Fotografi di tutto il mondo al grande "Salone" di Torino

Fotografi di tutto il mondo al grande "Salone" di Torino Fotografi di tutto il mondo al grande "Salone" di Torino gura questa mattina, nei Io-,ai piano mpenors del Cine- in corso Vittorio Emanuele,]to « Salone » internazionale rafia artistica, il quarto che volgere di anni si rimìota a dove si c costituito il primo ceSfotografico e dove, sotto r/li uutpìla e Società Fotografica Subpi i dilettanti si son0 fatti leJylHa nostra città è stato ricotto anche iti questo campo un inCibile primato, non solamente per Starnerò di dilettanti fotografi che nulo raccogliere, ma per la. scslrpdu&ione che questi studiosi, dol^ài particolare gusto artistico, han•ifaaputo dare. Molti di coloro che itpano alla presente esposizione Ì^Ìfmo. portato il nome d'Italia all'e•jP'ò-fld hanno ottenuto in importanti t/ttwre straniere vistosi premi. < Un primato torinese • -Le manifestazioni fotografiche locali'»'le- belle pubblicazioni che trattano di, topografia, edite a Torino, hanno fatto conoscere la nostra città nei più lontani centri, dove la 'fotografia ha avuto particolare sviluppo, sia dal lato tecnico sia da quello artistico. Per ovatte ragioni, al primo « Salone » internazionale, inauguratosi anni addietro.al Valsntino, i più noti dilettanti dell'estero inviarono le loro opere e continuarono poi a partecipare alle sucxm^ve nostre esposizioni. .Quella attuale,, organizsata sotto la previdenza del comm. Giuseppe Ratti e «b -lui ordinata con la collaborazione del • segretario del Comitato esecutivo avv. Achille Bologna, offre non meno iMtoVJ9il»e del?3 precedenti. Vi sono rac coite óltre 500 opere di 250 espositori. Dettanti fotografi di tutte le parti del «potalo: dalle isole Filippini, da- Giava, dia ■ Capo di Buona Speranza, dalla CSito," dall'India, dall'Australia, hanno minato' scelte opere. Tutti gli Stati d'Europa hanno partecipato alla Mo«tra, che raccoglie pure i migliori laébri di tutti i dilettanti italiani. Visitando il « Salone » si pilo stabilire un confronto fra la produzione straniera e,qv.eUa nostra, confronto che non rie«Ce a nostro danno. Sia per la tecnica, jìm'.per le ricerche di carattere artitfycp le optre dei nostri non solamente'possono reggere al confronto, ma in iti casi l'innata genialità degli ita■ha il sopravvento, che.nel campo della fotografia cojSin quello dell'arte pittorica si noip dei radicali mutamenti di indiris^Mefri passato la tecnica aveva un va"liconsiderevole: i bromolio, le gomaltri procedimenti difficoltosi, ' che richiedevano nell' operatore . di una buona conoscenza del filo e del chiaroscuro, «anno pres~acomparerido. Non mancano in mostra opere ottenute con tali fama sono in numero esiguo in to a quelli che si sono visti notate'esposizioni. La stessa Gerche vi sì era specializzata, è ita al mezzo più semplice: aV.a mafia al bromuro. L'uso del tam- La fotografia ritorna ad essere foto- dfia é da essa, oltre àll'inestiniabilepone e del rullo, mercè i quali una fotografia si camuffava in ùn'acquafor te' o in un lavoro a sfumino, viene abbandonato. La fotografia ritorna fotografia grafia valore documentario, si richiede solamente un maggior effetto e studio del chiaroscuro. Certe stramberie, come la riproduzione di oggetti inanimati o di particolari ai quali solamente'con una laboriosa ginnastica di pensiero si poteva riuscire a dare un significato, vengono anch'esse quasi completamente, abbandonate per indirizzarsi a fermqife acéne di vita: paesaggi movimwUtatt, il traffico delle città, le moderine costruzioni che sorgono nei cen-:trt£ tutto insomma ciò che correnteintinte va sótto U nome di dinamismo. Come la pittura ritorna se non al classicismo almeno ad una più realistica espressione del vero, così la fotografia dopo essersi sbizzarrita dietro delleombre, ritorna anch'essa allo,^della natura. E' questo un movimentoMire/rit™ anch'essa allo studiodeOa natura. E' questo un amentodi carattere generale, che si compie intutto « mondo e che, anziché togliere,aggiunge maggior pregio aH'espressio-ne fotografica. Òli ammiratori e gli intenditori del-ìn. fotografia troveranno certament noi quarto Salone internazionale ma feria di grande e di vivo interesse, e poiché oggi tutti o direttamente o indi- è rettamente si interessano alla fotografia, durante i gitindici giorni in cui la Mostra rimarrà aperia i visitatori non mancheranno mai. Accanto alle opere dei beniamini del pubblico torinese — quali Carlo Bara-valle, che fra l'altro presenta una pregevole opera che vinse il primo premio al Concorso in-|ternazionale Kodak, Achille Boloqna,\fra i cui lavori si nota mi suggestivo quadretto: una squadra di lavoratori sorpresi mentre stanno costruendo una nuova strada alpestre; Stefano Briccarello di cui un particolare del traforo del Quirinale dà un preciso senso della vastità e della profondità; Cesare SchiaparelH coi suoi luminosi paesaggi, Giulio Cesare con le sue astree rocce montane e i campi di neve abbagliante, il magg. Movilia che fra l'altro presenta un movimentato mercato rurale; o il Perettì Griva o Italo Bertoglio — il visitatore troverà interessanti quadretti dell'Ornano, di Bruno Stefani e di Guido Pellegrini di Milano, di Ferruccio Leiss di Venezia, di Virginia Bartesaghi di Firenze e di Alberto Barbieri di Brescia E non nominiamo se non quelli che neh la rapida corsa fatta nel salone ci sono vetiuti èott'occhio. Significative opere di stranieri Le opere più significative degli stranieri attireranno certamente l'attenzione dei visitatori. Arthur de Carvalho di San gai ha ritratto una schiera di monaci buddisti oranti, d'una suggestività indiscutibile; D. J. Ruzicka di New York ha riprodotto due gruppi di grattacie- . Io che si rispecchiano nett acqua. In quel quadro, che l'autore ha intitolato Città di sogno, c'è effettivamente una atmosfera irreale che giustifica il titolo. Di H. Cazneaux di Sidney vi è un quadretto piacevolissimo: ivn gruppo di fanciulli, alcuni sopra altri, attorno ad un cavallo. Franklin I. Jordan di Boston pì-esenta un'alta costruzione in ferro sui cui diversi piani sono disseminati operai intenti al lavoro: la piccolezza di quegli uomini confrontar ta con l'alta armatura su cui si trovano dà un'idea della mastodontica mole dell'opera a cui stanno lavorando. L'attardarci ad esaminare una per una le opere più rilevanti, oltreclvè occupare uno spazio non consentito dalla cronaca, toglierebbe ai visitatori il piacere di cercare e-scoprire da se stessi i lavori che per l'oriainalitd e il significato più specialmente richiameranno la loro attenzione. Nel chiudere la nostra affrettata rassegna, ci limiteremo perciò a fare alcuni altri nomi di espositori stranieri: F. R. Ratnagar di Bombay, Francisco Mora Carbonell di Alcoy, Max Toux di Chicago, H. G. Cox di New Weatminster, Jan Lawschmann di Brno, G. L. Hawkins di Oxford, Jiri Jenicek di Praga, Aurei Abra movici e Atonie, Siechs di Vienna, Jules Rambat di Budapest, Edward P. Mac Murtry di Pasadena, A. Nipiu>3 Senior di Bandoeng, Alexander Keigh- ley di Stecton e C. M. Johnston di Ottawa. La disposizione delle opere, la conveniente illuminazione, i magnifici locali, e soprattutto i soggetti così interessanti, così vari, che vanno dal pae saggio al ritratto, dalla natura morta alj0 studio di un petalo di un fiore o , oriuinale giuoco d'ombre su di ad un originale giuoco un candido piano, hanno concorso a fare di quOìta esposizione una interessantissima manifestazione di arie fotografica che i torinesi noti mancheranno di apprezzare al suo giusto valore. U. P. « Al sole » fotografia di Aurei Abramo vici, di Vienna