Binda è il più quolato per la vittoria finale ma la cosa può serbare ancora sorprese ed emozioni

Binda è il più quolato per la vittoria finale ma la cosa può serbare ancora sorprese ed emozioni A META* DEL GIRO CICLISTICO D'ITALIA Binda è il più quolato per la vittoria finale ma la cosa può serbare ancora sorprese ed emozioni ( Da uno dei nostri inviati ) Foggia, 16 notte. Noi consideriamo il Giro ormai giunto a metà. Questa sensazione ce la dà non tanto il fatto che otto tapps ci sono rimaste alle spallo e nove ci sono di fronte, ma quello che da domani comincieremo ad avvicinarci al punto di partenza. Dopo la marcia verso il sud, che qui è finita, quella verso il nord, che qui comincia, ha un po' il sapore, francamente tìttfaltro che sgradito, di un ritorno. Il momento quindi si presta per tirare le somme di quello che è ormai passato alla storia del Giro ma può illuminare i nuovi ulteriori sviluppi. Le prime vicende Siamo partiti undioi giorni fa da Milano con un buon bagaglio di aspettative tecniche e sportive, di temi e di motivi di interesse che la competanone avrebbe dovuto svolgere dopo le vicende discusse e non del tutto convincenti della Sanremo, della corsa di Messina e di quella di Mantova. In sostanza però nè l'intervento straniero, nè le novità del regolamento, nè le particolarità del percorso riuscivano a distogliere lo sguardo da un punto che faceva da perno al quadro della gari: al duello Binda-Guerra, nè era questa una allucinazione, una artificiosa impostazione delia gara. Fin dalla prima tappa si ebbe la prova che il confronto tra i due campioni dominava, anzi assorbiva ogni altro elemento di contesa. Bastò la foratura di Binda a pochi chilometri da Torino per inscenare un finale in cui Guerra assunse la parte del protagonista e finì col fare quella del vincitore. Se la sorte divise i due avversari all'arrivo, li uni nel giudizio dei competenti; entrambi erano in forma perfetta perchè nella fuga l'uno dimostrò la freschezza dell'impeto che l'altro rivelò nell'inseguimento. Intanto anche Bovet cominciò a levare la testa sul livello della massa fino a toccare quello dei migliori. Colpo di scena nella Torino-Genova: nella giornata infernale Guerra fu vittima della sua generosità, di un errore di rapporto, della fame; e crollò suUa Scoffera fra lo stupore, l'amarezza e la delusione dei suoi ammiratóri. Binda, saggio distributore delle sue forze, prudente, dapprima spettatore di una mischia che non lo scosse, fu alla fine decisissimo, autoritario, irresistibile, e finì con distacco. Al suo trionfo fece contrasto il penoso finale del rivale stroncato. Ma fu cosa di un giorno. Guerra consegnò a Genova la * màglia rosa s> a Binda ma portò alla vittoria quella tricolore a Pisa, in cui Binda non potè (.sembrava' una fatalità!) misurarsi in velocità con l'avversario per una foratura che per poco non gli costava il primato in classifica. Col minuto ai abbuono Guerra risaliva dal 19.o al lO.o posto. A Firenze svuntò fuori... il terzo incomodo: Olmo, il quale battè allo stadio Berta, dopo una gara che era mancata completamente all'attesa, Binda, mentre Guerra rimase imbottigliato nel folto del gruppo. Assolutamente nulla di cambiato in classifica. liO sconvolgimento avvenne nella Firenze-Grosseto, che fu indubbiamente la più bella tappa di quelle fin qui disputate. Sulla salita di Castelnuovo Val di Cecina Binda diede lezione di stile di arrampicamento ; non ci fu (è questo, come vi dissi ieri, una conseguenza dell'ancora non perfetta novità degli abbuoni) vera lotta tra gli specialisti della montagna, che ridussero il loro gioco agli ultimi due chilometri della acalata, ma questi furono sufficienti per far vedere chi era ancora il maestro dello scatto in salita. La differenza su questa linea apparve evi dente, indiscutibile. Ma poi si passò a un'altra e qui la bilancia fu a favo re di Guerra: Il « tricolore » caddedurante l'inseguimento cui lo obbli-gava U suo distacco; in vetta persedue minuti e mezzo e, per ricuperar li, prima con l'aiuto di Grandi, poi e più a lungo da solo, fece sfoggio di una potenza e di una sicurezza impressionanti contro le quali a nulla valse la coalizione dei fuggitivi, di cui Binda commise l'errore di valersi senza contribuirvi. La tappa, sapete, si chiuse con la foratura di Binda, l'impetuoso prodigarsi di Demuysere non sostenuto da Guerra e Piemontesi, la vittoria del mantovano premiata da due minuti di abbuono, il trapasso della « maglia rosa » ddl campione del mondo al belga, il tv.tto, Binda vincerà. Una foratura a distanza dall'arrivo che permetta a quel demonio di Demuysère le tirateche solo lui sa fare per alcune decine di chilometri, potrebbe rimettere in ballo lo maglia rosa ». E c'è quella tappa a cronòmetro che può riservare delle sorprese. Insomma il- Giro, per quanto dopo l'abbandono di Guerra appaia e sia dominato dalla figura di Binda, è tutt'altro che deciso. Questa è l'opinione di quanti lo vivono più da vicino. La giornata di riposo è trascorsa serenamente a Foggia, ma il vento violento sta a dire che perdura il turbamento atmosferico che pare ci voglia seguire. Ho visitato stamane i vari quartieri dei corridori e ho riportalo, in complesso, l'impressione ohe il Giro, cosi fatto, sia meno faticoso dei precedenti. Quasi tutti godono ottima salute e san ben dispósti a prendere la via del ritorno. Di ieri non rimane che il ricordo della strage di gomme che le strade sui monti ha fatto. I dirigenti sportivi erano in cerca per rinnovare le scorte improvvisamente esaurite; ogni squadra nesalto di quella d'Italia dal decimo al secondo posto della classifica. Binda pagava il prezzo della sua sfortuna retrocedendo dal primo al quarto. La gara stroncata Da Grosseto scrissi che il Giro non era mai arcuo così emozionante; non v'era perù oisogno ai questa mia ajfermazione peichò anche di lontano si aveva certo questa sensazione, se ad ogni passaggio l'/taua sportiva ci dava cosi imponenti manifestazioni deua sua passione come quelle che ogni giorno ci sfilavano socto gli occni. m il fuoco degli spiriti stava addirittura divampando quando venne la sciagura di Homa. Mai gara bella fu cosi atrocemente mutilata; mai alcun ritiro troncò alle basi una competizione come quello di Guerra nel Giro d'Italia. La vittoria del bravo Cipriani a Roma passò quasi inoservata nell'atmosfera che per il Giro pareva di lutto, arrossata dal sangue del campione. Ma lo sport sa compiere miracoli di resurrezione, trasformazione e adattamento. Dopo la vuota Roma-Napoli in cui per la prima volta in Italia si conobbe chi era Gerardo Loncke (e Zo conobbe anche Binda che forse credeva di avere in tasca la vittoria all'Arenaceia); venne la Napoli-Foggia che, se non rispose alle promesse che daw. no sia la configurazione del percorso che la situazione della classifica, confermò la superiorità attuale di Binda in salita e l'equilibrio che d'ora innanzi ci sarà agli arrivi fra lui e Loncke. Percliè, se è vero che qui Binda ha battuto il belga per due lunghezze, è anche vero che questi ha disputato la volata con una gomma mezza sgonfia ed ha dovuto risalire in mezzo giro dalla quinta alla seconda posizione. 1 Dopo otto tappe Binda ritorna in possesso della « maglia rosa » ; De maysère è a 34 secondi da lui; Piemontesi a due minuti e 15 secondi, Bovet a sei minuti e 23 secondi, Grandi a sei minuti e Al secondi. Uno di questi uomini vincerà il 21.o Giro d'Italia. Molti di voi giureranno senz'altro che lo vincerà Binda. E' certo che se egli sarà fino al termine l'uomo che è stato finora e se la sfortuna non gli giocherà dei brutti tiri, non vedo chi può batterlo. Binda, nella forma palesata da Milano a Foggia, è il più indicato per godere degli abbuoni in salita e in volata; non lo vedremo forse fare molto di più che mirare diritto a queste prede. E nonyotrei muovergli per oì& appunto giacchè spetta ora agli altri attaccarlo; e in discesa lo abbiamo visto sia prima di Torino che prima di Grosseto addirittura formidabile anche sul passo. Interrogativi appassionantiMa chi -può astenersi dal pensare che Binda corre da una dozzina d'anni ed è il concorrente più anziano del Giro? La superiorità di classe è una gran cosa, la freschezza è un'altra. Quello che gli anni possono non far sentire in una corsa in linea, lo potrebbero in una corsa a tappe. In altre parole, Binda avrà nella seconda metà del Giro la stessa autorità, sicurezza, regolarità che ha avuto nella prima? Potrà venire per lui, più facilmente che per i giovani (Demuysere non ha ancora oompiuto 26 aiiiii), la giornata nera? Queste domande si rivolgeva Binda stesso oggi quando mi congratulavo con lux delle sue ottime condizioni, e indubbiamente si pongono il belga e Piemontesi per nutrire anoo-ra Speranze sull'erto, finale. Oggil'ansia degli sportivi che vogliono una vittoria italiana volge attorno aquesti interrogativi, come all'immanente pericolo dei colpi della sorte Ancora le posizioni sono troppo instabili per far dire ohe, nonostanteha forato almeno dieci e alcune, co- me quella dei « nero-bianchi », finoa sedici: chi ha battuto il record e stato Olmo che è rimasto sei volte a terra. Un record d'altro genere ha battuto Martano, quello delle cadute; con quella di ieri fa otto, una per tappa in media, e quasi tutte sul fianco destro che si è ridotto in tali condizioni da obbligarlo al ritiroEgli parte stasera per Torino. Domani andremo fino a Chieti, facendo altri 240 chilometri, cioè 14 in più del previsto, perchè, per riparazioni stradali, si sarà obbligati a un piccolo giro che porta un tale allungamento. La partenza sarà cosi anticipata di un'ora e sarà data alle ore 7,30. Non vi saranno grandi salite da superare; la quota maggiore che raggiungeremo sarà a 484; ma il percorso si presenta abbastanza vario e le strade non ottime. E' molto probabile che, salvo episodi che prendano lo spunto dall'imprevistola corsa porterà la maggioranza- deconcorrenti in gruppo fino a ventchilometri dall'arrivo. In quest'ultimo tratto vi sarà la salita di Collespaccato (tre chilometri e mezzo asei per cento) e quella che porta a Chieti (sei chilometri c mezzo aquattro per cento). E', quindi, un arrivo favorevole agli uomini agili anche in salita, veloci anche dopo uno sforzo. Come non prevedere una vittoria di Binda? QIUSF.PPE AMBROSINO.