La battaglia di Montebello commemorata dagli Ufficiali di Cavalleria

La battaglia di Montebello commemorata dagli Ufficiali di Cavalleria La battaglia di Montebello commemorata dagli Ufficiali di Cavalleria Ricorreva ieri una data gloriosa per la Cavalleria italiana: il 20 maggio 1859, la Cavalleria si copriva di gloria sulle alture di Montebello. Presero parte al memorabile fatto d'armi i reggimenti Novara, al comando del tenente colonnello Boyl di Putifigari; Aosta (tenente colonnello Arcibaldi Biscossi); Monferrato (tenente colonnenello Morelli di Popolo) e Alessandria. I nemici marciavano su tre colonne, agii ordini del Principe d'Assia e dei Feld-Marescialli TJrfcan e Baumgarten : erano in complesso 18.000 uomini, facenti parte del 5.o Corpo, agli ordini del Feld-Maresciallo Stadion, luogote nente del celebre Gyulai. La carioa La colonna Urban, entrata in Costeggio, ne stava uscendo, allorquando la sua avanguardia fu caricata dal l.o squadrone del Novara, al comando del capitano Cravetta di VaHenovetta. Furono subito chiamati in testa alla colonna austriaca gli ussari Hallei, per opporli alla cavalleria sarda, ma, sopraggiunto il tenente colonnello Boyl, col 3.o squadrone di Novara, gli ussari furono sbaragliati e messi in fuga. Nella mischia trovarono la morte due valorosi ufficiali italiani, il capitano Piola-Caselli ed il sottotenente Scassi. Ma il fatto d'atomi più importante avvenne più tardi, nel pomeriggio. Il generale alleato Forey era divenuto padrone dell'altura di Genestrelle. Gli austriaci si erano ritirati verso Montebello e, mentre i nostri alleati si stavano riorganizzando per iniziare un nuovo attacco, gli squadroni di Novara e dì Monferrato, incolonnati presso la strada maestra, sul fianco dell'artiglieria francese, spiavano l'occasione per intervenire nel combattimento. L'occasione si presentò poco dopo le 16. La sinistra deMa Divisione Forey aveva dovuto far fronte alla minaccia da nord della colonna del Principe d'Assia e si era fermata ad un fosso (detto dei gamberi). Chiamati alla riscossa gli squadroni italiani, reparti di Monferrato, al comando del ten. col. Morelli di Pooolo e dei capitani Ristori e Gribaldi, si lanciavano alla carica sulle truppe austriache, piombando di sorpresa sugli artiglieri, 1 quali non ebbero tempo di mettere in batteria i pezzi. Il tenente colonnello MoreWi di Popolo cadde colpito a morte. L'azione arditissima della Cavalleria italiana rese vano ogni ulteriore sforzo degli austriaci, Verso sera la colonna austriaca ricevette l'ordine di ritirarsi. Per la stanchezza della truppa, i francesi non effettuarono l'inseguimento. « t piemontesi non hanno mai paura! » Vero animatore della cavallerìa italiana era stato il colonnello brigadiere De Sonnaz; al generale francese Forey, li quale esitava a dar l'ordine di caricare, affermando che i cacciatori d'Africa etessi non avrebbero potuto farlo per via del terreno cattivo, il De Sonnaz rispondeva: «I piemontesi caricano su qualsiasi terreno e non hanno mai paura di farsi massacrare! >. Un comandante di battaglione francese disse : < In Crimea ho visto caricare la cavalleria inglese, russa, francese e turca, ma come quella piemontese non ne ho mai vista! ». Il Maresciallo Canxobert soleva dire : « Quando io ho della cavaM'eria sarda nelle avanguardie ed ai fianchi, dormo fra due guanciali, faccio il bagno e tutti i miei comodi, come il Sultano nel suo harem ». Sua Maestà il Re Vittorio Emanuele, in un ordine del giorno, elogiava il valore della cavalleria, e l'Imperatore dei Francesi, nel far noto alla sua Armata i brillanti risultati conseguiti, poneva in rilievo l'eroismo della cavalleria; e telegrafando lo stesso giorno alla consorte, Eugenia, diceva: « La cavalleria piemontese ha mostrato una energia poco comune ». Al mattino della battaglia, la cavalleria sarda contava ottocento uomini a cavallo; alla sera risposero all'appello quattrocentoventi, circa la metà. I cavalieri d'Italia, veterani della grande guerra, non dimenticano la data del 20 maggio, come non dimenticano quella del 21 aprile, ricorrenza della battaglia del Bricchetto, ove rifulse il valore dei « Dragoni del Re » — oggi « Genova Cavalleria » — il cuii stendardo fu decorato da Vittorio Amedeo II di ben due medaglie d'oro; e tante altre date eroiche. Appunto ieri un grappo di ufficiali in congedo dei Reggimenti che presero parte al fatto d'armi di Montebello, si sono riuniti per festeggiare le gloriose ricorrenze. M. Esc.