Persiste ade|da effetto sara bene accordare ei o,ogni modo m questi circoli ]a certezzaejcue l'avvenimento sia imminente e che-;tl ritardo non abbia alcun carattere -; preoccupante. Boncour è atteso a Pa-a;risi domattina e probabilmente giunge- j ra in compagnia di Norman Davis. Se -|si confermasse la possibilità che il Mi- - j ni3tr0 de^li Esteri britannico venga i ancne egg a Parigi domani per recarsi n!a Ginevra (Ie notizie dell'ultima oraijsembrano però escluderlo), la presenza -jsimultanea dei tre uomini potrebbe for- -|nire loro una ottima occasione per uno ;| scambio di idee con Daladier, tanto è|SUjUo stato dei lavori ginevrini quanto- ultimi ritocchi ventilati al testo - dell'accordo romano. Detto questo, po- -I co rjmarle da aggiungere di interessai- |te e soprattutto di nuovo a quanto sul- jia questione siamo venuti notando gli n «corsi "nomi o.scorsi gaorm. Se dobbiamo credere a una nota romana della Agenzia ^Havas 5-' apprezzamento efrea u"contenuto sa-rebbe l'articolo tre che è quello la cui - - verni, giustamente inspirandosi al cri- e o e e o e o a L'ultima divergenza appianata ritardo dell'accordo sul Patto sarebbe dovuto a leggere differenze di senso riscontrate nei vari esemplari del testo concordato e dipendenti in buona parte dalla differenza di lingua in cui quelli sono stati redatti. Il solo punto su cui la divergenza implicherebbe un diverso redazione appare più combattuta e laboriosa. Qui infatti la Francia insisterebbe perchè si nominino da una parte la Francia, l'Italia e l'Inghilterra e dall'altra la Germania là dove gli altri Go- teri fondamentali del Patto, desiderano che nessuna differenza venga fatta fra le quattro Potenze firmatarie e che si parli quindi soltanto di « alte parti contraenti » senz'altro specificazione. Anche tele ostacolo sarebbe tuttavia ormai quasi interamente superato. Paul-Boncour ha fatto sapere alla Commissione degli Esteri che J'8 giugno, vigilia della riapertura della Ca- mera/tì terrVa suZ disposizione per informarla circa le questioni interna-2 i2101**** pendenti. E' da sperare ebe ir'Patto qnadriiparttto da qui all*8 ©orr. . abbia cessato di pendere. Confessiamo ] nondimeno di non osare di abbandonar- \^ ancora a tale speranza memori della \distinzione fra apposizione di sigle eì f\ma * CU1. celte stere PariSine vor- tf***T0J™ ™£2^£^*Zi ,J.uuuero iarsl ^.STOf V% P&** «?»«qualche schioppettata di addio contro il documento romano. 1 „ _, ■■ 1 Hernot' colPlto U1HH.u lULCiua^iunilic e avvuit; dall'alto delle colonne deU'Sre WouveJ- Ue che anche in.stile di curia l'apposi- zione della sigla «ne varietur» è l'at- ... . ... .... > dall'ì-'lca * lanciata diritt° internazionale e oggi avverte to di un pubblico ufficiale inteso solo a ifissare un testo affinchè non possa es- ser più modificato, * . .. „ . . \ I « testi )) di Herriot . «n amow dl ^ _ l'erudito presidente della Commissione | degli.Esteri — non confonde la sigla I! con la firma- In quanto al prof. Mar- cello Moye nel suo « Trattato di diritto i moderno delle genti », costui scrive che d i trattati internazionali somigliano1 molto a dei contratti ma ne differisco-1 n.°.su un Punto essenziale. In diritto civile quando una convenzione è firma- i ta acquista immediatamente valore ob- I Migatorio. In diritto delle genti al con- 'rario della firma dei diplomatici più qualifiun trattato, anche se provvisto : j , ; " ' - oatl, non ha se non un'autorità proyyi- - sorta: «Unum 1^approvazione: dei Go- , j au™e o,0f Hoyer nella sua opera sui a < Trattati internazionali» conferma la i \ stessa tesi dicendo che la semplice ini-- jziale i.on impegna se non la responsa- à'b'lita personale del delegato. E' del re- i Sto, aggiunge Herriot, quello che ac-e: cadde nell'ottobre del 1925 quando fu r:stipulato il Trattato di Locarko. I rap- I presentanti delle Potenze interessate sipresentanti limitarono a « inizialare» i testi «ad referendum ». Se teniamo conto che l'ex-Presiden--|Ìnate, prova che¥a"tenutóadòcùtaen-l tarsi devisu e di proposito, si dovreb-n.te del Consiglio spinge la propria dili- o genza {ino a darc^ uanume^,0 delle pa„ :gine dove tali regole si trovano conse- I _":_.'....' - De ammettere eh ~ il cavillo indica- U t0> per grottesco che possa sembrare n : all'osservatore di sangue freddo, abbia - trovato al Parlamento francese uomi- - P' disposti eventualmente a servirsene. Ma vogliamo credere che gli sforzi di ingegnosità fatti da coloro che non osteggiano il Patto di Roma — e nelloro numero confessa oggi di schierar- si anche Herriot — per convincere gli j avversari del Patto stesso che anche idopo la sottoscrizionp di esso avranno -1 modo di respingerlo, . .ano, come di-a cemmo ieri, tutta un'astuzia per disar-- jmare l'opposizione e preferiamo none ^ insistere. - d' [J prestito all'Austria a; " r e; Un altro argomento interessante al- e ' l'ordine del giorno della riunione del- -|l'8 giugno alla Commissione degli Este--;ri, sarà la questione del prestito a!- e ; l'Austria. Si annuncia infatti che i com- - emissari si sono finalmente decisi a prò- a ! cedere a questa operazione, già tante i ! volte rinviata sotto i pretesti più fai-ataci, e lo stesso Herriot ne ha datoa ; l'annuncio oggi al corrispondente pari-- :gino dell'Agenzia Telegrafica Austriao Ica. Qualora gli avversari del Patto quao ! dispartito fossero in buona fede, essio!non potrebbero fare a meno di scoro : gere la stretta connessione esistente fra - questa tarda decisione francese e Jo- istato d'animo nettamente nuovo creato -'dal Patto di Roma. Se la Francia si ri-i .solve, dopo un anno di attesa, a seguire l'Italia e l'Inghilterra nel riconosci- mento de?u assuntl a Losali.na, non è forse perchè gli intimi con-tatti diplomatici di questi ultimi tempi ta ie hanno permesso di apprezzare al suo&iusto vaiore j servigi resi alla pace -dalla politica austriaca del Gabinetto di Roma? Avvertiamo da ultimo che la Com-missione degli Esteri, nella riunione in-dicata, si occuperà probabilmente an- che della richiesta dell'on. Ybarnega--|ray circa la pubblicazione di un < Li- i bro giallo» relativo ai negoziati fran-'co-jugoslavi degli-anni 1923-24 e 1927; mercè tale pubblicazione la. Francia dovrebbe, secondo l'uomo di fiducia deisiderurgici, provare che a quell'epoca ?ssa fece ripetuti tentativi per stipu-- 'are un Patto tripartito con la Jii^- e o e i i o e o a i a slavia e l'Italia. Non crediamo però cheil ministro Boncour, il quale in tuttoquesto periodo di laboriosi negoziati hadato prova di essere un uomo molto p'.ùavveduto e ponderato di quello che non volevano riconoscere i suoi avversari parigini, abbia la menoma intenzione di aderire ad una proposta di cui non si vede bene l'interesse ed il cui risultato non sarebbe ormai più se non una vana r I «evocazione di polemiche superate. -1 Sulla stampa di sinistra e su quellar ufficiosa, il tono dei commenti sul Patto. Iquadripartito continua intanto a rispec- chiare una notevole cordialità. Nessu- na variazione nell'atteggiamento del giornali di destra se non, forse, un imguaggio ancora più aspro dai #omi scorsl: ,T «T/Wpr-^nlST neMa concluSM»e dell accordo. C. P. L'ordine di ritirata delle truppe. austro-ungariche fu dato il 22 giu gno e cominclò a,|e ore tre de) 23> Per avere una esatta nozione sul- la importanza terril a!la del Piave basta OPrriiTA npmirhp. Ci bile della battano le cifre delle perdite nemiche. Gli austro-ungarici ebbero fra gli ufficiali 773 morti, 2864 feriti, 524 dispersi e fra i soldati 17.474 morti, 88.539 feriti, 39.048 dispersi. Totale delle perdite nemiche 149.042 uomini. Le perdite italiane salirono, negli ufficiali a 416 morti, 1343 feriti, 1153 dispersi. Fra i soldati si ebbero 7585 morti, 27.513 feriti, 46.504 dispersi. Totale delle perdite italiane 84.614 uomini. Le perdite degli inglesi furono fra gli ufficiali 26 morti, 84 feriti, 11 dispersi e fra la truppa 244 morti, 1040 feriti, 354 dispersi. Le perdite dei francesi furono fra gli ufficiali 4 morti, 18 feriti e fra la truppa 92 morti, 463 feriti, 15 dispersi. Queste cifre dimostrano che la battaglia del Piave fu una delle più grandi della storia. (Dallo scritto del Duce per il 18.o inumale (lell'intei-vento). t! cd! ri. 1dp: P' l' mg. t. smceldg: cic.fi'c'u

Persone citate: Daladier, Duce, Herriot, Hoyer, Moye, Norman Davis