La politica estera del Fascismo nella discussione della Camera

La politica estera del Fascismo nella discussione della Camera La politica estera del Fascismo nella discussione della Camera Roma, 19 notte. Dopo lo svolgimento di due interrogazioni e l'approvazione di alcuni disegni di legge, la Camera ha continuato oggi la discussione del bilancio degli Esteri. La seduta ha inizio alle ore 16 sotto la presidenza di S. E. Giuriati. Nell'aula sono già presenti circa duecento deputati. Molto affollate le tribune. Sono presenti al banco del Governo i Ministri Ciano, De Bono, Ercole, Acerbo, De Francisci, Gazzera, Sirianni, Di Crollalanza, ed i Sottosegretari Rossoni, Suvich, Solmi, Scrpieri, Puppini, Lessema, Manaresi, Riccardi, Biagi, Lojacono, Postiglione e Leoni. Approvato il verbale ai passa allo svolgimento di due interrogazioni al Ministro della Educazione Nazionale. La prima è degli onorevoli Oppo e Ciarlantini e riguarda gli acquisti per la Galleria .Nazionale d'arte moderna di Roma. Segue l'interrogazione dell'onorevoe Barbaro al Ministro dell'Educazione Nazionale circa l'introduzione nelle Scuole secondarle del Regno, come materia ordinarla e obbligatoria, dell'insegnamento del disegno a mano libera. 11 Sottosegretario Solmi risponde che pur apprezzando l'importanza pratica e formativa del disegno a mano libera, tale materia non potrebbe essere ntrodotta nei corsi medi classici data l'attuale consistenza degli orari e senza possibilità di sostituire il nuovo insegnamento senza ridurre le altre materie di studio. Senza discussione vengono rinviati allo scrutinio segreto alcuni disegni di legge fra cui quello per la espropriazione, il restauro e la sistemazione della casa di Gabriele D'Annunzio in Pescara. ' ■ '" Sul disegno di legge contenente le norme relative alle Commissioni Reali degli avvocati e a quella dei procuratori, l'on. Peverelli rileva l'opportunità di questo provvedimento col quale si proroga la durata in carica delle attuali Commissioni Reali in attesa del disegno di legge annunciato dal Guardasigilli per la riforma della legge professionale. Vorrebbe poi che II presidente e i membri della futura commissione di disciplina siano scelti fra i soli avvocati all'infuori del direttorio del sindacato ed abbiano una certa anzianità professionale. Il bilancio degli Esteri Viene quindi ripresa la discussione del bilancio del Ministero degli Esteri. L'on. JANNELLI sale per primo alla tribuna e inizia premettendo che nell'anno XI, parlando di politica estera italiana, 11 discorso non può aver principio senza manifestare al Duce l'ammirazione della Camera per il segno profondo che il suo pensiero e la sua azione hanno impresso in questa nostra meravigliosa Italia dove, col suo genio precorritore, egli ha acceso il faro unico che ormai illumina ed apre le vie dell'avvenire. La stessa decisione di chiamare a raccolta i rappresentanti delle principali potenze come preparazione alla conferenza monetaria ed economica di Londra è prettamente mussollniana, essendo stato il Capo del Governo d'Italia il primo assertore della necessità di una intesa preliminare fra le maggiori Nazioni. L'accordo fra quattro grandi Nazioni, conscie della loro responsabilità storica, rappresenterebbe l'inizio di un'era di pace, di scambi intellettuali e materiali e metterebbe forse le fondamenta di una nuova Europa. Del resto il patto a quattro è il solo modo per poter permettere alla Società delle Nazioni di riprendere vita ed il solo modo per le Nazioni minori di conservare con SDirito di giustizia la loro personalità nel consorzio europeo. Venendo a parlare della Società delle Nazioni l'oratore osserva che essa oggi è In crisi: tale crisi non è recente nè subitanea. Più di una volta infatti la Lega è rimasta impotente, sicché le trattative fra gli Stati hanno dovuto prendere carattere diretto, con negoziati anch'essi diretti, le cui conclusioni sono state dalla Lega semplicemente registrate. Concludendo rileva che il pensiero de1 Duce è europeo. Quelli che non lo cora prendono fanno opera antieuropea e operano contro la pace. Possa l'Europa ascoltare la voce del Duce ed ormeggiarsi sicura al pilone che egli costruì sce per tutti gli uomini di buona vo lolita (vivissimi oppiatisi). L'opera delle Missioni L'on. MARTIRE dichiara che si occuperà degli italiani all'estero attraverso la vita delle Missioni cattoliche che si svolge in gran parte fuori della diretta competenza dello Stato. Circa l'organizzazione delle Missioni italiane nota anzitutto che per Missione italiana si Intende una Missione di sudditi Italiani appartenenti a istituti italiani e protetti da bandiera italiana. Non bisogna dimenticare che 11 ca rattere universale della Chiesa cattolica fa si che l'azione del missionario cattolico sia sempre improntata a un superiore sentimento spirituale. Tuttavia i nostri missionari hanno saputo sempre conciliare la loro qualità di cattolici e di italiani, la loro devozione al Pontefice e alla Patria. Chiesa e Stato fascista oggi invero si incontrano nella grande .via della civiltà e perciò noi possiamo ben considerare il missionario sempre come un italiano che reca nel cuore le stigmate incancellabili della sua italianità (approvazioni). FERRETTI Pietro si occuperà dei Eroblemi orientali. Rilevando che l'Alania ha trovato l'appoggio che le era indispensabile e nell opera del Governo italiano e nella collaborazione dei nostri connazionali, pensa che l'amicizia dell'Italia, appoggiata da fatti concreti In tutti questi anni, sia penetrata e e a a e i i sentita profondamente nell'animo e nello spirito del popolo albanese. Ciò perchè taluni recenti atteggiamenti potrebbero raffreddare lo slancio col quale sono stati creati e favoriti traffici Cd apporti che formano l'essenziale fondamento di vita della nazione albanese. Il popolo albanese deve alla saggia ed umana nostra politica la sua evoluzione ed ha tutto l'interesse a seguire la stessa linea di condotta nei riguardi di una grande potenza alleata che assicura al Paese la sua sovranità. Nel vicino Oriente La rete del patti di amicizia recentemente conclusi, l'italo-greco, 11 grecoturco e l'italo-turco rende armonica l'opera dei tre governi Ter un'azione intesa al mantenimento ed al rafforzamento di una collaborazione pacifica nel vicino Oriente e ravviva le ragioni di comune intesa e le tradizioni profonde tra quei popoli che nel Mediterraneo orientale hanno più diritti e vitali interessi. Venendo alla Bulgaria, ne rileva la viva e spontanea simpatia verso l'Italia ribadita dal legame di sangue che unisce le due Corone. Si augura che, nella rete dei nostri interessi e dei nostri traffici che si irradiano verso 1 popoli dell'oriente, possano trovare il loro posto adeguato anche il commercio e l'agricoltura bulgara. Occupandosi del mandati nota che la Francia ha proposto la cessazione del mandato per la sola Stria escludendo 11 Libano. Non solo, ma della Siria essa fa tuia ulteriore suddivisione per cui si verrebbe a formare uno stato monco senza possibilità di vita poiché le zone degli sbocchi al mare e quelle che possono rappresentare comunque anche per la Francia qualche utilità resterebbero nella attuale situazione. La proposta francese è contraria allo spi. rito ed alla lettera dell'art 22 del paito societario. L'Italia non ha interessi territoriali in quelle terre, ma ne ha uno che è 11 più alto e che deriva dalla sua dignità di grande Potenza: quello di vedere popolazioni e zone che già ebbero vaste e profonde civiltà giungere al riconoscimento della dignità piena ed assoluta di Nazioni indipendenti e civili. In Palestina, il contrasto fra le due parti della popolazione, l'araba e la sionista, si compone nella critica all'azione della Potenza mandataria. Passando alla Transgiordania, l'accordo avvenuto tra l'Emiro Abdullah e 11 Re Ibn Saud, ha certo attutito, ma è dubbio abbia spento, l'antagonismo tra la Casa asoemlta della quale fa parte il Re Abdullah ed il Sovrano dell'Heglaz. Noi non possiamo vedere che con grande simpatia il definitivo sanarsi dei dissidi tra il Re Saudiano e l'Yammam dello Yemen nonché, in genere, il miglioramento delle relazioni tra i Pae. si arabi, ai quali sinceramente auguriamo un rigoglioso risorgere delle antichissime e grandiose civiltà. Quale sia 11 nostro spirito verso le genti che lavorano alla loro ascesa è stato anche affermato durante la recente visita del nostro Sovrano al Sovrano egiziano. Le accoglienze indimenticabili al nostro Sovrano da parte del Sovrano e del popolo egiziani hanno soprattutto significato come gli eredi delle più antiche civiltà del mondo abbiano saputo trovare salde ragioni di convivenza La religione islamica è fra i culti ammessi dallo Stato ed è rispettata eprotetta nelle nostre Colonie con ogni scrupolo: l'Italia nella sua dignità di grande Potenza civilizzatrice ha perdonato a tutti quelli che si sono riaccostati con lealtà e con intendimento di lavoro e di vita operosa e pacifica. Non solo, ma la Maestà del Re, In Cirenaica, ha voluto concedere gli ultimi condoni. Nè può sfuggire al nostro esame il nazionalismo persiano in piena maturità. Anche verso questo ricco ed interessante Paese la nòstra espansione commerciale ed industriale deve cercare nuovi sbocchi: una linea di navigazione che unisse la nostra penisola al Paese amico sarebbe oltremodo desiderabile per lo sviluppo dei traffici nel golfo persiano chiave del medio Oriente. Non solo, ma opportune intese ed opportune concessioni portuali potrebbero far divenire Bari forse Ancona e certamente Trieste il migliore e naturale porto di appoggio per i commerci delle terre dello Scià con tutto il mondo occidentale europeo Conclude rilevando quanto sia stata fattiva l'opera del Regime nella nostra politica verso il mondo orientale. Quest'ultimo trova nell'Italia fascista lo spirito sano per la comprensione sincera di un credo vòlto alle stesse méte: pace, evoluzione, lavoro in dignità di razza in libertà di popoli e di stirpi (vivissimi generali appiattisi). PRESIDENTE rinvia a domani il seguito della discussione. Dopo l'approvazione a scrutinio segreto, la seduta è tolta.